mercoledì 30 novembre 2005

KDE: il meglio per Linux

E' uscita la nuova release di KDE: 3.5.
Molte le novità introdotte in questa versione, tra cui un browser Konqueror più potente.




martedì 29 novembre 2005

Un bel casino contro Telecom

Un polverone contro Telecom è partito da Paolo Valdemarin e rilanciato con forza da Beppe Caravita. Ieri è arrivato un comunicato dell'associazione dei provider.
AIIP pubblica a pagamento domani su Il Messaggero una lettera appello all’Autorità Garante nelle Comunicazioni con la richiesta che il provvedimento in fase di approvazione per governare per i prossimi 18 mesi il mercato Italiano della banda larga all’ingrosso, tenga conto di alcune importanti istanze.
Roma, 28 novembre 2005 – Sarà pubblicata domani sulle pagine del quotidiano romano “Il Messaggero” la lettera aperta che AIIP ha preparato per presentare un'istanza all’Autorità Garante nelle Comunicazioni, in particolare al suo Presidente, Prof. Corrado Calabrò e ai suoi commissari e Membri della Commissione per le infrastrutture e le reti, Sen. Roberto Napoli, On. Enzo Savarese, Prof. Stefano Cannoni e il Consigliere Nicola D’Angelo.
AIIP (45 operatori di telecomunicazioni, servizi a più di tre milioni di utenti, un fatturato di circa 1,9 miliardi di euro e investimenti per più di 1,3 miliardi di euro negli ultimi 5 anni), nell’ottica di voler operare in un regime di vera concorrenza, affinché in Italia si possa scegliere liberamente i fornitori di accessi e servizi di banda larga,
CHIEDE
• CHE SIA IMPOSTA A TELECOM ITALIA, CON EFFETTO IMMEDIATO, UN’OFFERTA DI SERVIZI BITSTREAM A CONDIZIONI ECONOMICHE ORIENTATE AI COSTI, CALCOLATI SULLA BASE DEGLI ELEMENTI GIÀ APPROVATI DALL’AUTORITÀ STESSA NELL’OFFERTA DI INTERCONNESSIONE DI RIFERIMENTO 2005
• CHE ANCHE PER LE LINEE ADSL SENZA ABBONAMENTO AL SERVIZIO TELEFONICO, GLI OPERATORI NON DEBBANO CORRISPONDERE CONDIZIONI ECONOMICHE RETAIL- MINUS MA COST-PLUS, PER EVITARE DI UCCIDERE SUL NASCERE LE OFFERTE DEGLI OPERATORI.
• CHE IL PROVVEDIMENTO FINALE SANCISCA IN MODO INEQUIVOCABILE IL POTERE/DOVERE DELL’AUTORITÀ GARANTE NELLE COMUNICAZIONI DI REGOLAMENTARE EX-ANTE L’INTERO SETTORE A BANDA LARGA, PREVEDENDO ESPRESSAMENTE L’OBBLIGO DI TELECOM ITALIA A PRESENTARE ALL’AUTORITÀ LE NUOVE OFFERTE AL PUBBLICO CON 30-90 gg DI ANTICIPO RISPETTO ALLA COMMERCIALIZZAZIONE COME PREVISTO DALLA NORMATIVA PRECEDENTE
• CHE, INDIPENDENTEMENTE DAL PROVVEDIMENTO IN FASE DI APPROVAZIONE, L’AUTORITÀ GARANTE NELLE COMUNICAZIONI E L’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO IMPONGANO A TELECOM ITALIA DI RISPETTARE IMMEDIATAMENTE GLI IMPEGNI ASSUNTI NEL PROCEDIMENTO ANTITRUST A351 ("GARA CONSIP")
Secondo gli ultimi dati resi disponibili da AGCOM, nel primo semestre 2003, Telecom Italia controllava il 98,3% del mercato all’ingrosso delle connessioni a banda larga su DSL. Tale potere di mercato è facilmente trasferibile anche sui mercati “a valle” (es. accesso a Internet ADSL, VOIP cioè la telefonia via Internet, videoconferenza e televisione via rete fissa). Tuttavia, in Italia la banda larga non è ancora disponibile in moltissime località e, dove è disponibile, è più lenta e più cara che in altri paesi europei dove la stessa Telecom Italia opera, con il risultato che nel nostro paese la penetrazione è al di sotto della media europea (8,1 accessi in banda larga ogni 100 abitanti al 31 dicembre 2004) e solo al 25° posto nel mondo (Information Economy Report 2005 dell’ONU).
AIIP teme che il regime di monopolio, eliminato dalla telefonia, riprenda forma in quello della banda larga e per questo ritiene essenziale che il provvedimento da approvare raccolga le osservazioni svolte dai concorrenti di Telecom Italia nella consultazione pubblica e sia conforme allo spirito delle Direttive Comunitarie e agli auspici del Presidente dell’Autorità Garante nelle Comunicazioni.
SEGUE LETTERA APERTA IN PUBBLICAZIONE SU IL MESSAGGERO DI DOMANI 29 NOVEMBRE 2005
LETTERA APERTA
I PROVIDER ITALIANI RAPPRESENTATI DA AIIP VOGLIONO OPERARE IN UN REGIME DI VERA CONCORRENZA, AFFINCHÈ IN ITALIA SI POSSA SCEGLIERE LIBERAMENTE I FORNITORI DI ACCESSI E DI SERVIZI A BANDA LARGA.
APPELLO URGENTE DELL’AIIP,
ASSOCIAZIONE ITALIANA INTERNET PROVIDERs A:
AUTORITÀ GARANTE NELLE COMUNICAZIONI (AGCOM)
Ill.mo Prof. Corrado CALABRÒ, Presidente AGCOM - Egregi Commissari AGCOM, Membri della Commissione per le infrastrutture e le reti: Prof. Stefano CANNONI, Cons. Nicola D’ANGELO, Sen. Roberto NAPOLI, On. Enzo SAVARESE
AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO (AGCM)
Ill.mo Prof. Antonio CATRICALÀ, Presidente AGCM
AIIP rappresenta 45 operatori di telecomunicazioni che forniscono servizi a più di tre milioni di utenti, che collettivamente hanno la maggioranza del mercato della larga banda non detenuto dall’operatore ex monopolista legale, realizzando un fatturato di circa 1,9 miliardi di euro e che negli ultimi 5 anni hanno effettuato investimenti per più di 1,3 miliardi di euro.
AIIP lancia ai commissari AGCOM questo appello urgente per chiedere che il provvedimento in fase di approvazione, che governerà per i prossimi 18 mesi il mercato Italiano della larga banda all’ingrosso, tenga conto delle istanze sotto rappresentate.
Secondo gli ultimi dati resi disponibili da AGCOM, nel primo semestre 2003 Telecom Italia controllava il 98,3% del mercato all’ingrosso delle connessioni a banda larga su DSL. Tale potere di mercato è facilmente trasferibile anche sui mercati “a valle” dei servizi alla clientela finale basati sull'accesso DSL all'ingrosso, primo fra tutti quello dell'accesso a Internet ADSL, dove Telecom Italia detiene l' 85,9% e, quindi, su ulteriori mercati quali la VOIP (telefonia via Internet), la videoconferenza e la televisione via rete fissa. Tuttavia, in Italia la larga banda non è ancora disponibile in moltissime località e, dove è disponibile, è più lenta e più cara che in altri paesi europei dove la stessa Telecom Italia opera, con il risultato che nel nostro paese la penetrazione è al di sotto della media europea (8,1 accessi in banda larga ogni 100 abitanti al 31 dicembre 2004) e solo al 25° posto nel mondo (Information Economy Report 2005 dell’ONU).
AIIP concorda con l’affermazione del presidente AGCOM apparsa sul Sole 24 Ore il 18 novembre scorso: “dico che lavoriamo per un settore da cui dipende buona parte del destino economico del paese e che la nostra funzione di regolamentazione ex-ante resta essenziale” e apprende con piacere che il provvedimento dovrebbe portare le offerte all'ingrosso di Telecom Italia a un prezzo orientato ai costi (cost-plus) superando il precedente regime di retail-minus (il prezzo ai concorrenti è quello ai clienti finali, dedotti i costi evitabili, lasciando così a Telecom i profitti monopolistici sui servizi wholesale).
AIIP teme che il regime di monopolio, eliminato dalla telefonia, riprenda forma in quello della banda larga e per questo ritiene essenziale che il provvedimento da approvare raccolga le osservazioni svolte dai concorrenti di Telecom Italia nella consultazione pubblica e sia conforme allo spirito delle Direttive Comunitarie e agli auspici del Presidente dell’AGCOM.
IN PARTICOLARE AIIP CHIEDE:
CHE SIA IMPOSTA A TELECOM ITALIA, CON EFFETTO IMMEDIATO, UN’OFFERTA DI SERVIZI BITSTREAM A CONDIZIONI ECONOMICHE ORIENTATE AI COSTI, CALCOLATI SULLA BASE DEGLI ELEMENTI GIÀ APPROVATI DALL’AUTORITÀ STESSA NELL’OFFERTA DI INTERCONNESSIONE DI RIFERIMENTO 2005.
L'attuale proposta AGCOM richiede la redazione di una apposita contabilità separata di Telecom Italia ma non prevede tempi certi, pertanto rischia di protrarre indefinitamente una situazione contraria agli interessi del mercato e degli utenti (basti pensare che “la prima gara per sostituire KPMG, giunta a fine mandato, è andata deserta; solo dopo un anno è arrivato il sostituto e così l'ultimo bilancio regolatorio pubblicato risale al 2001” - Massimo Mucchetti, Corriere della Sera del 26 Novembre 2005). Se i prezzi all'ingrosso del Bitstream verranno allineati rapidamente al costo, gli investimenti degli operatori alternativi potranno confluire in quelle zone dove la banda larga non arriva, in luogo di concentrarsi esclusivamente nelle aree più redditizie, duplicando reti in zone già coperte.
CHE ANCHE PER LE LINEE ADSL SENZA ABBONAMENTO AL SERVIZIO TELEFONICO, GLI OPERATORI NON DEBBANO CORRISPONDERE CONDIZIONI ECONOMICHE RETAIL- MINUS MA COST-PLUS
La mancata applicazione del cost-plus alle ADSL senza fonia ucciderebbe sul nascere le offerte degli operatori che offrono servizi voce in IP su ADSL, che verrebbero gravati dal “balzello” di un canone aggiuntivo, distaccato dai relativi costi, per le linee ADSL senza fonia. Prima dell'insediamento degli attuali Commissari, Telecom Italia aveva già tentato di imporre simili condizioni, ritenute in violazione della Delibera 217/00/CONS e dei contratti wholesale in vigore con gli operatori concorrenti, salvo poi rinunciare a quello che, all'epoca, AIIP defini un "balzello non dovuto".
CHE IL PROVVEDIMENTO FINALE SANCISCA IN MODO INEQUIVOCABILE IL POTERE/DOVERE DI AGCOM DI REGOLAMENTARE EX-ANTE L’INTERO SETTORE A BANDA LARGA, PREVEDENDO ESPRESSAMENTE L’OBBLIGO DI TELECOM ITALIA A PRESENTARE AD AGCOM LE NUOVE OFFERTE AL PUBBLICO CON 30-90 gg DI ANTICIPO RISPETTO ALLA COMMERCIALIZZAZIONE
L’obiettivo è di evitare che Telecom Italia possa ritenersi libera di commercializzare offerte a larga banda alla clientela finale senza fornire preventivamente i necessari dati tecnici ed economici ad AGCOM. In mancanza di tale misura AGCOM altrimenti potrebbe intervenire - in caso di offerta anticompetitiva - solo a vendite già avviate, abdicando, di fatto, ed in contrasto con gli auspici del suo presidente, al proprio ruolo regolatorio.
CHE, INDIPENDENTEMENTE DAL PROVVEDIMENTO IN FASE DI APPROVAZIONE, AGCOM e AGCM IMPONGANO A TELECOM ITALIA DI RISPETTARE IMMEDIATAMENTE GLI IMPEGNI ASSUNTI NEL PROCEDIMENTO ANTITRUST A351 ("GARA CONSIP")
Telecom è stata condannata per pratiche anticompetitive 9 volte nell’ultimo decennio dalla sola Autorità Antitrust, senza contare i provvedimenti della giustizia ordinaria. Come misura pro-competitiva nel corso di un recente procedimento antitrust, precedente all'insediamento degli attuali Commmissari dell'AGCOM, Telecom Italia si è impegnata a realizzare entro il 31/12/2004 una offerta di banda larga per operatori alternativa all'offerta all'ingrosso esistente, chiamata "biststream", a condizioni cost plus.
Questo impegno, peraltro già assunto da Telecom Italia anche nel corso di un precedente caso antitrust, a distanza di quasi un anno, non è stato rispettato. AIIP ha già depositato in AGCOM i dati necessari per formulare una prima offerta in tal senso il 4 gennaio 2005, (vedi www.aiip.it ) e chiede che i nuovi prezzi siano applicati retroattivamente al 31/12/2004.

Un bel casino a cui mi associo in pieno!

lunedì 28 novembre 2005

Linux Day

Quest'anno mi avete segnalato che non ho segnalato a dovere il Linux Day di sabato scorso. Chiedo scusa, ma mi era sfuggito che non ne avevo mai parlato!
Io ho partecipato a quello di Milano, un evento che ha riscosso parecchia partecipazione.
Fatemi sapere.

Fimi: buffoni si nasce

Ci han tritato le "scatole" tutto l'anno sul P2P, sulla pirateria, su come loro starebbero perdendo dei soldi.
Ebbene, l'altro giorno è uscito questo comunicato sconcertante sul sito ufficiale della Fimi.
Sorpresa: vendite cd musicali in aumento a + 4% e a Natale il disco rimane tra i regali più apprezzati
Dato sempre più spesso come in forte difficoltà di fronte alle nuove tecnologie, il cd musicale nelle ultime settimane sta mostrando segnali di forte ripresa e gli ultimi dati Ac Nielsen, evidenziano che le vendite di cd sono cresciute del 4 % con buone previsioni per Natale, dove saranno molti e appetibili i titoli a fare da traino tra i regali preferiti dagli italiani.
Oltre al cd musicale e al dvd musicale, ottime performance di vendita sta ottenendo anche il nuovo formato dual disc (cd musicale da un lato e dvd musicale dall'altro). Continua anche il progressivo calo dei prezzi, nel primo semestre del 2005, secondo i dati di Price Waterhousecoopers, il prezzo medio di un cd musicale è sceso del 3,2 %.

Le cose sono due: o è una palla, o devono smetterla di rompere le scatole ai consumatori. Perché han fatto di tutto, nel corso dell'anno, per dirci che le vendite vanno male, che non c'è nulla da fare se non bloccare il P2P e la pirateria.
I dati, invece, evidenziano per loro stessa ammissione, che aver innovato il mercato, con un'offerta più interessante, una gamma prodotti più ampia e con prezzi più economici, che la pirateria e il P2P si può battere.
Cosa dicono? che con nuovi prodotti hanno ottenuto ottime performance.
Ma lo sanno che la loro crescita è quattro volte quattro quella più rosea di crescita del sistema paese? Che è il 400% più veloce della creascita del nostro PIL?
Che il momento economico non è certamente favorevole a beni come la musica, di cui si può fare a meno (rispetto al cibo o ad altri beni)?
Come mai la Fimi non mi cita le suonerie per i cellulari? Qui la crescita com'è stata?

venerdì 25 novembre 2005

Sul digitale terrestre come opportunità

Non riesco davvero a capire quanti messaggi ho ricevuto sul tema del digitale terrestre come opportunità di questo paese di essere competitivo sulla tecnologia.
La cosa più sconcertante, però, è che molti messaggi via email mi contestano la frase Il digitale terrestre è una grandissima opportunità per il nostro
Paese, come lo sono stati i telefonini, ambito in cui noi siamo il
paese di riferimento e il mercato più avanzato. In Europa e nel mondo.
.
Vorrei fare un po' di chiarezza su questo punto.
L'Italia è il paese leader per la telefonia mobile, lo dicono tutti. Solo poche aziende che operano in Giappono non concordano.
La critica mossa da tutti è che noi non sviluppiamo cellulari, ma li vendiamo e basta. A parte che è una distorsione della realtà, visto che non produciamo quasi nulla di tecnologico (pensiamo che la rivoluzione del computer in casa è partita da Rieti e dalla Texas Instruments che ne ha venduti 3 milioni).
Tutti gli head quarter delle aziende sono in Italia, molti centri di ricerca sono in Italia, molti centri di competenza sono in Italia, basta citare nomi come Nokia, Motorola...
Nel marketing in questo settore facciamo scuola a tutti, basti pensare a Mauro Santinelli e le ricaricabili! Il mercato degli SMS è esploso in Italia per poi propagarsi. Le suonerie altrettanto. Quanta parte del PIL è dovuta all'ITC? Un mercato maturo, ma in continua crescita, dieci volte la crescita dell'Italia.
Non si tratta, quindi, di una mia opinioni, ma di dati di mercato. Su ci riflettere.
Non avevo nessun intento politico nel commentare favorevolmente il digitale terrestre come opportunità. Vedo molte intensioni politiche nell'affossarlo. Come se fosse un giocattolo di Berlusconi invece di un'evoluzione di un servizio che dagli anni cinquanta non è mai cambiato (se non con il colore) e che sta coinvolgendo il mondo, non solo l'Italia.
Possiamo discutere di tempi, di servizi, di modalità. Ma non che non si tratti di un'opportunità. In fondo, non accade tutti i giorni che si aprano scenari nuovi. Mauro Lupi citava sul suo Blog un libro di strategia d'impresa: Oceano Blu. Ebbene, quello del digitale terrestre può essere un bell'oceano blu, come lo sono stati i telefonini.
La politica, in termini di business, conta davvero pochino, perché la storia c'ha insegnato che la tecnologia è più veloce delle norme e che le norme devono inseguire la tecnologia. Indipendentemente dalla natura delle tecnologie.

giovedì 24 novembre 2005

Sul digitale terrestre

Ho ricevuto un po' di messaggi sui miei post di questi giorni sul digitale terrestre.
Io volevo precisare una mia posizione, a favore di una TV che si vede meglio e che potrebbe portare nelle case degli italiani più canali, alcuni dei quali fruibili solo su satellite (quindi per 3 milioni di italiani).
Non voglio sposare la causa della Fondazione Bordoni sull'uso dell'interattività, non voglio nemmeno sposare la concezione per cui la IPTV è il futuro immediato. I miei genitori credo che non gradirebbero avere la IPTV, mentre sono contenti di come vedono la TV digitale terrestre e la qualità. I servizi interattivi non li usano (non hanno mai usato nemmeno il televideo!).
Cerchiamo di essere realistici, sebbene la platea che legge questo blog ed usa internet appartiene alla categoria di chi la tecnologia la usa e la sfrutta sul serio: il broadband non potrà mai avere i livelli di penetrazione del digitale terrestre. E' altrettanto vero che il broadband offre le migliori possibilità di interazione e disponibilità di contenuti.
Ma manca la killer application per il broad band, ossia qualcosa che convinca i miei genitori che non possono farne a meno. Manca, d'altro canto, una vera interattività a banda larga sul digitale terrestre, mancano contenuti di servizio, manca il valore aggiunto, se non quello della qualità. Ma passare alla TV ad alta definizione è possibile solo con il digitale terrestre, quindi criticarlo per questo motivo è assolutamente fuori luogo.
Io, però, volevo dire una cosa sul digitale terrestre, che troppo spesso non viene dichiarata dai mezzi di comunicazione e probabilmente anch'io sono caduto nel tranello.
Il digitale terrestre è una grandissima opportunità per il nostro Paese, come lo sono stati i telefonini, ambito in cui noi siamo il paese di riferimento e il mercato più avanzato. In Europa e nel mondo.

mercoledì 23 novembre 2005

IPTV contro Digitale terrestre

Contro il digitale terrestre si stanno muovendo un insieme sparso di realtà. Tutte quante portano delle motivazioni, più o meno valide e più o meno interessate.
A prescindere da quello che il DTT è attualmente, cerchiamo di vedere degli sbocchi a questa tecnologia "standard", senza andare a tirare in ballo discorsi pretestuosi.
Parlare di successo dell IPTV, ossia della TV via internet è certamente fuori luogo. Senza contare chi guarda gli eventi sportivi a bassa qualità sul web, che è tutto tranne che TV, il Europa si contano circa un milione di utenti IPTV, di cui quasi il 20% in Italia.
Nella sola Italia, si contano oltre 2 milioni di decoder per il digitale terrestre.
Perché? Perchè basta un'antenna, non serve banda garantita, ma soprattutto la banda larga che deve essere diffusa capillarmente.
Poi stiamo parlando di un paese che per un portale per il turismo investe a fondo perduto 45 milioni di euro per non aver nessun sito on line per il semplice fatto che non si mettono d'accordo! Quella cifra, investita sul digitale terrestre, poteva portare qualche servizio decente ai cittadini. Non è l'alternativa al web, ma è qualcosa di più della TV attuale. E comunque è questa la direzione intrapresa da tutti i paesi.
La IPTV è qualcosa di splendido, ma per pochissimi.

martedì 22 novembre 2005

Bill Gates, Xbox e Windows

Parlando di Xbox 360, Bill Gates ha parlato di come la console sia il primo passo di Windows Live. Il filo conduttore è Messenger. Il secondo punto è basato sui micro pagamenti, che saranno effettuati per i contenuti di Xbox Live e verranno estesi a WIndows, se uscirà un'edizione gratuita con servizi aggiuntivi a pagamento.
Bill Gates ha insistito sul concetto di complementarietà tra Xbox 360 e il PC e che la prima è il punto di appoggio del PC nel salotto.
Per ora l'avevamo capito in pochi. Ma è solo perché gli altri si sono impegnati pochino.

Oggi è il giorno di Xbox 360

Inizia l'avventura della console ad alta definizione, connessa gratuitamente alla rete, con servizi e con la possibilità di riprodurre contenuti multimediali dalla rete, sia domestica che internet: legge le foto attraverso la porta Usb, la musica (si dice che interpreti anche l'iPod) e dati su chiavette.
Inoltre serve per giocare!
Per questo motivo trovate, in alto alla pagina, il mio tag su Xbox Live.

lunedì 21 novembre 2005

Google Down?

Molti messaggi su Google che è andato giù, compresi i servizi.
Non ho le prove certe, ma a me la posta (gmail) è andata tutto il giorno, nel senso che non ho avuto buchi di servizio.
Non ho onestamente provato il motore di ricerca, blogger o altri servizi, per cui non faccio testo e mi fido dei messaggi che ho ricevuto.
La cosa che mi lascia perplesso è accorgersi, dai messaggi, che siamo davvero molto dipendenti da Google.
Pensavo alla mia situazione, per cui per le email dipendo al 100% da BigG...
Può un'azienda che vale 400 dollari a Wall Street, cadere in questo modo? E che ripercussioni avrà il titolo? Conoscendo un po' la Borsa poche. E poi bisognerà capire che cosa è successo...

La nuova strada di Google

Google ha da poco avviato la home page personalizzabile.
La trovate a questo Link.
Ci sono da fare un paio di osservazioni al volo.
La pagina è facilmente personalizzabile.
La pagina ha almeno due pubblicità che non sono indicate come tali.
Se questa è la strada intrapresa da Google, temo che andremo a finire piuttosto male.
Mi fa piacere, però, notare che l'era della personalizzazione sta continuando, anche se, secondo me, la personalizzazione non significa solamente sceglere contenuti, ma potermeli scegliere.
Questo servizio di Google va in questa direzione, visto che si possono aggiungere i feed rss.

venerdì 18 novembre 2005

Dopo il messaggio sul bollino Siae per le fotocopie, ricevuto attraverso un post di Mantellini (qui ho inserito il link che ieri ho scordato!), ho ricevuto un po' di posta. Qui un messaggio di Claudio, giustamente provocatorio.
Un'idea per il governo futuro:
a quando la tassa su fotocopiatrici (potenziali riproduttori di soggetti protetti da diritto di autore) e carta da stampanti/fotocopie (potenziale supporto)?
Il paragone con HD, masterizzatori e CD/DVD vergini regge fin troppo. E come vediamo gli scanner? Anzichè fare una fotocopia, scannerizzo e passo un libro in pdf devo pagare? Oppure se lo fotografo? Come se ne esce da questa situazione? Se la fruizione è personale e legata al possesso di un'opera, se recito a memoria una poesia devo pagare la SIAE? E se canticchio una canzone con la chitarra o al piano e non posseggo nè il cd nè lo spartito, vìolo la legge? Potremmo andare avanti a lungo con i paradossi, ma credo che in nome del Diritto d'Autore (volutamente con le maiuscole e mi sono alzato con reverenza mentre lo scrivevo), si stiano violando le leggi del buon senso.
Quelle sì, non scritte e che non sono contenute in nessun Codice ma che sembrano essere sistematicaente calpestate quotidianamente da chi dovrebbe, in primo luogo, tenerne conto.

Altri messaggi sono di diverso tenore. Uno di questi parla di diritto di chi scrive libri di testo scolastici, finalmente riconosciuto. Faccio presente che, per legge, non si può fotocopiare oltre il 15% di un libro. Quindi, o la legge non funzionava prima o mi sfugge come possa essere riconosciuto il diritto di questi autori attraverso la nuova tassa. Perché, lo dico sempre ma è da un po' che non lo ripeto da questo blog, la ripartizione del diritto d'autore non è assolutamente a vantaggio degli autori. Non so quanti abbiano ancora voglia di discutere e cercare informazioni sull'argomento, ma google vi può dare una mano. Alla fine quel bollino non risarcisce l'autore dell'originale, ma una pletora di nomi noti e famosi. i pesci piccoli, con la Siae, non riescono a campare.

giovedì 17 novembre 2005

Siamo caduti veramente in basso.

Grazie ad una segnalazione di Mantellini, sono giunto a questa notizia. Che non commento perché non merita! Dal sito del Corriere.
Una norma che farà discutere. E che rischia fortemente di essere inapplicata prima di nascere. La Siae, l'Aie (Associazione Italiana Editori), le associazioni degli scrittori (SNS, il Sindacato Nazionale Scrittori, Slsi, il Sindacato Libero Scrittori Italiani, Uil-Unsa, l'Unione Nazionale Scrittori e Artisti) hanno firmato un nuovo accordo con le Associazioni di categoria CNA, Confartigianato, Casartigiani, C.l.a.a.i. e Legacoop, per i diritti d'autore sulle fotocopie di opere protette.
L'ACCORDO - L'intesa, che è valida dal primo gennaio 2006 al 31 dicembre 2007, prevede un nuovo sistema di determinazione dei compensi agli autori e agli editori basato sull'acquisto - da parte dei vari punti di riproduzione - di «contromarche» fornite dalla Siae. Le copisterie e ogni altro esercizio dove vengono effettuate fotocopie applicheranno le «contromarche» - di vario taglio e colore - sulle pagine riprodotte, prima di consegnarle ai clienti. La «contromarca», precisa la Siae in una nota, sarà l'unica prova dell'avvenuto pagamento dei diritti. Le fotocopie che ne fossero sprovviste provocheranno a carico dei responsabili le sanzioni previste per la violazione del diritto d'autore. La normativa sul diritto d'autore (art. 68 L. 633/1941) prevede, infatti, la possibilità di riprodurre - per uso personale - il 15% di opere protette, purchè siano riconosciuti i diritti ai rispettivi autori ed editori.

A pranzo con un leader

Ieri sono stato a pranzo con un leader, di quelli veri, non a parole. Uno dei pochi che guida un'azienda a livello mondiale con il piglio giusto.
Un bell'incontro, dal quale emergono tre cosette.
La prima è che la supply chain è fondamentale per essere competitivi su tutti i mercati.
La seconda è che l'infrastruttura IT deve essere davvero orientata ai risultati, per cui, spesso, conviene farsela.
La terza è che gli italiani hanno una mente più aperta di altri europei. Per questo, se si guardano le multinazionali USA, si trovano molti italiani. Di seconda generazione, ma con una forte componente italiana.

mercoledì 16 novembre 2005

Su aziende e scuola ...

Sulla lettera ricevuto l'altro giorno sono arrivati alcuni messaggi. La lettera era provocatoria, nel senso che poneva in evidenza un modo di pensare la lavoro e alla formazione che sta spuntando in vari convegni.
Dario, che per altro è autore dell'ultimo messaggio arrivato, allarga la riflessione guardando il passato di questo paese.
La provocazione (accettabile) riguardante l'assegnare direttamente alle aziende il ruolo di formatori sul campo delle competenze necessarie per poi lavorarci non è nemmeno poi così provocatoria. Nella misura in cui può essere provocatorio un salto nel passato.
Nell'immediato dopoguerra, con un sistema formativo da ricreare, l'industria italiana, all'epoca il terziario non si sapeva cosa fosse faceva proprio cosi'. Patrocinava scuole professionali e faceva apprendere agli studenti il lavoro vero sin dal primo giorno.
Con eccesso di personalismo, posso testimoniare che mio padre, alla Borletti, storica industria milanese poi finita nella galassia Fiat, ha fatto proprio cosi': ha imparato un lavoro, che poi è stato il suo per 40 anni, andando alla scuola dell'azienda che lo ha assunto.
Se vogliamo tornare indietro nel tempo, va benissimo, purché si sia consapevoli di farlo.

Ma siamo sicuri che vogliamo delegare alle aziende la formazione? che il sistema universitario statunitense funzioni davvero? Che si studia per avere un lavoro e una professione garantita?

Browser: il segno dei tempi

Ieri per la prima volta, gli utenti che hanno visitato questo blog che hanno come browser Internet Explorer sono sono stati meno del 50% (somma delle versioni).
47.92% MSIE 6.0
29.20% Firefox 1.0.7
8.38% Opera 8.5
6.26% Firefox 1.5
2.09% Firefox 1.0.6
2.08% Opera 8.50
2.04% MSIE 5.5
2.03% Safari 1.2

Google base è live

Prendo la segnalazione.
Google Base è entrato in funzione.
Fa molto meno di quello che si pensava, ma credo che passerà alla storia per la possibilità di cercare ... persone.

Amazon nella S&P 500

Prendo spunto dalla notizia di Amazon che entrerà venerdì, alla chiusura di Wall Street, nella S&P 500, per fare qualche considerazione.
Prima di tutto, l'indice più importante si apre a una internet company, anzi a un internet retailer. Il fatto è importante perchè sancisce la fine della paura verso i titoli di aziende che operano su internet e solo su internet dopo l'esplosione della bolla speculativa.
Ma significa anche che il web, come canale di vendita, è un canale affidabile e credibile, sebbene dietro una struttura solida come quella di Amazon.
Perché l'Europa se ne sta ancora alla finestra?
Per non parlare dell'Italia?

martedì 15 novembre 2005

Jobs e il sistema operativo gratuito

Jobs è da sempre un genio del marketing. L'ultima sua proposta è solo una semplice conseguenza. Pare infatti che abbia deciso di donare gratuitamente il sistema operativo al PC da 100 dollari di Negroponte. Alla faccia di Microsoft e della comunità Linux.
Un bel business. Gratuito.

Aziende e professionisti come scuole?

Ricevo questo messaggio, che giro dritto al blog.
Da tempo assistiamo a un curioso fenomeno. Da un lato il fiorire di master post laurea. Dall'altro una sempre maggior richiesta da parte delle aziende di personale preparato, pronto cioè a essere inmmesso a vari livelli negli ingranaggi produttivi. C'è però un problema. Assodato che la scuola, così comè, non risponde in alcun modo alle necessità del mondo produttivo e si limita a sfornare "soggetti possessori di pezzo di carta variamente inutile"; e gli stessi master, per quanto accreditati e costosi, quasi mai riescono a formare soggetti idonei per il mondo lavorativo; si pone quindi un questito: sono le aziende a chiedere professionalità "spaziali" oppure è il sistema formativo italiano che è sballato? POssibile che domanda e offerta parlino lingue così diverse?
Faccio una proposta anzi, una provocazione. In mancanza di una seria politica di fiscalizzazione della formazione, perchè le aziende non si mettono sul mercato come formatrici? Spiego meglio: quanto valgono gli insegnamenti che le aziende devono impartire a un neoassunto prima che questo diventi in qualche modo produttivo? E non parliamo della farsa degli stage, buoni per sostituzione di maternità o al massimo per coprire le carenze dei servizi interni (segretariato, centralinisti, assistenti ecc.).
Parliamo di una formazione vera, sul campo, in cui l'azienda investe tempo, denaro e altre risorse da cui vorrebbe in qualche modo trarne vantaggio in futuro, O almeno non perderci. La formazione del personale (a qualsiasi livello) non può prescindere da un importante allocazione di tempo e quattrini. Perchè quindi non farsela remunerare? Io azienda o professionista ti formo al lavoro (in modo serio) e tu futuro lavoratore investi nella tua stessa formazione, che non è affatto scritto in nessun manuale o Bibbia che deve necessariamente essere a carico del sistema scolastico. Alzi la mono chi è riuscito a trovare un lavoro che corrispondeva in toto alla laurea che ha conseguito.... Da questo mutuo scambio (anche di denaro) le aziende troveranno in tempoi ragionevioli molto più personale preparato e pronto (salvo pochi aggiustamenti) a entrare nel ciclo produttivo, e i lavoratori avranno maggiori possibilità di trovare impiego qualificato e addirittura di riqualificarsi. Senza lacci e lacciuoli burocratici. Si potrebbe anche pensare a un certificazione.
Il discorso è stato fatto volutamente senza affrontare i diversi comparti, senza declinarlo. Ma, se si valuta nello specifico, applicandolo a settori reali, si può vedere che modifica non solo le dinamiche del mercato del lavoro, ma aprirebbe orizzonti fino a qui ben nascosti. Se poi a livello governativo si studiasse un piano di fiscalizzazione adeguato.

lunedì 14 novembre 2005

Il periodo degli ebook

GLi ebook, ossia i libri in formato elettronico non sono mai stati un successo commerciale. Io comunque li uso e li acquisto e mi trovo bene.
Tanto che spesso metto sul cellulare i testi per rileggermeli in libertà.
Sono però un caso.
Oggi, gli ebbok iniziano a spuntare per i prodotti più strani.
Due esempi: iPod e PSP.
Finora nessuno ha messo in piedi un modello di business decente, ma il mercato c'è.

Ne avevamo bisogno?

Mi chiedo se, come comunità "tecnologica" avevamo bisogno di questa "entità".
Prendo dal comunicato ufficiale.
Nasce AITECH – ASSINFORM
LA GRANDE ASSOCIAZIONE ITALIANA DELL’INFORMATION TECHNOLOGY
Più mercato e concorrenza nell’IT, più competitività per il Sistema Paese: è questo lo slogan sotto cui nasce la nuova associazione guidata da Ennio Lucarelli
Milano, 14 novembre 2005 – Si rafforza la rappresentanza dell’informatica italiana. E’ di oggi la fusione fra le due principali associazioni del settore (Aitech e Assinform), aderenti entrambe a Confindustria e Federcomin, e la costituzione di un’unica entità associativa, denominata Aitech-Assinform e presieduta da Ennio Lucarelli. Con associate tutte le principali imprese a rappresentare l’offerta italiana di informatica, costituita da oltre 370.000 addetti e da oltre 25.000 società di capitali, la nuova associazione diviene così il riferimento per le aziende di ogni dimensione e attività: dai produttori di software, sistemi e apparecchiature, ai fornitori di soluzioni applicative, di reti e servizi, fino ai fornitori di servizi a valore aggiunto e contenuti, connessi all’uso dell’informatica.
La fusione, frutto dell’impegno congiunto di Ennio Lucarelli e del Presidente di Assinform, Pierfilippo Roggero, è stata fortemente sostenuta dal Presidente di Federcomin Alberto Tripi che ha dichiarato: "Il progetto di compattamento delle rappresentanze dell’Information Technology italiana è un passo fondamentale per far fronte alla necessità di avere un’autorevole politica industriale per la IT, capace di valorizzare il contributo che il settore può offrire allo sviluppo del Paese".
Ennio Lucarelli si pone alla guida della nuova associazione in un momento di particolare difficoltà per il mercato dell’IT, in cui si registrano il calo degli investimenti in innovazione e delle commesse pubbliche (diminuzione del 12% in due anni) e un trend occupazionale che ha invertito il decennale andamento positivo. Ma per il neo presidente è il momento di guardare avanti e aprire nuove prospettive: "L’IT può diventare protagonista del grande sforzo che deve compiere il Paese per aumentare la competitività delle imprese e l’efficienza dell’apparato pubblico – ha sostenuto Lucarelli precisando che - i servizi informatici dovranno costituire l’infrastruttura su cui sviluppare innovazione, conoscenza, creatività". L’informatica italiana dovrà fare la sua parte migliorando la propria offerta di sistemi, soluzioni e modelli gestionali e assicurare un ottimale, rapporto fra prezzi richiesti e benefici offerti: "Per cogliere questa grande opportunità - ha concluso il neopresidente di Aitech-Assinform - occorre puntare sempre di più sulla concorrenza nell’offerta di servizi IT, liberalizzando il settore, affrontando i mercati internazionali e ponendo un freno agli affidamenti "in house" da parte della Pa, che provocano distorsioni nei prezzi dei servizi, a tutto svantaggio in particolare del bilancio dello Stato e delle piccole e medie imprese".

Ma guarda cun po' in che direzione devono andare le aziende e il comparto...

venerdì 11 novembre 2005

L'involontaria comicità sul web

Davvero spassosa, preso da Dagospia. Mi spiace non averla scritta...
Caro Dago, senti questa.
Sito Trenitalia.com Sezione Viaggi internazionali, definizione flash di una particolare formula di biglietto (cliccando si ha poi ovviamente la necessaria spiegazione dell'arcano..): "Biglietti punto a punto. I biglietti punto a punto sono utili essenzialmente per chi deve recarsi in una località ben precisa."
Giusto, meglio specificare, visto che il 99,5% dei viaggiatori sale su un treno a caso. Secondo te, Dago, quanto li pagano, a Trenitalia, i copywriters?
Ediscola

L'offerta è questa.

iPod Linux

Un progetto interessante. Qui il Link.
Si tratta di infilare Linux nell'iPod e così inserirci un po' di applicazioni.
Questa qui è piuttosto forte.

Ma c'è anche un Game Boy emulator o un editor di testi.

giovedì 10 novembre 2005

La musica, la pirateria e la privacy

Ricevo e immediatamente pubblico.
Nei giorni scorsi è stata riportata la notizia secondo la quale Sony ha inserito tool di hacking nei propri CD audio. Computer Associates ha rilevato che la situazione risulta essere ancora più critica di quanto riferito.
Il media player che Sony distribuisce con i CD, infatti, spia l’attività dell'utente e invia a Sony - e potenzialmente anche ai suoi partner - l'indirizzo IP e le informazioni relative alle abitudini di ascolto dell'utente senza alcun avvertimento, consenso o possibilità di scelta.
Inoltre, se un utente va sul sito Web Sony per chiedere il download di un uninstaller (disinstallatore) per le applicazioni Sony, è obbligato a fornire dati identificativi, titolo del CD, indirizzo email e altre informazioni sensibili a First4Internet, ma quest’ultima dopo aver registrato dati non procura alcun uninstaller.
Dopo aver svolto una serie di prove approfondite, i nostri ricercatori hanno stabilito che i seguenti elementi sono da classificare incontestabilmente come spyware:
1. L'applicazione Sony XCP, che installa un rootkit sul PC quando viene inserito un CD nel drive, non ha superato il test CA eTrust PestPatrol Spyware Scorecard (http://www3.ca.com/securityadvisor/pest/content.aspx?q=67989), un elenco di criteri comportamentali che definisce le caratteristiche rilevate dai prodotti eTrust PestPatrol AntiSpyware, fallendo 8 delle 22 verifiche effettuate.
2. Un rootkit è una tecnologia che tenta di celare la propria presenza e quella di altri componenti all'interno di un sistema.
3. Sony ha distribuito una "patch", un download da 3 MB che include una buona parte di software nuovo. La patch rimuove effettivamente il rootkit, ma non ha egualmente superato lo Scorecard CA poiché si installa senza alcun avvertimento o consenso da parte dell'utente e non può essere rimossa. La patch è caratterizzata, inoltre, da una procedura di uninstall contenente errori la quale rimuove il rootkit in un modo che può provocare il crash di Windows.
4. Il Music Player in dotazione, utilizzabile direttamente da CD, invia a Sony senza alcun permesso da parte dell'utente i titoli dei CD, l'indirizzo IP e le abitudini di ascolto dell'utente stesso e non vi è modo per l'utente di disabilitare questa funzione di notifica automatica.
CA è impegnata in ulteriori analisi della procedura utilizzata da Sony per consentire agli utenti di ricevere un uninstaller dal suo sito Web; tale sito, infatti, tenta di installare un controllo ActiveX, un'azione considerata generalmente foriera di problemi per la sicurezza.
Il processo per rimuovere le applicazioni XCP richiede all'utente di fornire dati identificativi, indirizzo email, titoli degli album e luogo di acquisto e prevede l'uso del controllo ActiveX per trasmettere dati sconosciuti a First4Internet, l'autore del rootkit e di prodotti spyware per Sony.
Sony non fornisce direttamente né dà accesso ad alcun uninstaller.
Il team di ricercatori di CA sta ancora aspettando di ricevere l'uninstaller richiesto quattro giorni fa attraverso il sito di Sony.
La gravità della situazione è evidente se si considera che gli utenti sono soliti portare sul luogo di lavoro i loro CD per ascoltare musica in ufficio; un PC aziendale potrebbe avere nascosto al proprio interno questo rootkit infettando l'intero ambiente informatico aziendale ed esponendo all'esterno le informazioni residenti. Poiché sia il rootkit che la tecnologie di notifica automatica rimangono attive sul PC, esse possono rappresentare una minaccia tanto per le aziende quanto per i singoli utenti.
Un’azione immediata per disabilitare la funzione di avvio automatico del CD-ROM è seguire le istruzioni pubblicate all'indirizzo: ca.com/securityadvisor/. Questo sito fornisce anche ulteriori dettagli, comprese le istruzioni per utilizzare lo scanner online CA eTrust PestPatrol, che dal 12 novembre offrirà la capacità di rilevare questo problema. I clienti eTrust PestPatrol potranno aggiornare i loro file DAT a partire da venerdì 11 novembre.
Computer Associates ha condotto la propria ricerca a partire da giovedì 3 novembre e ha proseguito l’attività di analisi nel fine settimana; i risultati iniziali sono stati pubblicati il 4 novembre sull’indirizzo: http://www3.ca.com/securityadvisor/pest/search.aspx?mode=tmc&pst=XCP

Per inciso, l'ultimo disco di Jackson Browne, Solo Acoustic n.1, mi mette fuori un bel messaggino: IL PC DEVE ESSERE AGGIORNATO. Faccio presente che nemmeno Microsoft si permette di far uscire un simile messaggio. Per ascoltarlo, ho preso le tracce e le ho convertite in MP3 (pensa che protezione hanno!). Di fatto, la copia privata è consentita e quindi non ho violato la legge.
Poi metto il CD nel lettore stereo Philips CD723 (che non è un lettore portatile ma inserito in un rack Hi-Fi) e non lo si riesce ad ascoltare.
Complimenti.

Il milardario che vuol fare il missionario

Leggo su Specchio de La Stampa un bellissimo editoriale di Mario Fortini su Bill Gates e su come destini parte dei suoi proventi per beneficenza (a onor del vero, c'è la copertina e un articolone interno: che sia marketing?).
Mi piace una frase, soprattutto:
[..] Se Gates è un imprenditore sleale se la veda con i tribunali, punto e basta. Sarò troppo pragmatico, ma credo che alla fine quel che conta è il risultato. Per ogni bambino salvato continuerò a ripetere: grazie, mister Gates.

mercoledì 9 novembre 2005

La follia dei videogiochi di prossima generazione

Pare che Sony stia pensando per PS3 ad una soluzione di questo tipo: il gioco funziona solo sulla prima console su cui è stato infilato il disco.
Per paradossale che possa essere, la scelta mi pare davvero di difficile comprensione. Se da un lato comprendo le difficoltà di Sony di fronte al crescente mercato del noleggio e dei giochi usati, mi pare demenziale non poter prestare un gioco ad un amico, piuttosto che non poter giocare con una mia nuova console.
Il sogno di Sony è evitarsi il problema della retro compatibiltà, che non è ancora chiarito sia presente in PS3. Ma è necessaria la connessione ad internet, data base, assistenza. Insomma, dei costi.

Digitale terrestre: troppo rumore

Non capisco come mai si stiano levando gli scudi contro il digitale terrestre in questo modo esagerato. Non so se ci sia l'esigenza del digitale terrestre, ma non sapevo se c'era quella della TV quando è nata o della radio, del telefonino o di internet. Solo per citare qualcosina.
Non conosco nessuno che si sia dotato di decoder che non sia soddisfatto della proposta televisiva!
Basta pensare ai gol di Controcampo senza sorbirsi le chiacchiere, il Maurizio Costanzo Show al posto di Matrix, i canali intererattivi. Inoltre, la qualità dei canali è notvevole. Quella visiva, perché il bouquet non è minimamente paragonabile a Sky, ma anche qui il rapporto qualità prezzo è infinite volte a vantaggio del DT.
Quel che manca, in realtà, è un'offerta di servizi al cittadino, tanto strombazzati.
Ma se andiamo ad analizzare bene tutto quanto, ci sono difficoltà oggettive. La prima è che i decoder sono pensati per l'uso con la rete telefonica. Qui, e Tele+ ha insegnato a tutti qualcosa, ci si accorge che la TV è lontana dalla presa telefonica e nessuno si mette in casa un filo lungo lungo per usarlo una volta ogni tanto per "qualche cosa da fare con la TV".
L'italiano usa già poco il telefono per dialogare con gli uffici pubblici, figuriamoco un televisore e un telecomando.
Il secondo problema è che nel decoder non è mai presente una scheda di rete, che avrebbe potuto consentire un collegamento ad internet e quindi fruire di servizi avanzati (non venitemi a parlare di Media Center, perché sfido chiunque a passare da un Media World e acquistare, prima, un Media Center, e poi, con il digitale terrestre).
Il terzo punto è che gli uffici pubblici non hanno investito sul digitale terrestre e non sono fioriti servizi. Parliamoci chiaro: il digitale terrestre esiste realmente da un annetto, prima erano chiacchiere. Secondo voi, esiste qualcuno che, statale o parastatale, riesca a produrre qualcosa di sensato, in termini di servizi, in questo lasso di tempo? Solo per avere le autorizzazioni ci vuole di più!
Quindi, tutto questo rumore è piuttosto strumentale: mi fa specie leggere che Soru è contro il digitale terrestre, è come se Bill Gates, nel 1995, fosse stato contro internet (lasciamo stare che era contro internet...). Se il legislatore fosse stato contro Internet per tutti, che fine faceva Tiscali? E proprio lui è contro le innovazioni tecnologiche?
Parlare di una tecnologia che diventa presto obsoleta mi pare sinceramente ridicolo: in assenza di standard, ogni tecnologia viene superata in pochi mesi, e la potenza raddoppia ogni diciotto!
E' come se la sua Tiscali, sempre per fare un esempio, non avesse voluto cogliere l'occasione dell'Adsl e fosse rimasta al doppino. Tiscali, di fatto, offre ancora oggi connessioni con il doppino, ma anche l'Adsl.
Mi viene un lecito dubbio: se Soru spinge affinchè il digitale terrestre si connetta all'Adsl, non è che per caso ci sia un interesse sotto? In nome dei cittadini, s'intende...
Adesso, pensiamo ad un altro fatto interessante, da aggiungere a questa diatriba. Circola da tempo la voce che vede Berlusconi vendere Mediaset per prendersi Telecom. Se passasse un concetto per cui la TV si connette ad internet, e all'adsl nella fattispecie, come si potrebbe considerare il Legislatore (attuale) che propone questa sterzata?
La politica è una cosa, la tecnologia è un'altra. La prima si deve occupare e regolamentare la seconda. Ma la seconda cammina, avanza e supera le barriere nonostante la prima.
Detto questo, Soru ha tutte le ragioni del mondo per tutelare i suoi cittadini. Devo anche dire che è impossibile che gente di Mediaset o della RAi spengano il segnale analogico se non c'è la copertura. In fondo, oltre al canone, c'è la pubblicità!

Amd ha superato Intel nei negozi ad Ottobre

Negli Usa è avvenuto un sorpasso storico. Qui i dettagli da Infoworld (via Caravita).
Intel si tiene le sue revenue, anche grazie al prezzo dei suoi processori.
Ma anche sui PC venduti ad ottobre, Amd si è notevolmente avvicinata, con 57,6% di Intel contro il 40,1.
Adesso ci racconteranno dei loro processori a 64 bit, di tutte le loro "menate" sulla casa digitale. In realtà, Intel ha perso troppi treni negli ultimi anni, crogiolandosi sui successi a man bassa. E Xbox, per altro, che non è stato certamente un successo, abbasserà la diffusione di processori Intel ancora, visto che Xbox 360 è passato a Ibm...

martedì 8 novembre 2005

Razr Motorola con iTunes


E' ufficiale che il prossimo Razr di Motorola avrà al suo interno il player iTunes. Dopo l'insuccesso del Rokr, c'era da aspettarselo. Solo che il Razr non ha la porta per le Sd card. Ce la metteranno?

Ibm e la luce: per chi fosse appassionato...

Qui, in inglese, la descrizione del processo.

State 1 Dark blue bar is a silicon photonic wire waveguide. A packet of light pulses, shown as a train of white balls, is propagating along the silicon waveguide with a speed not much different from a speed of light in vacuum.

State 2 Photonic wire waveguide is butt-coupled to the silicon photonic crystal waveguide defined by a periodic array of holes etched in a silicon membrane.


When the train of light pulses is entering into photonic crystal waveguide the light speed is significantly reduced due to diffraction in a periodic photonic lattice.
In the paper the speed as low as 1/300 of the speed of light in vacuum is measured.

State 3 To control the speed of light electrically two lateral electrical contacts are deposited on top of a silicon membrane. This forms an integrated microheater. The trick is to position the contacts as close as possible to the waveguide core and, at the same time, to avoid excessive parasitic losses due to absorption in metal.

State 4 When the voltage is applied to the contacts the current is passing across the photonic crystal waveguide. This current heats the silicon membrane that in turn results in slight changes in the refractive index of silicon due to thermo-optic effect. Small changes in the material refractive index results in very large changes of the speed of light. Thus light pulses can be accelerated or decelerated on-demand.

Ibm e la luce

IBM ha annunciato che i propri ricercatori hanno creato un minuscolo dispositivo per l'impiego della luce al posto dell'elettricità nelle connessioni dei componenti elettronici: si tratta di una svolta che può potenzialmente condurre a enormi miglioramenti nelle prestazioni dei computer e di altri sistemi elettronici. Lo si legge nell'ultimo numero della rivista Nature: "gli scienziati IBM sono stati capaci di rallentare la luce a meno di un trecentesimo della sua velocità abituale dirigendola verso un canale attentamente progettato composto da silicio perforato altrimenti noto come "guida d'onda a cristallo fotonico". Mentre le prestazioni dei chip continuano a crescere, i sistemi elettronici non sempre riescono a sfruttarle completamente. Proprio come le congestioni del traffico possono influire negativamente sul commercio limitando il flusso di prodotti e materiali all'interno di una città, l'incapacità di spostare rapidamente le informazioni all'interno dei sistemi elettronici rappresenta uno dei maggiori colli di bottiglia della moderna progettazione elettronica. L'invenzione annunciata da IBM può aiutare a limitare tale vincolo. Gli scienziati cercano da tempo metodi per utilizzare la luce allo scopo e velocizzare così la comunicazione tra i componenti di un calcolatore. Per essere utilizzabili concretamente, però, i componenti di una tale rete ottica dovrebbero garantire un eccellente controllo sul segnale luminoso unitamente a dimensioni molto piccole e limitati costi di fabbricazione. Con l'annuncio odierno IBM inserisce diverse tessere di questo puzzle. Il team IBM ha avuto successo utilizzando una guida d'onda a cristallo fotonico, ovvero un sottile frammento di silicio punteggiato da griglie regolari di fori che hanno l'effetto di diffondere il fascio di luce. Dimensione e schema dei fori attribuiscono al materiale un indice di rifrazione estremamente elevato: maggiore l'indice, più lenta la luce. Riscaldare localmente la guida d'onda con una debole corrente elettrica altera l'indice di rifrazione consentendo di variare rapidamente la velocità della luce entro un intervallo particolarmente ampio. L'area in cui agisce il dispositivo IBM è di dimensioni microscopiche, suggerendo così la possibilità di realizzare circuiti ottici complessi non molto più grandi dei circuiti a semiconduttori. I processi di fabbricazione utilizzati per approntare questo dispositivo sono disponibili in quasi tutti gli impianti di produzione di semiconduttori. Le capacità evidenziate nell'articolo di Nature possono essere applicate per creare una varietà di componenti nanofotonici come linee di ritardo ottiche, buffer ottici e persino memorie ottiche, tutti elementi essenziali per costruire computer collegati da potenti reti di comunicazione ottiche.

lunedì 7 novembre 2005

La paura del Phishing frena la crescita economica

Prendo da un comunicato di Norman.
Il timore di tentativi di phishing è una reale minaccia per l’e-commerce. Uno studio realizzato da Gartner evidenzia come il timore di phishing, virus, spyware e altre forme di codice maligno ridurranno la futura crescita dell’e-commerce di almeno il 3%.
I dati sotto riportati inducono a riflettere seriamente:
Il numero di tentativi di phishing dal 2004 al 2005 è aumentato del 28%
Nel solo 2004, quasi 2 milioni e mezzo di americani hanno subito perdite economiche a causa di attacchi di phishing
Di questi, il 15 % è stato attaccato con phishing dopo aver cliccato su un link ricevuto via email
Il 50 % degli americani teme fortemente che persone non autorizzate possano aver accesso ad informazioni personali e riservate che li riguardano
La crescita prevista nel 2005 per l’e-commerce in USA è comunque del 22,1%. Gli americani spenderanno circa 70 miliardi di Euro attraverso transazioni online e nel 2006 la previsione è di 82 miliardi di Euro.
“Gli hackers stanno continuamente affinando il loro operato, arrivando ad utilizzare le tecniche più avanzate in modo da rendere sempre più difficile capire se un messaggio di posta elettronica proviene realmente dalla nostra banca oppure da un criminale che sta tentando di rubare informazioni riservate. Se per questo motivo i clienti diventano diffidenti e non sono sicuri che il sito Web su cui si trovano sia quello ‘legittimo’ (ad esempio una banca online) piuttosto che quello di un truffatore, questo rappresenta di certo una minaccia e un rischio per il futuro dell’e-commerce”, afferma Walter Brambilla, Country Manager di Norman Italia.

Ancora su blog e web

Leggo ultimi dati da Dagospia.
Non tira una bella aria per i quotidiani negli Stati Uniti. I dati ufficiali del semestre tra aprile e settembre mostrano un calo del 2,6% di media nei giorni feriali e del 3.1 la domenica.
Una tendenza che secondo gli analisti è dovuta al sempre maggior numero di giovani adulti che usano internet per informarsi.
I giornali storici di maggiore diffusione riescono a contenere il calo: USA Today, il più venduto in assoluto, scende solo dello 0.6% (2,296,335 copie al giorno); il Wall Street Journal, cala dell’1.1% (2,083,660); e il “New York Times” addirittura sale dello 0.5% (1,126,190).
I veri guai sembrano essere per i restanti giornali nella top 20, che calano di media tra l’1 e l’8%. Il record negativo va al San Francisco Chronicle, che dichiara un disastroso meno 16.4%...

Mi aggancio a quanto scritto sui blog e quotidiani, anche oggi e comunque da sempre: troppa informazione uccide i giornali. Ma non c'è solo il web, che fornisce informazioni in tempo reali, ma ci sono anche i giornali free, che proprio a New York rompono abbastanza le scatole. Se ci mettiamo i feed rss e i blog, andiamo avantoi all'infinito.

Siamo arrivati al Phishing multiplo

Non ho parole, ho ricevuto ieri questo messaggio, che scopro ricevuto anche da altri che me lo hanno segnalato....
Banca Intesa/ BancoPosta/ San Paolo IMI/ Fineco chiedono il vostro contributo:

Seguono link farlocchi ai quattro siti.
La faccia tosta di certa gente è veramente fuori categoria. E l'italiano è un'opinione...
Speriamo che non ci caschi nessuno.

Blog: quanta confusione

Senza scomodare la copertina di Forbes sui blog, che ha già massacrato Mantellini, mi pare che ci sia una certa e definirei strana confusione sui blog. I blog in azienda sono un qualcosa di inarrestabile, l'ho anche recentemente scritto su di un giornale.
Venerdì ho ricevuto un comunicato, non un messaggio, di questo tipo:
Dopo la positiva esperienza del blog ------.splinder.com, visitato per semplice passaparola da quasi 1300 distinti utenti in meno di tre mesi, mi è nata l'idea di "costruire" uno spazio sul web, che possa diventare un giornale on line, sempre in forma di blog, ma con maggiore visibilità e migliore navigabilità.
A parte il successone, perchè 1300 unic user in tre mesi è un vero e proprio successo, visto che questo blog li fa in un'ora dalle 8 alle 9 del mattino, e considerando il calo vistoso dovuto ai feed rss è un dato interessante, mi permetto di fare qualche cosiderazione spicciola, senza riflettere troppo.
I blog, sono, per loro natura, mutevoli. I Feed Rss, ad esempio, hanno cambiato il modo di fruire dei contenuti dei blog, e anche dei siti.
Anche in Italia i Feed si sono estesi, diciamo da maggio a questa parte, per la praticità e la concretezza.
Non tenere conto di questo fenomeno, oggi anche in Italia è semplicemente essere fuori dal tempo.
Ecco, iniziative come quella sopra citata dimostra come sociologi e PR siano un bell'anno indietro a quanto accade sul web. Perché? Perchè sfruttano i blog, non si usano, e leggono informazioni di altri, non essendo capaci di produrle.
Il web viaggia ad una velocità folle, per cui prima che venga pubblicata una ricerca su di un argomento, il panorama e il mercato possono essere mutati considerevolmente. Senza scomodare i blog, pensiamo al Voip, che in un anno è diventato un fenomeno di massa.
Quindi, prima di parlare di blog, è bene studiare il problema sul campo. Non consiglio di studiarlo da Grillo o Macchianera, non perché non siano blog, ma perché hanno talmente tante implicazioni che non se ne esce vivi, ma più concretamente da altri blog, più semplici, magari non verticali come questo, ma che spaziano a 360 gradi. Ovviamente italiani.

venerdì 4 novembre 2005

giovedì 3 novembre 2005

Microsoft Centro: il nuovo Windows Server System

Come mai non ho ancora letto nulla su Microsoft Centro, che è nome della prossima generazione di Windows Server System?
Oddio, per ora ho letto pochino anche di Microsoft Dynamics, ossia delle soluzioni software per le imprese dell'azienda di Redmond.
E a dire il vero, ci sono poche info anche sul web... Eppure sono notizie di quasi due mesi fa!

Office Live

Prendo dal comunicato.
Microsoft Office Live Microsoft ha inoltre presentato in anteprima Office Live, un nuovo set di servizi Internet per far crescere e gestire online un’azienda. Progettate per supportare le società che desiderano affermare la propria presenza online, automatizzare le principali attività aziendali interne ed esterne e collaborare con dipendenti, partner e clienti, le soluzioni offerte da Office Live sono destinate alle piccole aziende con meno di 10 dipendenti, che in tutto il mondo sono circa 28 milioni. Tali servizi possono essere utilizzati in maniera indipendente ma anche integrati nei programmi Microsoft Office utilizzati regolarmente da oltre 400 milioni di persone nel mondo, inclusi Microsoft Outlook®, Microsoft Excel®, Microsoft Office Live Meeting e Microsoft Office Small Business Edition. Nel tempo, i servizi Office Live verranno ampliati.
“Office Live è stato progettato con l’obiettivo principale di fornire alle piccole aziende la capacità di gestire il proprio business in maniera semplice ed economicamente non impegnativa, come già avviene per le grandi imprese”, ha affermato Rajesh Jha, General Manager of Information Worker Services di Microsoft. “I servizi di Office Live renderanno conveniente e di facile utilizzo anche per le piccole imprese una tecnologia complessa consentendo loro di raggiungere gli obiettivi aziendali.”
Office Live propone una svariata gamma di servizi. Office Live Basics consente a una piccola azienda di affermare la propria presenza su Internet grazie a un dominio gratuito, un sito Web con 30 MB di spazio di memorizzazione e cinque account di posta elettronica Web, con un business model supportato dalla pubblicazione di inserzioni pubblicitarie. Office Live fornisce inoltre un set di servizi su abbonamento con oltre 20 applicazioni aziendali progettate per l’automatizzazione di attività aziendali ordinarie quali gestione di progetti, gestione vendite e servizi supplementari, gestione clienti, creazione di rapporti di spesa, gestione di tempi e fatturazione e collaborazione protetta interna ed esterna. Tali applicazioni, basate su Windows SharePoint® Services, possono essere personalizzate ed estese per rispondere alle esigenze specifiche dei clienti grazie all’ecosistema di partner Microsoft.
Inizialmente i servizi di Office Live verranno rilasciati negli Stati Uniti con una versione beta all’inizio del 2006. Le piccole imprese potranno iscriversi ai servizi visitando il sito all’indirizzo http://www.officelive.com.

Staremo a vedere...

I servizi Live di Microsoft

Non so se c'era il bisogno.
Qui un riassuntino.
Live.com è il punto di partenza personalizzato per i servizi Windows Live, alimentati da tecnologie all’avanguardia quali RSS e Asynchronous JavaScript e XML (AJAX). Live.com offre una scelta completa e personalizzata a chi desidera un accesso veloce ai contatti personali e alle informazioni più importanti. Live.com, che consente di testare Windows Live Search, può essere provato già da oggi.
Windows Live Mail è un nuovo servizio globale Web/e-mail, concepito per essere più veloce, più sicuro e più facile. Gli utenti che già si servono di MSN Hotmail® saranno in grado di passare senza problemi al nuovo servizio.
Windows Live Messenger aiuta gli utenti ad aumentare i collegamenti con le persone a cui tengono di più grazie allo scambio istantaneo di messaggi, la condivisione di file e foto, di telefonate dal PC, e altro ancora. Windows Live Messenger entrerà nella fase beta fra qualche mese.
Windows Live Safety Center è un sito Web dove gli utenti possono cercare ed eliminare i virus dal loro PC su richiesta.
Windows OneCare Live, già annunciato in precedenza, è un servizio ad abbonamento per la “salute” del PC, che aiuta a proteggere e a eseguire la manutenzione del computer tramite un servizio integrato che comprende anti-virus, firewall, backup dei dati e funzioni di ripristino.
Windows Live Favorites è il servizio per accedere alle pagine preferite di Microsoft Internet Explorer e MSN Explorer da qualsiasi PC online.

Il servizio al momento è in fase beta, all’indirizzo: http://ideas.live.com.

mercoledì 2 novembre 2005

Google e la sua forza?

Molte le email ricevute dopo il mio post su come i critici sul web vadano sempre giù pesante con Microsoft e invece sono indulgenti con Google.
A parte il fatto che chi è concorde con me sul fatto che Google potrebbe diventare la Microsoft dei prossimi anni, mi hanno fatto un po' specie le motivazioni di chi è contro Microsoft.
Dire che si odia la ricchezza di Gates è riduttivo. Dai messaggi traspare un odio profondo verso tutto ciò che ha fatto Microsoft. Eppure, se l'ICT è arrivata dove è ora qualche merito l'azienda ce l'avrà pure. Ma non voglio andare oltre.
Questo blog ospita i messaggi sponsorizzati di Google, è ospitato su di una piattaforma di Google, ma non per questo risparmia critiche a Google.
L'azienda, da quando si è quotata in borsa, sta cercando di tirare fuori una buona idea a trimestre, andando a rompere gli equilibri.
Il problema è che la sua presenza al di fuori del nord america è poco più che cosmetica, e quindi non ha grandi possibilità di presidiare i mercati. Per ora, offrendo servizi free, è andata bene. Ma in futuro potrà continuare in questo modo? Può basare il proprio modello di business solo sulla pubblicità on line?