giovedì 1 marzo 2007

Microsoft e la proprietà intellettuale

Ieri sera, stravolto da una giornata allucinante, ho fatto un'intervista telefonica con due persone straordinarie.
Uno era Louis Carbonneau, the General Manager of IP Licensing, in the Intellectual Property & Licensing Group for the Microsoft Corporation.
L'altro era Carlo Orsi, un quarantenne bolognese, direttore generare di una start up nel campo della domotica.
Cosa ho capito?
Che Microsoft sviluppa molta più tecnologia nei suoi laboratori di quella che inserisce nei suoi prodotti, per cui alimenta l'ecosistema fornendo le licenze di queste soluzioni a piccole aziende che cresceranno e che non possono permettersi reparti di ricerca e sviluppo di grandi dimensioni.
Da Blucasa, l'azienda di Orsi, invece ho imparato che l'approccio agnostico alle tecnologie è vincente. Come mi spiegava, sviluppando prodotti su computer poco potenti, in pratica dei palmari, la piattaforma Windows permette di svolgere più funzioni con un dispendio di risorse inferiore rispetto a Linux.
Quindi ho ricordato quello di cui le aziende hanno bisogno: prodotti che siano cost effective.
Troppo spesso ce lo dimentichiamo, sia noi che scriviamo, sia chi sviluppa soluzioni.
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