venerdì 26 febbraio 2016

Qualche precisazione su Apple, FBI, marketing e privacy, ma soprattutto per parlare di fiducia: utenti e non utonti

La discussione che si è sviluppata in questi giorni è probabilmente fondamentale per comprendere il futuro del digitale e, di fatto, del mondo.



Quando vengo interpellato spiego che a me non interessa che cosa o chi, piuttosto racconto come il mondo sta cambiando e questo è un esempio del cambiamento, del potere delle marche e, più in generale, della finanza.
La lotta al terrorismo è centrale nel dibattito e cosa si è disposti a perdere in nome di questa lotta?
Siamo sicuri che le informazioni che vengono raccolte per volare, per esempio, siano utilizzate sempre bene?
Apple della questione ne ha fatto una bandiera e l'ha sfruttata per il marketing in modo estremamente furbo, ma anche intelligente.
Ma qual è il confine della privacy e quali sono le limitazioni della libertà?
La discussione prende migliaia di rivoli, spostandosi dalla tecnologia o entrando nella tecnologia.
Siccome questo nel mio blog non sono mai andato "lungo", vengo al punto.
Apple ha sempre messo la i di "I", cioè "io", in minuscolo anche se in inglese è maiuscolo. Pod, Phone, Tablet, Mac e Tunes sono sempre stati maiuscoli. Non è quindi un vezzo.
In un periodo di Big Data e cloud, dove le informazioni circolano, dove le chiamate e le chat vengono comunque salvate, siamo sicuri che esista ancora una privacy sui dispositivi?
E fino a quale punto ci si può spingere per abbassarla e cosa non si è disposti a cedere?
Le assicurazioni mettono scatole nere nelle auto, ma secondo voi lo fanno solo per ricostruire un incidente o per comprendere come vengono usate? Le condivideranno?
E' una questione di fiducia
Anche questo è solo un esempio, tra i tanti che si possono fare, tutti gli automobilisti hanno fiducia. I clienti di una banca la scelgono perché hanno fiducia. Poi c'è la fiducia nelle marche e infine nelle istituzioni.
Fiducia.
E se questa venisse meno? E' successo nell'ultimo periodo? E se fosse mal riposta conviene cedere una piccola parte della propria privacy?
Torno a bomba e chiudo: fino a che punto gli americani possono fare deroghe "agli emendamenti", fino a che punto gli europei sono disposti a disfarsi delle carte costituzionali?
E soprattutto, a quel punto chi tutela per eventuali abusi?
L'occidente, ma il mondo in generale, è pronto a mettersi in discussione e soprattutto ne ha la consapevolezza?
Apple ha dimostrato di avere consapevolezza di questa fiducia, magari sbagliando, questo non lo so, in qualsiasi caso ha fatto in modo che si allargasse un dibattito, sperando che menti illuminate del pianeta ci aiutino a dirimere la matassa e fare in modo che utenti faccia sempre meno rima con utonti.

lunedì 22 febbraio 2016

Quando Mark Zuckerberg decise di trasformare Facebook in Second Life

Second Life è stato uno dei progetti più interessanti e chiacchierati degli ultimi anni, ma essendo un prodotto affascinante ma dispersivo in termini di tempo, non ha avuto successo.



Eppure nella Silicon Valley questo mito non è mai morto, come non è mai morto in Giappone e Corea del Sud.
La VR, realtà virtuale applicata ai telefonini da montare a meno di un palmo da naso, starebbe tentando di prenderne l'eredità.
Le differenze sostanziali? Si deve restare in piedi, si è isolati dal mondo è costa un occhio della testa.
Mark Zuckerberg ci crede tantissimo, ma non riuscirà a colpire tutto quel miliardo e oltre di utenti che ha conquistato.
Chi crea gli oggetti spera di avere un mercato così sconfinato, ma il risultato sarà la conquista di qualche nicchia, magari importante, ma tale resterà.

venerdì 19 febbraio 2016

Se anche gli operatori mobili diventano degli ad-blocker...

Prima di tutto riporto il comunicato integrale.



3 UK e 3 Italia hanno collaborato con successo con Shine Technologies per l’implementazione sulle proprie reti delle tecnologie Shine per il blocco della pubblicità sui dispositivi mobili. Questa iniziativa permetterà una rapida distribuzione della tecnologia di “ad-blocking” anche agli altri operatori del Gruppo 3.
Rispetto ai servizi basati su App, il servizio di “ad-blocking” integrato nelle reti mobili rappresenta una soluzione più efficiente per i clienti, poiché riesce ad intervenire su un numero maggiore di banner pubblicitari senza alterare l’esperienza e la velocità di navigazione.
La collaborazione con Shine non ha l’obiettivo di eliminare la pubblicità, che è spesso interessante e porta benefici ai clienti, ma di dare agli utilizzatori la possibilità di scegliere se e quando ricevere pubblicità sul proprio dispositivo mobile.
Gli obiettivi principali del Gruppo 3 sono:
1. che i clienti non dovrebbero pagare per l’utilizzo dei dati consumati per visualizzare la pubblicità sul dispositivo mobile. Questi costi dovrebbero essere a carico degli inserzionisti.
2. che la privacy e la sicurezza dei clienti debba essere completamente protetta. Alcuni inserzionisti utilizzano infatti la pubblicità per appropriarsi dei dati clienti senza che questi ultimi ne siano a conoscenza o abbiano dato il proprio consenso.
3. che i clienti dovrebbero essere in grado di ricevere solo la pubblicità di loro interesse, senza che la loro esperienza e velocità di navigazione venga condizionata da una pubblicità spesso eccessiva, intrusiva e quindi non desiderata.

Premesso che i tre punti siano condivisibili, non si capisce davvero come i contenuti, quelli di qualità, possano sopravvivere se l'ad-blocker diventasse uno standard.
La risposta è semplice: non è nemmeno nel native advertising, ma l'articolo stesso diventa pubblicità. A quel punto l'utente non saprà se un articolo è redazionale o pubblicitario e quindi chi ci perde è solo il fruitore. 
Non venitemi a parlare di leggi, di deontologia o quant'altro.
Ah, ma un'altra strada c'è, anzi due: la prima è pagare il fornitore del servizio affinché lasci "passare" i miei banner pubblicitari, mentre la seconda è fare in modo che i contenuti a pagamento si diffondano ampiamente.
Secondo voi, quale sarà la direzione e quindi come si evolverà il modello di business?

giovedì 18 febbraio 2016

Come utilizzare account multipli su Instagram in modo facile

Se la vostra applicazione è stata aggiornata, potrete utilizzare gli account multipli sul vostro smartphone / tablet Android/iOS.
Seguite questo video di Life Hax per capire come sia veramente facile e alla portata di tutti!


mercoledì 17 febbraio 2016

Quel che pochi hanno compreso di Apple, iPhone e il terrorismo

Si è parlato in lungo e in largo di come Tim Cook si sia tenacemente opposto a fornire i codici per entrare nella memoria di un iPhone giudicato vitale dalla sicurezza nazionale statunitense.
Tanti hanno colto nel segno l'operato di Cook, ossia preservare il rapporto di fiducia con i consumatori, ma hanno guardato un lato differente della vicenda.


Apple è terrorizzata al pensiero che qualcuno possa entrare nella memoria dei propri dispositivi mobili e quindi mettere in serio pericolo la privacy degli utenti.
Ma non lo è da oggi, ma da sempre, tanto che iOS, pur essendo craccabile e quindi aperto alle mani degli hacker di ogni tipo che pongono nelle app non ufficiali ogni sorta di malware, non permette di entrare nei meccanismi più intimi del sistema.
Da sempre, non da oggi, e questo è un baluardo giudicato insormontabile perché si traduce in un fattore concorrenziale inavvicinabile dai rivali. Poi si pensa ai dati, e ci si limita a giudicare questi. In realtà Apple sta puntando molto sui servizi, quindi acquisti di beni (musica, film), ma, udite udite, ai pagamenti.
Se dicesse che qualcuno può mettere mano ai dati dei terminali, chi si fiderebbe di Apple per i pagamenti?
Siccome a Cupertino sono dei geni del marketing, hanno cavalcato questa vicenda per affermare con forza che i propri sistemi sono intoccabili anche dai federali, quindi i dati sono al sicuro.
Sarà vero?
Non conta, il mercato ha recepito in un attimo la differenza sostanziale tra i sistemi operativi dei terminali mobili. Questo è il punto.

lunedì 15 febbraio 2016

sabato 13 febbraio 2016

giovedì 11 febbraio 2016

mercoledì 10 febbraio 2016

Il digitale in Italia "non conta un cazzo" e chi se ne occupa lo fa sempre a titolo gratuito: ma dove vogliamo andare?

Il titolo, crudo, è uno sfogo.
Se hai bisogno di un imbianchino, lo paghi.
Se hai bisogno di un architetto, lo paghi.
Se hai bisogno di un commercialista, lo paghi.
Se hai bisogno di un avvocato lo paghi.
Potrei andare avanti nell'elenco, dimostrando che la competenza si paga.
In Italia invece c'è un mondo che apparentemente non costa: l'ICT.
Hai un problema col computer? ma che vuoi che sia per te, ti pago un caffè e siamo a posto è un classico delle PMI italiane.
Ti occupi di social? dai, mi fai un paio di post su Facebook al giorno gratis? Ti offro in cambio visibilità!
E via fino a scalare alle più grandi, dove il digitale, che ci si racconta come determinante per il futuro prossimo delle imprese, non vale molto e non è nemmeno considerato molto.
Taglio la storia per arrivare al punto: Diego Piacentini è stato nominato da Renzi come Commissario del governo per il digitale e l'innovazione.



Il super manager torna in Italia per due anni, a partire da quest'estate, per lavorare per il nostro paese a titolo gratuito.
Avete letto bene, Piacentini molla Amazon da cui ricava uno stipendio milionario per lavorare gratis per l'Italia.
Gesto nobile, per carità, ma purtroppo vedo per l'ennesima volta la grande ipocrisia italiota verso il digitale, quello che fa risparmiare costi, quello che migliora l'efficienza delle aziende e della PA, non costa e non prevede un giusto compenso per le attività svolte.
Troverò mai qualcuno che mi spiegherà perché il digitale fa rima con gratis?
Ma soprattutto, chi lavora gratis ha credibilità?
Scusate lo sfogo a caldo. Tornerò sul tema.


PS la teoria dell'economia del dono non funziona in questo contesto, dove chi si occupa di digitale sposta o cancella milioni, se non miliardi, di euro

martedì 9 febbraio 2016

Adoro Google quando regala 2Gb di spazio aggiuntivo in occasione del Safer Internet Day

Anche quest'anno Google regala 2Gb di spazio di archiviazione per i propri servizi (gmail, docs, photo, ...) in occasione del Safer Internet Day 2016.



Per ottenerli basta effettuare il controllo sicurezza del proprio account.
Il vantaggio, oltre all'aggiunta di spazio, è quello di poter tenere sotto controllo le impostazioni della privacy online. Ci vuole davvero poco, ma è davvero utile.
Avete tempo fino al 17 febbraio per effettuare l'operazione e ottenere i 2 Gb di spazio aggiuntivo.

venerdì 5 febbraio 2016

Lumia-Microsoft-Damiani e la cattiveria degli osservatori stranieri

I dati di vendita dei terminali Lumia di Microsoft parlano di cifre irrisorie, a livello mondiale sta cadendo verso l'1%, praticamente nulla.

In Italia i Lumia vanno da sempre meglio che in altre parti, merito di un marketing azzeccato e di operazioni di co-marketing fi grande respiro.
In qualsiasi caso Microsoft ha annunciato a Milana, con tanto di presenza dell'amministratore delegato, ben 1000 cover per il Lumia 950 firmate Damiani.
La domanda perfida di tanti esperti stranieri del settore è: ma producono più cover dei telefoni che hanno venduto?

La follia di Microsoft e il cattivo uso della storia

Microsoft ha lanciato una campagna #MicrosoftStory, ma è partita inciampando.



Confusi e felici: Windows 1.0 nasce a fine luglio 1985, non nel 1980.
In quell'anno IBM lancia i primi PC, il sistema operativo QDOS, acquisito nel'81 da Microsoft che creava il suo primo MS DOS.

Come se non bastasse, ci mettono un Hello, chiara allusione al Mac di Steve Jobs. Avessero usato un Hello World sarebbe stato universale, ma è una cosa da programmatori.



Ricordi com'era il tuo primo pc? :) #MicrosoftStory
Pubblicato da Microsoft su Giovedì 4 febbraio 2016

martedì 2 febbraio 2016

Se anche Yahoo! chiude Milano...

Yahoo! ha firmato un accordo con Mediaset per la pubblicità per il mercato italiano, preludio alla chiusura della sede come ormai traspare dalle decisioni di Marissa Mayer, insieme a Madrid e altre extra europee.



Finisce di fatto un'epoca.

lunedì 1 febbraio 2016

Samsung A 2016: le sorprese

La serie A dei Samsung Galaxy del 2016 offre prodotti davvero diversi dai soliti a cui ci siamo abituati nella classe intermedia degli smartphone e rappresenta un passo in avanti significativo dell'azienda. Mi erano personalmente piaciuti molti i modelli precedenti, ma qui Samsung ha fatto qualcosa di più.
Partiamo dall'esterno. I profili in metallo sono una sorpresa in relazione alla fascia di appartenenza.
I bordi sono stondati, ottimo il retro del telefono, che pur essendo di "plastica" non è plasticoso. Il telefono si impugna molto bene.

Lo schermo, a cornice ridotta, è ottimo pur non essendo FullHD. I Pixel si notano, ma solo se si è molto attenti e molto sensibili all'argomento, molto discusso nei forum degli appassionati.
La serie monta Android Kitkat 4.4.4, A5 con processore SnapDragon 64 bit e 2.2 Gb (64 bit inutili per questa versione di Android), 2 Gb di Ram e 16 Gb di memoria espandibile.

Come sempre per Samsung le impostazioni sono personalizzabili, e la ricerca delle impostazioni presente nelle funzioni è davvero utile per non perdersi tra menù e sotto menù.

Samsung ha spinto parecchio sulle caratteristiche fotografiche e video dei due modelli.
La camera ha una focale 1.9, quindi l'obiettivo è piuttosto luminoso entrambe le camere, frontale e posteriore. Veloce nello scattare, sebbene non un "missile". Ricca di funzioni, ma molta attenzione è stata posta sui selfie (Selfie Panoramico e Bellezza Volto). Il selfie utilizzando la camera posteriore è utile in molti casi, e il sistema scatta automaticamente quando individua gli elementi e li mette a fuoco emettendo un suono allo scatto.
L'autoscatto è decisamente interessante, basta mostrare il palmo della mano per attivarlo.
Utile il multitasking di Samsung, per avere due App contemporaneamente sullo schermo.
Audio buono, senza esagerare.
Molte le Apps contenute (quella di Expo2015 è incomprensibile) e moltissime sullo store di Samsung.

La batteria è più che sufficiente per passare l'intera giornata e si ricarica molto rapidamente.
In qualsiasi caso c'è una doppia opzione di risparmio energetico, una classica di Android che spegne dati e alcune impostazioni, un altra che spegne i colori dello schermo, che essendo un Amoled consuma parecchio e praticamente diventa un telefono per chiamare e rispondere.
Quello che mi manca? Il led delle notifiche, cosa fastidiosa, almeno per me.
Cosa chiedevo? La fotocamera da 13 MPX è perfetta, i video FullHD sono ottimi, molte le funzioni per personalizzare le immagini, ma non è lo scopo principale di acquisto e per le mie personali necessità manca la slow motion, ma non sono molti coloro che utilizzano dei cellulari per riprese professionali.

Buzzoole

Esistono due modelli, A3 e A5 (A7 arriverà più tardi), rispettivamente da 329 e 429 euro, 100 euro di differenza tra il modello da 4.7 pollici e quello più grande da 5.2 pollici.
Disponibili in Bianco e in Nero, le offerte online sono certamente interessanti perché il prezzo è più favorevole. Ecco, forse il prezzo è un lato dolente, nel senso che potrebbe risentire delle mega offerte praticate su smartphone di fascia alta un po' datati che possono fare concorrenza, ma i Galaxy A sono qualitativamente e tecnicamente ottimi, con la possibilità anche di una ricarica accelerata.