martedì 26 luglio 2005

Ma quanto costa la musica?

Prendo da Dagospia.
Se la multinazionale del disco Sony BMG, pensava che per evitare guai peggiori potesse bastare la multa da 10 milioni di dollari che pagherà alla procura di New York, dovrà ricredersi. Il tema è noto. Il procuratore generale Eliot Spitzer (che ha anche mire politiche nel partito democratico), ha accusato, prove alla mano, la major discografica di aver distribuito denaro e regalie alle radio di mezza America per convincere i dj a passare i dischi sui quali puntavano di più, da Jennifer Lopez a Jessica Simpson.
Spitzer è venuto in possesso di memo interni all’azienda che mettono la pratica nero su bianco, rendendo indifendibile la posizione della Sony-Bmg. Un vero e proprio prezzario a seconda dell’importanza del canale radiofonico: per un minimo di 75 passaggi, il compenso era mille dollari per le prime 23 radio del paese, 800 fino alla centesima, 500 per le altre.
Ma adesso il membro della Commissione Federale per le comunicazioni (FCC), Jonathan Adelstein, ha fatto sapere di aver ricevuto da Spitzer “Un arsenale di prove schiaccianti”, contro la Sony e la consociata Epic. Adelstein, ha chiesto di ricevere dal magistrato “tutto ciò che è in suo possesso”, nel tentativo di scovare un reato federale attraverso il quale perseguire la casa discografica.
Nel frattempo, lo stesso Spitzer non nasconde l’intenzione di scoperchiare la pentola anche con le altre etichette, certo che la pratica non riguardasse solo la SonyBmg.
Un interessante retroscena lo riporta l’ottimo Roger Friedman di Fox News, che nota come Spitzer sia vecchio amico del nuovo amministratore delegato della Sony, Andrew Lack, che pochi mesi fa aveva pubblicamente dato il suo appoggio alle indagini. Il sospetto è che sia Lack la fonte del magistrato, e che stia utilizzando l’inchiesta per fare pulizia ai piani alti della Sony Bmg…

E' colpa della presunta pirateria se le cose vanno male?
A proposito, ringrazio di cuore Vnu, che ha pubblicato una puntata di videoimparo con computer idea sul File Sharing. Giusto per dimostrare che non c'è interesse intorno alla pirateria e non ci sono squali disposti a tutti. In nome dell'informazione, si intende.
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