venerdì 29 aprile 2011

La lezione di Aruba Down (e così mezzo web italiano)

Aruba.it è un fornitore di servizi internet che si è sempre contraddistinto per prezzi moderati, o meglio accessibili,e servizi decenti, nel senso che il rapporto qualità prezzo è vantaggioso.
Migliaia di siti italiani sono ospitati nei server di Arezzo, vuoi per convenienza, vuoi per praticità: e non ci sono ovviamente solo i siti di blog da 10 euro all'anno o minisiti aziendali dal 20 euro all'anno.
Ci sono servizi importanti, su server dedicati, anche banche, tanto per capirci.
Ebbene, le prime informazioni parlano di un principio d'incendio che ha bloccato tutta la struttura verso le quattro del mattino (ancora da verificare con certezza, ma i log parlano abbastanza chiaro).
Sono le 7.45 e ancora non è stato riattivato niente. Poco male, visto l'orario, ma se la cosa dovesse perdurare sarebbe un discreto danno per chi, come me, ha dei magazine posti ad Arezzo.
Ma non è il problema.
Il problema è la fragilità della rete che in questi casi si dimostra ancora poco valida come infrastruttura: basta un principio d'incendio per bloccare tutto, basta uno scavatore imprudente per segare il cavo che porta connettività in azienda o in casa.
Cosa possiamo fare? Ben poco allo stato attuale, ma è evidente che non siano sufficienti contratti di fornitura e penali per il cloud computing.
Il discorso è più serio. Tremonti non avrà mai mangiato un bit, ma se arriva la corrente a casa sua lo deve ad un computer e alle informazioni che corrono su internet che scelgono quale dorsale utilizzare per raggiungere la sua centralina elettrica.
Ne vogliamo parlare?
Secondo problema: Aruba ha aperto un account twitter verso le 7 di oggi per informare le persone.
Ci rendiamo conto dell'importanza di un servizio come quello, che ha nel motore di ricerca la sua esperienza d'uso più significativa, in caso di emergenza?
Anche da un danno, perché sono innumerevoli i siti italiani in questo momento irraggiungibili, si possono imparare delle lezioni importanti sul web, sull'economia, sul nostro futuro.

mercoledì 27 aprile 2011

Android ela scansione di Google Documents

Se si possiede un cellulare Android si può utilizzare un'applicazione per effettuare una scansione dei documenti per Google Docs.
In pratica, basta fotografare il documento di testo e viene convertito immediatamente su Google Docs in testo.
Un'applicazione decisamente interessante, che spinge il cloud computing in nuove direzioni di integrazione tra mobile e computer.
Uscirà anche per iPhone e iPad.
 
L'app è qui.

mercoledì 20 aprile 2011

Italia, ICT e la mia giacchetta e nessun lettore

In questi giorni sono stato preso più volte "per la giacchetta" per dire la mia sul 51esimo posto dell'Italia nella classifica del World Economic Forum per i paesi più avanzati nell'ICT.
La mia posizione è molto semplice: non conoscendo come la classifica viene costruita nei dettagli, di certo ci sono delle incongruenze.
La prima: se gli Stati Uniti sono quarti, perché per il web vanno tutti in California?
La seconda: la Svizzera, che conosco bene per la parte ticinese, non è molto distante da noi nell'adozione di nuove tecnologie.
La terza: gli smartphone venduti in Italia sono di gran lunga superiori a tutti gli altri paesi (quali messi assieme). Non sono dei computer?
La quarta: se l'Italia ha un punteggio simile alla Grecia, mi viene da pensare molto male. Se poi è sotto la Tunisia, mi pare evidente che la classifica mostra dei segnali certamente non coerenti.
Temo che le oltre 450 pagine del report vadano lette con attenzione, ma noto, in questo momento, che la pagina è stata visitata da 5800 persone e il report scaricato da meno di 5000 (dati del sito).
Se pensiamo quanti sono gli operatori ICT su scala mondiale, non l'ha visto praticamente nessuno.
Così, giusto perché non è sempre il caso di parlare solo per dare aria alla bocca e la superficialità nell'informazione regna davvero sovrana.
Chi si è già letto tutto lo studio?
Troppo facile fermarsi alle tabelle, bisognerebbe capire e magari fare pressioni per cambiare qualcosa se gli errori fossero evidenti, o meglio, se ce ne fossero.
Perché, magari, non ce ne sono.
 

martedì 19 aprile 2011

Office 365

Microsoft aveva annunciato qualche mese fa Office 365, la suite per la produttività personale (e non solo) che risiede on the cloud.
Da ieri, è possibile registrarsi gratuitamente alla beta del servizio al sito ufficiale.
Le potenzialità, a questo punto, sono quelle di un prodotto davvero rivoluzionario, che potrebbe cambiare definitivamente le regole del gioco per l'informatica e mettere il turbo al concetto di cloud computing, ossia di risorse non più nei computer ma sparsi su internet, con risparmi di risorse, server ma, soprattutto, il passaggio da un costo di possesso a un "noleggio" dei servizi.
Fiscalmente e finanziariamente, quindi, qualcosa di molto diverso, che potrebbe aiutare le aziende del nostro paese ad abbassare il digital divide che non ci vede ben piazzati in una classifica mondiale che, in qualsiasi caso, lascia il tempo che trova.
Provate il servizio, iniziate a prendere confidenza sia con l'offerta Microsoft, sia con l'offerta alternativa di Google (quest'ultima ha appena inserito la possibilità di impaginare i testi prodotti sulla nuvola).
Solo con un confronto e dopo essersi sporcati le mani è possibile capire se l'offerta cloud fa per voi oppure no.
Questa è un'occasione da non perdere.

martedì 12 aprile 2011

Vuoi andare anche tu oltre Report?

Chi svolge il ruolo di divulgatore non può che essere solidale con Milena Gabanelli e Stefania Rimini.
Chiunque svolga questo ruolo sa benissimo i rischi che corre nel banalizzare o nell'enfatizzare degli argomenti che sono conosciuti in modo molto profondo da una parte dell'audience e sconosciuti ad altri.
Riuscire a trovare un registro narrativo efficace per entrambi i target è difficile e il format della trasmissione non aiuta certo a fare sufficiente chiarezza sugli argomenti trattati.
Io stesso, alla fine di un intervento, mi chiedo se ho detto "cazzate", scusate il francesismo ma rende l'idea, e non nego che capita di dirne, vuoi per i tempi stretti, vuoi per una "sfassatura" fisiologica con l'interlocutore.
La colpa di Report è quella di aver svelato gli altarini, ossia che il digitale non è sempre bello, facile e sicuro come dovrebbe essere o, peggio, come qualcuno crede che sia, ma ha messo in guardia da possibili implicazioni. Preoccupazioni che appartengono da sempre a una grande fetta di "esperti" di internet.
Ma ha fatto tutto ciò senza demonizzare il mezzo, ma cercando di mostrare che cosa succede e come stanno rispondendo le aziende coinvolte, dalle quali mi attendo, per altro, risposte soddisfacenti e rassicuranti.
Non mancano gli strafalcioni, le semplificazioni, le valutazioni morali e qualche sbadataggine, ma vorrei fare una domanda a chi si occupa di rete da sempre e che, per lavoro, scrive o dirige giornali: quante volte avete fatto un'inchiesta simile sui vostri media? E soprattutto, quante imprecisioni e critiche avete ricevuto?
La stampa tecnica è quella che andava in edicola con titoli del tipo "Ti insegnamo a vedere tutte le partite gratis in TV" e oggi ripete i titoli con "Tutte le partite che vuoi gratis sul tuo computer", tanto per citare un esempio, ma ne potrei fare altri su come "craccare le password delle reti wi-fi" e "come modificare il tuo cellulare": il confine tra il lecito e l'illecito è sempre labile, ma queste cose si leggono solo sui giornali nostrani.
Le persone medie, pur utilizzando i sistemi informatici, non hanno dimestichezza con le implicazioni, figuriamoci gli altri! Si fa presto a dire Google conosce i tuoi dati, ma quante volte capita che, per errore, un utenti compia un click sbagliato o risponda a una mail farlocca? Che danni provoca alla privacy tutto questo?
Pensiamo, quindi, a come fare per sfruttare l'occasione: si parla di questi argomenti, proviamo a farlo meglio, in modo più approfondito e magari tecnico.
I motori di ricerca, poi, saranno lì ad evidenziare le notizie e Report, tra qualche giorno, diventerà un ricordo.
Deve essere uno stimolo a fare qualcosa di più che i soliti incontri tra amici.
Io ci proverò.
Lo prometto.
Ma non mi farò di certo qui la mia "marchetta" personale di dove lo farò e in che modo.
Sarei scorretto.
Vuoi andare anche tu oltre Report?

giovedì 7 aprile 2011

Facebook diventerà la banca più capillare del mondo

Quello che sta sfuggendo ai più sono le implicazioni che i pagamenti
in mobilità e soprattutto le "monete virtuali" per il mondo delle
banche.
Già PayPal ha creato, in passato, un modello di business sostenibile e
che in buona sostanza, bypassava le banche (nel senso che attigeva e
poi elargiva a piacere, giocando su tempi di valuta, accordi e via di
seguito).
Gli operatori di telefonia mobile da tempo sono attenti alle nuove
tendenze perché, oltre alla possibilità di nuovi introiti, possono
legare a lungo i propri clienti alle sim, quindi generano valore, meno
offerte e via di seguito.
Facebook, con la propria moneta virtuale, si inserisce in questo
mercato, ma parte da qualche centinaio di milioni di utenti in tutto
il mondo.
Una sfida interessante, che passa da offerte speciali, più o meno
legate alla prossimita (per intenderci Deals) fino a giungere agli
acquisti all'interno dei giochi. Da lì, uscire nel mondo reale e
soprattutto in quello dell'ecommerce, il passo è veramente breve.
Ma le banche italiane stanno minimamente comprendendo le nuove dinamiche?

martedì 5 aprile 2011

Il Nasdaq, Apple, Microsoft e il terremoto finanziario

Non sono consigli per gli acquisti, ma fateci una riflessione più approfondita.
Non sono in tanti ad essersene accorti, ma il Nasdaq ha deciso di dichiarare guerra ad Apple.
Il discorso è semplicissimo: Apple vale il 20% dell'indice. 
Non possono permetterselo.
Apple vale ora il 12% contro il 20.2, Microsoft ora vale 8.3, raddoppiando quasi il peso.
Oracle è la terza forza in campo, con 6.7, Google vale poco meno del 5.8% e Intel 4.2.
Tecnicamente è un terremoto finanziario nell'hi-tech. 
Considerando che ci sono una miriade di prodotti basati sulla ripartizione del Nasdaq, molti fondi, etf e persino i future vedranno, nel prossimo periodo, una serie di cambiamenti di portafoglio per riequilibrare gli investimenti e legarli all'andamento del Nasdaq.
Apple, in questo caso, andrà in sofferenza perché molti si dovranno liberare delle posizioni, mentre Microsoft se ne avvantaggerà notevolmente. Non sarà la sola, ovviamente, ad avere denaro fresco, perché praticamente tutti quanti, chi più chi meno, vede alzata la propria quota.
Tutto ciò avrà un'incidenza sui prodotto futuri e sulla liquidità delle aziende.
Non è da escludere a priori che la cassa possa essere investita in acquisizioni. 
Insomma, lo scenario hi-tech potrebbe cambiare radicalmente nei prossimi mesi.


lunedì 4 aprile 2011

L'informazione online è matura?

In questo periodo latito un po' dal blog perché ho una serie di cose da fare e sistemare e il tempo è quello che è.
Di certo, non riuscirò mai a scrivere di tutto quello che mi frulla per la testa, di tutti gli appunti presi e di tutte le cose che vedo.
Realizzando una piattaforma per la gestione di siti di informazione, perché nessuna soddisfava delle esigenze di base (Wordpress è quella che si avvicina di più), mi sto rendendo conto dell'importanza della redazione virtuale nel mondo del giornali.
Il progetto Milan 7, primo di una serie, parte da un presupposto di piattaforma solida (ha retto l'assalto del derby) ma facilmente manutenibile.
La redazione è virtuale e la riunione si svolge sul web, attraverso una wiki per scrivere gli argomenti e commentarli, ma anche molto via mail e skype.
Si tratta, chiaramente, di un sistema che non è perfetto, ma permette di velocizzare i processi di produzione e migliora la produzione.
Un sistema che può essere facilmente replicabile, non solo per redazioni sportive, ma in svariati altri settori, ovviamente se si tratta di magazine online.
Il mercato, però, non è ancora maturo, lo diventerà molto presto se l'offerta, in generale, sarà adeguata.
Oggi, troppi siti pensano di fare informazione, ma pagano gli articoli online 1 euro e mezzo quando va bene.
Ma è possibile?