martedì 22 settembre 2009

La censura automatica e la libertà di stampa

Chi segue un po' di blogger statunitensi si sarà già accorto di come negli USA ci sia una vera e propria rivolta in nome dell'informazione libera.
Anche da noi, qualche giornale si è occupato di Mister Obama e della sua proposta si sostenere con il denaro pubblico la stampa.
Un fatto nuovo per loro, abituale per noi.
Infatti, giusto per ricordarlo brevemente, i quotidiani italiani ricevono lauti finanziamenti statali per fare il proprio lavoro, senza che nessuno si scandalizzi o si preoccupi se siano spesi bene o no, se sono meritati o no, se criticano correttamente o no l'operato del governo e dell'opposizione.
Nelgi USA invece c'è una rivolta, prima di tutto perché Mister Obama si dice sia stato eletto anche grazie all'opera di convinzione svolta da alcuni blogger, ma soprattutto perché se lo stato finanzia i giornali si finisce con il mettere in pericolo la libertà d'opinione.
Un problema serio, soprattutto in una fase in cui la rete sta prendendo grande spazio e i giornali tradizionali faticano a reggersi in piedi.
Se ne discute molto, mentre noi stiamo qui a parlare di sciocchezze.
Per esempio, giusto per spiegare una grande differenza tra noi e loro, è stata l'esposizione mediatica di Mister Obama nell'ultima settimana: se il Signor Berlusconi fosse stato ospite di UnoMattina, Mattino 5, Porta a Porta, Matrix, telegiornali vari, Niente di Personali, Iceberg, Domenica 5, Quelli che il calcio e Zelig avremmo avuto un fuoco da parte dell'opposizione senza precedenti.
Là nulla, lui spiega il suo operato e le camere applaudono, pur contestando decisamente la svolta nella gestione della sanità pubbblica.
Quindi, per chiudere, è un problema di giornalismo o di civiltà?
Non voglio metterla sulla politica, ma trovo che ci siano limitazioni alla nostra libertà in rete veramente mostruose di cui non ci si occupa mai abbastanza.
Per fortuna non sono ancora mai stato censurato da facebook, ma quotidianamente mi giungono messaggi di amici che vengono cancellati dal servizio perché o troppo attivi o per il fatto che inseriscono troppo materiale, spesso prodotto da loro stessi!
Altri hanno lo stesso problema con youtube.
Per esempio, anch'io mi sono visto contestare un video, estrapolato da una presentazione di Netcafé, perché cito nel titolo Guitar Hero 5, marchio appartenente ad Activision.
In pratica, i sistemi automatici hanno individuato un uso che potrebbe essere improprio del marchio e contestano l'uso che io faccio del video.
Ma ci rendiamo conto che Google, padrona di Youtube, preferisce contestare l'uso di un video di un utente per non avere un contenzioso con una marca, o peggio, per vendergli questo genere di servizio?
Questa censura a priori, mascherata da protezione di un marchio e del diritto d'autore, può generare problemi sempre maggiori.
Ma soprattutto, vedo che questop genere di servizio viene venduto a chi è proprietario del marchio-prodotto-idea, perché anche nella musica è così, con uno spider che "ascolta" la musica.
Siamo sicuri che vogliamo che internet sia così?
E' una battaglia di civiltà?
Lascio qui il video incriminato.

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