Chi svolge il ruolo di divulgatore non può che essere solidale con Milena Gabanelli e Stefania Rimini.
Chiunque svolga questo ruolo sa benissimo i rischi che corre nel banalizzare o nell'enfatizzare degli argomenti che sono conosciuti in modo molto profondo da una parte dell'audience e sconosciuti ad altri.
Riuscire a trovare un registro narrativo efficace per entrambi i target è difficile e il format della trasmissione non aiuta certo a fare sufficiente chiarezza sugli argomenti trattati.
Io stesso, alla fine di un intervento, mi chiedo se ho detto "cazzate", scusate il francesismo ma rende l'idea, e non nego che capita di dirne, vuoi per i tempi stretti, vuoi per una "sfassatura" fisiologica con l'interlocutore.
La colpa di Report è quella di aver svelato gli altarini, ossia che il digitale non è sempre bello, facile e sicuro come dovrebbe essere o, peggio, come qualcuno crede che sia, ma ha messo in guardia da possibili implicazioni. Preoccupazioni che appartengono da sempre a una grande fetta di "esperti" di internet.
Ma ha fatto tutto ciò senza demonizzare il mezzo, ma cercando di mostrare che cosa succede e come stanno rispondendo le aziende coinvolte, dalle quali mi attendo, per altro, risposte soddisfacenti e rassicuranti.
Non mancano gli strafalcioni, le semplificazioni, le valutazioni morali e qualche sbadataggine, ma vorrei fare una domanda a chi si occupa di rete da sempre e che, per lavoro, scrive o dirige giornali: quante volte avete fatto un'inchiesta simile sui vostri media? E soprattutto, quante imprecisioni e critiche avete ricevuto?
La stampa tecnica è quella che andava in edicola con titoli del tipo "Ti insegnamo a vedere tutte le partite gratis in TV" e oggi ripete i titoli con "Tutte le partite che vuoi gratis sul tuo computer", tanto per citare un esempio, ma ne potrei fare altri su come "craccare le password delle reti wi-fi" e "come modificare il tuo cellulare": il confine tra il lecito e l'illecito è sempre labile, ma queste cose si leggono solo sui giornali nostrani.
Le persone medie, pur utilizzando i sistemi informatici, non hanno dimestichezza con le implicazioni, figuriamoci gli altri! Si fa presto a dire Google conosce i tuoi dati, ma quante volte capita che, per errore, un utenti compia un click sbagliato o risponda a una mail farlocca? Che danni provoca alla privacy tutto questo?
Pensiamo, quindi, a come fare per sfruttare l'occasione: si parla di questi argomenti, proviamo a farlo meglio, in modo più approfondito e magari tecnico.
I motori di ricerca, poi, saranno lì ad evidenziare le notizie e Report, tra qualche giorno, diventerà un ricordo.
Deve essere uno stimolo a fare qualcosa di più che i soliti incontri tra amici.
Io ci proverò.
Lo prometto.
Ma non mi farò di certo qui la mia "marchetta" personale di dove lo farò e in che modo.
Sarei scorretto.
Vuoi andare anche tu oltre Report?