mercoledì 11 gennaio 2012

Editoria digitale: cosa accade?

Di editoria digitale se ne parla fin troppo.
Ad iniziative interessanti come quella di Repubblica che realizza una versione serale per iPad fanno da contraltare la ridimensionata di apogeonline e soprattutto di The Daily.
Se del primo prodotto non voglio parlarne perché ne so troppo poco, del secondo forse è bene dire qualcosa.
Il giornale solo per iPad voluto da Murdoch è in sofferenza economica da sempre, non ha mai sfondato e soprattutto non ha mai attirato molti inserzionisti.
Ora si scopre che l'azienda ha siglato un accordo con Samsung per portare The Daily su Android: una vera e propria rivoluzione, anche perché a quel punto, caduta l'esclusiva, ogni piattaforma è valida.
Di fatto, la mia personale esperienza di Business Community nella nuova veste mi fa capire che la strada di un sito "one page fit all" sia quella giusta, perché il magazine si legge chiamando una sola pagina per qualsiasi tipo di browser e per qualsiasi piattaforma.
Ottimizzazione delle risorse, ottimizzazione dei contenuti.
Solo così è possibile fare un giornale moderno ed efficiente, sebbene il problema si sposti sul bilanciamento di carico dei server.
Ma questo problema, tipico dell'editoria digitale, è sottovalutato: avere server all'altezza della situazione senza investire migliaia di euro al giorno porta dei vantaggi economici concreti, spesso significano limitare le perdite, spesso significano guadagno.
Eppure, nei progetti editoriali questo argomento non è di secondo piano, non viene nemmeno preso in considerazione.
Ma server e banda, se si cerca di fare siti che generino "traffico vero", costano molto, certo non come la stampa su carta, ma la cifra non è trascurabile.
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