giovedì 10 aprile 2008

La rete e la TV

Non sempre le cose predette dai guru si verificano.
Prendiamo l'esempio della TV sul web.
Un annetto fa sono iniziati grandi movimenti intorno alle web Tv e alle piattaforme. Per un momento escludo le IP TV dal discorso.
Abbiamo visto nascere Youtube ma anche Joost e Babelgum e una miriade di altri servizi.
Ad oggi, i successi si contano sulla punta delle dita e prodotti come Joost e Babelgum stentano, nonostante investimenti certamente milionari.
Nel frattempo, chi crea contenuti video ha deciso di scendere in campo, proponendoli sul web. Qui il modello di business non è chiaro, per cui c'è chi propone i programmi in chiaro e chi dietro un compenso.
Poi ci sono le IP TV, che usano la rete per inviare i programmi che sono fruibili sulle normali TV.
In questa categoria non ci sono casi di successo ecclatante, per cui Apple Tv in Italia ha venduto molti meno apparecchi di Alice Home TV o della Tv di Fastweb.
Eppure è un mercato che si sta spingendo verso la coda lunga degli utenti/consumatori/produttori.
Il futuro della TV, o meglio, delle immagini in movimento sembrava passare da lì.
Poi sono arrivati i telefoninari che, con la scusa di vedere la TV sul cellulare, hanno iniziato a mettere in discussione tutto. La Tv sul cellulare non decolla proprio, i numeri sono pressoché imbarazzanti, ma sui cellulari iniziano a girare i video di Youtube e di altri servizi.
E gli utenti gradiscono, anche grazie al fatto che si stanno diffondendo tariffe di navigazione web, sul cellulare, flat a basso costo giornaliero.
Adesso è arrivata Adobe, con una nuova piattaforma e un proprio player.
Non è mia intenzione entrare nel merito dei player e del discorso dei del management dei diritti di fruizione, in questo caso, perché è marginale al discorso.
La situazione che si è create è, in poche parole, un gran casino, da cui emerge sostanzialmente una cosa: l'importanza dei contenuti, della loro creazione.
La piattaforma con cui verranno diffusi è del tutto ininfluente, tanto saranno gli utenti a doversi adattare nel caso ci sia un particolare interesse per dei contenuti.
Quindi, per un po' continueranno a proliferare formati, alla ricerca di standard che, se guardiamo bene, di fatto ci sono già.
Ma sono standard che si aprono ad altri. Basta pensare a Youtube che propone i video con un player flash proprietario e in 3gp per i cellulari. Fra un po' probabilmente si butterà sul formato Mp4 di iTunes e di una miriade di riproduttori.
Un mercato vivo, vivissimo, in cui il consumatore è il vero protagonista.
Un mercato da tenere sotto osservazione perché aprirà la strada a tanti altri mercati e si apriranno nuovi scenari.
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