martedì 28 settembre 2010

Wordpress sui blog di Microsoft

Forse è la partnership più interessante per chi pubblica contenuti personali.
Windows Live Spaces, piattaforma online di Microsoft utilizzata da 30 milioni di utenti al mondo, potrà utilizzare la piattaforma WordPress, la più dinamica in ambito di pubblicazione dei blog (26 milioni sul web).
Una mossa importante, che avrà implicazioni significative per tutti coloro che creano contenuti ma anche sul grado di personalizzazione degli stessi e sull'integrazione delle piattaforme.
Da tenere sotto osservazione.

Blackberry punta sul PlayBook

Svelato il tablet di Rim: BlackBerry PlayBook.
Sono rimasto sorpreso dalla scelta dell'azienda nota per fornire soluzioni di mobilità per le imprese e incentrata sui servizi mail perché, in occasione del lancio di un prodotto, è riuscita a mettere a segno obiettivi di marketing strategici.
Il primo è il riposizionamento: chiamandosi con il verbo Play, l'azienda punta decisamente al mercato consumer, oggi ad appannaggio di altri brand.
Inoltre ha strizzato l'occhio ai giovani, presentando un prodotto innovativo. Utilizzando Book, invece, cerca di strizzare l'occhio a chi cerca qualcosa di più di un e-reader.
Allo stesso tempo, però, si è dimostrata attenta al proprio parco clienti: ha creato un professional tablet, multitasking, in cui è stata promessa un'esperienza di navigazione senza limiti, intendendo che supporta flash.
Il processore è un dual core da 1 GHz, ha una ram da 1GB ed è completo di tutte le uscite standard, mini USB, HDMI per il video (!), wi-fi, ...
Come il Galaxy Tab, ha uno schermo da 7 pollici e le misure sono leggermente più grandi, quindi meno "tascabile", anche se in tasca non ci sta, e rispetto all'iPad è un punto di debolezza. Come lo è il sistema operativo proprietario, che ha l'handicap di partire con poche applicazioni, anche se Adobe Mobile Air potrebbe fare da volano per il porting. Su Adobe, a questo punto, sarà utile tornarci in un post nei prossimi giorni.
Per ora non è previsto un modulo 3G, quindi di certo non telefona.
Punti di forza: compatibilità con Acrobat Reader e Acrobat Flash native e un browser basato su Webkit, quindi pronto per l'HTML5 e per i futuri sviluppi di internet.
Non si conosce il prezzo, ma del resto non si conosce nemmeno la data di uscita, annunciata nei primi mesi del 2011.

venerdì 24 settembre 2010

Questione di pollici

Ieri presentazione del Galaxy Tab di Samsung, in pompa magna e ne hanno ben donde.
C'è chi ha presentato padlet a gennaio e non è stato capace di farli, mentre Samsung si propone come il primo competitor credibile per Apple.
Detto questo, è evidente che i 7 pollici sono tanti per essere un cellulare e pochi per un tablet, tanto che Samsung si è lasciata sfuggire che ci saranno versioni con schermo più generose (non in Italia, ma sui blog).
Interesse da parte degli operatori presenti in sala, che giudicano il prodotto interessante, mentre l'idea di trasformarlo in in prodotto business mi pare, per il momento, un po' campata per aria.
Utilizzando Android, infatti, si ha il vantaggio di personalizzare facilmente l'ambiente, ma anche di poter trasportare le applicazioni su altri dispositivi... Quindi quando sento che il software per la lettura dei giornali è esclusivo penso subito ai sistemi di backup e alla condivisione internet e sorrido.
Non esiste, in Android, qualcosa che possa essere esclusivo, proprio perché è una piattaforma aperta.
In questo ambito, Samsung ha ancora della strada da fare, ma quella che ha percorso con il galaxy Tab non è per niente sbagliata.
In fondo, si tratta di affinare il prodotto e la strategia.
Magari, dato che ci siamo, anche il prezzo.

martedì 21 settembre 2010

Arriva Zune e i servizi

Zune è stato un prodotto praticamente esclusivo del mercato americano. Si tratta della risposta di Microsoft all'iPod, ma quello che a me interessa, in questo momento è parlare della risposta ad iTunes per la musica e i video.
Infatti, Microsoft sta aprendo Zune Service a livello internazionale, coinvolgendo anche il nostro paese.
Ovviamente sta preparandosi per il lancio di Windows Phone 7, che si integra perfettamente con Zune, ma anche per il futuro di Xbox 360.
Il servizio di ascolto illimitato della musica in streaming dovrebbe aggirarsi sui 10 euro (9.90), mentre per l'acquisto dei brani e il noleggio dei video le cifre dovrebbero essere quelle di mercato.
Per gli utenti la maggiore offerta sul mercato significa, solitamente, concorrenza e quindi prezzi più interessanti, ma in questo caso credo che sia tutto molto allineato.
Non c'è quindi, innovazione di prodotto, si punterà almeno sull'evoluzione dei servizi?
Ci auguriamo di sì.
Microsoft affila le armi, puntando sulle poche cose che sono rimaste: fedeltà dei programmatori e servizi rodati (posta e appunto Zune): la battaglia sarà rapida se il mercato non li premierà, lunghissima se Windows Phone 7 saprà ritagliarsi uno spazio.
 

lunedì 20 settembre 2010

La puntata di ieri sera di NetCafé

Ieri sera non ho visto la puntata di Netcafé (Telelombardia e T-Sat), ma vedendo la casella di mail deve essere andata particolarmente bene!
Infatti, ho una quantità di mail esagerata (e non sono le otto di lunedì mattina) e una richiesta fuori dall'ordinario di amicizie su Facebook (supererei il limite se accettassi tutti, ma, senza offesa, non lo farò).
Facebook con richieste simili va un po' in tilt, oppure mi segnalano come "spammatore", comunque arranca anche da mobile.
Tornando alla puntata, devo ammettere che parlare di argomenti come Apple iPhone 4 Vs Samsung Galaxy S, Smasung Galaxy Pad Vs Apple iPad, utilizzare l'iPad a scuola con il caso del liceo bergamasco, nonché di un navigatore Navigon che si utilizza con la sola voce o parlare del mercato de videogames, SuperMario e Mafia II, si attira l'attenzione anche del telespettatore occasionale.
Scommetto che ci sarà stata qualche imprecisione, ma è evidente che l'interesse verso la tecnologia è sempre molto alto nel nostro paese.
Non abbiamo parlato di gadget, ma di oggetti anche costosi, per cui non esattamente alla portata di tutti.
Eppure l'interesse c'è ed è crescente.
Interesse che non trova riscontro nei telegiornali e nei programmi classici di intrattenimento.
Il gossip farà anche audience, ma la tecnologia non solo tira, ma va fortissimo.
 
PS Mi sono preso insulti, per quel poco che ho letto, da utenti PC che mi danno del venduto ad Apple, di utenti Apple che mi danno del venduto ad Android, utenti Android che mi danno del dannato vecchio utente Windows. Tutto molto ecumenico!

venerdì 17 settembre 2010

Giornali, tecnologia e lettori

C'è molta agitazione da parte degli editori per la proposta di Apple di fornire i giornali online attraverso un abbonamento mensile e condivisione delle entrate pubblicitarie.
La corsa al primo posto virtuale è iniziata, creando apps ad hoc.
Mi mancano dei concetti: il primo è il modello di business che si scontra con quello attuale e le regole delle concessionarie sono destinate a cambiare (probabilmente in peggio per i lettori).
Il secondo concetto è altrettanto semplice: il lettore, in tutto questo, come viene considerato?
Anzi, viene preso minimamente in considerazione?

giovedì 16 settembre 2010

Questione di stile

La battaglia nell'elettronica di consumo è sempre aspra, oggi più che mai.
Ci siamo abituati alle pubblicità comparative, ma ora credo che si stia raggiungendo il fondo.
Mi riferisco precisamente a due fatti avvenuti nel mondo della telefonia cellulare negli ultimi giorni.
Prima alcuni dipendenti Microsoft celebrano "un funerale" ai concorrenti in concomitanza del rilascio della versione finale di Windows Phone 7.
Il secondo riguarda Nokia che a Londra ha mandato un kit di sopravvivenza ai giornalisti che si recavano ad un evento di HTC.
Premesso che la goliardia e il non prendersi troppo sul serio sono qualità che apprezzo, mi pare evidente che si sia passato il segno.
Non tanto per i gesti, innocenti e divertenti, quanto per lo scoprirsi nudi di fronte ai concorrenti.
Infatti, HTC e gli altri produttori si possono sentire onorati di tanta attenzione da parte dei concorrenti.
Perché chi compie tali gesti si pone, automaticamente, in una posizione di debolezza sul mercato nei confronti degli "avversari" che teme a tal punto da disturbarsi di occuparsene pubblicamente.
Passi per Microsoft che deve recuperate uno spazio, ma Nokia deve dire al mondo intero che ha paura di HTC?

martedì 14 settembre 2010

Tablet e sistemi operativi

Google ha affermato, qualche giorno fa, che Android non è la piattaforma ideale per i tablet e soprattutto il market place delle applicazioni non è appropriato.
Questa dichiarazione non credo abbia fatto piacere a chi sta realizzatto dei competitor di iPad muniti di Android, ma soprattutto, si sta creando un po' di confusione verso i consumatori.
Se l'iPad è un oggetto splendido ma imperfetto, nel senso che manca flash e il multitasking, c'è da riconoscere che Apple lo ha posizionato correttamente non come un netbook o un sostituto dei notebook (MacBook), quanto come un oggetto differente, a metà strada con l'iPod.
Il posizionamento dei "cloni" con Android mi pare semplicemente quello di andare a coprire un possibile mercato, non crearsene uno.
Anche Asus, che punterà anche su Windows 7 starter, non offre un vero netbook, sebbene ne abbia le potenzialità.
Al di là delle considerazioni di prezzo del prodotto finale (sul quale il sistema operativo incide), le aziende "PC" si sentono vulnerabili perché
Android è "povero" e Windows è troppo "ricco".
Molti chiedono che esca sul mercato una via di mezzo (Google ovviamente in testa, ma è parte interessata con il Chrome OS), ma forse, e interpreto una mia sensazione, gli utenti no.
Gli utenti vogliono il massimo, senza compromessi.

giovedì 9 settembre 2010

Instant answers

Non capisco come mai l'abbiano chiamato instant search, visto che fornisce risposte istantaneamente...
A parte il nome, sorprende la velocità con cui il motore di ricerca funziona (per il momento solo nella versione google.com).
Ora si scatenerà un'incredibile rincorsa ad accapparrarsi le parole chiave più corte per attirare il traffico, e questa è già una prima considerazione di come potrebbe cambiare il web.
In seconda battuta, le risposte automatiche diventano un formidabile strumento per distrarre gli utenti, quindi da una parte velocizzerebbero le ricerche, dall'altro finirebbero, a mio parere, per creare disturbo all'utente.
Ci si abituerà, è ovvio, ma questa di Google è un'innovazione di prodotto che è destinata a cambiare l'uso del web.

mercoledì 8 settembre 2010

Uno, 3D e centomila

3D è la parola d'ordine nell'elettronica di consumo.
Il cinema si è già accorto che siamo lontani da una qualità accettabile per produzioni non faraoniche.
Eppure non manca offerta sul volantino delle catene di elettronica che non "spara" una TV 3D, "svenduta" con un riproduttore blu-ray altrettanto 3D (se volete, parlerò anche del flop blu-ray).
Adesso ci mancavano i telefonini 3D, da usare possibilmente senza occhialini (altrimenti sarebbe una scemata: già perdo i telefoni, figuriamoci gli occhiali) per vedere filmati e giochi.
Ma stiamo parlando di schermi sotto i 4 pollici: ha un senso il 3D su video così piccoli?
Ci si interroga molto sul tema, ma è chiaro che sarà necessario trovare delle strade diverse.
Ultima considerazione sulle TV. Se un amico comprava un plasma e gli altri non ce l'avevano, invitava tutti a vedere un film. Lui se la tirava, ma godevano tutti di uno spettacolo.
Se un amico compra una TV 3D, non invita a casa nessuno.
Il motivo è semplice: non ha occhialini per tutti.
Se consideriamo che le innovazioni più significative per l'uomo riguardano la sfera sociale, la TV 3D come la collochiamo?

martedì 7 settembre 2010

Applichiamoci

Le applicazioni sono l'elemento nuovo nel panorama del web e dei contenuti.
La novità, chiaramente, è relativa.
Pare che tutto debba passare da un'applicazione apposita.
Vale per gli smartphone, ma pare valga anche per i computer futuri.
Non si deve fare un ragionamento di tanto al chilo, ossia tante applicazioni quindi piattaforma valida.
Per un momento, escludiamo dalla discussione Apple, perché ha un'applicazione per qualsiasi cosa e ha spostato la battaglia degli sviluppatori sulla qualità.
Ecco il punto, la qualità.
Ha senso avere applicazioni scadenti pur di avere massa critica?
Avere applicazioni scadenti avvantaggia o no la piattaforma?
Un fornitore di servizi ha dei vantaggi a creare un'applicazione scadente in termini di esperienza d'uso?
Risposte facili a domande apparentemente guidate. In realtà non prenderei in esame le applicazioni sconosciute, ma piuttosto versioni apps di servizi web abbondantemente affermati per fare qualche considerazione.
Cosa ci vuole a realizzare una versione customizzata di Twitter per iPhone o Android?
Eppure le versioni ufficiali sono uscite tardi, in fondo bastavano pochi giorni per mettere in piedi qualcosa, tanto è gratis.
Ecco, il tanto è gratis è il vero problema.
Se un'applicazione è gratuita (magari con la pubblicità) non significa scadente e non significa prendere in giro gli utenti.
Twitter, come Facebook, hanno atteso nel promuovere le proprie applicazioni per telefoni proprio perché pretendevano di fornire agli utenti degli strumenti potenti e utili.
Hanno puntato sulla qualità e sul design e non hanno buttato dentro cose a caso tanto per riempire lo spazio.
I vantaggi sono stati parecchi: altri sviluppatori si sono occupati di creare applicazioni basic, dalle quali hanno imparato molto, poi hanno avuto modo di concentrarsi sulle interfacce e, non ultimo, hanno avuto modo di testare i prodotti per il tempo necessario.
Un'applicazione clone del sito web, quindi, non ha senso.
Non ha senso, soprattutto, se è facile memorizzare i dati dei siti offline.
Quante sono le applicazioni su iTunes? Ma in realtà, quali sono quelle redditizie?
Il mercato comunque selezione in maniera naturale, e anche Apple sa che non è sul tanto al chilo che si vince la battaglia di una piattaforma.
La cosa divertente, poi, è che Apple adesso punta molto sui giochi, terreno su cui doveva trionfare n-gage di Nokia...
Forse non conta solo avere un'idea e una strategia: bisogna rimboccarsi le maniche e darci dentro.
Ora le apps arriveranno sui netbook: ma ne sentivamo la mancanza noi utenti?
Per chi ha vissuto l'epoca d'oro del freeware o dello shareware sembrerà di essere tornati all'età della pietra.
Ma soprattutto, siamo sicuri che gli utenti abbiano qualche vantaggio?
Non bastavano i programmi?

venerdì 3 settembre 2010

Il web è morto, e la carta pure?

C'è una nuova moda su internet: dare tutto per morto o comunque vecchio.
L'esperienza di un magazine atipico come Business Community mi ha portato a scontrarmi con tutti i malcostumi di internet.
Il sito ha una grafica vecchia, lo sfondo è vecchio, la ricerca e il SEO sono vecchi, non avere link è vecchio, non hai "tuitter" e sei morto (lo cito testuale come me lo hanno scritto!), non hai l'applicazione Facebook allora non ti vede nessuno, i video su YouTube sono vecchi, ma come, hai un blog!, ...
La più divertente è: non hai l'applicazione iPad, allora non sei un giornale!
Su quest'ultima mi soffermerò a breve, ma farei un discorso generale.
Nessuno, in un mondo che cambia rapidamente e repentinamente come internet, ha delle ricette in tasca che può cucinare all'infinito.
C'è chi si è specializzato in un campo, chi nell'altro e in fondo confeziona fette di una grande torta a cui si aggiungono costantemente delle altre fette.
Ma nessuna fetta mangia le altre, si affiancano, allungano le dimensioni per fare in modo che il volume possa variare, ma non ho ancora visto fette sparire (non è esatta come affermazione ma sorvolo per semplificare).
La comunicazione, soprattutto, deve tenere conto di un mix di "processi" che possano fare in modo di colpire il target lasciando i contenuti il più possibile disponibili, modificabili, importabili, ...
Se si perde di vista l'ABC si tende a farsi prendere la mano da tutto ciò che è nuovo, per altro destinando risorse onerose per essere per forza i primi.
La ricerca della next thing su internet è qualcosa di pazzesco e vorrei citare qualche caso: dalla mail al web, dal web al blog e a Second Life, da YouTube a Facebook, da Facebook a Twitter, da Twitter a FourSquare, da FourSquare a ..., dal web alle applicazioni, ...
Una ricorsa costante che dura da anni e che risulta essere onerosa se non pensata a tavolino.
Ha senso correre a seguire il trend quando è facilmente ipotizzabile di assecondarlo?
Non ha senso ignorarlo, ma nemmeno abbandonare tutto per salire sul carro nuovo.
Se si ha presente un progetto di comunicazione preciso, sia esso di brand o di prodotto (la differenza dov'è?), si tratta solo di cavalcare delle opportunità che oggi la rete ci mette a disposizione.
Ma la rete, altro malcostume, non è il mondo e non è il Media: si deve inserire in un contesto più ampio che va dalla carta stampata alle radio e alle TV.
Oggi c'è una grande corsa verso le applicazioni che riguarda la carta stampata ma anche radio e TV.
A parte il vantaggio limitato che ha nell'immediato (per altro se fornisco gratuitamente qualcosa che faccio pagare in altro modo non compio un'iniziativa lodevole verso i miei affezionati fruitori), l'operazione tende a fornire un enorme vantaggio ai concorrenti che possono avere le informazioni in tempo reale, quindi reagire di conseguenza molto rapidamente e limitare il vantaggio che può avere un determinato scoop.
Se nei quotidiani la cosa si avverte in maniera limitata, nel senso che la scansione delle notizie è dettata dai lanci d'agenzia e dal sommario del TG delle venti, nei periodici si crea un meccanismo di copia che diventa quasi omologazione (come quella dei quotidiani), in cui si finisce per parlarsi addosso.
In questo meccanismo, per fortuna non ancora sviluppato nel nostro paese, ma ci arriveremo in fretta, si finisce per omologare l'offerta delle varie aziende.
Ce ne accorgiamo già che la comunicazione delle imprese, senza prendere i grandi nomi, è volta a rispondere in maniera tattica all'offerta dei concorrenti, tanto che si rischia che la tattica prenda il sopravvento e trasformi la strategia complessiva: se un concorrente comunica un taglio di prezzi sulla passata verace, i concorrenti reagiscono, se fanno cartelloni tendono a copiarli, se vanno in TV ci vanno anche a loro.
Oggi le aziende, quando trattano la pubblicità, cercano di utilizzare tutti i media. La cosa spiazza le concessionarie che, sebbene abbiano da tempo al loro interno una divisione dedicata, non sono in grado di offrire un pacchetto credibile.
Il risultato: all'interno si spartiscono in modo diverso i budget strappati al cliente, finendo con faticare a far quadrare i conti.
La carta è morta, vanno ripetendo.
Ma allora non è un'abitudine del web, è diventato un trend!
Video killed the radio star, non vi dice niente?
Forse bisogna tornare, ogni tanto, a guardare la torta.
Se non la vediamo, riprendiamo in mano le regole base.
Aiuta molto a capire l'oggi e intravedere qualcosa domani.
Giungo, dopo questo sermone, al punto iPad: Business Community non solo è ottimizzato per la fruizione su iPad anche offline (ammesso che si sia aperto il sito), ma essendo gratuito non ha bisogno di un'applicazione altrettanto gratuita.
Infatti, basta aggiungere il bookmark sulla home: comparirà un'icona del sito ottimizzata per iPad o iPhone... quando lo mostri si stupiscono tutti!
Ma allora non morirai!
Tié!!!!!

giovedì 2 settembre 2010

Di tablet - pad e prezzi dei netbook

Se ieri avevo dedicato i pensieri ad Apple, dopo l'annuncio non vorrei tornare sull'argomento, ma Apple TV potrebbe fare la differenza negli USA.
Mi soffermerei invece su un altro tema caldo di questa fine estate: i tablet - pad.
L'iPad ha riscosso tanto successo ma, come direbbe Jobs, non è una hit, nel senso che non c'è una produzione tale da permettersi centinaia di migliaia di prodotti venduti ogni settimana.
Mi viene poi il sospetto che non vi sia realmente un mercato disposto ad acquistare i prodotti perché il prezzo è, oggettivamente alto.
All'Ifa di Berlino verranno presentati molti modelli di simil iPad, quasi tutti dotati di sistema operativo Android.
La potenza di calcolo, dei nuovi Atom (anche multi processore) e di Tegra 2 di nVidia, permette di iniziare a pensare a qualcosa di più impegnativo.
Il problema è il peso degli oggetti, che se si volessero sfruttare le potenzialità al massimo della tecnologia, supererebbe il chilogrammo.
Quindi, un po' tutti i costruttori sono scesi a compromessi e scegliere Android al posto di Windows 7 starter è già un esempio.
I netbook, così come li abbiamo conosciuti finora, tenderanno a sparire per lasciare il posto a computer più performanti, sempre in dimensioni compatte.
Il motivo, come per i tablet - pad, è il prezzo di vendita. Ma a differenza dei pad per cui si scelgono tecnologia per abbassare i prezzi, nei netbook si punta a sostenere i prezzi di 299 - 399 euro.
Realizzare un netbook a 99 euro o 149 euro è troppo brutto e non garantirebbe margini per produttore, distribuzione e rivenditore finale?
Sarebbe una manna per lo sviluppo di internet, a parte il fatto che è il sogno di Negroponte.
Oggi si può, o meglio si potrebbe.
 
PS A dire la verità c'è un'azienda italiana che vende un "netbook" con Windows CE per navigare su internet a 99 euro, solo che non l'ho mai visto nei negozi! 

mercoledì 1 settembre 2010

Dopo la pausa estiva... Apple

Quest'estate la connettività che avevo a disposizione mi ha permesso di latitare da questo blog ma, al tempo stesso, di rimanere informato.
Oggi inizierei a parlare dell'argomento del giorno, ossia della presunta novità Apple per la TV, probabilmente con un nome nuovo per Apple TV che non è mai piaciuto.
OK, ci sarà anche il nuovo iPod Touch, ma è sulla TV che mi interessa soffermarmi.
iTunes ha rivoluzionato il mondo della distribuzione musicale, Apple sta tentando di aprirsi una strada verso i libri elettronici ed è evidente l'interesse verso i film, ma soprattutto, le serie TV.
Tentare la scalata dei contenuti senza disporre di contenuti pare essere la chiave di Jobs, lavorando a tutto tondo.
La criticità dei contenuti digitali, ovviamente, è la pirateria, che permette di vedere un film o un telefilm praticamente in tempo reale rispetto all'uscita, con addirittura un proliferare di servizi di sottotitolazione per i contenuti non ancora presenti sul mercato locale.
Tentare di avvicinare quel business che vale svariati miliardi di dollari e comunque molto più dell'industria discografica, non è una cosa semplice.
Prima di tutto c'è la diffidenza, poi gli investimenti che tutto ciò richiede.
Il cinema sembrava aver trovato nuova linfa con il 3D, ma l'interesse degli spettatori si sta sopendo a causa di produzioni non certamente all'altezza del sovrapprezzo del biglietto.
Le TV via cavo, negli USA, sono giunte a saturazione e il noleggio sta sparendo.
Chi ha tentato la strada dell'online ha avuto successi a singhiozzo, tanto che Hulu e Netflix si trovano a rivedere costantemente il business model.
Internet nella TV, ultima frontiera dell'elettronica di consumo, non ha ancora raggiunto dati significativi e si tratta, in buona sostanza, della duplicazione di applicazioni che si trovano nei vari cellulari che abbiamo sempre con noi, quindi il valore aggiunto è limitato.
I media center non hanno mai riscosso successo e, soprattutto, interesse da parte degli utenti, nonostante oggi un computer si colleghi in modo semplice alla TV.
Apple TV, nella prima edizione, non ha ricevuto consensi da parte della critica e da parte degli utenti, quindi è ovvio che ci sia grande interesse per un annuncio che possa rilanciare un prodotto e un'idea.
Il problema principale è che sarà un prodotto destinato solo al mercato americano.
Insomma, tanto rumore per nulla?
Non credo: se la nuova strada aperta da Apple avrà le gambe, è pensabile che possano esserci cambiamenti anche presso i concorrenti, nonché la discesa in campo più ampia di Apple (difficile per l'Italia in tempi brevi).
Nell'elettronica di consumo si avverte il bisogno di nuove soluzioni: non ha senso inserire la internet TV nei riproduttori blu-Ray, aveva senso metterci un browser solido, per esempio.
E quanto la Apple TV potrà disturbare la diffusione delle console di giochi, già presenti nei salotti e già abilitate al consumo di contenuti digitali?
La vera sfida per Apple è proprio vincere nei confronti delle console, mentre Sony e Microsoft (ma anche Nintendo) dovranno vincere la sfida con i nuovi prodotti.
Insomma, l'annuncio di Apple oggi potrebbe non riguardarci, ma influenzerà il salotto dei prossimi anni.
In qualsiasi caso.