Ieri non mi sono pronunciato sull'accordo Yahoo Microsoft.
Detto che ho letto di tutto, anche di una fusione tra le società(!),
quello che a me interessa non riguarda i numeri economici della
vicenda, quanto il futuro di internet.
Non credo che si debba parlare di Microhoo!, piuttosto di un Bingahoo, o come diceva qualcuno, ma non di origine siciliana, Bing-Yah!, ma poco conta.
Microsoft si è comprata un mal contato 20% di mercato del searching,
arrivando, sempre malcontando e a un 30 e poco percento.
O da questa quota cresce, o la scommessa non solo verrà persa, ma avrà
ripercussioni notevoli.
Ma faccio una considerazione: Bing negli USA, laddove Microsoft ha
investito diverse decine di milioni di dollari per il lancio, è
cresciuto. Ma lo ha fatto a discapito di Yahoo e non di Google, come
dimostrano i dati di giugno su maggio che attestano BigG al 65%
costante.
Microsoft + Yahoo nel 2005, mica un'era geologica fa, valevano il 45%
del mercato contro il 35% di Google.
Oggi non solo la tendenza è diversa, ma è sproporzionata anche verso
altri competitor.
Google non ha mai avuto un avversario vero, ha sempre goduto di una
posizione di vantaggio tecnologico notevole, nonché benevolenza da
parte degli utenti e grande focalizzazione sui risultati.
Non so se questa nuova aria portata da Bing possa fare la differenza,
anche perché poi entrano in gioco le capacità di attrarre investitori
pubblicitari e la guerra diventa meno pura, ma di certo costringerà
Microsoft e soprattutto Google a porre attenzione a tutto ciò che
accade nel search, alle nuove start up, alle nuove idee.
Quindi due colossi che vanno alla guerra portano una ventata di aria
fresca nel settore e una serie di vantaggi a noi utenti, perché
comunque il modello di business è sempre basato sulla gratuità e sulla
reperibilità di risposte migliori in meno tempo.
Speriamo solo che la guerra non produca danni che poi si ripercuotano
sui consumatori finali, lasciando sul campo un solo vincitore.