giovedì 17 maggio 2007

Proseliti

Ogni volta che vado ad intervistare qualcuno con il mio Q1 scateno un interesse esagerato.
Allora, io mi siedo davanti agli interlocutori di turno, accendo il piccolo PC e prendo appunti con OneNote.
Mi guardano strano, d'altronde prendono il mio atteggiamento come una stravaganza.
Poi cercano di sbirciare nella mi scrittura, ma in modo distaccato.
Poi, durante la chiacchierata, spiego che quanto si sta dicendo è registrato, per cui se è qualcosa da non riportare è meglio farsi comprendere con chiarezza (brackets, proprio per essere chiari fino in fondo!).
A quel punto iniziano a guardare il piccolo marchingegno con maggiore sospetto.
Ma come, si scrive e lui registra?
Si va avanti.
Alla fine dell'incontro, quando ormai ho già premuto il tasto di spegnimento (di ibernazione, ma poco conta), arriva la domanda fatidica: me lo fa vedere?
Riaccendo, spiego che è un prodotto Samsung, costa relativamente, è un PC a tutti gli effetti e per chi fa il mio lavoro è spettacolare. Ha due USB, il wi-fi, la rete e l'uscita per il monitor.
Il software non è a corredo, fa parte di Office e permette molto di più di quello che faccio io, ossia di prendere appunti.
COntiente un motore di ricerca, non si deve salvare il file e, il colpo di grazia, riconosce la scrittura!
Qui cade sempre la mascella: faccio vedere che scrivendo una cazzata qualsiasi a mano, con una calligrafia un po' migliore, ma non perfetta (questo per accentuare le capacità del software) OneNote converte in testo elettronico, si possono fare ricerche e per esempio, si può importare in Word un testo scritto a mano prendendo appunti.
La domanda successiva è: dove si trova, che potenza ha, che cosa ci posso fare, quanto dura la batteria...
Taglio corto e me ne vado.
Non faccio mica il venditore e non mi danno un centesimo per l'evangelizzazione.
So di persone che l'hanno acquistato dopo questo incontro, e due sono donne, perché è il computer ideale per "la borsetta".
Probabilmente ieri ho trovato la terza.
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