mercoledì 28 dicembre 2011

Il natale nero di Apple

Apple probabilmente ha ottenuto il suo miglior natale di sempre se consideriamo le vendite.
Ma in realtà, questo natale resterà nella storia dell'azienda non tanto, come ha detto erroneamente qualcuno, per essere il primo senza Jobs, non per altro, perché l'azienda ha avuto un periodo in cui il creatore non era più in Apple, ma per la multa riguardante la garanzia non conforme alla legge e, soprattutto, per il JailBreak untethered.
La prima, quindi, è una sconfitta storica per chi pensa di vivere sopra le regole, con un colpo di scure probabilmente esagerato.
La notizia del JailBreak untethered, ossia senza la necessità di collegarlo ad un computer, farà sì che tantissimi possessori di iPhone, iPod e iPad (ma non nelle ultime versioni) non passeranno più dallo store di iTunes per installarsi le apps.
Infatti, finché c'è il problema di dover collegare l'oggetto al computer ogni volta che lo si spegne limita drasticamente la diffusione del JailBreak, ma abbattendo questa barriera la diffusione diverrà, come in passato, capillare.
Questo incide sulle vendite degli oggetti, ancora più desiderati, ma anche sulle apps che vedranno ridursi drasticamente i guadagni, sia per i creatori sia per il 30% ad Apple.
Ma forse, ad Apple potrebbe andare comunque bene così, dal punto di vista del fatturato. All'ecosistema, ovviamente, molto meno.

venerdì 23 dicembre 2011

Nokia Lumia 800 out of stock per O2

In pochi scommettevano su Nokia.
In meno scommettevano su Windows Phone.
Eppure i segnali del mercato, sebbene stiamo parlando di una goccia nel mare, stanno dando segnali differenti.
Il fatto che O2 abbia tolto dal sito web i terminali Nokia Lumia 800 perché sono terminati è un segnale importante.
Anche perché il Lumia 800, pur essendo il prodotto del rilancio di Nokia, non è che il primo modello con Windows Phone, mentre per i primi di gennaio, a Las Vegas, si attendono modelli ancora più performanti e, dall'altro lato, anche più economici.
Certo, molto della partita per Nokia deve ancora essere giocata, perché in ballo c'è il mercato USA.

giovedì 15 dicembre 2011

Fenomeni italiani

Ieri conferenza stampa di una nota azienda di computer.
Ma non parlerò di loro, quanto di un vero e proprio "fenomeno".
A un certo punto, dalla platea, prende parola una persona che decanta come questi prodotti (si parlava di un personal computer business con schermo touch) rappresentino una svolta culturale, con il vantaggio che si sfogliano come la carta...
Evito, per pudore, di dire il resto.
Il tizio è al timone di un'azienda che ha "inventato" la firma digitale biometrica, un buon esempio di come l'Italia possa rappresentare un'avanguardia tecnologica, nonostante tutto.
Capisco l'eccitazione del momento, capisco il facile entusiasmo, ma come si fa a parlare di un notebook a 1000 euro più iva, che di sfogliabile non ha davvero niente, che in fondo è una rivisitazione nemmeno tanto innovativa di un prodotto che circolava anni fa e che montava Windows (penso a tanti notebook convertibili, ma anche al Samsung Q1).
Il prodotto è ottimo, ma come si fa a parlare di cambiamento culturale oggi che uno smartphone a 80 euro permette di sfogliare davvero? Ma soprattutto, oggi che ci troviamo a due mesi dalla beta di Windows 8 che cambierà il modo di muoversi all'interno dei programmi del computer?
Posso capire che parlare di un PC al posto di un iPad sia interessante in termini di applicazioni aziendali, ma per il resto sarebbe meglio astenersi.
Se poi, questo tizio, avesse dei figli e avesse per caso installato in casa Xbox360 con Kinect che cosa ci diceva? No, perché si sfoglia senza nemmeno toccare lo schermo, e si parla alla TV!
Di certo non ha un iPhone 4s, con cui potrebbe smettere persino di toccarlo e sfogliarlo e parlargli come in Star Trek.
Ma avrà almeno visto un iPad, che la funzione sfoglia è quasi ovunque?
Due questioni: la firma biometrica potrà anche essere utile, ma se prendo un documento pdf, vidimo i campi e firmo con le dita o fotografo la firma apposta a mano sul documento stampato che scansiono o fotografo e lo invio da una casella PEC, non ho lo stesso risultato in termini legali?
Il secondo: complessità e costi non li considera mai nessuno?
D'altronde, il primo ministro della Repubblica che si è occupato di informatizzazione della PA è il tanto bistrattato Brunetta, l'unico a provare a cambiare le cose. E non nel 1995, nel 2009!
 
 

mercoledì 14 dicembre 2011

iPhone e Skydrive

Ieri ho visto Skydrive per iPhone (non per iPad ma sull'iPad) e mi sto rendendo conto che uno spazio di 25 Gb sulla nuvola è qualcosa di incredibile.
Infatti, in un lampo servizi come DropBox diventano vecchi, in un lampo vedi e organizzi foto, ma soprattutto documenti.
La cosa curiosa è che l'applicazione c'è per Apple, non per Windows Phone, anche se è in arrivo.
Microsoft, quindi, sta prendendo molto sul serio l'impegno per la cloud consumer.
http://itunes.apple.com/it/app/skydrive/id477537958?mt=8


Aggiornamento delle 14:00
Per Windows Phone c'è, non era accessibile probabilmente per motivi tecnici dal terminale. Qui il link http://www.windowsphone.com/it-IT/apps/ad543082-80ec-45bb-aa02-ffe7f4182ba8

martedì 13 dicembre 2011

Musica nuova nell'aria

La musica è un business, nonostante quel che si creda pensando alla pirateria.
Oggi viene lanciato un servizio, in 14 paesi.
Quindi nell'ultimo periodo è arrivata Microsoft, con Zune finalmente serio per i Windows Phone, è arrivata Google per gli Android, e ora arriva altro...
 
Notizie in più solo dopo il lancio, alle 14 italiane.
 
stay tuned

mercoledì 7 dicembre 2011

Microsoft cambia il modello 30:70

Ieri Microsoft ha presentato agli sviluppatori il marketplace della applicazioni per Windows 8.
Al di là della tecnologia e del fatto che Microsoft si stia attrezando per la pubblicità all'interno deille applicazioni per tutti i paesi, mi preme sottolineare che ogni sviluppatore, superata la soglia dei 25.000 dollari, riceverà l'80% dei ricavi, al posto degli ormai consueti 70.
Un interessante sistema per cambiare le regole del gioco...

martedì 6 dicembre 2011

Microsoft davvero all'attacco

Avevo dedicato un post a Microsoft che in questo periodo vedevo particolarmente aggressiva.
Parlavo dell'online e parlavo di Xbox (a proposito, oggi è il giorno dell'aggiornamento dell'interfaccia, dell'introduzione di nuovi servizi e dell'arrivo dei comandi vocali su Kinect).
Mi ero perso che proprio oggi viene svelato un pezzettino di Windows 8, il market place, che diventerà il punto di scambio per il software.
Legandomi al post di qualche giorno fa sul peso del web sul PIL, con il marketplace delle applicazioni i punti vendita vendita fisici perderanno altro fatturato, che, come sempre, andrà all'estero.
Come Italia non possiamo farci niente, ma è evidente che il trend è preoccupante. Ma me ne accorgo solamente io...

giovedì 1 dicembre 2011

Microsoft all'attacco

Microsoft in questo periodo sta mostrando i muscoli e lo fa sui tre schermi: tv, computer, smartphone.
Se sull'ultimo non c'è molto da aggiungere dopo aver visto i cartelloni che tappezzano le città con Nokia (e Vodafone), sui computer, o meglio sul web e sulla TV c'è qualcosa da dire.
Non sto parlando dell'attesissimo Windows 8, sto parlando di servizi per usare al meglio i computer e sto parlando di un'offerta consumer.
Skydrive, di fatto, è la piattaforma scelta da Microsoft per condividere, salvare, catalogare, modificare i contenuti e già in primavera aveva subito grandi cambiamenti (l'introduzione di Office quasi totalmente online), ma in questi giorni si sta davvero trasformando.
25 Gb di spazio sulla nuvola sono dati che basterebbero per rendere obsoleti tanti servizi, ma lo spazio era già disponibile.
La novità sta nell'attacco totale ai vari dispositivi, dall'iPhone al Mac, in modo da rendere i file, di qualsiasi tipo, davvero sempre alla portata di tutti.
Non solo, si può scegliere se il file possa  essere visualizzabile, modificabile per pochi amici o renderlo pubblico, in modo molto semplice e diretto.
Integrazione con i dispositivi, dicevo, che passa attraverso una completa riscrittura del servizio in formato HTML5, quindi compatibile con il prossimo Internet Explorer, ma già con Chrome, Safari e Firefox per fare il drag & drop dei file.
E non mancheranno anche le applicazioni, probabilmente sia per il mondo iOS sia per Android.
Insomma, Microsoft Online sta cambiando molto.
Per la TV, invece, si passa attraverso Xbox che avrà un'interfaccia totalmente rinnovata e verranno aggiunti nuovi servizi, non ultimo Premium Play (ammesso che si chiami così in futuro perché fino a poco tempo fa era pubblicizzato come Premium Net.TV), integrazione spinta con i social network, la comunicazione attraverso Kinect video, l'arrivo di servizi online come YouTube (facebook e Twitter ci sono già).
Microsoft, quindi, ha deciso di spingere sull'acceleratore dell'integrazione dei servizi, occupando il salotto per giocare, divertirsi e informarsi, ma anche per restare nelle tasche dei propri utenti.
Sulle scrivanie lo spazio è già stato conquistato da tempo.

mercoledì 30 novembre 2011

Web e il 2% del Pil? E' Importazione!

Ci è stata raccontata una favola.
Il web vale il 2% del Pil. Ne parla una ricerca Mc Kinsey che poi, non quanti abbiano letto.
Questo è stato il pretesto per chiedere un ministero per il web, visto che poi l'anno prossimo supererà la ricchezza prodotta dall'agricoltura in Italia, e quell'"industry" un ministro dedicato ce l'ha.
Premesso che paragonare internet all'agricoltura mi infastidisce davvero tanto, ci si accorge che il web varrebbe il doppio dell'IT che, inutile negarlo, l'ha generato.
Ma siamo certi che il web valga il 2% del Pil italiano?
No, perché se guardiamo la pubblicità, la raccolta sul web è in gran parte portata all'estero, visto che il mercato è stradominato da Google...
Le agenzie? Non credo che prosperino e navighino nell'oro.
I siti? Si "tirano su" con quattro soldi.
Le applicazioni per gli smartphone? Anche qui buona parte della spesa va all'estero.
Ci piacerebbe capire come è nata la ricerca, su quali basi si fonda perché, se così fosse, bisogna fare ragionamenti diversi.
Il web vale il 2% del Pil, ma sono in gran parte importazioni.
Su questo è necessario riflettere e non c'è bisogno di leggere nessuna ricerca.
 

lunedì 28 novembre 2011

Oggi è il Cyber Monday

Dal 2005 si celebra il Cyber Monday.
Cos'è?
Tecnicamente è il primo lunedì dopo il Giorno del Ringraziamento per
gli USA e viene dopo il Black Friday, ossia l'apertura agli acquisti
dei regali di Natale.
E' una giornata dedicata allo shopping online, con moltissimi siti di
ecommerce che propongono prezzi imbattibili.
Già il black friday 2011 sembra aver segnato un passo importante per
gli acquisti online (per l'informazione si calcola che sono state
visitate oltre 700 milioni di pagine di prodotto solo nella giornata
di venerdì!), un trend ormai consolidato.
Quel che ha stupito gli analisti meno attenti è l'utilizzo degli
smartphone nei centri commerciali al fine di fare un confronto dei
prezzi.
Gli smartphone, quindi, sono destinati a cambiare per sempre
l'esperienza d'acquisto.
Un elemento di cui si deve necessariamente tenere conto.

sabato 19 novembre 2011

Quando Google fa una figura di una Microsoft qualsiasi

Google Music è una delusione.
Un prodotto che nasce vecchio e che non porta novità significative al settore.
Ci si attendeva molto di più dal servizio, visto il nome e soprattutto perché Google arriva solo 10 anni dopo Apple.
Il risultato è un market stile Zune di Microsoft, anzi, per dirla tutta, e molto inferiore: Zune da noi c'è (anche se da poco).
Eppure Youtube oggi è la piattaforma principale per la musica, è di Google e dovrebbero aver imparato qualcosa...
Anche la Fimi si è accorta della musica online, che oggi cuba un quarto del fatturato totale.
Ma Google, forse, è rimasta più a guardare che ad ascoltare.

venerdì 18 novembre 2011

Gmail e le pasword

Non tutti ci hanno fatto caso, ma da qualche ora, aprendo gmail da web, comapre un messaggio che invita a cambiare password.
Siccome oggi non è una giornata in cui sono in buoni rapporti con l'azienda, mi rifiuto di approfondire.
Se chiede di compiere la cosa, un motivo, legato alla sicurezza dei dati, ci sarà!
Fatelo!

mercoledì 16 novembre 2011

I problemi di connessione di Google

Ieri Google ha avuto qualche piccolo problema di raggiungibilità, alcuni hanno segnalato problemi con la posta, altri con il sito creato con Sites, mi riferisco a proprietà di domini a pagamento, non a servizi gratuiti.
Nessuno a questo mondo è perfetto, ma con Aruba si è scatenata una tempesta, mentre qui non si è letto che qualche tweet.
Qualcuno, poi, con gmail da mobile è restato tagliato dal mondo per qualche ora, ma anche in questo caso non si è letto niente.
I servizi sulla cloud, comunque, si dimostrano come sempre poco affidabili, soprattutto in termini di comunicazione agli utenti.
Può anche darsi che il problema non riguardi Google ma la raggiungibilità dei server a partire dai nostri, piuttosto che dalla rete mobile, ma è evidente che ci devono essere formule più strutturate di garanzia per gli utenti.
 

martedì 15 novembre 2011

Il ritorno di Nokia è scoppiettante

Nokia si sposa con Microsoft e nasce il Lumia 800.
Devo ammettere che ero scettico sul prodotto. L'avevo visto qualche tempo fa, un po' di nascosto.
Da una settimana lo sto usando con costanza e posso esprimere un giudizio.
Giudico Windows Phone 7.5 il sistema operativo migliore per i cellulari, anche se è ben lontano dalla perfezione: nasce sicuro, nasce con la mail (anche se il menu del client della posta deve essere migliorato!), nasce con le applicazioni per l'ufficio, nasce con giochi graficamente notevoli.
Nokia punta come sempre sul design del prodotto, davvero curato, con tanto di custodia.
Una scocca unica, schermo arrotondato, linea filante, sottile, con una buona batteria, buona "macchina fotografica", apparentemente molto potente (monta un processore da 1.4 GHz).
Uniche pecche riguardano l'espansione di memoria e l'uso della Micro Sim.
Questi particolari non vi ricordano qualcosa?

venerdì 11 novembre 2011

Grigio chiaro, 63 o 4369?

Il titolo di questo post l'avanno capito in pochi, pochissimi.
Oggi ci sfiniranno tutto con la storia dell'11.11.11, ebbene l'ho trasformato in #111111 come colore, convertito dal binario e convertito in esadecimale.
Tutti elementi che hanno a che fare con i computer e la tecnologia.
Visto che è il gioco del giorno, almeno partecipo in modo creativo.

lunedì 7 novembre 2011

Siri cambierà le regole del search?

Chi ha provato Siri, il servizio di riconoscimento vocale di iPhone e di risposte prese dal web ne ha colto immediatamente la portata.
Non è certo da domande banali come dimmi il tempo o chiamami Pinco o Pallino che si coglie la differenza.
Siri cerca sul web le informazioni, quindi offre una scrematura dei dati e ci propone quello che vuole. Ha un potenziale economico mostruoso (dimmi la farmacia e il ristorante più vicini si può tradurre in un messaggio in vendita) e può veramente mettere in crisi il mercato del search.
Google ci sta provando da parecchio a far usare la voce ma i risultati, oltre che lentissimi, sono ancora troppo approssimativi. Siri è una tecnologia in beta, quindi non ancora definitiva, ma sufficientemente funzionante da spaventare Goggle.
Eric Schmidt da qualche giorno non parla d'altro e questo è un segnale.
Non sarà probabilmente Siri a vincere, ma è evidente che ci potrebbero essere le basi per cambiare le regole del gioco. Un gioco che vale miliardi di dollari!

Qualche elemento su cui riflettere

La tecnologia oggi permette cose fino a qualche anno fa impensabili e nella stragrande maggioranza dei caso lo fa totalmente gratis.
Prendiamo il meteo, anzi ilmeteo.it.
Le precipitazioni vengono determinate con un buon grado di approssimazione sulle diverse giornate, addiruttura nella giornata stessa con precisione inquietante.
Lo so perché utilizzo il sito, ripeto gratuito, per le partite di calcio un paio di volte alla settimana.
Il discorso è valido per tanti altri servizi meteo, ovviamente, oltre a quelli che molti di noi hanno direttamente in tasca, nello smartphone.
Premesso che non è prevenzione automatica alle grandi sciagure che stanno accadendo, è chiaro che dalle alluvioni degli anni settanta ad oggi forse qualcosa si può fare.
Due anni fa, in Garfagnana, c'è stata una grande nevicata seguita da forti piogge che in una notte hanno spazzato via tutto e a valle c'è stata una clamorosa alluvione.
Gestendo la situazione, nonostante i danni ingenti, si è riusciti a scongiurare il peggio.
Informazione, prevenzione, azione.
Ebbene, la tecnologia nelle nostre tasche e nei PC ci diceva chiaramente che la situazione era a rischio, solo la macchina statale non se n'era accorta. Il motivo: i tanti al lupo al lupo che grida ogni volta per potersi poi "mettersi al riparo dai problemi".
Ciò ha portato a sottovalutare la situazione e quindi a quei disastri accaduti. Che sia chiaro, non sto dando una colpa, sto solo cercando di far capire come la tecnologia oggi potrebbe essere di grande aiuto, realizzando sonde intelligenti (sparano i dati all'occorrenza con la rete mobile) che senza intervento umano possano fornire elementi per mettere la popolazione al riparo.
Tutto ciò non ci risparmia di venire travolti dalle onde anomale, ma può essere di grandissimo aiuto.
La sensazione che dagli anni 70 non sia cambiato niente (dal punto di vista ambientale è cambiato tantissimo, ma è un altro discorso) è veramente fastidiosa. 
 
 

mercoledì 2 novembre 2011

Siae diritti sui trailer e il balzello della memoria

In questi giorni impazza una diatriba sul web davvero unica.
La mia discussione ha una premessa: il trailer non deve risiedere nei nostri server o su account a noi collegati ma semplicemente "embeddato", ossia preso il codice da un sito di condivisione e quindi si lasciano i diritti al possessore.
Pare che la Siae bussi alla parta di chi inserisce nel proprio sito/blog i trailer dei film.
Una discussione francamente sterile perché i trailer, di fatto, sono pubblicità! Detto questo, la motivazione della Siae dimostra come certi signori la pensino sul web e sulle nuove tecnologie sia singolare, per non parlare della non conoscenza dei mezzi!
Se una major posta un filmato, poniamo caso, su Youtube, ne trae tutti i vantaggi e gli oneri in quanto si dichiara detentrice dei diritti.
Perfetto.
Tra opzioni di Youtube esiste la possibilità di abilitare o disabilitare "l'incorporamento del filmato su altri siti". Questo significa che se il detentore dei diritti desidera che il filmato circoli liberamente, lo fa esprimendo un consenso, che, tradotto in termini conosciuti dalla Siae, offre una manleva elettronica.
Il fatto che una persona incorpori un trailer nel proprio sito non significa che l'ha scaricato, ma il trailer risiede fisicamente sul sito del proprietario, che in qualsiasi momento può decidere di chiudere il rubinetto o addirittura di cancellare il file.
La motivazione di generare traffico è un'assurdità tecnica e concettuale da non trascurare. I file "embeddati", ossia presi da altri siti, nel 99% dei casi non vengono trovati dai motori di ricerca e quindi non generano traffico, al massimo possono alzare il tempo di permanenza di un visitare sulla pagina.
Se il sito contiene recensioni di film in cui, in maniera "embeddata" ci sono i trailer, mi pare evidente che si tratti di una cronaca e quindi il file video è parte di essa.
Insomma, la questione non regge.
Già noi italiani paghiamo un iPhone e qualsiasi telefono di più perché abbiamo un'assurda tassa sulle memorie da devolvere alla Siae che la gira ai vari artisti ricchi (e sì, perché essendo una suddivisione proporzionale favorisce i ricchi, non i poveri), adesso vorrebbero prendere i soldi dai titolari di siti web perché fanno pubblicità ai film.
Curioso, molto curioso, perché invece di fare la lotta alla pirateria preferiscono prendersela con coloro che le regole le rispettano!
 

mercoledì 26 ottobre 2011

iPod e XP

Questo mese si è già celebrato il decimo compleanno dell'iPod,
prodotto che, nonostante l'età per la tecnologia attuale, sta
benissimo.
Non si può dire altrettanto per un altro prodotto che compie 10 anni:
Windows XP.
Infatti, il sistema operativo di Microsoft è ancora vivo e vegeto, ma
ha una data di scadenza: 2014.
14 anni per un sistema operativo, in qualsiasi modo la pensiate, sono
due ere geologiche in termini di tecnologia.
Ma perché ha resistito così tanto e perché continua a resistere?
Perché Microsoft ha pensato di realizzare un bisonte per sostituirlo,
Vista, e quando l'ha trasformato in gazzella non è riuscita a
comunicarlo correttamente.
Quindi, paradossalmente, Microsoft è la ragione del successo di XP,
contro il proprio interesse, tanto che è da solo un anno che non lo
vedo montato nei computer in vendita e non compare più nelle gare
pubbliche. Forse meno di un anno.
XP sta bene, svolge il suo lavoro più che egregiamente, ma non è
veramente praticabile come sistema operativo raffrontato al più grezzo
Linux in circolazione.
Microsoft ora arriva con la farfalla, ora si fa per dire perché si
parla del 2012, e forse per la prima volta si rompe quell'incantesimo
Windows-processore Intel che ha caratterizzato l'informatica degli
ultimi trent'anni.
Sarà rivoluzione?
Di certo il mercato consumer se ne avvantaggierà.

lunedì 24 ottobre 2011

Arriverà l'iPhone, ma Siri non è sicuro

Questa settimana arriva l'iPhone 4s.
Ma Siri ha un problema non trascurabile.
Ha un problema di sicurezza mica da ridere.
Prendete un iPhone (o iPad) protetto da codice.
Premete il tasto centrale e mandate, con la voce, un messaggio.
Se lo fate con quello di un vostro amico, sarà uno scherzone!

giovedì 20 ottobre 2011

Smau e il wifi bucabile

Ieri Smau, oggi Smau, domani Smau.
Tra un incontro e l'altro, mi imbatto in discorsi di sicurezza tra visitatori.
"Ma è possibile che a Smau ci siano le reti wifi più bucabili
d'Italia?" è una delle frasi che circolano di più.
E' possibile, tutto è possibile per l'ICT italiano.
Ma nel contempo ci sono delle idee di startup, curate dal mio amico
Emil Abirascid, davvero interessanti.
Ecco, forse queste meritano una visita, per il resto novità pari a
zero, buoni i workshop, buona l'affluenza.
Smau ha cambiato pelle, non è ancora divulgativa come vorrei, ma è un
bel passo in avanti.

mercoledì 19 ottobre 2011

Considerazioni su Apple

L'azienda ha venduto 17,07 milioni di iPhone durante il trimestre,
dato che rappresenta una crescita in unità del 21 percento rispetto
allo stesso trimestre di un anno fa. Apple ha venduto 11,12 milioni di
iPad durante il trimestre, dato che rappresenta una crescita in unità
del 166 percento rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso.
L'azienda ha venduto 4,89 milioni di Mac durante il trimestre, dato
che rappresenta una crescita del 26 percento rispetto allo stesso
periodo dell'anno scorso. Apple ha venduto 6,62 milioni di iPod
durante il trimestre, dato che rappresenta una diminuzione in unità
del 27 percento  rispetto al trimestre dell'anno scorso.

I dati snocciolati sul quarto trimestre fiscale di Apple non lasciano
dubbi: in un periodo di crisi economica mondiale l'azienda ha prodotto
utili in crescita rispetto all'anno precedente, con oltre 7 dollari di
dividendo per azione nel trimestre.
Come se non bastasse, in cassa ha oltre 5 miliardi di dollari.
Il natale, poi, con l'iPhone 4s, si preannuncia clamoroso, visto già
il record di vendite dei primi giorni.
Nel breve e nel medio, quindi, non ha rivali economici resterà un
grosso traino per il mercato azionario. Se non ci fosse Apple e i
tecnologici in generale, in quali condizioni troveremmo gli indici
borsistici?

martedì 18 ottobre 2011

Blackberry: qualcosa da imparare

Blackberry ha insegnato al mercato dell'ICT qualche cosa.
1) i guai succedono, non sono prevedibili, non bisogna sottovalutarli,
non si può comunicare a caso
2) la chiarezza, nei momenti di crisi, è fondamentale, come aprirsi al
dialogo con i clienti
3) anche nella comunicazione si può sbagliare
4) metterci la faccia ha un suo peso
5) fornire un risarcimento tangibile
6) riconquistare la fiducia giorno dopo giorno
7) essere consci del fatto che non può esserci, nel breve, una seconda
crisi perché sarebbe letale

martedì 11 ottobre 2011

Appunti rapidi

Scrivo giusto poche righe per appuntare due cosette tecnologiche.
La prima è semplice: Rim, o Blackberry, ha avuto un problema che ha
bloccato le mail (a caro prezzo perché il servizio non è gratuito)
degli europei.
Il problema non è l'azienda, chi fa è destinato a sbagliare, ma il
fatto che non ci sia un modo di avere una linea per le criticità da
avviare per non bloccare i servizi.
Vale per Rim ma vale per tutti: siamo nel 2011 o sbaglio?
Il secondo appunto riguarda Google.
Prima dicono di abbandonare Labs, poi lanciano un linguaggio
"alternativo" a Javascript.
La questione merita un'approfondimento perché:
1 c'è bisogno di un nuovo linguaggio di programmazione? (in generale
sì, anche se questo non mi pare molto innovativo)
2 c'è la volontà di farlo progredire all'interno della comunità?
3 porta del valore aggiunto alla storia della programmazione informatica?

giovedì 6 ottobre 2011

Restiamo affamati e restiamo folli

Il coccodrillo ce l'avevano pronto in tanti.
Un amico, a Cupertino, mi parlava di facce lunghe dietro le
presentazioni dell'altro giorno.
Ora lo sappiamo.
Steve Jobs ha smesso di vivere, ma non ci ha lasciato.
Il suo modo di pensare alla tecnologia ha rivoluzionato l'intera
industria dell'ICT e dell'intrattenimento e, quindi, il suo pensiero
aleggerà, influenzerà e si confronterà con il futuro.
Lungi da me dire "santo subito", ma parlare di Steve Jobs come
capitano d'azienda è riduttivo.
E' stato un esempio, un punto di riferimento, sia nel bene, prima e
ultima Apple, sia nel male, quando, uscito dall'azienda fondava Next.
Ciò che lo ha contraddistinto è stata la visione, che non è mai
mancata, di un futuro diverso, ridisegnato.
Ha imparato tanto dai successi e ha imparato tanto dagli errori: con
Next ha compreso che il marketing e soprattutto l'emozione diventano
elementi fondamentali.
l'iPad l'ha definito magico, l'iPod rivoluzionario, con Pixar, nel
1986(!) ha contribuito a creare un cinema del tutto nuovo.
Se l'ICT è intrattenimento e non solo business, se siamo circondati da
oggetti più o meno morsicati, il merito è in gran parte suo.
E' stato leader, ma è stato anche simbolo, nemico, ma soprattutto stimolo.
Ecco, di Steve Jobs vorrei che restasse questo: uno stimolo continuo
per cercare di migliorare questo mondo della tecnologia, semplificarlo
e portarlo a tutti.
Steve, una promessa: resteremo affamati, resteremo pazzi.


mercoledì 5 ottobre 2011

Apple e il mancato annuncio

Ieri sera (italiana).
Partesul web una piccola rivolta contro Apple, fatta da utenti delusi per non aver visto l'iPhone 5 ma solamente l'iPhone 4s.
Premesso che Apple ha presentato quello che è il miglior melafonino di sempre, la delusione, francamente, è su 5 al posto di 4s?
Diciamocelo, se l'avessero chiamato 5 ci saremmo detti che bello, per poi analizzare e vedere che si tratta di un aggiornamento del 4.
Apple ha in mano il mercato, è conscia del fatto che la concorrenza è molto agguerrita e che sta spesso superando l'iPhone, ma ha anche la consapevolezza di chi crea un mix prodotto, servizio ed esperienza
unico e su questo ha enfatizzato Cook.
Non ha fatto false promesse, non ha proposto un modello di cui non sarebbe mai stata in grado di tenere testa perché la produzione di grandi schermi, per esempio, è lenta e costosa.
Apple ha migliorato l'iPhone 4, stilisticamente perfetto, aggiornando e migliorando l'hardware (la doppia antenna l'ho trovata una genialata tecnica!).
E lo dice uno che non lo usa perché non ha una batteria sufficiente a farmi trascorrere una giornata...
Attendiamo ora il telefonino curvo di Samsung e l'arrivo del Nokia Windows Phone per tirare le somme.
L'unica cosa che mi ha deluso ieri è che si è parlato poco di come Apple sia una piattaforma di contenuti, perché siamo sviati dai prodotti: nel giorno della morte elettronica di Zune, potevamo
aspettarci qualcosa di più.
Ma sarà per la prossima presentazione, magari allo Yerba Buena...

PS la videocamera (foto + video) potrebbe essere ideale per il mio lavoro di tutti i giorni, di certo un elemento di spicco, sia per qualità, sia per focale.

martedì 4 ottobre 2011

lunedì 3 ottobre 2011

La settimana Apple

Questa è la settimana della presentazione Apple.
Tutto il mondo web si interroga sull'iPhone 5, sull'iPhone 4s e su varie novità legate ad iTunes.
A mio modesto parere, sono interessato ad osservare l'azienda nel dopo Jobs, con Cook sul palco.
Cambierà quacosa?
Questa è la chiave per interpretare i prossimi mesi: Samsung è particolarmente aggressiva e il Galaxi IIs sta facendo grossi risultati.
Android calvalca alla grande, ma soprattutto nella fascia medio bassa.
Nokia con Microsoft sta scaldando i motori.
La presentazione di Apple, quindi, è un evento fondamentale per l'azienda e per il mercato perché, nel caso le aspettative (alte) non venissero rispettate, si aprirebbero nuovi scenari.
E in qualsiasi caso, se Apple si focalizzasse troppo sul mercato americano, questi scenari si aprirebbero comunque.
 

venerdì 30 settembre 2011

Ballmer ha le ore contate?

Steve Ballmer è stato contestato ad una riunione interna, quindi non se la passa propriamente benissimo.
Ebbene, giunge oggi la notizia del sorpasso in termini di capitalizzazione di IBM su Microsoft.
Gli azionisti non la prenderanno certo bene.
E ci saranno certamente delle conseguenze.

L'asta TLC e Tre

In questi giorni si sono letti i deprofundis su Tre come operatore senza futuro, quello che non avrebbe preso una licenza 4G.
Io la vedevo in modo diverso, altrimenti avrebbero venduto prima, il valore sarebbe caduto pesantemente.
Più di tante mie parole e di tanti commenti, lascio lo status di Vincenzo Novari di ieri:
Asta chiusa...abbiamo preso 60 MHz dei 240 MHz messi in asta dal Governo per il 4G!Alla faccia di chi ha scritto proprio stamattina che non avevamo futuro.Pronti per la prossima battaglia!Yesssssssssss
Vincenzo Novari, quindi, si dimostra capo d'azienda e trascinatore anche in questi casi.

giovedì 29 settembre 2011

Kindle ha sorpreso

Amazon ha presentato ieri i nuovi Kindle.
Uno è un tablet, l'altro un reader tradizionale simil foglio in bianco e nero, ma touch.
Sul secondo si fa in fretta a parlarne: piccolo, sottile, veloce, sta comodamente in tasca.
Il secondo merita qualche riflessione.
E' un Android ma non c'entra niente con i modelli che abbiamo visto finora.
Ha un client di posta e un browser ottimizzato (vedi video qui sotto), non ha la fotocamera.
Un mondo a parte, apparentemente, ma essendo il web il paradigma, si lascia uno spazio aperto.
Il market è quello di Amazon, dove oltre alle apps si possono scaricare i libri (ma dai!?!) e film.
Una scelta coraggiosa, in totale controtendenza, con uno schermo a 7 pollici che renderà il prodotto facilmente trasportabile.
Il prodotto, così come l'ho visto, mi è piaciuto molto, sia per l'interfaccia, sia per le scelte.
Non è un surrogato di uno smartphone, non è un surrogato di un computer.
E' un oggetto diverso, un'interpretazione che trovo azzeccata soprattutto per il mercato attuale.
Prezzo, poi, molto aggressivo: 199 dollari.
Ci toccherà aspettare la metà di novembre, ma per il natale credo che lo store di Amazon faccia un pieno di ordini.

mercoledì 28 settembre 2011

HP e i cambiamenti

In molti mi hanno chiesto cosa pensassi di HP e dell'avvicendamento del CEO.
Premesso che HP è un'azienda estremamente complessa, con molte anime che convivono, da quando Hurd è stato costretto a dimettersi per una vicenda a sfondo sessuale, per altro rivelatasi molto meno significativa di quanto sembrasse, l'azienda è entrata in una fase confusionale.
I PC pesano nella produzione ma non portano redditività, il software porta redditività ma cresce relativamente, le stampanti che sono un grande business, poi ci sono i server e i servizi, che seguono i trend di mercato con gli alti e bassi.
A mio modo di vedere, c'è un'evidente crisi di identità (HP Invent era un claim che parlava da solo), poca visione per il futuro e tanti liquidi in casa da destinare.
Sembra una sciocchezza, ma è chiaro che il colosso oggi soffre a causa della grande crescita ma sarebbe sbagliato pensare di spacchettarla perché è difficile comunque anche solo pensarlo.
I computer e gli smartphone non vanno più? Ma c'è qualcuno davvero interessato alle divisioni e soprattutto disposto a spendere veramente molto perché, ricordiamolo, stiamo parlando del n.1 del mercato.
In secondo luogo, la vicenda del licenziamento del Ceo ha lasciato gli azionisti molto confusi. Apotheker avrà anche commesso degli errori, ma erano comunque avallati dal consiglio d'amministrazione, e il nuovo CEO, Meg Whitman ne faceva parte.
Il concetto che chi esegue e chi controlla si trovino in forte conflitto non piace mai agli azionisti e quindi l'avvicendamento non deve essere visto come conseguenza della perdita di valore delle azioni HP perché, ripeto, la Whitman ne faceva parte.
Manca, quindi, una visione, un futuro da dare ad un'azienda che si è sviluppata moltissimo e che oggi deve trovare una prospettiva per il futuro.
Questo è quello che manca e, nonostante la Whitman abbia esperienza nel mondo web, difficilmente potrà portare nuova linfa.
E poi c'è il cloud computing che sta esplodendo, quindi un'altra linea di business da far decollare.
HP, quindi, si ritrova a rincorrere e a dettare legge: è un'azienda davvero troppo complicata.

martedì 27 settembre 2011

Google +, la freccia e i numeri

Qualche giorno fa la home page di Google presentava una grossa freccia che indicava Google +
Ebbene, i risultati della "campagna" sembrano essere eccezionali.
Da quando il servizio è passato ad accesso libero, Google ha raccolto un paio di milioni di utenti al giorno, tanto da segnare ormai una soglia di 50milioni di utenti iscritti.
La crescita e la popolarità sono, quindi, incredibilmente superiori a qualsiasi altro social network del passato, per intenderci Facebook, nel momento del proprio book, cresceva di 500mila utenti al giorno.
Sono cifre spaventose, ovviamente, soprattutto se è sono cifre che significano traffico su internet e minuti di navigazione.
Non so se Google + avrà un successo duraturo, ma si tratta di un gran successo comunque, una case history per il web con cui tutti, d'ora in poi, dovranno confrontarsi.
Nel frattempo, poi, si possono condividere le cerchie di amici con i propri amici...
 

Lion: sicurezza violata

Da qualche giorno gira la voce che c'è un virus/malware/bug non bene identificato che sta colpendo i Mac.
La notizia la trovate qui.
Apple all'inizio ha negato, spiegando che il codice è sicuro a priori visto che è controllato in laboratorio, salvo, ovviamente, dei bug in cui gli hacker possono infilarsi.
La cosa inizia a preoccupare, tanto che oltre alle password, c'è chi prende schermate delle scrivanie, tanto per citare un esempio di violazione pesante della privacy.
Il mondo, quindi, da oggi è davvero meno sicuro. Molto meno sicuro, ma non è necessario allarmarsi troppo.

venerdì 23 settembre 2011

Google è pronta per il grande salto!

Google sta facendo molto rumore.
Non contenta della freccia per portare utenti a Google+, si sta
scoprendo che l'azienda diventerà un operatore telefonico virtuale.
Parte dalla Spagna, perché gli impiegati hanno ricevuto, insieme al
telefonino Nexus S, una Sim marcata Google.
Era una mossa che mi aspettavo, perché se l'azienda produce il sistema
operativo (che però è open), ora si butta sui pagamenti virtuali e
infine diventa un operatore mobile per controllare l'intera catena del
valore.
Parte dalla Spagna, ma coprirà l'Europa.
Ne vedremo delle belle.

mercoledì 21 settembre 2011

Google metta la freccia (ma per la corsia d'emergenza)

Oggi Google apre con un bel freccione su +Tu.
L'idea di spingere Plus.
Dal punto di vista mediatico, il freccione non è una gran trovata,
soprattutto perché le dimensioni sono davvero esagerate.
Mi chiedo se sia il caso di macchinare un'operazione del genere se,
come ci fanno leggere, Google Plus è un successo planetario.
Diciamo anche che nelle ultime settimane Facebook si è data parecchio
da fare per differenziarsi o, forse, per assomigliare di più ai
concorrenti, Twitter compreso.
Resta il fatto che la freccia, a sinistra, la voglio interpretare
all'inglese, ossia la metti non tanto per svoltare, ma nella grande
autostrada del web, ci si vuole fermare un attimo per una sosta nella
corsia d'emergenza, oppure, per ristorarsi e fare benzina
all'autogrill.

martedì 20 settembre 2011

Google Wallet

I pagamenti sul cellulare, da chiacchiera a realtà.
Google ha realizzato l'applicazione, mostrata mesi fa.
Come sempre, ricordo a tutti che se andate da Mc Donald's (per fare un
esempio), trovate ad ogni cassa (almeno a Milano) un aggeggino su cui
passare la carta di credito.
Si chiama PayPass di Master Card.
In pratica, hanno usato una tecnologia che c'era e l'hanno
perfettamente integrata nei cellulari.
Ma a questo punto, in chiave molto pratica, Google diventerà una
banca, nel senso che avrà la disponibilità dei nostri depositi in
denaro?
E quando giungerà la risposta di Apple e, ovviamente, degli operatori
telefonici?
Una semplice presentazione e introduzione di un prodotto sul mercato,
in questo caso, potrebbe avere delle implicazioni molto importanti su
diversi modelli di business.
Valutare oggi l'impatto è difficile (sia lato denaro, sia lato spesa
da luoghi fisici a store virtuali), ma è il caso di seguire la cosa
con attenzione.
Molta attenzione.

lunedì 19 settembre 2011

Il partito Pirata e la Germania

Se le elezioni tedesche hanno portato il Piratenpartiet quasi al 9%.
Di fatto, si tratta di uno dei maggiori partiti in Germania.
Se fate un raffronto, conta quasi quanto la Lega e molto più di Futuro
e Libertà, UDC, e tanti altri.
Segno dei tempi, voto di protesta?
E poi, protesta verso cosa? Il sistema, le leggi sempre più
restrittive e liberticide?
Un fatto è certo: nei nostri quotidiani non si accenna alla cosa!
Che strano, non vi pare?

venerdì 16 settembre 2011

Annunci importanti

Apple si sta preparando ad annunciare l'iPhone 5, il tempo è maturo e manca probabilmente meno di un mese al lancio americano.
Il motivo dell'accelerata si chiama Nokia.
Infatti, il primo Windows Phone Finlandese sembra essere pronto per la stagione dei regali e Apple non ha nessuna intenzione di lasciare spazi di manovra al concorrente.
Quindi, Nokia si appresta all'annuncio.
E siamo a 2.
Il terzo annuncio attesissimo riguarda Canon, che il 3 novembre farà un lancio a Hollywood (il che ci fornisce già degli indizi importanti).
Bastano?

giovedì 15 settembre 2011

Classifiche dei blog

Non ho mai creduto alle classifiche dei blog, ne tanto meno credo a servizi come Klout.
Non è una polemica, Vincos sa che a me non è mai interessato molto l'argomento.
In tutte queste classifiche sono in fondo, in fondissimo, soprattutto perché non "linko" e non autoreferenzio.
Ogni tanto faccio un test per verificare i numeri. Per esempio, per il Webit ho lasciato un solo seme su Facebook e Twitter per vedere se qualcuno aveva voglia di votarmi (una volta). Ebbene, subito in classifica nei primi 25, oggi sono cinquantesimo, anche se sono passati diversi giorni ma in pochi mi hanno superato.
La penalizzazione conta?
Ieri, le visite al blog sono state 8.722, poi si dovrebbero aggiungere feed Rss, note su Facebook e post immagazzinati in servizi "sanguisuga".
Oggi mi aspetto almeno il triplo, ma il post precedente è un tutorial per installare Windows 8 senza patemi: un post che porterà visitatori dai motori di ricerca per parecchio tempo!
In qualsiasi caso, io non guardo mai il numero di visitatori, anzi, di solito mi sorprendo a posteriori di un post che ha "raccolto" in modo anomalo.
Ma, forse, quello anomalo sono io!
 

Tutorial: Doppio boot per Windows 8

Da quando è disponibile la versione scaricabile di Windows 8, sulla
rete non si fa altro che parlare del nuovo sistema operativo.
In tanti, infatti, l'hanno scaricato dal link ufficiale. Per creare il
DVD, consiglio di utilizzare ImgBurn, che è freeware, ma molto
probabilmente avete già installato un programma di masterizzazione nel
computer, non siete di certo alle prime armi!
Prima di fare qualsiasi danno al computer, ho realizzato questa
piccolissima guida.
Da Windows 7 (ma è lo stesso con Vista), è necessario creare una
partizione che possa contenere il nuovo sistema operativo.
Da Pannello di Controllo, selezionare sistemi e sicurezza e quindi
Strumenti di amministrazione.
Dalle varie voci, selezionare Gestione computer.
Si aprirà una schermata con un pannello sulla sinistra dove, alla voce
archiviazione, bisogna cliccare su Gestione disco.
Compariranno, magicamente, le partizioni del disco del computer e qui
dovremo fare posto a una nuova partizione Primaria, in modo che poi
sia avviabile dal sistema operativo che andremo ad installare.
Solitamente, il disco è completamente occupato, per cui è necessario,
con il tasto destro del mouse, selezionare la voce Riduci Volume per
fare in modo che lo spazio si liberi per creare la nuova partizione.
Lo spazio minimo per Windows 8 è di 20 Gb, ma se volte poi fare
qualcosa, installare qualche programma o provare a programmare,
servirà almeno il doppio dello spazio.
Lo spazio che avete creato è però non utilizzato, quindi va formattata
la partizione. E' utile fare in modo che si possa riconoscere, quindi
datele un nome tipo Win8 o come preferite, purché, quando installerete
Windows 8 ve lo ricordiate e non sovrascriverete il vecchio sistema
operativo (che è perfettamente funzionante e registrato!).
Fondamentale ricordarsi che il computer deve avere attivata la
funzione di boot da CD, per fare questo, ma solo se non è così,
dovrete entrare nel Bios del computer (F2,F5, Canc a seconda dei
sistemi) e attivarla.
Al riavvio, quando il CD di Windows 8 parte, comparirà un messaggio
sul computer "premi un tasto per fare il boot da DVD" e ovviamente
bisognerà schiacciarne uno qualsiasi.
ATTENZIONE, selezionare Custom sul tipo di installazione al fine di
scegliere la partizione corretta per installarlo. Infatti, partirà
l'installazione guidata di Windows 8, procedimento simile a Windows 7,
e mostrerà tutte le partizioni dove è possibile installare il nuovo
sistema operativo.
Una volta selezionata, lancerà la procedura e solitamente richiede un
paio di reboot, che culminano con la richiesta di un account di posta
Hotmail, o meglio, di un Windows Live ID.

Il sistema è pronto e funzionante, ma non riusciremo a tornare a
Windows 7 in maniera semplice.
Per fare questo, Windows 8 ci viene incontro, perché al primo boot
definitivo comparirà una schermata che chiede di scegliere qual è il
sistema operativo da scegliere come preferito, mostrandoci Windows 7
(o Vista) e Windows 8. Selezionamo ovviamente Windows 7 di default,
sapendo che abbiamo 5 secondi per intervenire e cambiare.

mercoledì 14 settembre 2011

Huffington allo Iab Forum 2011

Sarà Arianna Huffington una delle star dello Iab Forum 2011.
Volevo scriverlo ieri, ma in questi giorni ho un po' di cose da sistemare.
Il giorno successivo ci sarà De Benedetti.
Iab Forum, quindi, va verso il record di presenze (e di espositori e
di incasso).

Un po' di Windows 8

Microsoft ha presentato agli sviluppatori Windows 8, con alcuni prototipi di prodotti.
Interfaccia semplice, tutto molto facile da raggiungere, Metro come sistema di presentazione della prima pagina.
Non sono certo che Metro sia ideale per i notebook e desktop, ma lo è di certo per i tablet.
Per ora è un prodotto in fase di sviluppo, ma i segnali sono certamente incoraggianti.
 
Se volete, potete scaricarlo da questo link, anche in versione con tutti gli strumenti per creare applicazioni Windows 8.

lunedì 12 settembre 2011

Un due tre... stella

Sembra che le strategie commerciali dell'elettronica di consumo siano diventate un gioco.
Io faccio causa a te, tu fai causa a me, io ti blocco la vendita, io ti piazzo un sottocosto, ...
Ma dove siamo finiti?
A parte la ridicola corsa ai brevetti per tutelarsi che, ripeto, non compete e non deve ricadere sul consumatore finale (oggi il prodotto è ritirato qui e qui, ma domani torna), non capisco questa battaglia sui costi.
Se l'utente finale ne beneficia e quindi ne trae vantaggio, diventa imbarazzante quando ti viene detto che un prodotto non ti può essere sostituito come da Legge se è stato venduto sottocosto.
Ma il sottocosto invalida le Leggi, la garanzia e l'assistenza? Vendi un prodotto in un Paese anche se era destinato per altri mercati e la colpa ricade su chi l'ha acquistato?
Ma come, si tratta di incauto acquisto?
Forse, meno "legge della giungla" tra i produttori e i distributori per ottenere un mezzo quarto di punto percentuale in termini di penetrazione dell'azienda sul mercato farebbe in modo da investire in formazione nei punti vendita, corretta informazione che non è una foto e quattro righe su un volantino e soprattutto l'assistenza tecnica sarebbe garantita.
Il fatto che ci vogliano sempre vendere l'estensione su un prodotto che, se va proprio bene, non raggiungerà i due anni, la dobbiamo chiamare tentata truffa?

venerdì 2 settembre 2011

IBM è sempre più social

IBM è una società che da tempo si dedica ai servizi, non solo alla tecnologia. O meglio, applica la tecnologia informatica ai servizi, impacchettandola e rendendola, il più possibile, standard. Da quando ho conosciuto Luis Suarez (non Luisito il calciatore), mi sono reso conto di come un'azienda, complessa e articolata, possa avere una strategia social. Se avete voglia e tempo di leggere l'intervista o guardare quel video, troverete che non mancano di certo le difficoltà, ma che l'azienda social, per IBM, è una necessità di questo periodo. Ultimamente, IBM ha rilasciato tre apps per i principali sistemi operativi di smartphone/tablet (iOS, Android e BlackBerry) per sfruttare meglio la comunicazione all'interno delle aziende. IBM Connections, per altro, sta diventando così leader nel settore, permette agli utenti in mobilità e senza un computer di accedere ai blog, ai dati e documenti,aggiornare lo stato, leggere le wiki e condividere file, video e foto. IBM, inoltre ha pubblicato un video di un cliente che racconta la propria avventura. Per praticità, lascio il video qui sotto. Il cliente è piccolino: General Motors.

giovedì 1 settembre 2011

Chrome, ChromeBook e l'offline

Uno dei principali problemi con Google Docs e Gmail è l'uso della posta offline.
Ebbene, Google ha recentemente lanciato un sistema per accedere ai documenti e alla posta elettronica offline, basata sulla versione dei tablet.
La potete scaricare, per il browser Google Chrome, qui.
Essendo in HTML 5, è standard, quindi sarà esportabile per tutti i browser di nuova generazione (anche su IE9, potenzialmente, anzi, inizierà la rincorsa sul web a chi farà il porting per primo...).
Ovviamente è gratis.

venerdì 19 agosto 2011

WebOS: il grande flop di HP

HP ha deciso di non investire su WebOS, appena acquistato da Palm e appena inserito nel Pad che doveva essere "il vero antagonista dell'iPad".
Dietrofront immediato, visto che è uscito ufficialmente da poco.
Non ci si improvvisa in questo mercato.
Molti parlano entusiasticamente di Apple, ma HP ha visto cosa può fare Windows 8 e ha compreso che non ha senso investire su un sistema operativo per i pad, soprattutto se non è minimamente al passo con Apple e Google, non solo Microsoft.
 

giovedì 4 agosto 2011

Chiama con Google

Chi accede a Gmail dal web si sta trovando una finestrella "Chiama i tuoi amici e familiari in tutto il mondo con tariffe incredibilmente convenienti".
E' l'attacco di Google al Voip!
Google Voice è un'applicazione che deve essere installata nel computer, semplice da usare, integrata con la rubrica di Google, soprattutto se si usa un telefono Android è particolarmente aggiornata e, soprattutto, un'applicazione ben rodata, visto l'uso da tempo negli USA.
Là, le telefonate sono gratuite, anche per il Canada, qui sono semplicemente concorrenziali, con 8 centesimi + iva per Francia e UK, 2 per l'India e 1 per gli USA.
Sarà un grande successo per il mercato italiano?
Difficile da dirlo, ma è evidente che si tratta di un ingresso importante, se poi consideriamo la diffusione di Google+ e l'evoluzione della chat di Facebook/Skype, la "chiacchiera" digitale sta diffondendosi in maniera davvero massiccia.
Dato che ci sono, faccio una breve considerazione su Skype per iPad: bello avere lo schermo grande, scomodo rispetto al telefono perché, quasi necessariamente, l'iPad 2 deve essere appoggiato su una superficie per evitare il "mal di mare" all'interlocutore o l'irrigidimento muscolare di chi lo usa.

martedì 26 luglio 2011

Perché il pad di Amazon avrà delle chance

In questo periodo mi viene spesso posta la domanda su cosa ne penso
del futuro pad di Amazon.
Premesso che settimana scorsa ho incontrato il country manager e avrei
potuto porre la domanda, mi sono fatto alcune convinzioni.
La prima è di carattere infrastrutturale: Amazon è il più grande
retailer al mondo, è la biblioteca online più conosciuta, vende giá
prodotti a marchio proprio con successo, ha un market place per le
applicazioni, è un ottimo contenitore musicale e anche video.
Con la propria capacità distributiva, dispone di un ecosistema
efficiente e completo. Sicuramente potrà spuntare prezzi di produzione
interessanti e una buona capillarità.
La seconda è di tipo tecnico: puntare sulla solidità di Android oggi
ha un senso, ne aveva meno un anno fa, il che mi fa pensare che la
scelta sia stata ponderata.
Windows e i pad, o tablet, sono molto lontani, ma non lontanissimi:
Amazon sa di avere una finestra fino all'uscita di Windows 8 e vuole
sfruttarla.
La terza considerazione è filosofica. Bezos ha detto di essere conscio
del fatto che io prodotto non potrà essere bello quanto l'iPad, ma lo
vuole economico, funzionale e possibilemente completo. Piedi per
terra, consci del competitor, dei punti di forza dell'iPad ma anche
dei punti di debolezza: differenziarsi, non emulare.
Il successo poi dipenderà da tanti fattori, spesso emotivi o di
opportunità, ma i presupposti concreti per avere un discreto successo
ci sono tutti.
Ecco, su una cosa mi sentirei di consigliare Amazon: la disponibioità
dei prodotti. Da gennaio saranno stati presentati almeni 100 pad
Android, ma sul mercato non ne sono arrivati tanti. Esserci, non solo
l'annuncio, è fondamentale. Ma di questo Amazon è una vera garanzia.

giovedì 21 luglio 2011

La borsa e l'ICT

Stamattina ho scritto una news sulla Borsa americana e l'ICT, soprattutto di IBM e  Apple.
Qui il link per leggere le considerazioni economico-finanziarie.
In questo blog parlo di tecnologia.
Prendo uno stralcio:
Gli annunci di ieri, su Mac Book Air e l'uscita del primo sistema operativo scaricabile come un'applicazione, non fanno che da antipasto dall'atteso lancio del nuovo iPhone, atteso dalla rete.
Facevo una considerazione tra me e me.
Apple è stata la prima azienda a buttare i floppy disk con l'iMac. Non è stata la prima a buttare i CD/DVD, c'hanno pensato i netbook, ma è stata indubbiamente la prima a pensare ai negozi di applicazioni.
Un sistema operativo gestito senza supporto non so se sia rivoluzionario in senso lato (gli aggiornamenti arrivano da sempre online), ma rappresenta una fortissima spinta all'uso del commercio elettronico.
Sottovalutare questo aspetto potrebbe essere sciocco.
Se le applicazioni per i nostri smartphone li cerchiamo sullo store all'interno degli apparecchi, è naturale che ciò avvenga anche per i computer.
Oggi incontrerò alle 9 Amazon, che ormai anche in Italia sta diventando una realtà.
E' un'altra azienda quotata in Borsa, ma è un'azienda che ha sempre scommesso sul commercio elettronico.
Da quanti anni i mega esperti ci parlano che questo è l'anno del commercio elettronico?
Ci hanno così stufato da non farci assaporare il momento che stiamo vivendo!

martedì 19 luglio 2011

Google+ ed Apple

Google+ è il servizio del momento.
A prescindere dal fatto che tutto vogliono esserci, tutti vogliono provarlo ma poi cosa ci si faccia è ancora da scoprire (tornerò sul tema, lo prometto), quello che mi fa specie è il fatto che l'applicazione Google+ per i dispositivi Apple ancora non c'è.
Esistono dichiarazioni dei vertici di Google che parlavano di un lancio imminente sull'App Store, ma invece niente ancora e sono passate, occhio e croce, tre settimane.
A questo aggiungiamo ormai un certo ritardo costante per le apps di Skype, di Facebook, di Twitter: non credo francamente al numero di apps che arrivano, perché stiamo parlando di quelle pesanti, che scaricano davvero tutti.
Un occhio di riguardo per queste apps, non ce l'hanno in Apple?
Scelte veramente di difficile comprensione.

PS Su Android l'app non solo c'era da subito, ma è già stata aggiornata! Su Wndows Phone non esiste.

venerdì 15 luglio 2011

15 anni di Hotmail

Non ho scritto niente di Hotmail e del fatto che abbia compiuto 15 anni.
Devo ammettere che ne è passata di strada e, francamente, in questo momento, dovessi aprirmi una casella di posta per metterci tutta la mia vita, non ci penserei due volte, ma vi tranquillizzo subito: resto su Gmail per motivi di praticità e perché non ho voglia di migrare tutto e fornire a tutto il nuovo (che poi è molto vecchio) indirizzo mail.
Non solo posta, non solo allegati, non solo ricerca, ma anche la possibilità di modificare direttamente gli allegati con applicazioni molto simili ad Office (non abbiamo ancora l'edizione di Word o di PowerPoint comparabile a quella installata nei computer) e soprattutto tanto spazio.
Quello che mi colpisce, comunque, è la velocità con cui si carica da web Hotmail, un passo in avanti significativo rispetto al passato.
Insomma, 15 anni e non sentirli. 
Auguri Hotmail.

giovedì 14 luglio 2011

Cerchi o quadrati

Microsoft sta mostrando agli sviluppatori il proprio futuro, fatto da un'interfaccia a quadrati che sarà la medesima sui tablet, sui computer, sui cellulari e sull'Xbox.
Premesso che mi piace l'idea di una schermata iniziale molto esplicativa, tanto che uso Moto Blur sul cellulare, mi fa sorridere che Google mostri i cerchi per Google+ e Microsoft pensa ai quadrati!
Al di là di tutto, la visione non è così distante: racchiudere in una figura geometrica degli interessi, delle applicazioni, delle informazioni o delle interazioni.
Un piccolo passo in avanti per l'informatica che significherà, di fatto, un cambiamento futuro dei file system, del modo con cui vengono memorizzate le informazioni, perché non avremo forse più bisogno di una visione gerarchica ad albero, ma i dati, i file, saranno contenuti in data base, catalogati per nome e data, ma anche per tag, come avviene già per i file multimediali.
Le cerchie o i quadrati , quindi, andranno a pescare le informazioni coerenti utilizzando delle ricerche.
A quel punto, pare evidente a chiunque, che le informazioni possono stare sulla cloud e poi essere copiate temporaneamente negli oggetti per essere rielaborate e poi immesse nella cloud. Questo implica che dovranno essere scritte regole nuove per la sincronizzazione, perché le versioni differenti potrebbero diventare un problema.
Ma la risposta, se vogliamo, ce l'abbiamo sotto gli occhi: cosa sono le revisioni di Word, per esempio?

venerdì 8 luglio 2011

Aruba, l'isola infelice del web

Aruba non è fortunata.
L'azienda di Arezzo è ancora una volta nell'occhio del ciclone per disservizi sui server e siti internet che ospita nella server farm.
I problemi accadono e nessuno mette una croce ad Aruba.
Quello che imbarazza è la mancanza totale di notizie che, come nel caso di qualche tempo fa, scatena il web e i social network.
Ma se la società dell'energia elettrica ti staccasse la corrente di casa senza dirtelo, piuttosto che la società di erogazione dell'acqua chiudesse i rubinette per dei lavoi, come la prenderesti? A loro basta un cartello, lo sai e quindi non apri il freezer per un po' e tieni un po' di acqua in caso di evacuazioni fulminee.
Ecco, Aruba.it diventa una perfetta case di reputation da utilizzare e portare da tutti i clienti e prospect, convegni e saggi, da qui ai prossimi anni perché un volta tutti possono sbagliare, la seconda, riuscendo anche a peggiorare la comunicazione, è francamente difficile.
Vi invito tutti quanti a parlarne e portare a conoscenza questi errori. Per Aruba ormai c'è poco da fare, ma per tutte le altre aziende italiane magari siamo ancora in tempo!
Complimenti Aruba per il comportamento: ma i siti web migreranno presto verso altre isole, magari meno economiche e vantaggiose, ma che magari sanno offrire servizi e una comunicazione migliore.

martedì 5 luglio 2011

Tim, Luciani e la storia

La pubblicità di Tim inizia con un messaggio: La storia d'Italia, secondo TIM.
Premesso che l'azienda non ha un buon rapporto col la storia da Luciani e il suo Napoletone che compie il suo capolavoro a Waterloo, mi pare evidente che la pubblicità in onda in questo periodo parla di una storia d'Italia che, ovviamente, con l'Italia non c'entra niente.
Nulla a che vedere con i copywriter del concorrente Rosso (quelli che vedono, vedono che...), la creatività sta a zero, ma riescono pure a fare confusione.
Leonardo prima e Colombo poi, trovano ampio spazio fuori dall'Italia, più che da noi.
Poi, il capolavoro è prendere la Carrà per fare la regina sì, ma la regina di Spagna!
Insomma, Colombo non saprà gestire un uovo (che gran citazione, si devono essere particolarmente sforzati), ma non era qui in Italia. Era italiano, questo sì.
Ma in autunno chi sarà il protagonista delle pubblicità?
Meucci?
Beh, almeno avrebbe avuto un senso!

lunedì 4 luglio 2011

Questione di pagina iniziale

Su Google plus avrete già letto di tutto, probabilmente avrete anche già provato il servizio.
Di tutte le cose che leggo, però, non c'è stato nessuno che abbia sottolineato un fatto importante.
Facebook sta togliento a Google lo scettro di pagina iniziale di navigazione.
Con Google plus, in pratica, è stata messa in atto un tentativo di bloccare questa emorragia di utenti, legando posta e social, documenti e ricerche.
Non so se Google vincerà questa battaglia, in qualsiasi casi di è data una bella boccata d'ossigeno e una verniciata di social.

venerdì 1 luglio 2011

Google +

Tutti parlano di Google+, ma nessuno che si fermi un attimo a ragionare.
Dopo Buzz e Wave, Google non può più sbagliare.
Mi piace l'idea di avere le cerchia di amici e di condividere facilmente i contenuti.
Mi piace l'interfaccia molto spartana e il drag & drop.
Mi pare, però, che ci siano troppe analogie dal punto di vista dell'interfaccia, con Facebook (foto profili, bacheca, news).
Certo, non vale la pena reinventare la ruota, ma ogni tanto un guizzo non guasta.
Avrà successo?
Non saprei, di certo parte almeno in un modo migliore rispetto ai tentativi del passato.
E poi con il passaparola sta facendo impazzire il web alla ricerca di inviti per la beta.
A proposito: per quanto tempo resterà in beta?

martedì 28 giugno 2011

Office 365 e Google

La comunicazione comparativa non mi è mai piaciuta.
Se non altro, perché è ovviamente di parte.
Ho storto il naso ieri quando mi è stato segnalato che Google ha creato un post nel proprio blog per spiegare perché Office 365 di Microsoft sia una soluzione "vecchia" e incompleta (link qui).
Non giudico mai la tecnologia per quello che è, la giudico per quello che può offrire.
Non intendo schierarmi con Microsoft, ma se le Google Apps che tanto proclama Google, se costando meno e offrono di più, come mai non si sono diffuse rapidamente?
Ma siamo sicuri che le Google Apps, Google Docs e via di seguito, abbiano nel mirino Office di Microsoft? L'esperienza online è buona, ma a livello di funzionalità faticano a fare concorrenza a OpenOffice. Ma hanno mai provato ad estrapolare dati con una tabella pivot da un foglio di calcolo, integrarsi con i dati di vari database?
Per scrivere va bene tutto, da wordpad ai software sui cellulari.
Quando si lavora, però, serve altro.
Forse Google dovrebbe concentrarsi sull'altro, che è quello che manca. E sull'offline, visto che non viviamo, soprattutto in Europa, sempre e comunque connessi.
Non lo dico io, lo dicono le ricerche di mercato e i clienti delle Google Apps: "per lavorare meglio devo avere installato OpenOffice o un Microsoft Office"... Sto parlando non di casi isolati, ma di lavoratori in aziende italiane.
Da qui non si deve evincere che le Google Apps siano inutili, tanto che sto scrivendo questo post con Google Docs e sarà pubblicato su una piattaforma di Google, per cui sono un testimonial di come tutto funzioni, ma che l'informazione comparativa di parte non fa mai bene a nessuno. Spesso, non fa bene nemmeno a chi la fa, perché all'utente potrebbe venire in mente di farsi un confronto approfondito tagliato sulle proprie esigenze.
 
PS Oggi Samsung presenta i ChromeBook, Google contro Microsoft anche nei sistemi operativi! 

domenica 26 giugno 2011

6 luglio, la censura e l'ignoranza

Sono un po' lontano dal blog in questo periodo.
Ma mi prendo 5 minuti per dire che l'Agicom ha compiuto uno scemoio
giuridico frutto, p l'ennesima volta, dell'ignoranza di fondo sui
meccanismi di internet.
Mi duole soprattutto notare che nessuna delle grandi aziende che
operano su internet si è degnata di commentare la cosa.
Quindi, lo diciamo, c'è un evidente conflitto d'interessi tra chi ha i
contenuti o, meglio, pensa di averli, e chi li distribuisce. Spesso
si ritiene che siano gli stessi, ma il web, per sua natura, condivide
e linka contenuti.
Non tenerne conto è, nel 2011, completamente demenziale.
Non posso credere che lo facciano cosî a mente serena e in modo
inconsapvole perché ci sono troppi interessi in ballo.
Alziamo il livello d'attenzione e facciamoci sentire! In qualsiasi
modo, anche con tutti i modi.

mercoledì 15 giugno 2011

La nuova sede Microsoft

Avevo promesso che avrei parlato della nuova sede di Microsoft Italia, ma ho anche detto che ne volevo parlare in modo differente da quanto ho letto.
Non mi interessa approfondire il concetto per cui non ci sono uffici chiusi e postazioni fisse, esistono "alcove per i partner" e che è green e sostenibile: si entra nella sagra dell'ovvio, del già letto, del già sentito.
Mi interessa parlare, brevemente perché in questo periodo non riesco a trovare il tempo per tutto, di alcuni aspetti.
Il primo è il nome: Innovation Campus.
Innovazione, quindi, termine che in Microsoft sembrava essere smarrito. Eppure, se guardo la Microsoft di quest'ultimo anno, di innovazione ne vedo eccome. Ma, se penso a chi innova, Microsoft non è tra i primi nomi che mi vengono in mente.
Forse l'azienda ha fatto bene a chiamare così la sede, perché il concetto di innovazione non deve mai mancare. Non so se sia merito di Pietro Scott Jovane, dello staff o della corporation, ma il nome mi piace, riporta a quel ruolo che aveva la prima Microsoft e che ha smarrito per inseguire i lidi delle grandi aziende, della PA, dell'estabilishment. Se 9 computer su 10 e una console di giochi su due mostrano il marchio Microsoft a milioni di utenti significherà che l'hanno scelta per qualcosa, no?
Microsoft ha abbandonato il termine innovazione perché ha puntato sulla rassicurazione: sistemi sicuri, partner che costruiscono applicazioni per qualsiasi cosa, prodotti funzionali, prodotti pratici, prodotti che fanno risparmiare tempo e denaro. Un'azienda che ha abbandonato la maglietta e che indossa la giacca e la cravatta.
Poi c'è la parola Campus che mi piace molto: moderna, decisa, che riguarda un modo di vivere.
Al contrario di social, Campus indica anch'essa un modo di stare insieme, di entrare in contatto, di dialogare, ma di farlo in modo fisico, non virtuale.
Quindi Campus, nella mia visione, vuole indicare un modo di apertura di quest'azienda, un percorso sommerso che ha iniziato qualche anno fa abbracciando l'interoperabilità e oggi, con l'adozione sempre più convinta di standard, porta questi concetti anche ai partner e a coloro che vogliono entrare in contatto con Microsoft.
Sono promesse importanti, quelle del nome della nuova sede, promesse che devono essere mantenute!
Detto questo, c'è un aspetto tecnologico che mi affascina.
L'azienda è completamente priva di server: tutto si trova nella nuvola di applicazioni di Microsoft: solo due server per migliaia di persone, presumo per controllare le presenze e la sicurezza e per un minimo di domotica.
Microsoft, quindi, avrà tra qualche giorno, l'azienda nella nuvola.
Questa è innovazione? Più di processo, se ci pensiamo, che tecnologica.
Un'azienda che non deve preoccuparsi "del cosa" ma si concentra "sul come", un'azienda in cui i confini delle scrivanie non esistono e dove lavorare in team non significa stare gomito a gomito con i componenti del team. La videoconferenza, i sistemi di comunicazioni unificati, i computer, avvicinano e al tempo stesso portano a separare fisicamente le persone, per stare più vicino ai clienti o per praticità lavorare da remoto a casa.
Microsoft, giustamente, cerca di portare agli estremi i concetti delle proprie soluzioni tecnologiche mostrandole proprio all'interno della sua azienda.
Vincerà questa sfida? Non posso dirlo e francamente non saprei come articolare una risposta sensata.
C'è una cosa che mi ha sempre affascinato dell'ICT italiana in questi ultimi anni e si chiama 73.
73 è il numero della linea di autobus che parte da Piazza San Babila, cinque minuti dal Duomo, e Linate, con una linea ogni tanto che prosegue a Segrate.
Ebbene, questa linea vede ai suoi estremi aziende leader in questo settore: Google e Apple da un lato, Microsoft, IBM e Symantec dall'altro. La cosa mi ha stuzzicato.
Microsoft, sebbene si sia spostata di poco, si è leggermente tolta da questa traiettoria.
Anche questo potrebbe essere letto come un segnale di cambiamento.

lunedì 13 giugno 2011

Il rapporto PA-servizi ICT dopo l'incidente "poste"

Poste Italiane ha dichiarato che i problemi all'infrastruttura ICT sono riconducibili a IBM.
Siccome la frase di Sarmi non lascia adito a dubbi, mi incuriosisce il fatto che Poste sia così certa che i problemi riguardino solo IBM.
Le mie perplessità sono semplicissime: a quanto mi risulta, IBM aveva sconsigliato una rapida migrazione (non ho fonti IBM, ma ho raccolto dei sentito dire piuttosto precisi) perché c'era il ragionevole dubbio che non tutto fosse a posto per reggere un grande carico di lavoro.
La seconda è altrettanto semplice: nei progetti non è coinvolta solo IBM, anche qui senza prova ma per dei semplici sentito dire, pare che anche HP sia in qualche modo coinvolta, tanto per fare un nome, poi partner vari e a vario titolo.
Terzo: se IBM fosse il "danno", potevamo aspettarci un'azione corposa verso BigBlue, soprattutto annunciandola alle associazioni dei consumatori, ma fino ad oggi non c'è traccia, vedremo al prossimo incontro del 17 giugno.
Considero molto seria la risposta di IBM in questi giorni, ossia, sistemiamo il problema e poi parliamone, che mi fa capire che IBM è parte del problema e che responsabilmente risponde direttamente.
Ma non è che qualcuno ha forzato la mano? Il vendor, il consulente e il partner ICT hanno una responsabilità diretta?
Il problema, che sembra banale, ci fa capire quanto oggi un'infrastruttura ICT sia complessa e tende a raggruppare competenze diverse con il coinvolgimento di aziende diverse.
Il peso della consulenza sta cambiando?
Ma, soprattutto, come cambierà il rapporto PA, servizi e aziende ICT dopo il disastro Poste Italiane?
Siamo di fronte a una svolta, sebbene non voluta, nei rapporti tra PA e aziende di servizi.
Piaccia o non piaccia, i rapporti con l'ICT per la PA non saranno mai più gli stessi.
Purtroppo, però, senza regole o regolamenti già scritti.

Samsung batte Nokia, che non è più la N.1

Questo trimestre rimarrà nella storia delle telecomunicazioni.
Samsung opera il sorpasso, a livello mondiale, di Nokia in un mercato, quello degli smartphone, inventato con il communicator.
Il gigante svedese, infatti, si è cristallizzato e continua a perdere quote di mercato in attesa degli smartphone con Windows Phone 7.
Ma gli smartphone contano così tanto? Ovviamente contano, ma non così tanto.
Nokia ha perso quote anche nella fascia bassa e intermedia, decidendo di non presentare modelli innovativi.
Soprattutto, a mio avviso, ha perso la battaglia dei touch, perché nella fascia entri non ce n'è uno.
Oltre alle prestazioni, il touch è un elemento richiesto dagli utenti.
Non essersi accorti di questa tendenza è un errore, a mio avviso, ben più grave del sistema operativo.
Nokia, comunque, ha tutte le risorse per riprendersi le quote. In fondo, non avevano cavalcato un'altro trend importante, il flip, e ciò non ha impattato sull'azienda. Ma per farlo, ora dovrà impegnarsi nella fascia 99-199 euro.
Qualche osservatore, leggevo qua e là, sostiene che Nokia sta perdendo anche perché il design dei prodotti è sempre stato un punto di debolezza. Forse sarà vero, ma la forza di Nokia è sempre stato il binomio resistenza/semplicità.
Su questo campo, può tranquillamente avere dei validi argomenti.
Nokia, insomma, cederà lo scettro, ma si prepara a combattere.

lunedì 6 giugno 2011

Senza finestre?

La prima dimostrazione pubblica di Windows 8 ha decisamente colpito la fantasia e l'attenzione degli utenti.
Oggi, intanto, Apple mostrerà certamente qualcosa di più vicino all'uscita nei negozi, ma nel frattempo Microsoft si è conquistata un posto al sole.
Quello che mi ha colpito, personalmente, non sono le prestazioni, non sapendo su quale macchina girava e se fosse mai stato praticata un'accelerazione al video, o semplici tagli per i tempi morti.
Mi ha colpito il fatto che non ci siano più le finestre (windows) e che Microsoft sposi completamente l'uso del linguaggio HTML5 per la programmazione e progettazione.
Per chi è stato per anni chiuso nel proprio guscio si tratta di un'innovazione significativa.
Adesso non resta che attendere che passi qualche mese per vedere qualcosa di più concreto, anche perché le voci parlano di una versione beta entro la fine dell'anno.
Ci credo poco, ma è bello crederci.
Prepariamoci, intanto, alle novità di Apple stasera e alla prossima uscita dei due sistemi operativi (iPhone e Mac), ma sta diventando complicato gestire due sistemi operativi differenti... anche Google se ne sta accorgendo, con ChromeOS che arranca mentre Android vola. E poi ci sono i sistemi per i server e per la nuvola. Ha senso avere tanti sistemi differenti?
Il futuro sarà di un solo sistema per tutti i dispositivi?
Linux, alla base dell'offerta di due competitor su tre, potrà avere la chance? E tutti gli altri resteranno a guardare? 

giovedì 2 giugno 2011

Windows 8, per i tablet e non solo

Microsoft ha rivelato Windows 8 per i tablet...
Qui un video ufficiale. In questo momento sono il contatore di Youtube segna 16 visualizzazioni...

Lo stile è quello di Windows Phone 7, con qualche miglioria evidente.

mercoledì 1 giugno 2011

Windows 8 e i tablet: le mie aspettative

Dato il fatto che in questi giorni sul web si vocifera di una versione dimostrativa di Windows 8 per i pad, provo a scrivere quello che spero di vedere.
1) la stessa esperienza d'uso, sia per i computer sia per i pad o tablet.
2) l'interfaccia touch deve essere sorprendente e incredibilmente semplice da usare.
3) uso di penna e dita, per prendere appunti precisi come su di un foglio e per toccare gli oggetti con le dita.
Queste, a mio avviso, devono essere le tre caratteristiche principali, senza le quali non c'è reale innovazione rispetto a sistemi operativi della concorrenza.
Poi molto dipenderà dal prezzo, come sempre

giovedì 26 maggio 2011

Google e i pagamenti NFC

Oggi Google presenterà il proprio sistema di pagamenti NFC da
cellulari. In pratica, avvicini il telefono a una basetta ed effettui
la transazione economica come un bancomat.
Ci sarà da riflettere, di certo ne parlerò nel numero di luglio di
Business Community (quello di giugno esce oggi), prendendo in esame
anche le carte di credito con chip come il sistema di MasterCard.
Questo è il futuro, ma è un futuro davvero molto, ma molto, presente.

mercoledì 25 maggio 2011

Il sapore di Mango

Microsoft ha messo sul piatto il proprio all-in sugli smartphone.
Ieri alla presentazione di Windows Phone 7 sono stati evidenziati
soprattutto gli studi effettuati sull'uso dei telefoni e sui
desiderata.
Nel frattempo, oltra a Nokia, si aggiungono tra i produttori anche
ZTE, Acer e Fujitsu, mostrando un po' i muscoli.
Si propongono apps interessanti, ma per la maggior parte dei casi
spesso rivisitazioni o comunque nomi di app già presenti per altri
telefoni, ma si strizza davvero l'occhio agli sviluppatori, che hanno
tempo, da qui all'autunno, per sbizzarrirsi con i nuovi tool già da
oggi disponibili.
500 migliorie, dicevo ieri, sono davvero tante, ma il lancio del nuovo
sistema ha un significato più grande: mai si sono mossi così tanti
"pezzi grossi" delle aziende produttrici.
Questo elemento ha un duplice significato: da una parte Microsoft sa
ancora attrarre, dall'altra che Microsoft sta investendo davvero
tanto.
Segnali, comunque, ottimi per tutta l'industria ICT.

martedì 24 maggio 2011

Microsoft e i cellulari: ci riprova?

A ottobre avevo indicato Windows Phone 7 come il sistema operativo più
promettente del mercato, per flessibilità e completezza, ma non era
certamente il sistema operativo perfetto.
Per altro, Microsoft ha fatto, a mio avviso, una serie di errori
clamorosi, dal taglia e incolla arrivato solo con l'aggiornamento fino
alla memoria che non si può rimuovere perché integrata nei modelli.
Piccole cose, se vogliamo, che però hanno pesato nel decretare il non
successo dei telefonini, rimasti in questi mesi alla finestra.
Certamente non è stato un fiasco, questo no, ma le quote di mercato
non sono decollate e, sia nei confronti degli iPhone sia nei confronti
di Android, Windows Phone 7 non si è dimostrata una piattaforma
realmente alternativa.
Microsoft ha commesso degli errori ma è pronta a riparare, presentando
la versione 7.5 che contiene, a detta di Steve Ballmer, 500 migliorie.
500?
E' evidente che se un'azienda dichiara un numero simile di novità
decreta la fine della versione precedente, questo è chiaro, per cui
non erano le fissazioni di qualche povero giornalista che, utilizzando
il telefono, trovava qualcosa che si poteva modificare!
Dall'altro lato, Microsoft si sta rendendo sempre più conto che
Windows Phone 7 è l'ultima chance per essere presenti nel mercato
degli smartphone e ci riprova, questa volta mostrando qualche muscolo
in più.
Se sarà suffciente oppure no dipenderà da tanti fattori (partner
telefonici e creatori di apps), ma mi pare di intuire che ora stiano
facendo le cose per bene, con meno improvvisazione del 2010.
Per bene significa che non si stanno dimenticando dei dettagli che
fanno la differenza.
Ma d'altronde, bastava mettere i cellulari nelle mani di qualche
italiano per capire cosa andava e cosa andava ritoccato.
Certo, pensare ai sistemi operativi per cellulare negli Stati Uniti e
basta non aiuta, basta vedere Blackberry come è rimasta al palo pur
avendo il mercato degli smartphone tra le mani.
E' altrettanto vero che Nokia, nonostante sia europea, si sia smarrita
per strada. Ma si è smarrita sulla via del profitto nei paesi
emergenti: tutto un altro film e per porre riparo, si lega mani e
piedi a Microsoft (qualcuno dice al collo viste le voci di
un'acquisizione).

giovedì 19 maggio 2011

Android 3.1

Presentato poco tempo fa, Android 3.1, la nuova versione di Honeycomb, sta interessando tutti quanti.
Sebbene le novità siano poche, per i pad Android si tratta di un passo in avanti sostanziale in termini di prestazioni e praticità, rendendoli più competitivi rispetto ad iPad.
Due le novità che mi hanno colpito: la velocità di rendering delle applicazioni web in flash, che rendono la navigazione internet del tutto comparabile a quella dei computer, e l'uso simile ai computer della porta USB.
In questo caso, per tastiere esterne non c'è mai stato problema, mentre qualche chiavetta di memoria non veniva riconosciuta. Ora, con Android 3.1, non ci sono più problemi.
Il primo pad a sfruttare la nuova versione è Xoom di Motorola, ma a breve anche Asus e Acer lo installeranno nei loro pad. A seguire, ovviamente anche gli altri, Samsung in testa.
Manca, invece, un vero supporto per gli sviluppatori, come sottolineato dal CEO di nVidia, azienda che costruisce i microprocessori che tutti questi prodotti montano.
Le apps, infatti, sono il vero tallone d'Achille di Android.

martedì 17 maggio 2011

Youtube ha (solo) 6 anni

Non tutti hanno la percezione di come internet sia giovane.
Youtube ha compiuto 6 anni, solo 6, a febbraio.
Eppure vede caricare sui propri server 35 ore di video al minuto, è diventata la piattaforma fondamentale per la musica, è il terzo sito più visitato al mondo (dietro Google e Facebook) ed è social, sia per la possibilità di commentare e condividere, sia per l'apertura verso il web. E' fruibile su ogni piattaforma, si possono caricare i video praticamente con ogni dispositivo elettronico.
Ma quanti anni ha Facebook?
Ogni tanto, quando pensiamo ad internet, è bene pensare alle origini, al futuro, ma soprattutto che tipo di percorso si è fatto tutti insieme.
Internet è un media giovane, molto pervasivo, che è arrivato in modo dirompente e si è diffuso con una velocità superiore a qualsiasi media del passato. Anche questo va tenuto presente.
La prima esplosione c'è stata negli anni 90, oggi è in corso una seconda esplosione che riguarda, da una parte, la mobilità e quindi internet in tasca, dall'altra la pervasività, ossia internet in ogni luogo e in ogni oggetto.
Non voglio quindi parlare di bolla speculativa che si sta prospettando all'orizzonte, voglio parlare di opportunità.
Internet ha cambiato le regole per il mercato della musica, ha cambiato le regole per il cinema (in qualsiasi caso, pirateria a parte, il noleggio è ormai digitale), ha cambiato le regole degli investimenti in Borsa, sta cambiando le regole dei libri, sta cambiando le regole del commercio, sta cambiando le regole della politica.
In una fase di cambiamento, ovviamente, si creano spazi interessanti.
Dove ci sono opportunità, ci sono molti approfittatori. Per le apps, per esempio, stiamo assistendo all'improvvisazione e alla scarsa professionalità, ovviamente a discapito dei clienti e degli utenti. E' solo un esempio, ma non ci si inventa sviluppatori di applicazioni in un giorno e non è leggendo un manuale che si impara.
Per altro, oggi esistono sistemi elettronici che permettono di acquistare forza lavoro distribuita pagandola il giusto (è un'asta) e che sanno fare il proprio mestiere. Non è una critica, è un dato di fatto. Eppure sembrano ancora i tempi in cui ti sviluppavi il sito in html e lo mettevi online.
Ho parlato delle apps, ma potrei parlare di chi offre siti a quasi gratis (o gratis) per poi venderti servizi inutili a prezzi spropositati.
Non è così che si fa il bene di internet.
Ci sono troppi angoli scoperti che lasciano spazio ad approfittatori.
C'è bisogno di divulgare ancora il web, ma mi pare si perdano sempre delle grandi occasioni.

lunedì 16 maggio 2011

Windows 7 in tasca

La diffusione dei tablet sta stuzzicando la fantasia di molti costruttori.
Ebbene, credo che questo Fujitsu sia un prodotto interessante, bisogna valutare poi quanto realmente funzionale e soprattutto la durata della batteria.

giovedì 12 maggio 2011

Google Chromebook

Ieri sera Google ha mostrato il ChromeBook, un computer che non è un computer come gli altri, ha bisogno di internet e tutto si trova nella nuvola.
Da metà giugno sarà in vendita, confezionato da Samsung.
Qui un video con traduzione, che spiega il concetto del prodotto e la filosofia d'uso.

mercoledì 11 maggio 2011

Qualche pensiero su Skype a Microsoft

Skype è una di quelle applicazioni trasversali che hanno cambiato il
modo di percepire i computer. Sebbene storicamente l'azienda non sia
mai riuscita a decollare dal punto di vista economico, è un servizio
che funziona e, soprattutto, funziona da computer e da smartphone.
Rappresente un risparmio consistente per l'utente per le chiamate e
nelle videochiamate è fenomenale, tra tutti i servizi è quello che
garantisce un minimo di qualità.
Perché Microsoft ha speso così tanto?
Perché Skype è un servizio ottimo a casa nei computer, perfetto nei
salotti con Kinect, ottimo sugli smartphone e ideale anche negli
uffici. Sono tutti ambiti in cui Microsoft punta ad avere una forte
presenza e quindi Skype è una naturale conseguenza.
Teniamo presente che Microsoft è anche una concessionaria di
pubblicità: le chiamate su Skype possono essere un veicolo fenomenale
per raggiungere oltre 600 milioni di clienti.
Da questo punto di vista, si potrebbe giudicare per Microsoft un vero affare.
Per quanto riguarda la paura dei clienti che possano abbandonare le
varie piattaforme per favorire Windows nelle sue declinazioni direi
che il pericolo, nel medio termine, non sussiste perché la pubblicità
sarà il driver di Microsoft e Skype.
E poi, Skype sulla nuvola di Windows fa un certo effetto dal punto di
vista della comunicazione.
Niklas Zennström, che ne penserà che nel frattempo sta investendo in
Last.fm e Technorati?

martedì 10 maggio 2011

Microsoft e Skype

Complice l'allergia, ho parecchio tempo di notte per approfondire
alcune tematiche.
Mi sono imbattuto in una notizia di Fortune su Microsoft e Skype.
La settimana scorsa Skype sembrava pronta per essere acquisita da
Facebook, con una valutazione di 3 miliardi di dollari.
Il problema per Facebook è la liquiditá, per cui Zuckerberg ha tentato
la strada della partnership.
Nel frattempo tutti gli altri colossi dell'ICT si sono mossi, tutti
tranne Microsoft.
L'azienda guidata da Ballmer si è mossa ieri, partecipando a
quest'asta virtuale, che però non vede protagonista eBay, "uscita
nelle precedenti puntate", sparando a quanto dicono i bene informati,
7 miliardi.
Ho fato un giro su twitter e facebook e, sebbene non ci siano
conferme, è evidente l'interesse strategico di Microsoft in un'area
ben presidiata come l'instant messaging.
Staremo a vedere. Nella giornata di oggi si dovrebbe concretizzare, o
meglio, palesare l'offerta.

venerdì 6 maggio 2011

PMI, ICT e fastidio italiota

Chi mi conosce sa quanto io abbia da sempre a cuore l'impiego dell'ICT
nelle aziende, senza scomodare le pubblicazioni.
Ciò che mi infastidisce, da sempre, è il voler approciare il
grandissimo comparto delle PMI in modo superficiale.
Ancora di più, mi infastidisce vedere operazioni prettamente
cosmetiche mimetizzate da operazioni di ampio respiro.
Oggi, vorrei parlare di lamiaimpresaonline.it, un'iniziativa di Pagine
Gialle, Google, Dada e Poste Italiane.
L'iniziativa permette di creare per un anno un sito internet gratuito
(Pagine Gialle) con tanto di dominio, programmare della pubblicità su
internet per farsi conoscere (Google), attivare i sistemi per aprire
un negozio virtuale e quindi entrare nel mondo del commercio
elettronico (Dada), infine spedire 5 pacchi con Poste Italiane. Tutto,
chiaramente, gratis.
L'iniziativa, nobile negli intenti, ricopre anche il ruolo di
abilitatore di servizi per un mondo, quello delle piccolissime
imprese, artigiani e professionisti, che è da sempre è restio al web.
Il problema, però, non è mai aprire un sito o attivarsi un servizio di
vendita online, quanto, piuttosto, mantenerlo, farlo crescere,
migliorare, progredire, imparare da quello che si fa.
Se sporcarsi le mani, come dico io, è necessario perché solo
dall'esperienza si possono trarre benefici in un campo innovativo,
dobbiamo anche dire che ormai internet non è più un'innovazione,
sebbene non sia nemmeno un canale maturo.
Al fianco di queste iniziative devono sorgere elementi di divulgazione
e apprendimento che possano abilitare la ricerca di nuove frontiere
per le aziende. E' chiaro che ci si può guadagnare aprendo un canale
web, ma davvero possiamo pensare che in questi anni queste imprese non
abbiano già provato e, in qualche modo, ne siano rimaste deluse?
Proviamo a riflettere sul tema: perchè un'impresa dovrebbe oggi
gettarsi in un progetto come quello di lamiaimpresaonline.it, che cosa
c'è di diverso rispetto alle esperienze passate?
Questo deve essere il punto comunicativo centrale: cosa offro di più.
Il gratis, francamente, non mi pare un incentivo sufficiente.
Ricordiamo che queste imprese che non sono su internet, nella maggior
parte dei casi, sono guidate direttamente dall'imprenditore e non
hanno risorse economiche sufficienti per demandare a professionisti.
Se l'imprenditore deve essere focalizzato sul business, ha il tempo
per dedicarsi al sito, sebbene semplice, costruito su
lamiaimpresaonline.it?
La chiave di volta, per l'ICT, per il cloud computing, per l'ecommerce
non è essere presenti o attirare clienti attraverso la pubblicità.
La chiave di volta è spiegare come fare per fare business vero online
dedicando un ritaglio di tempo, entrare in contatto con i clienti e,
come si dice adesso, dialogare.
Non basta il sito, non basta la pagina su facebook, non basta twitter.
Serve una strategia.
Lamiaimpresaonline.it è un punto di partenza, ma la cultura degli
imprenditori italiani mi porta a pensare che per molti sia un punto di
arrivo, per altro con una serie di aspettative esagerate.
Serve qualcosa di più.
Serviva nel 2005 quando nasceva .ICT & tech solutions al Sole 24 ore,
e serve ancora nel 2011 che quel giornale che parlava di tecnologia
senza spiegare cosa ci fosse "nelle scatole" non c'è più.
L'ICT continua troppo a parlarssi addosso, a coinvolgere CIO e
tecnici, ma è giunto il momento di coinvolgere tutti.
Davvero tutti.
Un esempio di questa mia sensazione? Il salone del mobile e il fuori
salone: si usa il computer per progettare, si usa troppo poco per
distribuire e farsi conoscere. Quanti siti italiani erano delle
vetrine superficiali e hanno accompagnato i prodotti esposti?
Fate un salto nei siti degli stranieri e vi renderete conto del gap.
Un gap tecnico, certamente, ma soprattutto culturale.
E' necessario cambiare marcia, di certo non fare delle agendine.

martedì 3 maggio 2011

Sony e 100milioni di utenti

Un dato varamente preoccupante: oltre ai dati degli utenti PSN (PlayStation Network), 77 milioni, altri 25milioni di utenti si sono visti rubare l'identità e sono gli iscritti al Sony Online Entertainment.
A questo punto, l'utente medio cosa deve pensare?
Hai voglia a raccontare che quando ti connetti devi verificare che la connessione sia sicura, https e vedere il lucchetto, perché se poi i dati vengono resi intelleggibili agli hacker tutto ciò non serve a niente.
Qualche osservatore notava che sembra quasi una pubblicità per PayPal, nel senso che anche se rubi l'account, puoi bloccare tutto.
In realtà, il furto del numero di carta di credito è relativo, nel senso che bastano pochi accorgimenti per evitare problemi. Il primo è semplice: non viene mai memorizzato il secure code, quello dietro la carta, per cui online difficilmente riusciranno a fare delle transazioni.
Il secondo è un sistema intelligente che molte banche offrono gratuitamente ai propri clienti: un sms ad ogni transazione. In quel caso, in tempo reale, potrete bloccare il pagamento.
Bastano piccole cose.
E soprattutto, non rispondete al richiamo del momento: Pippa Middleton.
Essendo l'argomento più cliccato, non cadete in tentazione (con Pippa e in generale con messaggi sospetti). Il motivo non è la vostra sicurezza in se, quanto il fatto che spesso questi richiami nascondo insidie per avere il controllo del computer o per infettarlo e usarlo per realizzare azioni criminali, come un attacco per scoprire dove sono conservati i dati degli utenti.
Mi raccomando, state attenti, ma al tempo stesso fidatevi dei servizi online se seguite le tre regole (https, secure code, sms).

lunedì 2 maggio 2011

Storie di un ordinario venerdì ad ... Aruba

Il 29 aprile restarà per sempre una data indelebile per questo blog. Il record di visite è stato talmente pazzesco che mi sono persino chiesto se i dati fossero reali.
Sappiamo, infatti, che Analytics ogni tanto sbaglia o non conta.
In passato ho avuto l'occasione di sfiorare i 40mila visitatori in un giorno, ed era il periodo in cui cavalcavo la libertà della rete.
L'assestamento è stato rapido, per giungere a 7mila lettori al giorno di media (4mila dal web, 3mila rss), indipendentemente che io scriva qualcosa oppure no.
Venerdì sono stato il primo a raccontare di Aruba, ma non ho, come nel mio stile, puntato il dito sul provider, bensì ho invitato a riflettere su come la nostra economia del web sia fondata su basi ancora molto fragili.
Non ho volutamente parlato del danno che mi stava arrecando il disservizio, perché avrebbe distolto l'attenzione: quel che mi interessava era riuscire, in qualche modo, a sensibilizzare sul "problema" cloud e far capire che "le sfighe" possono accadere, sempre e comunque, ma la differenza la fa la capacità di reagire.
Aruba, che il web ha condannato, ha reagito, sebbene non in modo tempestivo come ci si potrebbe attendere, ma ha messo online quasi tutto in 8-12 ore.
Adesso, passata la tempesta, chi opera sul web e chi vuole essere presente sul web, deve interrogarsi seriamente su questo fatto: 12 ore sono un tempo accettabile?
Dal mio punto di vista, e lo dico avendo un magazine che non è andato online nel giorno d'uscita, è tollerabile. Accettabili sarebbero state 4 ore.
Ma 12 ore in un anno sono un tempo sostenibile per un business online?
Dico questo perché credo che ognuno di noi abbia provato, sulla propria pelle, la mancanza di connessione internet non per qualche ora, ma per giorni, spesso per cause futili (saltato un router della centralina, un cavo spezzato, ...).
Qual è stata la sensazione?
Impotenza, chiaramente, mista a rabbia.
Ma per contratto, ogni provider internet ha 48 ore di tempo per ripristinare la connessione, sia aziendale o sia casalinga.
E' accettabile nel 2011 in un paese tra i grandi della terra?
Perché, se vogliono continuare a raccontarci la storiella che stiamo tra i paesi più ricchi, oggi non possiamo fare a meno del web. Papa Giovanni Paolo II, visto che in questi giorni non si parla d'altro, nel 2000 aveva una connessione web nelle proprie stanze: 11 anni fa!
Ma pensate che rispetto a 11 anni fa le cose siano molto diverse?
Dove sono le dorsali, dov'è la fibra, perché una Vodafone realizza un progetto per portare il web in 1000 comuni italiani?
Siamo indietro, e la nuvola, il cloud computing potrebbe essere un'opportunità.
Signor Tremonti, visto che non ha mai mangiato un bit, si chieda cosa pensa del web chi raccoglie la tassazione sui guadagni della Borsa, dove ogni transazione avviene in forma telematica (che parola dal suono antico!)?
Non mangerà bit, caro Tremonti, ma è evidente che i bit fanno mangiare tutti. Pensiamo, sempre per rimanere in ambito PA, alla sanità: non faranno mangiare i bit, ma di certo aiutano a tenere in vita e dare delle speranze alle persone.
Per concludere, parliamo di eProcurement e di quanti milioni di euro sono stato risparmiati (forse l'ordine di grandezza non sono nemmeno i milioni)?
Aruba ha dimostrato che il web è vulnerabile, ma dobbiamo imparare la lezione: nel scegliere il fornitore di servizi cosa dobbiamo chiedere come garanzia? Quali penali inserire?
Pensate per un attimo di avere il miglior provider, quello che garantisce il 99.999999% di uptime, ossia di presenza attiva in un anno, poi ci colleghiamo con una connessione che, in caso di guasto, fa intervenire i tecnici in 48 ore.
Avrebbe un senso?
Ricordo, a fini statistici, che l'1% di uptime corrisponde a 88 ore all'anno. Cioé, il concetto di "praticamente sempre online" si traduce in 88 ore di blocco all'anno. Non conta se siano di giorno, di notte, quando c'è bisogno o quando non si connette nessuno.
Pensateci, perché da questo dipenderà il futuro.
Il futuro di tutti, che si intenda, non solo della rete.