giovedì 24 novembre 2005

Sul digitale terrestre

Ho ricevuto un po' di messaggi sui miei post di questi giorni sul digitale terrestre.
Io volevo precisare una mia posizione, a favore di una TV che si vede meglio e che potrebbe portare nelle case degli italiani più canali, alcuni dei quali fruibili solo su satellite (quindi per 3 milioni di italiani).
Non voglio sposare la causa della Fondazione Bordoni sull'uso dell'interattività, non voglio nemmeno sposare la concezione per cui la IPTV è il futuro immediato. I miei genitori credo che non gradirebbero avere la IPTV, mentre sono contenti di come vedono la TV digitale terrestre e la qualità. I servizi interattivi non li usano (non hanno mai usato nemmeno il televideo!).
Cerchiamo di essere realistici, sebbene la platea che legge questo blog ed usa internet appartiene alla categoria di chi la tecnologia la usa e la sfrutta sul serio: il broadband non potrà mai avere i livelli di penetrazione del digitale terrestre. E' altrettanto vero che il broadband offre le migliori possibilità di interazione e disponibilità di contenuti.
Ma manca la killer application per il broad band, ossia qualcosa che convinca i miei genitori che non possono farne a meno. Manca, d'altro canto, una vera interattività a banda larga sul digitale terrestre, mancano contenuti di servizio, manca il valore aggiunto, se non quello della qualità. Ma passare alla TV ad alta definizione è possibile solo con il digitale terrestre, quindi criticarlo per questo motivo è assolutamente fuori luogo.
Io, però, volevo dire una cosa sul digitale terrestre, che troppo spesso non viene dichiarata dai mezzi di comunicazione e probabilmente anch'io sono caduto nel tranello.
Il digitale terrestre è una grandissima opportunità per il nostro Paese, come lo sono stati i telefonini, ambito in cui noi siamo il paese di riferimento e il mercato più avanzato. In Europa e nel mondo.
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