venerdì 8 luglio 2005

Ancora su Londra

Ho ricevuto un po' di messaggi di disappunto sugli SMS mandati agli italiani nella zona di Londra, invitati a contattare l'Italia.
A parte il fatto che l'idea non la trovo sbagliata in se, in fondo quando è stata pensata non si conosceva la portata del disastro, mi sembra interessante scoprire che poi gli italiani lì hanno usato quel sistema (segnalato da quattro email a questo blog). In fondo rassicurare la famiglia, e segnalare eventuali problemi alla Farnesina non mi sembra un intralcio alla vita dei cittadini, come altri sms statali del passato.
Il messaggio più inquietante l'ha ricevuto un mio parente, che ha un nipote inglese che è ormai in Italia due week end al mese e per tutto agosto: "Noi stiamo bene, ma qui c'è l'esercito che ci sta facendo sfollare dagli uffici e torneremo a casa a piedi". Il tizio ha un ufficio enorme affacciato su Covent Garden.

La bomba nei pressi di King's Cross ha poi intralciato ma non coinvolto alcuni amici e colleghi inglesi, a cui va la mia solidarietà in questo momento, e che hanno percorso un tratto di metropolitana a piedi, come la foto che ho preso da BBC.
Per loro tornare alla normalità sarà semplice, con l'Ira ci sono abituati. Per noi uscire da Heathrow e infilarci nella Piccadilly Line non sarà mai più come prima.
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