sabato 7 gennaio 2006

Lettera a Il Giornale

Lettera scritta e non pubblicata da Il Giornale.
E’ con un certo stupore che trovo su “Il Giornale” di oggi 5 gennaio 2006 un articolo sulla pirateria musicale in Italia in cui si dicono cose inesatte e si crea un clima di terrore.
La pirateria musicale, si legge, dilaga, tanto che sono cinque milioni gli italiani che scaricano musica illegalmente. E la fonte di questi dati qual è? Poi si parla di 900 milioni di file musicali che circolano su internet. E chi li ha contati?
Ma il passaggio più interessante è quello che parla di una riduzione del 30% di posti di lavoro nel settore. Ma come, poco tempo fa la FIMI, che raccoglie tutte le major, ha parlato di una crescita, seppur contenuta, del mercato. Ma a che gioco giochiamo? La pirateria è qualcosa che va combattutto, ma con i mezzi giusti, che sono prezzi equi e compensi elargiti a tutti i detentori dei diritti, non solo ai pochi noti. Il peso dei costi della distribuzione musicale è enorme e va ridimensionato: stiamo parlando di gente che ha vissuto di rendita. Un CD prodotto su scala industriale costa, come materia prima, meno di 50 centesimi. Poi sommiamo i costi della produzione in studio, i diritti dei cantanti e degli autori. Come si arriva a 20 euro non lo spiega mai nessuno.
Non è un caso che in tutti i paesi le società che gesticono il diritto d’autore sono in crisi, e l’Italia non ne è esente, perché la ridistribuzione dei guadagni, che non è evidentemente equa, genera malcontenti.
Ma i posti di lavoro non sono diminuiti per colpa della pirateria, visto che il mercato cresce. Sostenere questa tesi, senza per altro portare nessuna argomentazione sostanziale valida ma dando per validi dei dati buttati lì a caso non è serio. Copiare i comunicati stampa,sebene sia una pratica dignitosissima, non è da un quotidiano di approfondimento.
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