Non sto parlando di Smau, il Salone del Mobile e dell'Arredo d'Ufficio.
Sto parlando dell'evento consumato ieri al Politecnico di Milano, alla Bicocca, sul mercato del mobile e dei contenuti.
Sto parlando di un evento perché è un evento. E' il momento in cui un settore si ritrova e si confronta.
E ci sono tutti. Guai a mancare!
Qualche spunto c'è stato, molti si sono parlati addosso, ma gli spunti ci sono stati davvero.
Prima di tutto perché stiamo parlando di un mercato che cresce, e se cresce.
Poi perché stiamo parlando di un mercato grande, caspita, più di 45 miliardi di euro!
Significa che ogni italiano spende mediamente 1000 euro all'anno in telefonia (hw+servizi).
E' evidente che se si spende così tanto forse c'è un problema di tariffe, ma è altrettanto evidente che il nostro è il primo mercato per l'UMTS.
Quindi qualcuno paga e ha pagato.
Ora arriva lo spauracchio WiMax per gli operatori, occasione per altri.
Un po' tutti hanno girato intorno all'argomento, solo Vincenzo Novari ha posto la questione al centro: chi paga?
Perché se le Telco investono, qualcuno deve essere disposto a pagare i servizi.
E sempre Novari ha risposto adeguatamente alla domanda sulle limitazioni dell'accesso web a banda larga: se non si tagliassero alcune applicazioni, non ci sarebbe banda sufficiente sulle celle (e già a Milano in centro la cosa accade molto spesso).
Chi paga, anche in quel caso, è la sua domanda.
Paghiamo noi utenti.
Ma quanto si è disposti a pagare è il principale problema.
Io dico che per noi utenti ce n'è un altro: la concorrenza.