lunedì 9 ottobre 2006

Equo compenso

E' da mercoledì che volevo scriverne, ma poi Smau ha avuto il sopravvento.
Qualche azienda da tempo si sta battendo contro l'equo compenso. Si tratta di quella tassa sui supporti vergini, sulla memoria di massa. E' un risarcimento per gli autori, ma che in realtà non si capisce dove vada a finire (è un malcostume generale, che ho segnalato più di una volta in questo blog).
Il problema, però è un altro: chi si batte per togliere il DRM (sospetto il fatto che si sveglino dopo la giornata contro il DRM) è chi vuole aumentare il controllo digitale dei contenuti, il DRM appunto.
Il motivo della mia preoccupazione è semplice: solo se ci si reca a Taiwan è possibile trovare un lettore MP3 che non contiene al suo interno nessun lucchetto (o chiave) per il DRM nei più svariati standard. Vai in negozio e trovi in ogni riproduttore un sistema di DRM.
Il DRM, a mio avviso, è una fortissima limitazione all'uso del prodotto acquistato, e quindi una limitazione della libertà, soprattutto se pensiamo alla possibilità di modificare unilateralmente i diritti e le condizioni d'uso.
E' un regalo a chi produce i riproduttori, più che ai creatori delle opere o agli utenti.
Mi pare evidente che vi sia in atto una guerra su chi deve "prelevare il diritto d'autore". Ci sono le varie Siae nazionali e le case produttrici di dispositivi elettronici.
Ma l'utente, quello che esborsa, non c'è.
Non è strano?
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