venerdì 23 aprile 2010

Giornalismo?

In questi giorni impazza il tema del giornalismo e del futuro delle professione.
Io guardo il presente e il passato.
Quando ho iniziato, il giornalista era un mediatore, un politico e
un'azienda dicevano qualche cosa e si cercava di approfondire il tema
leggendo l'opinione di un giornalista, super partes.
Oggi un politico e un'azienda dice qualcosa e c'è qualche giornalista
schierato da una parte e qualcuno schierato dall'altra che invece di
formare, creano dei mondi che spesso non comunicano tra loro.
Uno di destra non ascolta Santoro, uno di sinistra non vede il TG4,
giusto per fare un esempio.
La frammentazione dell'informazione, la sua lottizzazione e la
spettacolarizzazione stanno creando un sistema schizzofrenico che fa
sì che l'informazione sia sempre di parte e diventa difficile riuscire
a farsi un'opinione obiettiva, non dico bilanciata perché è un termine
che non mi piace.
Per i giornalisti cambia poco, quasi nulla.
Per gli editori cambia tutto.
Questa è una grande differenza rispetto al passato, perché di
direttori che puntano all'obiettività se ne vendono molto pochi nel
panorama internazionale, figuriamoci quello nazionale...
Parliamo poi di gavetta e di preparazione alla professione? Meglio di no!
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