venerdì 11 luglio 2008

Non c'è Intesa, e non c'è San Paolo

Le banche sono sorrette dall'IT.
Quante volte ne ho scritto e ho paralto della peculiarità del settore, nonché dell'impreparazione delle nostre azienda a far fronte a momenti critici?
In questi giorni ci sono una serie di filiali Intesa-San Paolo paralizzate a causa della migrazione dei sistemi.
Poco male, se uno pbazzica le banche è ormai abituato a vedere sportelli che procedono a singhiozzo, manco fossero sulla Salerno Reggio Calabria.
Questa volta, però, il fatto è ancor più significativo perché oltre alla rete e ai server, non è possibile utilizzare nemmeno il telefono, perché la piattaforma è su rete IP.
Sale, quindi, lo sconforto nelle filiali, con clienti totalmente sconcertati.
E anche i grandi clienti, che magari ne approfittano per ciurlare nel manico.
Il Milan, la squadra di calcio, ha emesso ieri un annuncio di proroga della campagna abbbonamenti in prelazione dicendosi felice del fatto che molti vecchi abbonati non hanno potuto acquistare la tessera.
Ma quanti pagamenti sono bloccati in quei server?
E si avvicina la metà del mese, data da sempre fatidica per i pagamenti, anche fiscali. la preoccupazione cresce, visto che l'istituto è di quelli grossi.
La gente si interroga su come siamo ormai nelle mani dei computer e si preoccupa.
Io, come sempre, mi preoccupo di più degli umani che devono mettere mano ai computer, perché il problema non è nei computer o dei computer, ma piuttosto di chi programma e pensa, si fa per dire, a queste migrazioni.
L'altro giorno parlavo di come capita che semplicemente un'icona, inserita in messenger, possa paralizzare i server di molte aziende. perché il file pesa niente, ma la massa critica occupa tutta la banda e sotterra i server.
Un conto è fare i test, un conto è attivare le macchine e le procedure.
Non vorrei essere nei panni dei geni che hanno realizzato il tutto: buon week end.
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