martedì 14 aprile 2015

Asus Zenfone 2: ottimo non solo nel prezzo

Una linea di prodotti, con un top di gamma splendido



Asus ha deciso di andare ad abbattere le barriere nel mondo degli smartphone, cosa che ha fatto già con successo qualche anno fa con gli eeePC. I modelli Zenfone 2, infatti, coniugano design, facilità d'uso, potenza e prezzo che non hanno paragoni con i riferimenti di mercato.
Un passo in avanti sostanziale rispetto alla versione precedente, con un miglioramento importante in tutte le componenti ma con dei prezzi assolutamente incredibili, soprattutto per il top di gamma.
Le dimensioni sono decisamente importanti (77.2 x 152.5 x 3.9 e uno spessore di 10,9 mm), un peso di 170 grammi. Materiali e forma leggermente curva nella zona posteriore lo rendono facilmente impugnabile, anche se difficile da gestire con una sola mano. Hardware molto spinto, avendo scelto la tecnologia derivata dai PC di Intel Atom, sfruttanto il supporto ai 64 bit e ben 4 GB di RAM, necessari per gestire il numero sempre crescente di applicazioni che vengono usate e installate sugli smartphone. Lo schermo è HD 1280×720, con tecnologia IPS, protetto da Gorilla Glass 3.

La fotocamera principale è da 13 megapixel ed è stata affiancata da due led flash di colorazione differente per avere foto migliori in condizione di luce critica.
La connettività è garantita 4G solo sulla prima SIM fino a 150 Mbps, c'è la connessione wi-fi due bande, Bluetooth è 4.0 e NFC. L?audio è nella media.
Il punto di forza è la ZenUi, che permette di toccare lo schermo due volte per accenderlo, oppure scrivere con un dito una lettera per attivare alcune funzioni (una grande C e si accende immediatamente la camera).
Un prodotto certamente importante, facile da usare, molto riconoscibile, potente ma senza eccessi. Punti di forza la camera, con ormai l'imperdibile bottone per i selfie, e un rapporto qualità prezzo che non ha paragoni. Asus è un'azienda leader nel settore dell'elettronica di consumo, garantisce quindi una presenza importante a livello di assistenza ai propri clienti e questo è un elemento fondamentale per capire l'impatto che lo Zenfone 2 può avere sul mercato.
Notevole la possibilità di ricaricarlo molto rapidamente.
Unico difetto: in Italia stanno arrivando pochi modelli, quindi la disponibilità limitata sarà, almeno in questa primavera, un vero problema per vederlo da vicino.

lunedì 6 aprile 2015

L'economia del possesso e l'economia dell'accesso

La rivoluzione è in atto.
C'è chi se n'è già accorto, c'è chi non vuole vedere cosa sta accadendo, ma la rivoluzione miete vittime da tempo.
E il digitale è l'abilitatore di questa rivoluzione.
Pensateci.
Uber è il più grande servizio taxi al mondo, ma non possiede nemmeno un'auto.
Airbnb è il più grande albergo del mondo, ma non possiede nemmeno una stanza.
Alibaba è lo store più grande al mondo, ma non possiede un magazzino.
Provate a fare una riflessione: a cosa serve possedere un libro se posso cercarlo e leggerlo quando voglio e come voglio?
A cosa serve possedere i CD se posso cercare le canzoni e ascoltarle quando e dove voglio?
A cosa serve possedere una macchina se prendo il telefono e ne prenoto una a due minuti dal luogo in cui mi trovo?
A cosa serve possedere decine di programmatori se posso fare una richiesta e in poche ore ho a disposizione il codice con una spesa veramente limitata?
A cosa serve avere i server di posta elettronica se sul cloud ho un servizio più efficiente e meno costoso?
A cosa serve vedere un programma in TV quando posso vedermelo, con calma, quando voglio e quando ho più tempo a disposizione?
Solo alcuni esempi, ma si potrebbe andare avanti elencando come il mondo e l'economia stanno cambiando. Certo non vale per tutti i settori (nel food il prodotto ha sempre la stessa vita).
L'economia del possesso era contraddistinta da beni più o meno durevoli ma da qualche inefficienza, l'economia dell'accesso, invece, è determinata dall'immaterialità, o materialità digitale, e da un costo per utilizzo.
Ricostruire il possesso, mentre il concetto di disponibilità di un bene diventa qualcosa di relativo.
Su questa rivoluzione in atto ci sono resistenze, spesso determinate da status symbol. Ma le rivoluzioni come queste sono inarrestabili. 
Lottare contro o partecipare determinerà vincitori e vinti nei prossimi vent'anni.

venerdì 3 aprile 2015

Office 365 avrà davvero un'alternativa (gratis) online?

Ci sono programmi che ci seguono quasi da sempre, pensiamo alla suite Office di Microsoft e soprattutto Word, Excel e PowerPoint. In tanti hanno provato a entrare in quel mercato, non ultimo Google con la suite Docs, ma non è mai facile fare cambiare le abitudini delle persone.



Nemmeno Apple è mai riuscita davvero a scalfire l'impero di Microsoft. LibreOffice, che è la risposta in chiave open source dopo l'acquisto di Oracle di OpenOffice, ha deciso di fare il grande passo ed entrare nel "mercato" delle applicazioni di produttività sul cloud. Là dove anche Google si è dovuta arrendere, ossia alla schiacciante supremazia tecnologica di Office e all'abilità di restare fedeli al proprio passato, quindi rendere l'esperienza confortevole agli utenti, LibreOffice cerca di andare all'attacco.
Il progetto chiaramente parte da lontano, dal 2011, ma sta iniziando a mostrare solo adesso le potenzialità reali.

A questo link trovate l'annuncio ufficiale http://blog.documentfoundation.org/2015/03/25/libreoffice-to-become-the-cornerstone-of-the-worlds-first-universal-productivity-solution/

Basterà?

Non sappiamo se potrà essere sufficiente per contrastare il predominio di due colossi, ma è chiaro che la concorrenza fa sempre bene. Bisognerà valutare il reale impatto di queste tecnologie di produzione di contenuti nei prossimi anni, perché il proliferare di dispositivi per la creazione, nonché lo sviluppo di applicazioni dedicate a piccole parti della produzione.