giovedì 22 giugno 2006

Ancora su Bill Gates e la sua uscita da Microsoft

Visto che continuano ad arrivare email a riguardo della fuoriuscita di Bill Gates da Microsoft, è bene che scriva ancora qualcosina, in modo da condividere i pensieri con tutti e non solo nelle risposte ai messaggi.
Qualcuno sostiene che Microsoft non abbia inventato niente, soprattutto dal punto di vista dell'architettura software. Di fatto, architettura software non significa niente, ma secondo me, per Microsoft, significa saper mettere insieme le cose, come fanno gli architetti che coniugano design alle colonne portanti, ai tetti, alle finestre e ai balconi, ai mattoni e via di seguito. Quindi, anche polemiche sterili su che cosa abbia fatto Microsoft non hanno grande senso, visto che è uno dei brand più conosciuti in ogni parte del mondo.
Quello che ai più manca è una cultura di programmazione software, che cosa significa programmare.
I passi da gigante fatti dall'industria dell'hardware sono sotto gli occhi di tutti, e in pochi anni si vedono raddoppiare le prestazioni, a ritmi vertiginosi, tanto che si pensi che negli anni 50 un super PC negli usa era in grado di leggere e catalogare 10 schede perforate al secondo, mentre oggi un PC scadente in casa fa almeno un milione di operazioni al secondo!
Il software, invece, non ha ricevuto una spinta simile, perché non è automatizzabile e, come ho già detto, non esiste un sistema di controllo automatico della bontà di un'applicazione.
Un problema, quindi, importante, che implica un aspetto interessante: non c'è economia di scala per chi produce software. La fatica, il tempo e l'impegno per realizzare un programma di 1000 righe è di gran lunga superiore al doppio di quanto richiesto per un programma di 500 righe, e più le righe aumentano, più le cose si complicano.
L'architettura software, quindi, diventa fondamentale, ossia riuscire a governare la complessità delle connessioni, delle chiamate alle Api, alle Dll, ai vari moduli, è la cosa più difficile che si sia.
Nell'industria del software, lasciatemi finire prima di impallinarmi, il supporto che contiene il programma ha un costo ridicolo. Questo cosa significa? che l'industria del software, quella che commercializza i prodotti, vede il costo di un'applicazione decrescere in base al numero di copie vendute. Se faccio un'applicazione e la vendo a un cliente, la vendo a 10mila euro, quanto mi è costata più il mio margine. Se la vendo a cinque clienti, la posso vendere a 2mila euro, a 100 clienti la vendo a 100 euro.
Il ragionamento è banale e dimostra quanto Microsoft abbia potuto creare un mercato e prosperare. Però, c'è un altro discorso da fare, relativo allo sviluppo del software.
Il costo di una nuova versione di un programma è molto superiore rispetto alla versione precedente. Per cui, per mantenere lo stesso livello di prezzo, è necessario aumentare la base installata di parecchie volte.
Per sviluppare del software, quindi, è necessario continuare ad aumentare gli investimenti, in modo esponenziale. Chi ha sviluppato software negli anni passati, ha portato a casa un tasso di valore aggiunto pari al 100%, cosa che non ha eguali nella storia dell'economia, ma probabilmente questo modello sta entrando un po' in crisi, grazie a internet, all'Open Source o alla "commoditizzazione" o standardizzazione delle soluzioni.
Per questo, per me, l'uscita di Bill Gates rappresenta la fine di un'epoca. Le chiacchiere sui risultati di Microsoft, i ritardi di Vista, l'ascesa di Google o di Firefox lasciano il tempo che trovano.
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