martedì 10 maggio 2005

OpenSource come modello di Business

Mi avete segnalato un video girato da Luca De Biase (presumo, ma non sono sicuro), sull'OpenSource come modello di Business.
Intervista a Francesco Sacco, professore di strategia aziendale in Bocconi e a Mimmo Cosenza, pioniere dell'OpenSource e fondatore di Sinapsi.










L'intervista è stata raccolta prima del convegno Open Source e Pubblica Amministrazione: opportunità di innovazione e sviluppo economico per le imprese italiane?
Ho trovato sul sito di Key4biz una descrizione.
Si è svolto al Senato l’incontro “Open Source nella Pubblica Amministrazione”, coordinato dal senatore Fiorello Cortiana (Verdi) e dall'onorevole Antonio Palmieri (Forza Italia).
L’incontro è stato occasione per incentivare la discussione sulle opportunità offerte dall'adozione del software Open Source da parte delle Pubbliche amministrazioni, sia in termini di maggiore efficienza ed economicità, che di sviluppo dell'innovazione tecnologica da parte delle aziende italiane.
L’appuntamento ha visto partecipazione di diversi esponenti di spicco della Pubblica amministrazione italiana che si sono confrontati sulle possibilità dell’Open Source, dopo le presentazioni illustrate dal comitato scientifico di Equiliber, associazione che si dedica alla ricerca sulle conseguenze ambientali, sociali e culturali dell'innovazione tecnologica.
La prima relazione, dei membri del Comitato redazionale di Equiliber, è stata quella di Alberto Pelizzaro, su "L'adozione dell'Open Source nella Pubblica Amministrazione come opportunità di innovazione per le imprese italiane".
E’ stata poi la volta di Giacomo Cosenza, “Get the Money”, e per concludere Francesco Sacco, che ha parlato di “Open Source e sviluppo economico”.
Pelizzaro, partner di Deloitte Consulting, ha evidenziato il fatto che "L'adozione delle tecnologie Open Source, da parte della PA, porta benefici significativi, di efficienza e di innovazione complessiva, oltre che alla PA stessa anche alle aziende italiane. Ciò favorisce la nascita di nuovi soggetti imprenditoriali che in virtù dei meccanismi di collaborazione propri del FOSS, possono trovare nuovi modelli di business, redditizi e innovativi, per competere al meglio sul mercato".
Per Cosenza, presidente di Sinapsi, non esiste una sola dimostrazione scientifica a supporto della brevettabilità del software come strumento di incentivazione all'innovazione tecnologica.
“Semmai è proprio il contrario”, ha aggiunto, spiegando: “Noi addetti ai lavori dobbiamo fare il possibile per aiutare i nostri parlamentari europei a esprimersi con cognizione di causa su un tema solo apparentemente poco significativo per il futuro delle nostre economie”.
In conclusione, Sacco, ricercatore presso l’Università dell’Insubria di Varese e professore a contratto presso l’Università Bocconi di Milano, ha commentato che “…senza il software oggi non si può più produrre nulla. È infrastrutturale ad ogni industria e non è destinato a banalizzarsi come le telecomunicazioni”.
Sacco ha, quindi, sottolineato come per l’Italia la diffusione dell’Open Source potrebbe essere una soluzione per rendere il costo del software più accessibile alle tre PMI, ma anche un’ultima chance per tornare in lizza in un’industria strategica e ad alto valore aggiunto.
Nel suo intervento, Cortiana ha parlato di grande opportunità per le Pubbliche Amministrazioni, anche se, ha spiegato il senatore, “…ci sono alcuni passaggi di cui la politica deve farsi carico: da un lato la definizione normativa del pluralismo informatico, dei formati utili ad esso, dei criteri in uso nella PA per garantire l'interoperabilità, dall'altro garantire che gli alfabeti della comunicazione, il software non possa essere brevettato, costruendo nuove rendite che bloccherebbero tale opportunità”.
L'incontro si è chiuso con l'auspicio che questo sia il primo di numerosi incontri tesi a animare il dibattito sulla necessità dell'innovazione nella Pubblica Amministrazione.
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