mercoledì 19 novembre 2008

Aziende, marketing, social media e ignoranza

Leggevo il DailyNet di oggi, non capita spesso ultimamente.
Mi sono imbattuto in una frasce che mi ha letteralmente mandato su tutte le furie.
Ted McConnell, responsabile del marketing di Procter & Gamble, mica della pizza e fichi corp, non si riesce a spiegare come mai si definisce Facebook un consumer generated media (!).
Cos'è un consumer generated media? Così, tanto per chiarircelo tra di noi, Mr McConnell? Non è una piattaforma che permette a chiunque di generare dei contenuti che possono essere usufruiti da altri? Facebook è tanto di moda, ma non è mica l'unico caso, anzi.
Ma va oltre, dichiarando che i consumatori non avevano intenzione di creare un media, ma semplicemente di parlare tra loro (!).
Molte invenzioni sono state pensate per uno scopo e poi utilizzate per un'altro, non è mica la prima volta, basti pensare agli SMS. Il sistema funziona. Che i consumatori fossero all'inizio consapevoli oppure no non è un elemento significativo. Il parlare tra loro probabilmente si è dimostrato un sistema inefficiente per un contenitore come Facebook, e quindi gli utenti hanno utilizzato e apprezzano la possibilità di scambiarsi anche informazioni più evolute (foto, filmati, link, ...).
La frase più bella è questa: i social network non hanno il diritto di guadagnare dalle conversazioni tra gli utenti (!).
Partiamo da un presupposto preciso: se uno mette in piedi una piattaforma, o comunque un servizio su internet, ha tutto il diritto di guadagnarci sopra. I modi sono due: o si fanno abbonare gli utenti o si cerca di fornire l'accesso gratuito a patto che l'utente osservi della pubblicità.
Un tacito accordo tra utenti e fornitori di servizi che fino ad oggi ha funzionato ed è probabilmente il modello di business che funziona di più.
Negare questo presupposto, nel 2008, Q4 2008 per l'esattezza, mi fa venire i brividi. Se una persona che ricopre un ruolo così importante in un'azienda così importante e attiva, mi chiedo cosa possa pensare una mezzacalzetta qualsiasi che si occupa di marketing, soprattutto in Italia.
Qui non è che mancano le basi, non è che siamo all'ABC, ma ci troviamo di fronte a dei casi umani. Mi auguro, davvero, che siano dei casi isolati, ma mi chiedo anche se posso fare qualcosa, se possiamo fare qualcosa, per cambiare la testa di questa gente.
Non si tratta di gap culturale, qui la cultura non c'entra proprio niente.
Bisogna darsi da fare.
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