martedì 19 aprile 2005

Ma Electronic Arts uccide il mercato?

Mi sono arrivati un po' di messaggi che parlano di un solo argomento: software house entrate in orbita Electronic Arts che poi chiudono rapidamente i battenti.
L'ultimo caso, quello degli Oddworld Inhabitants è piuttosto ecclatante, visto che una delle software house videoludiche più interessanti. Oggi che produrre per la TV e il cinema in 3d è davvero possibile a tutti, molte società che hanno sviluppato esperienza nel settore dei videogiochi si buttano a capofitto in nuove e più remunerative aree.
I videogiochi, di fatto, sono in mano a pochi publisher che investono milioni di dollari in progetti del tutto discutibili, molto discutibili: o sequel di giochi o licenze cinematografiche. Questo è ciò che accade in occidente.
In oriente, invece, il mercato dei videogiochi continua ad esistere e campare alla grande, con produzioni anche piccole ma supportate da idee e da capacità di programmazione notevole.
Progetti che non coinvolgono centinaia di persone (ma andate a leggervi i credits di qualsiasi gioco per aver un'idea di che tipo di costi hanno questi signori).
Insomma, diventando un mercato maturo, i videogiochi perdono creatività. Ma esiste solo questa logica dei publisher?
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