martedì 21 novembre 2006

Ho sottovalutato Microsoft

Devo ammettere che ho peccato di presunzione.
Infatti, presumevo che Microsoft avrebbe fatto un nuovo sistema operativo, si sarebbe impegnata a occupare spazi negli applicativi per le aziende, che si avrebbe potenziato la presenza nel mercato dei server, che avrebbe puntato a una quota di mercato rilevante nel mondo dei cellulari e palmari.
Ebbene, forse un po' accecato dall'Open Source e dalle soluzioni basate sul Web, ho perso di vista la strategia di Microsoft.
Infatti, a Redmond, oltre al marketing, nel quale sono maestri, sono anche capaci di sfornare idee e soluzioni fresche (che magari comprano in giro, scopiazzano e via con le cattiverie...).
Così, un po' abbagliato dall'uso del UMPC, non mi rendevo conto di che cosa metteva disposizione realmente l'azienda di Bill Gates, con il suo ultimo colpo (di coda per Bill).
Windows diventa, di fatto, la piattaforma ideale per lo scambio di dati tra applicazioni e tra dispositivi, in nome della semplicità d'uso e degli standard, più o meno aperti.
Per questo motivo, Microsoft si è impegnata in ogni diavolo di comitato per la creazione di standard, al fine di intergrarli (o come direbbe qualcuno, di controllarli) nelle tecnologie proprietarie.
In questo modo, se colleghi un palmare Windows Mobile a Vista scopri che puoi fare un sacco di cose nuove, come accedere ai dati che risiedono sul PC in remoto, fare ricerche, condividere meglio i file che risiedono nella rete aziendale.
Nulla di ecclatante, intendiamoci, ma è un qualcosa che se provato non riesci facilmente a rinunciarvi.
Questo piccolo esempio, è solo uno dei tanti che si possono fare per spiegare in che modo Microsoft intende rendere le informazioni reperibili facilmente all'interno dei device più disparati.
Vista, quindi, non è più un sistema operativo come lo intendavamo in passato, ma un salto generazionale verso la possibilità di condividere i dati contenuti nei PC, in modalità ancora nascoste (probabilmente anche a loro) perché non implementate, ma che vedranno la luce nelle versioni successive.
In pratica, è come se Vista fosse paragonabile a Windows 3.0, che era un sistema operativo che si basava sul Dos (definirlo sistema operativo non è infatti corretto), ma da quel momento sono nate novità consistenti nel modo di fruire dei contenuti informativi dei PC.
All'epoca riguardava solo i computer, mentre oggi Microsoft ha abbracciato tutti i dispositivi, i server e le applicazioni.
Condividere, diciamolo, sembra essere il motto di Microsoft. Più che il potenziale, l'azienda punta allo sharing, non tante delle applicazioni o dei file, ma soprattutto dei dati importanti, che sempre risiedono sul nostro PC o sul server della nostra azienda.
Se guardiamo gli avvenimenti dell'ultimo periodo sotto questa luce, lo scenario è più chiaro.
Microsoft rende più facile programmare i propri sistemi, li rende esteticamente più belli, ma offre funzionalità potentissime.
La risposta di Sun è aprire Java all'Open Source, proprio per evitare l'emorragia. E lo stesso accadrà per Adobe, sia per Cold Fusion sia per Flash (non subito, ma o cambiano direzione in fretta o la scelta è inevitabile).
Vediamo assestamenti sul web, alla ricerca di utenti e di nuovi servizi, proprio per occupare dei territori a Microsoft.
Ecco, l'unica pecca di Bill Gates è proprio il web, che non ha saputo cavalcare e che con Vista, Office e Exchange non riesce ancora a coivolgere pienamente.
Ma è quasi un dettaglio.
Come è un dettaglio, oramai, il browser che si utilizza.
Il discorso, ovviamente, non è valido per i "power users, per gli "early adopter", perché non si fanno abbindolare facilmente.
Ma il fascino di Vista, l'ho constatato, o degli UMPC, è piuttosto contagioso anche in questo segmento. A meno di "remore religiose".
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