martedì 11 aprile 2006

Coca Cola e il P2P

E' da giorni che ne volevo scrivere, poi stanotte è arrivato Punto Informatico, per cui non darò la notizia ma la commento.
Se un'azienda come la Coca Cola ha aperto il marketing al P2P, possiamo stare certi che lo stesso accadrà per altri brand internazionali e qui il pensiero va immediatamente a Nike e Adidas, ma anche Mc Donald's o Heineken.
Quindi, in un momento in cui il P2P viene duramente colpito da giudici, major e provider, le aziende scoprono che ci può essere "qualcosa di buono".
Il fatto ecclatante di StageSide è che lo show è disponibile in diversi P2P (Bittorrent, Gnutella, ED2k, Fasttrack) e in diversi formati: Quicktime, PSP, Xvid, iPod e Windows Media Video.
L'idea, quindi è estremamente furba e dimostra come la rete potrebbe cambiare radicalmentene le regole della distribuzione dei contenuti. Gli sponsor e i consumatori finanziano gli artisti. E' quanto accade con i concerti gratuiti, solo che qui si porta un po' all'estremo. Ma la strada per un'alternativa al modello di business delle major c'è.
E crediamo che gli artisti vengano ripagati correttamente e non sfruttati, per cui, potenzialmente, è sostenibile.
Ed è sostenibile che gli utenti internet possano aumentare e così anche la richiesta di banda larga. Insomma, un bel business win-win, dove tutti traggono dei vantaggi.
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