mercoledì 18 aprile 2007

Watergate e i sigari di Clinton

In Italia viviamo fuori dal tempo.
La legge che prevede di non poter pubblicare non solo le intercettazioni telefoniche e le indagini degli inquirenti (per certi versi giusta) si estende praticamente al secondo grado di giudizio.
Questo significa che, per esempio, nel caso della Franzoni, non la moglie del Presidente del Consiglio, ma quella che abitava a Cogne, non si potrebbe, ancora, dire poco più di niente.
Nell'epoca dei blog, di internet, dell'informazione non mediata, questa legge è assolutamente fuori dal tempo e non segue nessuna logica.
Ma come si può, in un paese civile, in un'epoca in cui l'informazione circola alla velocità della luce, decidere il silenzio stampa?
Un conto è la tutela dei diritti degli indagati ancora non processati, sacrosanta, ma un'altra è mettere un bavaglio all'informazione.
Il passaggio da forcaioli a garantisti in un lampo è davvero assurdo, inconcepibile e sbagliato.
Il cronista, di fatto, svolge il proprio lavoro. Se qualcuno passa le informazioni è colpa sua?
Perfetto, ci mettiamo al riparo da un altro Watergate o dai racconti delle stagiste della Casa Bianca... Non faccio altri esempi di scandali nati dalla stampa, anche italiani, perché è un esercizio inutile.
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