Ieri grandi annunci per il lancio di Corriere Social, l'applicazione
che prende le notizie dal quotidiano e da altri siti per la
piattaforma Facebook.
Quando il Washington Post lanciò il suo social reader, ebbe la
compiacenza di ringraziare pubblicamente un mio progetto che li aveva
ispirati: la classe non è acqua e francamente non solo non era
necessario, ma probabilmente non era nemmeno del tutto vero!
Il Corriere non ha ovviamente ringraziato il Washington Post per
averli ispirati, e la cosa più divertente è leggere, nel comunicato di
Reply, che riporto integralmente, alcune dichiarazioni.
"Con Corriere Social, abbiamo messo in campo le nostre competenze ed
esperienze sui Social Media" – dichiara Filippo Rizzante, CTO di Reply
"In particolare, partendo dall'analisi dei comportamenti degli utenti
facebook, sono stati integrati innovativi algoritmi di comunicazione
social con il nuovo sistema Open Graph di Facebook. L'unione delle due
componenti consente di gestire e raccogliere i contenuti generati
dagli utenti stessi e pianificare le pubblicazioni delle news,
adattandole automaticamente all'interno del social network e fruibili
via web, mobile e tablet."
Una sola domanda: se il Washington Post l'ha creata un anno fa (e non
è l'unico) e il mio ne avrebbe tre (e non c'era Open Graph), come si
fa a parlare di competenze ed esperienze? Non tirate fuori
l'esperienza di TamTami perché i risultati sono sotto gli occhi di
tutti, piuttosto che qualche soluzione per la customer care...
Dire semplicemente che si è copiata un'idea, rivista, perfezionata e
migliorata, è brutto?
La mancanza di serietà è una brutta cosa: il Corriere cercava un'idea
per cavalcare i social e l'ha trovata in un'ottima realizzazione di
Reply, ripeto ottima, ma quest'ultimi non l'hanno raccontata giusta.
Spero solo che in RCS non paghino l'applicazione come se si trattasse
di qualcosa di nuovo...