martedì 9 ottobre 2007

Lettera aperta a Alessandro Musumeci

Le scrivo per cercare di chiarire alcuni concetti sulla presentazione alla stampa di oggi, Wireless Castle.

Il progetto direi che è certamente lungimirante e certamente lodevole.
Ma le tesserine con cui un utente si "logga" al servizio sono un'idea, mi permetta la frase forte, assolutamente fuori dal mondo!
Le spiego il perché.
Comprendo certamente che vi sia la necessità di instaurare delle barriere all'uso del servizio, è comprensibilissimo, ma è altrettanto vero che il sistema di ricerca della login e password dopo 3 ore di navigazione è frustrante per l'utente e improduttiva per chi eroga il servizio.

Si abusa molto della parola "webduepuntozero", ma quello che sta insegnando è che è importante fidelizzare il cliente, riconoscerlo, spronarlo a creare contenuti e, tenerlo, come si direbbe in un inglese italianizzato pessimamente, "ingaggiato".

Se un utente avesse una password unica, con una limitazione di traffico in Mb, come per altro avviene nei servizi internet in abbonamento degli operatori telefonici, non sarebbe meglio?
Chi eroga il servizio non ha il costo della password e della carta, ma riconoscerebbe l'utente e gli potrebbe offrire servizi e pubblicità mirata. Se a Mountain View, visto che piace fare gli esempi americani, Google ogni tre ore costringesse i propri utenti a ricrearsi un account, avrebbe un senso economico fornire l'accesso internet?

Inoltre, se l'utente è registrato,è possibile utilizzare la piattaforma come punto di partenza per erogare i servizi comunali, oggi allo sportello, domani in un chiosco e dopodomani a casa (o al parco) su PC.

Non ritiene, francamente, che il servizio, se sostenibile dal punto di vista pubblicitario, possa avere un maggiore successo e quindi una migliore diffusione?
Lei ha parlato di semafori, banchine ATM, lampioni, ma quanti negozi si affacciano sulle strade che già oggi sono connessi ad internet? Perché non sfruttarli? Il costo sarebbe esiguo (la banda per qualche anno a Fastweb non la pagate, loro i router wireless li hanno già) e di certo si riuscirebbe ad avere una diffusione dei servizi a una velocità incredibile.

La sfida è certamente affascinante, ma cercherei di non perdere di vista, nemmeno per un momento, lo scopo: fornire servizi ai cittadini. Sfruttare quanto dell'infrastruttura esiste già consentirebbe di partire in fretta, magari a macchia di leopardo, ma con tempi e successi importanti.

Certo, le "tre ore e l'account muore" è qualcosa di insensato, perché internet a consumo ha una valenza intermini di traffico, non di tempo.

La ringrazio per l'attenzione e ribadisco la mia personale stima sul progetto e mi piace pensare e sapere che la mia città "guarda avanti"!
Share: