giovedì 26 febbraio 2009

Idioti

Ci sono degli idioti che scrivono su internet mentre altri lavorano.
RyanAir è diventata improvvisamente l'azienda-caso di comunicazione del web 2.0.
Perchè il blogger è, in qualsiasi caso, un cliente.
Ignorare la potenza del web oggi è veramente ridicolo! Anzi, da idioti.

mercoledì 25 febbraio 2009

Gmail e il futuro

Chi mi conosce bene sa che io uso Gmail come unica casella di posta indipendentemente dalle mie attività.
Pratica, capiente, comoda perchè da sempre permette la preview degli allegati, devo ammettere che fino a gennaio non mi ha mai procurato problemi.
In realtà quelli di Google stanno lavorando tantissimo sul prodotto Gmail e le cose si sono intensificate negli ultimi tempi: introduzione dei temi, più caselle, filtri,...
Credo che tutto questo insieme di attività volte alla conquista di nuovi clienti e fermare l'emorragia dei vecchi abbia mandato in crisi il sistema e le conseguenze le abbiamo viste.
Ieri Gmail è stata irraggiungibile per oltre due ore, qualche tempo fa Google era impazzito e segnalava tutti i siti come possibili "pericoli" per la navigazione.
Non voglio fare un processo sommario, ma è evidente che il cloud computing porta con se questo rischio. Puó un'azienda, una PA o una scuola affidare a terzi un servizio e assumersi tali rischi?
Fino a gennaio avrei detto certamente di sì, oggi inizio a pensarci su, anche perchè servono garanzie sul servizio.
Siamo solo agli inizi del cloud computing, altri player stanno entrando nell'arena, non ultima Microsoft con i suoi se e i suoi ma: stiamo attenti.

lunedì 23 febbraio 2009

Provocazione mobile

Siccome sono stato attaccato ripetutamente per il fatto che Windows Mobile sia da me considerata come la miglior piattaforma per i cellulari, faccio qualche consoderazine in più.
Il consumatore medio, quando acquista un cellulare, chiede che sistema operativo monta? No.
Se date in mano un Omnia a chiunque, si chiede se è windows o se funziona.
In azienda, acquistare un cellulare con windows mobile è un plus oppure no? Microsoft ne ha tratto vantaggio a livello di brand? Siamo sicuri che gli utenti vogliano windows mobile o che gli utenti preferiscano le interfacce 3D proposte dai vari vendor?

venerdì 20 febbraio 2009

Oncora sul mobile

Il mio post di ieri ha riscosso successo ed è stato riportato e citato da più parti.
Non dicevo niente di così nuovo, facevo qualche piccola considerazione.
Molti se la sono presa per il fatto che non considero Symbian un sistema operativo del futuro, altri per il fatto che non ho dato il giusto spazio a Palm.
Premesso che Symbian è il sistema operativo del presente, è evidente che sta dando segnid i stanchezza e deve essee rirnnovato.
Se da una parte Microsoft ha cercato di trasformare un sistema operativo nato per il business come Windows CE in un qualcosa di più adatto al mercato consumer, la differenza è stata fatta dalle interfacce grafiche che sono montate sui dispositivi Windows.
Credo che, non penso proprio di sbagliarmi, buona parte del successo dei cellulari con Windows Mobile sia dovuto ad HTC, che farà oltre il 70% delle vendite da sola.
Quest'azienda crede molto in Microsoft, ma non l'ha sposata e infatti produce il primo cellulare funzionante con Android e ne sta preparando il secondo.
Cosa significa? Semplicemente che è un mercato ancora aperto, in cui c'è spazio per molte nicchie e ci sono moltissime opportunità.
Quello che mi aspettavo, francamente, era un prodotto che potesse competere davvero con l'iPhone per navigazione e multimedialità, ma che fosse anche un telefonino serio.
Ripeto, è passato tanto tempo, ma ancora non c'è una risposta completa. Io uso il Diamond per telefonare e la multimedialità/navigazione, e il Blackberry Bold per la posta e i documenti. Sarebbe l'ideale avere un unico terminale per tutto. Mia moglie che di problemi con la posta in movimento ne ha meno di me, aveva optato per il Palm v500 a 99 euro di Vodafone e fa tutto. Io prima avevo il Samsung i600 sempre in tasca. Adesso ne ho due e li ho da troppo tempo. Ma non vedo all'orizzonte un prodotto interessante in grado di sostituirli entrambi, se non le nuove edizioni... Strano, no?

giovedì 19 febbraio 2009

Multi touch

A Barcellona si è consumato un rito pagano: la più importante fiera dei dispositivi mobili.
Che cosa rimane? Una incredibile serie di annunci di prodotti sostanzialmente tutti molto simili, potenti, che puntano alla rete più che al telefono e sui servizi.
Provo, in poche righe, a fare una piccola analisi della situazione.
Partiamo dai colossi.
Nokia ha estratto dal cilindro un cellulare consumer perché avrebbe fatto una brutta fine, curando, a mio avviso bene ma tardivamente, il mercato business. Addetti ai lavori sorprese del cellulare a 8 MegaPixel, sbucato in fretta e furia ma che, secondo me, seguiva una precisa guida mediatica.
Samsung ha presentato ottimi cellulari ma, probabilmente, manca un po' di mordente.
LG e Sony Ericsson mi sembrano quelli sempre un po' di rincorsa, mai protagonisti, qualche guizzo ma mai un colpo di teatro.
HTC ha sorpreso, sebbene le novità fossero nell'aria, soprattutto con il Magic 2 che sembra un prodotto azzeccato e può mostrare le potenzialità di Android.
Microsoft ha fatto vedere qualcosa, ma più che altro ha cercato di sfoderare i muscoli grazie al fatto che è un sistema operativo solido.
Blackberry ha fatto la comparsata, nel senso che non ha voluto mischiare le carte e si gode questo momento magico in tutta serenità e consapevolezza.
Apple grande assente.
Eppure nessuno ha portato un multi touch di livello, una navigazione web significativa, tanti software già pronti.
I numeri probabilmente non stanno dalla parte di Apple e chi scrive non è certo un estimatore delliPhone, ma direi che l'industria non ha compreso, a distanza di tanto tempo, i motivi di interesse per questo prodotto da parte dei consumatori.
Lascio un video per spiegare le potenzialità dell'iPhone... parla da solo.

martedì 17 febbraio 2009

I telefoni di Acer

Acer rientra nel mercato dei palmari. Non sono tantissimi quelli che si ricordano i modelli precedenti. La scelta dell'azienda è cercare di coprire un terreno che è ancora vagamente libero, ossia quello del suo canale di rivenditori.
Non si presenta con un solo modello, ma ne annuncia 8, une dei quali con doppia Sim per distinguere i numeri privati da quelli di lavoro.
Barcellona in questi giorni è al centro delle attività per il mercato mobile e c'è un grandissimo fermento, se non altro perché è uno dei pochi settori in cui la crisi è meno evidente.
Sebbene io sia un grande sostenitore del "mobile", devo dire anche che non vedo però delle novità ecclatanti, nel senso che qualcosa c'è, ma molto spesso si tratta di variazioni sul tema.
In questo momento mi sento più attratto da Windows Mobile 6.5 rispetto ad Android, e non credo che tutto ciò che è tuoch sia ben fatto.
I nuovi cellulari dagli schermi generosi sono certamente belli, ma probabilmente eccessivi. 
Trovo invece molto interessanti i servizi che puntano all'uso di diverse tecnologia per creare un mesh up interessante, come il GPS che non si lega più solo alle foto o il social network in salsa mobile.
Ma sono molto curioso di vedere gli sviluppi della nuova avventura di Palm, decisamente affascinante, e anche di come i contenuti flash finiranno nel cellulare.
E Apple, momentaneamente sta alla finestra, ma è certamente pronta a cogliere le occasioni migliori.

lunedì 16 febbraio 2009

Confusi

Molti amici mi scrivono parlandomi di Tamtamy.com.
Il sito non funziona, o meglio, ha dei grossi malfunzionamenti. Il più singolare è il fatto che una volta creata la community, gli amici fanno fatica a diventarne autori.
Il progetto è di Reply, quindi italiano. 
Non ho una risposta, ovviamente, alla domanda dei miei amici se non rimandare a Replay per le informazioni.
Mi pare evidente che le persone sul web, anche mediamente preparate, siano molto confuse di fronte ai social network e molti, troppi, cerchino di "ciurlare nel manico".

La settimana dei servizi mobili

Si apre a Barcellona la più importante fiera sulle tecnologie mobili.
Il fatto rilevante è che quest'anno tutto è incentrato sui servizi, non sui prodotti in se.
E' curioso che tutti adesso scimmiottino Apple per il marketplace delle applicazioni e che tutti quanti puntino a inseguire una chimera chiamata servizi e non siano più concentrati a realizzare modelli intelligenti.
Un mercato che si trova ad un bivio, perché il cellulare è oggi il prodotto per informarsi sul web e per molti il web in tasca e in futuro sarà sempre più così. I servizi, quindi, diventano importanti.
Ma sono ancora più importanti per operatori e produttori perché sentono sfuggire un business e un controllo dalle loro mani. Questa è la preoccupazione principale, e anche il vantaggio di Apple e Microsoft, che non a caso manda Steve Ballmer in persona a parlarne. Ma anche, se non soprattutto, di Google.
Se guardiamo i dati, gli sxploit di vendita sono avvenuti da parte di aziende che prima in questo mercato non c'erano (Apple e HTC), perché hanno innovato nei prodotti e, di conseguenza, nei servizi che questi cellulari offrono.
Ma tutti gli altri player sembravano non accorgersene fino a ieri...

domenica 15 febbraio 2009

Recite e streaming

Periodo interessante. La settimana entrante sarà all'insegna del mobile, dato l'evento di Barcellona.
Tra i servizi che verranno annunciati merita una menzione recite.microsoft.com, per registrarsi le note con la voce e un sistema intelligente per la ricerca.
Sul lato streaming, interessante il canale di facebook per l'all star game di basket, ma anche lo spargersi della voce della serie A in streaming. É pirateria, ovviamente, ma sta dilagando a velocità "warp", come era accaduto per le card pirata di Telepiù: non credo possa durare.

venerdì 13 febbraio 2009

Cuba libre

Non so. Leggo che a Cuba considerano Windows un problema per la sicurezza e puntano su una versione customizzata di Linux.
Si possono dire tante cose su Windows, ma questa è una delle più divertenti e credo che la metterò in repertorio.
Linux è meglio di Windows solo perché è Open Source?
La libertà passa attraverso i sistemi operativi o sulle informazioni che sono reperibili nei server?
E le informazioni, se lasciate libere, possono essere nocive? La libertà spaventa se è diversa dal concetto di libertà che abbiamo noi stessi o il gruppo dirigente di un paese?
Quella che stiamo attraversando è una fase importante per delineare quale potrà essere il futuro della libertà.
C'è chi si è battuto per la libertà di popoli, che canta inni, che parla di carte fondamentali, ma dimentica, o meglio, non vuole vedere quello che è sotto gli occhi di tutti.
Quando mi si chiede che cosa penso di Wikipedia io rispondo sempre allo stesso modo (anche ieri durante la registrazione di Netcafé): credo molto nel sistema di autoregolamentazione di internet, perché cosa ci può essere di meglio di correggersi vicendevolmente? Significa dialogare, significa conoscersi e comprendere le posizioni.
E vedere che cosa si è detto e cosa si è corretto: non è un fatto banale, è un fatto di grandissima civiltà.

mercoledì 11 febbraio 2009

Un anno di Mclips e non sentirlo

Avevo in mente di fare un post su un anno di Mclips.it, il blog di
Microsoft Italia, ma alla fine non l'ho fatto.
Scientemente.
Nel senso che volevo vedere che cosa si diceva in giro, che cosa
avevano notato in quest'anno gli altri, blogger e giornalisti.
Ho visto poco, ma probabilmente è una mia pecca: il tempo a
disposizione è quello che è.
Mclips, dal mio punto di vista, è una grande idea un po' incompiuta,
nel senso che forse manca una vera e propria missione nei post.
Certo, la libertà totale lasciata a chi ha voglia di mettersi in gioco
è un bellissimo aspetto di Mclips, forse è in questo senso un esempio
per chi fa social media in Italia per le imprese, ma mi sembra ancora
un luogo troppo "ingessato".
I post sono sempre lunghetti, sebbene mediamente interessanti, e
parlano principalmente di due cose: Microsoft e i propri eventi.
Credo che un'azienda sia fatta anche di altre cose, di stati d'animo,
di idee e di voglia di fare.
Microsoft non sarebbe nulla in Italia se non avesse i partner, ma
credo che i partner trovino Mclips un po' vuoto, poco stimolate.
Mclips non ha quasi mai lanciato un sasso nello stagno, ma ha quasi
sempre cercato di spiegare lo stagno com'è, visto anche da dentro
(oddio, uno stagno e Microsoft non è proprio un paragone azzeccato!).
Non è, a mio avviso, un punto d'incontro.
Ecco, questo è quanto possa augurare a un progetto come Mclips:
diventare un punto di incontro, uno scambio di idee, magari di
confronto.
Il buon lavoro l'ho già detto di persona a Carlo Rossanigo, non lo
devo ripetere, ma vorrei che da Mclips saltasse fuori un po' di sana
discussione per il panorama IT italiano.
Mi piacerebbe che qualche notizia arrivasse sui blog e sui siti, anche
sui giornali, partendo da lì.
Sarebbe un bel segnale per le aziende e, perché no, per il nostro
paese che, lo dico troppo spesso, non è messo malissimo come vogliamo,
tutti quanti, pensare e credere.

martedì 10 febbraio 2009

Confusione

C'è un po' di confusione intorno all'ICt in questo periodo.
Prima di tutto i sono tante aziende, troppe, che sentono odore di crisi e quindi il sistema, già di natura instabile, vacilla.
Francamente mi pare difficile dire, in questo momento, se anche in questo comparto si avvertiranno grandi problemi, quel che è certo è l'arresto degli investimenti in due segmenti fondamentali: automotive e bancario.
Si tratta di due "traini" per gli investimenti ICT da sempre.
Ma c'è anche da fare una piccola considerazione.
Le banche, le assicurazioni, le società di analisi e di investimento sono le aziende che hanno, in questi anni, tratto il maggiore vantaggio dall'uso della tecnologia.
Ma la tecnologia ha anche permesso la creazione di opportunità di ingegneria finanziaria allargata, ossia uscita dai centri studiodi poche banche, che ha portato la finanza mondiale allo stato attuale.
Quindi, potenzialmente, la tecnologia può rappresentare un male.
il problema, lo dico sempre, non è la tecnologia, ma l'uso che ne facciamo noi della tecnologia.
Se invece di utilizzare la potenza di calcolo per predire risultati e produrre meglio viene utilizzata per simulazioni finanziarie, non è certo colpa di chi produce questi software.
C'è bisognodi ridare fiducia nella tecnologia, nell'uso consapevole e migliore, di come le cose possano cambiare in meglio.
Ma chi farà il primo passo?

lunedì 9 febbraio 2009

Rai.tv

Un sacco di persone, ma anche di amici, mi segnalano di vedere il sito Rai.tv totalmente rifatto.
Mi si segnala che è un posto più razionale dove rivedere i programmi, filmati e quant'altro.
Francamente non trovo niente di straordinario, se non il fatto che i filmati sono in formato Microsoft Silverlight e non sono quindi fruibili da dispositivi mobili in nessun modo.
Speriamo che da Barcellona, alla prossima megafiera sul "mobail" ci siano novità su silverlight e cellulari, altrimenti la Rai ha sbattuto via, per l'ennesima volta, dei soldi che diamo noi (30 centesimi al giorno), per poi guardare altri canali.
Il canone rimane sempre una tassa odiosa.

venerdì 6 febbraio 2009

Libri

Ho notato che c'è molto interesse sui libri e il web, libri e Facebook, libri e IBS (aNobii).
Segnalo cosa sta facendo Google per i libri sui cellulari (una vera killer application, secondo me).
Andate, se volete, a questo link.
Mi sembra un segnale chiaro e piuttosto interessante della fine che potrebbero fare i libri digitalizzati da Google.
Un bel segnale.

le Inbox (Posta in arrivo) di GMail

Tra le novità che Google sta sfornando su GMail, quella dell'interfaccia che può mostrare più Inbox, o tradotto in italiano Posta in arrivo, mi pare la più insensata.
Nel senso che il vantaggio di GMail è sempre stata la pulizia dell'interfaccia, forse anche troppo scarna.
Inseguire Outlook mi sembra una sciocchezza, anche perché HotMail dal punto di vista dell'interfaccia decisamente ha qualcosa da insegnare, restando su un'interfaccia comunque semplice.
Eppure Google punta a questo genere di iniziative piuttosto che scegliere di impreziosire il servizio con qualcosa di più concreto.
Tanto rumore per nulla?
Non credo.
Google è in grande fermento in questo periodo, e comunica come mai nella sua storia una serie di novità e servizi nuovi, vecchi, aggiornati, utili o dannosi che siano.
L'azienda, quindi, è in una fase strana: tanto successo ma anche tanta paura per questa crisi che la costringe ad agitarsi parecchio.
A mio avviso un po' troppo.
Il link alla notizia qui.
 

mercoledì 4 febbraio 2009

Sull'hi-tech

Si parla di tecnologia sempre a sproposito. Repubblica.it, nella home, parla do Nokya, avete letto bene, Nokia l'hanno scritta con la "y". Capita. Certo che capita.
Curioso che capiti a uno dei brand più conosciuti al mondo.
L'errore è veniale, corretto in pochi minuti. Ma è il modo con cui i giornali parlano del mondo della tecnologia che mi spaventa. E non solo i giornali, perché web e TV non scherzano.
Questo voler spettacolarizzare tutto, cercare la novità più novità, cose che non sono nemmeno presenti nei negozi, questa sete di sapere che non significa minimamente conoscere... questo mi preoccupa.
Perché la tecnologia non è quella delle fiere, non è quella presentata a un evento, ma quella che possiamo toccare con mano tutti i giorni e quello che noi riusciamo a fare della tecnologia.
Avere una bella Ferrari fiammante e poi usarla per la città non è disporre della migliore tecnologia, solo di possederla. Sembra una differenza da poco, ma è sostanziale.
In questo periodo faccio sempre un esempio lampante di come la tecnologia che abbiamo in tasca venga sfruttata poco, per non dire nulla.
Quanti dispongono di un telefonino abilitato per la ricezione della TV digitale, un TV fonino, possono vedere La 3, Rai1, Rai2, Mediaset e Boing anche se non è un utente 3.
Curioso che chi ha questi utenti hanno in tasca un prodotto interessante per il tempo libero non lo usi minimamente...
Non venitemi a raccontare che la TV è morta o cose di questo tipo: non è l'argomento del contendere.
Ho fatto fare la prova ieri sera a quattro ignare persone che confessavano di non aver usato mai la TV sul cellulare, se non nel primo mese per scarsità di offerta. Due avevano come operatore Vodafone, uno Tim e uno UnoMobile (cavoli, nessuno 3 che ha fatto della TV il cavallo di battaglia?). 
Sono rimasti sorpresi.
E' un problema di comunicazione? E' un problema di troppa offerta di tecnologie rispetto alla domanda?
Non è facile fornire una risposta completa a questo genere di domanda perché i parametri di cui tenere conto sono tantissimi.
Eppure c'è bisogno di tecnologia, sia per la nostra vita di tutti i giorni sia in azienda. Esiste tecnologia buona e tecnologia cattiva? Certo, ma la distinzione è sottile. Perché per realizzare una presentazione usando male un software potentissimo produce lo stesso risultato e richiede il medesimo tempo di una realizzata con un software scarno.
Questo è solo un esempio, chiaro, ma potremmo parlare di qualsiasi cosa, dal CRM al gestionale... E' l'uso che fa la differenza.
Se siamo in grado di sfruttare il prodotto tecnologico otterremo di più e, conseguentemente, lo adatteremo sempre meglio alle nostre esigenze. 
Windows Vista è stato un flop: Microsoft ci farà usare Vista corretto chiamandolo Windows 7. E ci convincerà. Il trucco: è più semplice e più utile. Vista complicava le cose per chi arrivava da XP, che per me è probabilmente il miglior sistema operativo di sempre, ovviamente parametrato sull'uso e gli sviluppi tecnologici.
Vista sembrava arcaico, lento, graficamente impeccabile ma che perdeva il confronto con Tiger o Ubuntu. Eppure, se ci pensiamo bene, quando lavoriamo o usiamo il PC per divertirci, conta molto il sistema operativo?
Sono buono: un 10%.
Ebbene, eppure siamo portati a pensarla diversamente. Ma è un problema filosofico, che riguarda gli addetti ai lavori, i tecnici. Per tutti gli altri quel che conta è avere qualcosa che funzioni.
La tecnologia è uscita dagli ambiti degli addetti ai lavori, è entrata nelle nostre case e la usiamo tutti i giorni. 
I tempi cambiano.

domenica 1 febbraio 2009

La rete e i malfunzionamenti

Google segnato tutti i siti come probabilmente dannosi.
Facebook ha la chat a singhiozzo.
Questi due episodi ci stanno convincendo che il web non è assulutamente immune ai possibili errori e le conseguenze di questi errori possono essere enormi.
Fin'ora si sta scherzando, ma è chiaro che bisogna stare molto, ma molto, attenti.