martedì 28 giugno 2011

Office 365 e Google

La comunicazione comparativa non mi è mai piaciuta.
Se non altro, perché è ovviamente di parte.
Ho storto il naso ieri quando mi è stato segnalato che Google ha creato un post nel proprio blog per spiegare perché Office 365 di Microsoft sia una soluzione "vecchia" e incompleta (link qui).
Non giudico mai la tecnologia per quello che è, la giudico per quello che può offrire.
Non intendo schierarmi con Microsoft, ma se le Google Apps che tanto proclama Google, se costando meno e offrono di più, come mai non si sono diffuse rapidamente?
Ma siamo sicuri che le Google Apps, Google Docs e via di seguito, abbiano nel mirino Office di Microsoft? L'esperienza online è buona, ma a livello di funzionalità faticano a fare concorrenza a OpenOffice. Ma hanno mai provato ad estrapolare dati con una tabella pivot da un foglio di calcolo, integrarsi con i dati di vari database?
Per scrivere va bene tutto, da wordpad ai software sui cellulari.
Quando si lavora, però, serve altro.
Forse Google dovrebbe concentrarsi sull'altro, che è quello che manca. E sull'offline, visto che non viviamo, soprattutto in Europa, sempre e comunque connessi.
Non lo dico io, lo dicono le ricerche di mercato e i clienti delle Google Apps: "per lavorare meglio devo avere installato OpenOffice o un Microsoft Office"... Sto parlando non di casi isolati, ma di lavoratori in aziende italiane.
Da qui non si deve evincere che le Google Apps siano inutili, tanto che sto scrivendo questo post con Google Docs e sarà pubblicato su una piattaforma di Google, per cui sono un testimonial di come tutto funzioni, ma che l'informazione comparativa di parte non fa mai bene a nessuno. Spesso, non fa bene nemmeno a chi la fa, perché all'utente potrebbe venire in mente di farsi un confronto approfondito tagliato sulle proprie esigenze.
 
PS Oggi Samsung presenta i ChromeBook, Google contro Microsoft anche nei sistemi operativi! 

domenica 26 giugno 2011

6 luglio, la censura e l'ignoranza

Sono un po' lontano dal blog in questo periodo.
Ma mi prendo 5 minuti per dire che l'Agicom ha compiuto uno scemoio
giuridico frutto, p l'ennesima volta, dell'ignoranza di fondo sui
meccanismi di internet.
Mi duole soprattutto notare che nessuna delle grandi aziende che
operano su internet si è degnata di commentare la cosa.
Quindi, lo diciamo, c'è un evidente conflitto d'interessi tra chi ha i
contenuti o, meglio, pensa di averli, e chi li distribuisce. Spesso
si ritiene che siano gli stessi, ma il web, per sua natura, condivide
e linka contenuti.
Non tenerne conto è, nel 2011, completamente demenziale.
Non posso credere che lo facciano cosî a mente serena e in modo
inconsapvole perché ci sono troppi interessi in ballo.
Alziamo il livello d'attenzione e facciamoci sentire! In qualsiasi
modo, anche con tutti i modi.

mercoledì 15 giugno 2011

La nuova sede Microsoft

Avevo promesso che avrei parlato della nuova sede di Microsoft Italia, ma ho anche detto che ne volevo parlare in modo differente da quanto ho letto.
Non mi interessa approfondire il concetto per cui non ci sono uffici chiusi e postazioni fisse, esistono "alcove per i partner" e che è green e sostenibile: si entra nella sagra dell'ovvio, del già letto, del già sentito.
Mi interessa parlare, brevemente perché in questo periodo non riesco a trovare il tempo per tutto, di alcuni aspetti.
Il primo è il nome: Innovation Campus.
Innovazione, quindi, termine che in Microsoft sembrava essere smarrito. Eppure, se guardo la Microsoft di quest'ultimo anno, di innovazione ne vedo eccome. Ma, se penso a chi innova, Microsoft non è tra i primi nomi che mi vengono in mente.
Forse l'azienda ha fatto bene a chiamare così la sede, perché il concetto di innovazione non deve mai mancare. Non so se sia merito di Pietro Scott Jovane, dello staff o della corporation, ma il nome mi piace, riporta a quel ruolo che aveva la prima Microsoft e che ha smarrito per inseguire i lidi delle grandi aziende, della PA, dell'estabilishment. Se 9 computer su 10 e una console di giochi su due mostrano il marchio Microsoft a milioni di utenti significherà che l'hanno scelta per qualcosa, no?
Microsoft ha abbandonato il termine innovazione perché ha puntato sulla rassicurazione: sistemi sicuri, partner che costruiscono applicazioni per qualsiasi cosa, prodotti funzionali, prodotti pratici, prodotti che fanno risparmiare tempo e denaro. Un'azienda che ha abbandonato la maglietta e che indossa la giacca e la cravatta.
Poi c'è la parola Campus che mi piace molto: moderna, decisa, che riguarda un modo di vivere.
Al contrario di social, Campus indica anch'essa un modo di stare insieme, di entrare in contatto, di dialogare, ma di farlo in modo fisico, non virtuale.
Quindi Campus, nella mia visione, vuole indicare un modo di apertura di quest'azienda, un percorso sommerso che ha iniziato qualche anno fa abbracciando l'interoperabilità e oggi, con l'adozione sempre più convinta di standard, porta questi concetti anche ai partner e a coloro che vogliono entrare in contatto con Microsoft.
Sono promesse importanti, quelle del nome della nuova sede, promesse che devono essere mantenute!
Detto questo, c'è un aspetto tecnologico che mi affascina.
L'azienda è completamente priva di server: tutto si trova nella nuvola di applicazioni di Microsoft: solo due server per migliaia di persone, presumo per controllare le presenze e la sicurezza e per un minimo di domotica.
Microsoft, quindi, avrà tra qualche giorno, l'azienda nella nuvola.
Questa è innovazione? Più di processo, se ci pensiamo, che tecnologica.
Un'azienda che non deve preoccuparsi "del cosa" ma si concentra "sul come", un'azienda in cui i confini delle scrivanie non esistono e dove lavorare in team non significa stare gomito a gomito con i componenti del team. La videoconferenza, i sistemi di comunicazioni unificati, i computer, avvicinano e al tempo stesso portano a separare fisicamente le persone, per stare più vicino ai clienti o per praticità lavorare da remoto a casa.
Microsoft, giustamente, cerca di portare agli estremi i concetti delle proprie soluzioni tecnologiche mostrandole proprio all'interno della sua azienda.
Vincerà questa sfida? Non posso dirlo e francamente non saprei come articolare una risposta sensata.
C'è una cosa che mi ha sempre affascinato dell'ICT italiana in questi ultimi anni e si chiama 73.
73 è il numero della linea di autobus che parte da Piazza San Babila, cinque minuti dal Duomo, e Linate, con una linea ogni tanto che prosegue a Segrate.
Ebbene, questa linea vede ai suoi estremi aziende leader in questo settore: Google e Apple da un lato, Microsoft, IBM e Symantec dall'altro. La cosa mi ha stuzzicato.
Microsoft, sebbene si sia spostata di poco, si è leggermente tolta da questa traiettoria.
Anche questo potrebbe essere letto come un segnale di cambiamento.

lunedì 13 giugno 2011

Il rapporto PA-servizi ICT dopo l'incidente "poste"

Poste Italiane ha dichiarato che i problemi all'infrastruttura ICT sono riconducibili a IBM.
Siccome la frase di Sarmi non lascia adito a dubbi, mi incuriosisce il fatto che Poste sia così certa che i problemi riguardino solo IBM.
Le mie perplessità sono semplicissime: a quanto mi risulta, IBM aveva sconsigliato una rapida migrazione (non ho fonti IBM, ma ho raccolto dei sentito dire piuttosto precisi) perché c'era il ragionevole dubbio che non tutto fosse a posto per reggere un grande carico di lavoro.
La seconda è altrettanto semplice: nei progetti non è coinvolta solo IBM, anche qui senza prova ma per dei semplici sentito dire, pare che anche HP sia in qualche modo coinvolta, tanto per fare un nome, poi partner vari e a vario titolo.
Terzo: se IBM fosse il "danno", potevamo aspettarci un'azione corposa verso BigBlue, soprattutto annunciandola alle associazioni dei consumatori, ma fino ad oggi non c'è traccia, vedremo al prossimo incontro del 17 giugno.
Considero molto seria la risposta di IBM in questi giorni, ossia, sistemiamo il problema e poi parliamone, che mi fa capire che IBM è parte del problema e che responsabilmente risponde direttamente.
Ma non è che qualcuno ha forzato la mano? Il vendor, il consulente e il partner ICT hanno una responsabilità diretta?
Il problema, che sembra banale, ci fa capire quanto oggi un'infrastruttura ICT sia complessa e tende a raggruppare competenze diverse con il coinvolgimento di aziende diverse.
Il peso della consulenza sta cambiando?
Ma, soprattutto, come cambierà il rapporto PA, servizi e aziende ICT dopo il disastro Poste Italiane?
Siamo di fronte a una svolta, sebbene non voluta, nei rapporti tra PA e aziende di servizi.
Piaccia o non piaccia, i rapporti con l'ICT per la PA non saranno mai più gli stessi.
Purtroppo, però, senza regole o regolamenti già scritti.

Samsung batte Nokia, che non è più la N.1

Questo trimestre rimarrà nella storia delle telecomunicazioni.
Samsung opera il sorpasso, a livello mondiale, di Nokia in un mercato, quello degli smartphone, inventato con il communicator.
Il gigante svedese, infatti, si è cristallizzato e continua a perdere quote di mercato in attesa degli smartphone con Windows Phone 7.
Ma gli smartphone contano così tanto? Ovviamente contano, ma non così tanto.
Nokia ha perso quote anche nella fascia bassa e intermedia, decidendo di non presentare modelli innovativi.
Soprattutto, a mio avviso, ha perso la battaglia dei touch, perché nella fascia entri non ce n'è uno.
Oltre alle prestazioni, il touch è un elemento richiesto dagli utenti.
Non essersi accorti di questa tendenza è un errore, a mio avviso, ben più grave del sistema operativo.
Nokia, comunque, ha tutte le risorse per riprendersi le quote. In fondo, non avevano cavalcato un'altro trend importante, il flip, e ciò non ha impattato sull'azienda. Ma per farlo, ora dovrà impegnarsi nella fascia 99-199 euro.
Qualche osservatore, leggevo qua e là, sostiene che Nokia sta perdendo anche perché il design dei prodotti è sempre stato un punto di debolezza. Forse sarà vero, ma la forza di Nokia è sempre stato il binomio resistenza/semplicità.
Su questo campo, può tranquillamente avere dei validi argomenti.
Nokia, insomma, cederà lo scettro, ma si prepara a combattere.

lunedì 6 giugno 2011

Senza finestre?

La prima dimostrazione pubblica di Windows 8 ha decisamente colpito la fantasia e l'attenzione degli utenti.
Oggi, intanto, Apple mostrerà certamente qualcosa di più vicino all'uscita nei negozi, ma nel frattempo Microsoft si è conquistata un posto al sole.
Quello che mi ha colpito, personalmente, non sono le prestazioni, non sapendo su quale macchina girava e se fosse mai stato praticata un'accelerazione al video, o semplici tagli per i tempi morti.
Mi ha colpito il fatto che non ci siano più le finestre (windows) e che Microsoft sposi completamente l'uso del linguaggio HTML5 per la programmazione e progettazione.
Per chi è stato per anni chiuso nel proprio guscio si tratta di un'innovazione significativa.
Adesso non resta che attendere che passi qualche mese per vedere qualcosa di più concreto, anche perché le voci parlano di una versione beta entro la fine dell'anno.
Ci credo poco, ma è bello crederci.
Prepariamoci, intanto, alle novità di Apple stasera e alla prossima uscita dei due sistemi operativi (iPhone e Mac), ma sta diventando complicato gestire due sistemi operativi differenti... anche Google se ne sta accorgendo, con ChromeOS che arranca mentre Android vola. E poi ci sono i sistemi per i server e per la nuvola. Ha senso avere tanti sistemi differenti?
Il futuro sarà di un solo sistema per tutti i dispositivi?
Linux, alla base dell'offerta di due competitor su tre, potrà avere la chance? E tutti gli altri resteranno a guardare? 

giovedì 2 giugno 2011

Windows 8, per i tablet e non solo

Microsoft ha rivelato Windows 8 per i tablet...
Qui un video ufficiale. In questo momento sono il contatore di Youtube segna 16 visualizzazioni...

Lo stile è quello di Windows Phone 7, con qualche miglioria evidente.

mercoledì 1 giugno 2011

Windows 8 e i tablet: le mie aspettative

Dato il fatto che in questi giorni sul web si vocifera di una versione dimostrativa di Windows 8 per i pad, provo a scrivere quello che spero di vedere.
1) la stessa esperienza d'uso, sia per i computer sia per i pad o tablet.
2) l'interfaccia touch deve essere sorprendente e incredibilmente semplice da usare.
3) uso di penna e dita, per prendere appunti precisi come su di un foglio e per toccare gli oggetti con le dita.
Queste, a mio avviso, devono essere le tre caratteristiche principali, senza le quali non c'è reale innovazione rispetto a sistemi operativi della concorrenza.
Poi molto dipenderà dal prezzo, come sempre