venerdì 29 aprile 2005

iNet: si dimettono alcuni fondatori

Notiziuola da poco!
Si sono dimessi alcuni dei soci fondatori di iNet, società quotata in Borsa.
Niente più il mitico Negri, Groppi e il loquace Quintarelli.
Stranamente il sito non ne parla, anzi è dire il vero poco aggiornato.
Non oso immaginare il titolo oggi che fine faccia.
Non oso immaginare che cosa vadano a fare i tre. Di certo hanno la pancia piena, ma hanno anche capacità indiscutibili.

giovedì 28 aprile 2005

La situazione games in Italia

L'incontro di ieri sera mi ha permesso di fare un po' il punto della situazione dei videogiochi italiana.
Il panorama che emerge è piuttosto desolante, e molti operatori lo vedono ancora più nero di come lo vedo io.
La maggior parte degli osservatori nota che il management delle aziende italiane è assolutamente inadeguato, in generale, con persone prese dai distributori e promossi a ruoli di decisori senza averne le competenze. Ciò significa scarsa pianificazione e totale assenza di reale assenza di pianificazione e strategia.
Il mercato dei giochi PC è praticamente agonizzante da tempo e solo allegando i giochi alle riviste (che sono una delle ragioni per cui il mercato PC è agonizzante) si salvano i conti!
Come è possibile uscire da questa palude?
A dire la verità non ne ho idea, perchè senza prendere in considerazione le software house, ma guardando in Microsoft e Sony, ci si accorge che il panorama è quello che è: parenti che svolgono ruoli importanti (che per altro stanno imparando), gente che arriva da altri settori e non ha la minima idea di quel che deve fare e via di seguito. E sono quelli che hanno i soldi...
Io dico che qualche personaggio deve crescere professionalmente. Ma molti altri sostengono che ormai la situazione in Italia è del tutto compromessa.
Staremo a vedere.

I World Cyber Games a Monza

Sarà l'autodromo di Monza ad ospitare i prossimi WCG italiani, la fase finale per la selezione della squadra italiana per le finali Singapore. Infatti, sarà la sala stampa dell'autodromo la sede per disputare i match e scontrarsi, con le 600 postazioni per computer già presenti e tanti schermi per vedere le immagini migliori degli incontri.
Prendo dal comunicato.
A ricordarci di trionfi “insoliti” accanto a quelli della Ferrari è l’edizione 2005 dei World Cyber Games – le Olimpiadi dei Videogiochi, che apriranno la porte dell’Autodromo Nazionale di Monza dal 17 al 19 giugno prossimi.
Il Cyber- sport sta prendendo le forme di un altro modo per socializzare, per intendere i videogames, un’altra passione che insieme ai riflessi, può stimolare la sana competizione, come quelle che ci piace vedere negli stadi o dagli spalti di un autodromo. Evento nato per i giovani videogiocatori, coinvolge ora un vasto pubblico di appassionati e curiosi. A Monza di certo ritroveremo la medaglia d’oro di San Francisco 2003 Nicola “ForresT” Geretti, il vincitore della medaglia d’oro agli ECG lo scorso Marzo Michele “DMC” Esposito e i vincitori della scorsa edizione nazionale, che hanno difeso la bandiera italiana ai mondiali.
La manifestazione è promossa da SAMSUNG Electronics Italia, main sponsor anche a livello mondiale e organizzata da NGI SpA, leader nazionale per il Gaming on-line e la connettività internet, congiuntamente ad ANVI (Associazione Nazionale Videogiocatori Italiani). Dal 2 Maggio saranno aperte le iscrizioni che permetteranno di accedere alle discipline ufficiali sia per i giochi di ruolo che per i clan.
Questo il “menù” per il Cyber – atleta:
- 600 postazioni PC su cui si disputeranno i tornei delle specialità ufficiali:
StarCraft: Brood War – RTS
Warcraft¥²: Frozen Throne – RTS
Warhammer 40,000 : Dawn of War - RTS
Counter Strike: Source – FPS
FIFA 2005 - Sports
Need for Speed : Underground 2 – Sports
Halo 2 (Console/Xbox) - FPS
L’evento si inserisce così nella 30° edizione del Festival dello Sport della città di Monza, che vedrà le premiazioni dei World Cyber Games 2005 ospitate sul podio della Formula Uno, a calcare il suolo di una pista che ha ben visto trionfi meno “insoliti”.

Le iscrizioni si aprono il 9 maggio sul sito www.ngi.it, organizzatore dei giochi. Si chiuderanno il 10 Giugno prossimo.
L'Italia è anche candidata all'organizzazione dell'edizione 2006 dei WCG, grazie alla costante crescita registrata dalla kermesse di NGI e dall'abilità organizzatrice di Luca e Cristina.

mercoledì 27 aprile 2005

Switch a 64 bit gratuito

Microsoft ha annunciato che chi possiede un PC con un processore a 64 bit, può chiedere il nuovo sistema operativo a 64 bit gratuitamente.
Informazioni dettagliate (non ancora in italiano) le trovare a questo link.

Video su Longhorn

Presi dal WinHec, grazie a newowin.
Partiamo dal KeyNote.










Passiamo a Longhorn e i suoi sistemi visuali










Chiudendo con il nuovo modo di ricercare.









martedì 26 aprile 2005

L'era dei 64 bit

Fino a qualche tempo fa ero il solo a parlare e spingere per i 64 bit.
Da oggi ci penseranno Microsoft, Intel e Amd.
Prendo tutto da 01net per praticità.
Da Microsoft nuovi annunci x64 creano il ponte tra i 32 e i 64 bit

Presentate le nuove versioni x64 di Windows Xp Professional e Windows 2003 Server, in un'ottica di transizione e compatibilità.
In occasione del WinHEC di Seattle, Microsoft ha rilasciato le nuove versioni x64 di Windows Xp Professional e Windows 2003 Server.
Con queste due nuove release, la casa di Redmond si pone l'obiettivo di gettare delle solide basi per permettere una migliore e più semplice transizione alla nuova tecnologia a 64bit, assicurando piena compatibilità con l'odierna architettura a 32. Secondo Microsoft, molto probabilmente già a partire dal 2006, la quasi la totalità dei nuovi server sarà a 64 bit, ma fino a quel momento sarà necessario un anello di congiunzione, che permetta di combinare entrambe le architetture sullo stesso sistema, e per questo motivo entrambe le nuove release sono state realizzate a partire dal codice sorgente dei propri predecessori a 32 bit.
Nello specifico Xp Professional x64 Edition è stato sviluppato sulla Build 2600 del sorgente di Xp - la stessa su cui Ms ha sviluppato Xp e il Sp2 - mentre la versione x64 di 2003 Server, seguendo lo stesso criterio poggia sul sorgente di Windows Server 2003.
Il risultato di questa scelta architetturale, è Wow64 (Windows on Windows 64), una feature che permetterà di far girare le proprie applicazioni a 32 bit in maniera più performante, traendo vantaggio dalle nuove risorse, in termini di memoria per singolo processo e velocità di calcolo, apportate dalla teconologia x64.
Inoltre, sempre all'insegna della compatibilità - che sembra davvero essere la nuova parola d'ordine della software house - le versioni x64 supporteranno sia la tecnologia EM64T (Extended Memory 64 Technology) di Intel che la Opteron di Amd, fornendo così agli sviluppatori un'unica piattaforma su cui lavorare indipendentemente dal processore x64 che la macchina avrà a bordo.
Per quanto riguarda il licensing, Microsoft ha deciso di adottare lo stesso pricing delle precedenti versioni a 32 bit, e per quanti finora avessero acquistato una macchina a 64bit con sistema operativo a 32, a partire da oggi e fino al 30 luglio sarà possibile sostituirlo gratuitamente con la versione x64.

e poi ...
Amd inaugura l’era dei server dual core

Da oggi è ufficialmente disponibile il processore Opteron 64 dual core nei modelli a 1,8 GHz, 2 GHz e 2,2 GHz per sistemi a 8 vie (entro maggio in commercio anche le versioni per i 2 vie). Presentato anche l’Athlon 64 X2 per desktop e portatili (in vendita da giugno)
In linea con le anticipazioni, Amd annuncia ufficialmente oggi la disponibilità dell'Opteron 64 dual core. Più inaspettatamente, dà anche notizia della commercializzazione per il mese di giugno dei primi sistemi equipaggiati con il nuovo Athlon 64 X2, ovvero la versione dual-core del processore per pc desktop.
La società vuole in questo modo dimostrare la propria supremazia tecnologica in un settore che in realtà è ancora tutto da esplorare ma da cui ci si aspetta grandi risultati. Così se non è sempre immediato intuire la necessità di un dual-core sul fronte desktop, sul versante server e workstation risulta invece intuitivo capire come sistemi e applicazioni già nati per agire in multitasking e multithreading possano trarre vantaggio da un processore a doppia Cpu.
Per soddisfare al meglio ogni tipo di esigenza, Amd offre sei modelli di Opteron 64 dual-core, tre per la famiglia 200 (indirizzata ai sistemi a due vie) e tre per la famiglia 800 (per i sistemi a 4 e 8 vie). Le frequenze per entrambe le famiglie saranno 1,8 GHz (contraddistinta dal numero 65), 2 GHz (numero 70) e 2,2 GHz (numero 75). Inoltre, i nuovi processori sono disponibili anche secondo tre differenti caratteristiche di consumo energetico: 95 W, 55 W e 30 W (questi ultimi espressamente sono pensati per server Nas e San). Amd precisa che ha già consegnato ai costruttori i modelli 865, 870 e 875 a 95 W e 55 W. Gli altri arriveranno sul mercato entro la fine di maggio.
Uno degli aspetti su cui Amd mette particolarmente l'accento è la possibilità di usare i nuovi Opteron 64 dual core sulle medesime architetture impiegate con gli Opteron 32 e 64 bit a core singolo. «Questo non significa che ci aspettiamo un grande mercato di sostituzione - ha precisato Ben Williams, vice president della divisione Enterprise e Server/Workstation di AMD - quanto invece una veloce adozione dei nuovi chip grazie alla possibilità di non apportare modifiche sostanziali ai sistemi attuali». In linea con questa affermazione, Amd si attende che entro la fine dell'anno la maggior parte degli Opteron messi in commercio sia dual core. A ciò contribuirà anche il fatto che il pricing operato dalla società è, come al solito, molto competitivo: «In alcuni casi identico addirittura a quello del single core», ha sottolineato Williams.
Infatti, per ordinativi di 1.000 pezzi, la gamma Opteron 200 prevede il prezzo di 851 dollari per il Model 265 e 1.299 dollari per il 275. La famiglia Opteron 800 parte dai 1.514 dollari per il 865 e arriva ai 2.649 dollari per l'875. I processori dual-core Opteron 265 e 865 hanno lo stesso prezzo dei processori single-core Opteron 252 e 852.
L'arrivo dei nuovi Opteron, e le relative aspettative di vendita, non comportano comunque la fine dei modelli single core, per i quali Amd prevede ancora una specifica roadmap.
Tra le varie novità tecnologiche, Amd evidenzia soprattutto il collegamento diretto tra i due core che «elimina il collo di bottiglia dovuto alla necessità di usare un front side bus, che limita le potenzialità del processore». L'evidente paragone con Intel vuol sottolineare ancora una volta come Amd si proponga quale innovatore, seguendo una via totalmente differente da quella intrapresa da Intel.
Anche sul fronte desktop, Amd persegue una strategia diametralmente opposta a quella dell'acerrimo rivale: Intel ha infatti già detto che il suo dual-core sarà il processore top di gamma e offrirà il massimo delle prestazioni. Tuttavia, necessiterà di un nuovo chipset e quindi di una nuova architettura della scheda madre. Amd punta invece ancora una volta sulla continuità: nessun cambiamento strutturale, ma solo variazioni a livello di processore. La società non fa leva nemmeno sulla potenza: sarà ancora l'Athlon 64 Fx il più veloce, mentre al dual-core spetterà il ruolo di protagonista nella gestione del multimedia.
I primi modelli di Athlon 64 X2 disponibili (sia per desktop sia per notebook) saranno i 4200+, 4400+, 4600+ e 4800+. Le frequenze di lavoro varieranno tra i 2 e 2,2 GHz: a differenziare i processori sarà la quantità di cache integrata.

NintendoDS: il wireless prende il volo

Con questo post ho l'occasione di ricordare a tutti che il Nintendo DS, tra le altre cose, permette di condividere un gioco su di un Ds con gli amici, e giocarci in rete senza avere il gioco installato.
Quindi, qui ecco un filmato che fa vedere dei paracadutisti che giocano in aria con il DS. Lo prendo, per praticità, da Wired.com.

Colao, il Corriere, RCS e il web

Prendo da Dagospia un intervento di Vittorio Colao, ex amministratore delegato di Vodafone e oggi amministratore di RCS.
Che rapporto ha Colao Meravigliao, uno dei big della carta stampata con internet e con l’editoria elettronica? Nessuno osa pensare che il manager Mc Kinsey impieghi il suo tempo prezioso a leggere Dagospia, ma qualcosa delle sue preferenze telematiche trapela dal testo della Lectio Magistralis che ha tenuto il 23 novembre alla Bocconi. Ha detto Colao: “Io ricevo giornalmente le e-mail Breakingviews.com (costo medio 2 euro al giorno) e quelle della Voce.info (gratis), tengo aperto il sito Corriere.it (gratis), ricevo gli sms da Gazzetta e Corriere (a pagamento)”. Nel corso della lezione Colao Meravigliao si è posto un interrogativo importante a proposito dell’invadenza dell’informazione su internet: “Se i ricavi si frammentano ci saranno ritorni che permetteranno l’esistenza di editori di qualità come oggi? (…) La pubblicità ci ripagherà di questi costi o, alla fine, “pizza e fichi.it” potrà farci concorrenza con quattro sponsorizzazioni e due ragazzotti svegli non laureati che sanno scrivere pagine web?”
Belle domande.

Vorrei fare un paio di appunti. Il primo è semplice: perchè il Corriere dovrebbe avere paura di pizza e fichi.it? Non certo per quattro sponsor, non certo perchè ha quattro ragazzotti svegli non laureati che sanno scrivere pagine web. Apro una parentesi, vada per gli sponsor, che non arrivano mai per caso, ma nel 2004/5 i siti si fanno senza sapere come si fanno le pagine web. Forse anche nel 2000. E anche prima. Chiusa parentesi.
Non capisco che cosa c'entri il fatto che si tratti di ragazzotti svegli e soprattutto non laureati. Se andiamo a vedere la redazione del Corriere, troviamo fior di giornalisti non laureati. Ma lasciamo perdere. Se poi quelli laureati scrivono quello che scrive Gasperetti sul Corriere Economia lasciamo stare (a proposito, dopo l'annunzio che l'uscita di PSP è rinviata a settembre, la cazzata scritta dal sucitato settimana scorsa come la consideriamo?).
I giornali sono fatti da persone sveglie, che colgono spunti dalle notizie e da ciò che ruota loro attorno. Sarebbe meglio interrogarsi, al posto di come il web può rompere le uova nel paniere dei giornali, perchè ciò sia possibile andando proprio a guardare i giornali.
Pizza e fichi.it può battere il Corriere perchè ha delle idee e porta avanti delle notizie/fatti/approfondimenti che il Corrierone non può fare, o per pigrizia o per motivi politici o di interesse. Pizza e fichi è libero. Il web è libero. La carta stampata spesso e volentieri no.
Però di questo non ho mai letto niente da nessuna parte. O sbaglio.
Chi occupa un posto per guardare i conti, si limiti a fare quello. Che è già tantissimo.

PSP al primo settembre

Prendo dall'annunzio ufficiale che faccio prima.
Sony Computer Entertainment Europe (SCEE) ha annunciato oggi che l'attesissimo sistema di intrattenimento portatile PlayStation® Portable, dopo il successo ottenuto in Giappone e in America, sarà lanciato in Europa, Italia compresa, il 1 settembre 2005, nella confezione “Value Pack” al costo di € 249,00.
Il PlayStation Portable Value Pack contiene una serie di accessori aggiuntivi, tra cui la custodia protettiva per la PlayStation® Portable, la Memory Stick DuoÔ da 32 MB, la batteria, le cuffie con comando a distanza, l’adattatore AC, la cinghia da polso e alcune versioni dimostrative non interattive di filmati/musica e demo di giochi su supporto Universal Media Disc (UMD).
I più veloci a registrare la propria PlayStation Portable sul sito www.yourpsp.com, il portale ufficiale di SCEE per la nuova console, potranno sperimentare subito la qualità della funzione video ricevendo a casa propria una copia omaggio di Spider-Man 2 in formato UMD Video.

Insomma, esce un po' in ritardo. Soprattutto rispetto al can can di Panorama e del TG5. Chissà se esce in tempo per le sfilate...

lunedì 25 aprile 2005

Lo scherzo di Urbani

Non ci posso credere. Ho ricevuto un invito esclusivo, per un incontro sulla proprietà intellettuale. Direttamente da Urbani. Parla lui, martuscello, Mazza, Viegavo e compagnia bella.
Ovviamente ho chiamato.
Ovviamente è stato rimandato. Per Urbani spero proprio per sempre.

venerdì 22 aprile 2005

Sicurezza informatica

Mi rendo conto che la sicurezza informatica dipende fortemente dalla compelssità dei sistemi con cui abbiamo a che fare. Sarà banale, ma dalla comparsa del web ad oggi, il panorama è cambiato di molto, e quindi le risposte che andavano bene una volta oggi non sono più valide. Non bastano gli antivirus, i firewall, sistemi di controllo delle intrusioni, disaster recovery e via di seguito. Fenomeni come il Phishing e il Pharming dimostrano che si può lavorare sull'ingenuità. Nel caso del phishing si tratta di ingenuità comportamentaledegli utenti, che rispondono a messaggi fraudolenti, e purtroppo di eccesso di fiducia nel caso del pharming, che altro non è che un attacco a server DND per indirizzare utenti verso altri siti da quelli veri al fine di raccogliere informazioni, come login e password, numeri di carte di credito e via di seguito.
La miglior risposta possibile è cercare di comprendere l’infrastruttura tecnologica, delle aziende e dei singoli PC nelle nostre case, e cercare di semplificare i processi. Usare altri software per la condivisione internet, rispetto alla soluzione integrata in Windows, crea uno stato di complicazione per la sicurezza quasi del tutto inutile, che aggiunge uno strato a tanti altri. Se poi aggiungiamo delle connessioni wireless, spesso si utilizzano i software di gestione delle confezioni, che si aggiungono a quelli di Windows (XP fa tutto da solo) lasciando spazio a nuove vulnerabilità. Insomma, aggiungere strati su strati, spesso finisce con creare uno strato debole, attaccabile, che fa crollare tutto il "castello" costruito.
Secondo me, per la sicurezza, bisogna tornare a parlare in termini di semplicità, perché la sicurezza totale non esiste e quindi è sempre bene avere presente tutta la situazione e soprattutto sotto controllo.
Anche con sistemi base gratuiti forniti in rete, come ho accennato nei giorni scorsi. E come ho visto che ha accolto il vostro interesse. Il servizio funziona anche senza prodotti Symantec. E' bene ricordarlo, e ci può mostrare se chi ci sta attaccando lo fa solo con noi o anche con altri. Non è poco. Inoltre, la home page ci spiega dove avvengono gli attacchi e che tipo di preoccupazione c'è. Mica bruscolini.

giovedì 21 aprile 2005

Yahoo Italia

In questi giorni sono stato bersagliato anche da una serie di email di persone che lavorano in Yahoo o che comunque hanno in simpatia il portale americano. Ebbene, tutti mi dicevano che la situazione italiana è drammatica, c'è una gran fuga di persone, che ci sono interventi "forti" e via di seguito.
Mi sono, per la verità, accapigliato un po' con i giornalisti di un portale, visto che avevano riportato i risultati eccellenti di Yahoo, spiegando che io ricevevo informazioni diametralmente opposte.
Ora trovo su 01net questa notizia. Quindi qualcosa di grosso bolle in pentola sul serio.
Mentre il mondo finanziario e la stessa corporation festeggiano per i buoni risultati dell'ultima trimestrale di Yahoo! non altrettanto possono fare i dipendenti della filiale italiana.
Dopo la terza riorganizzazione aziendale avvenuta nell'arco di sette mesi, in assenza di confronto e accordo interno, da dieci giorni i lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione.
La protesta è espressione del difficile passaggio nel quale si trova l'azienda, dopo l'integrazione di Kelkoo e, soprattutto, in seguito ai radicali cambi manageriali che hanno portato Massimo Martini, già responsabile della filiale italiana di Kelkoo a prendere il posto di Alessandro Pegoraro al vertice di Yahoo! Italia e, a più alti livelli, Pierre Chappaz, co-fondatore e chief executive officer di Kelkoo, a ricoprire l'incarico di presidente della divisione consumer europea di Yahoo!, e Dominique Vidal, già direttore generale di Kelkoo, a ricoprire l'incarico di Ceo di Yahoo Europe.
La situazione si è ulteriormente inasprita due giorni fa, dopo il licenziamento della delegata sindacale dell'azienda.

Non sono andati giù leggeri. Anzi, potrebbe essere un mio articolo, visto che nella vita normale devo edulcorare i miei pensieri.
Io avevo scritto un post oltre un mese fa sui problemi italiani che avevo percepito.
Di certo non immaginavo una situazione esplosiva. E pensare che passo tutti i giorni davanti a Yahoo...

Via Berlusconi, via Urbani

Non c'avevo pensato, ma molti che seguono questo blog me lo hanno fatto notare a suon di email.
Dimissionato il Governo Berlusconi, è molto probabile che al dicastero dei beni culturali vada qualcun'altro, rispetto all'attuale Ministro Urbani.
La comunità internet, il popolo della rete se vogliamo, ringrazia.

Strane strategie PSP

Alla Sony sono impazziti. O non sanno come vendere la PSP, per cui alzano il target e ci provano, oppure sono fuori di testa. Propendo per la seconda ipotesi.
Prendo dalla Reuters.
I possessori della nuova PlayStation portatile potranno ora portare la rivista per adulti Playboy per strada con sé, senza la seccatura degli articoli. L'unità online di Playboy Enterprises oggi ha annunciato infatti che offrirà gallerie foto e video realizzate appositamente per la PSP. Playboy ha detto di avere una servizio a "tema fantascienza" della modella Amy Cooper che è stato formattato per la visione sullo schermo della PSP. Playboy ha spiegato che la "PlayboyStation Portable" è disponibile gratuitamente, nella forma di due gallerie fotografiche non di nudo e una gratis per il video. Gli abbonati al servizio online di Playboy possono accedere ai contenuti premium di nudo. La società lo scorso anno ha creato "iBod" per il lettore iPod di Apple Computer. Sony ha lanciato sul mercato la PSP il 24 marzo in Nord America, e ne ha vendute oltre 600.000 unità in una settimana.

Dinosauri e la Preistoria

Grazie ai messaggi di Dario, Luca, Anna, Paola, Daniele, Chicco, Stef, Arzug, Clair, Max (ce n'è più d'uno), Dante, e sicuramente degli altri, che però con la ricerca di GMail non ho ritrovato.
Pare che nella Preistoria non ci fossero i dinosauri. Quindi la pubblicità di Microsoft è sbagliata. Anche se è ovviamente è una forzatura, una caricatura. Però è divertente.
Qui trovate la definizione su Wikipedia.
Visto il filmato di Ballmer, direi che potevano dire di uscire dal pianeta delle scimmie!

Ballmer: I love this company

E' uno degli uomini più ricchi del mondo.
E' Ceo di una delle aziende quotate in borsa di maggior valore.
Eppure si presenta agli incontri in questo modo... Filmato da vedere.









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Si tratta di un incontro ufficiale Microsoft. Non è nuovo a questi show. Ne ricordo uno in cui indiavolato continuava a ripetere "develop, develop, ...".

La situazione ICT italiana

Prendo direttamente dal sito di ComputerWorlditalia l'articolo riguardante il convegnoIdc di due giorni fa.
La situazione è piuttosto interessante.
Il principale problema del mercato IT italiano è che dal 2000 a questa parte il ritardo del nostro Paese nella produttività ha smesso di “fare da polmone differenziale di sottosviluppo che consentiva di ammortizzare i periodi di crisi”, come era avvenuto nei primi anni ’90 (vedi grafico). Da qui parte l’analisi di Roberto Masiero, presidente di IDC EMEA, per cercare di capire che cosa si può fare per invertire la tendenza negativa del mercato IT, che rimane stagnante quando in tutti gli altri Paesi europei mostra lievi segni di ripresa.
Dal 2004 non esiste più un'Europa unica dal punto di vista della produttività e della crescita del mercato IT, ma tre Europe diverse. C’è quella virtuosa formata dalla Gran Bretagna e dai Paesi nordici, cui si è ora aggiunta la Spagna, che cresce del 3% come PIL e del 4% e più come mercato IT. C’è l’emergente Europa centro-orientale, che vanta una crescita del 6% del PIL e di quasi il 17% del mercato IT. E poi c’è l’Europa stagnante della Germania, della Francia e dell’Italia, la cui economia cresce tra l’1,2% (il nostro Paese) e il 2,3%, e l’IT tra il 2% e il 3%.
Insomma “in Italia è finita l’era dei frutti bassi”: per crescere e prosperare l’industria IT italiana, che è essenzialmente un’industria di software e servizi, non ha altra scelta che organizzarsi e inventarsi qualche cosa che aiuti a sciogliere i cosiddetti nodi strutturali che impediscono lo sviluppo dell’innovazione e della produttività nel nostro Paese. Questi nodi, per IDC, sono quattro: gli investimenti in IT e la spesa in ricerca e sviluppo (al di sotto della media europea), il capitale umano (poco qualificato) e i processi delle aziende (arretrati). Sono questi nodi a determinare la situazione di crisi dell’industria IT, situazione aggravata dall’insufficiente rilevanza politica del settore: nonostante la quantità di associazioni di categoria, il loro peso sulle politiche di governo è pressoché nulla, ha osservato qualcuno.
E’ vero che per innescare un ‘cambiamento di stato’ occorre innanzitutto l’intervento del governo, della pubblica amministrazione locale, del sistema finanziario e delle università, ma anche le imprese italiane ICT possono fare qualcosa, suggerisce Masiero: innanzitutto comportandosi da 'buoni cittadini’, cercando una maggior collaborazione con le università, gli enti locali e tra loro stesse per creare tante Etna Valley ovvero trasformare in massa critica quelle esperienze e iniziative meritorie fino a oggi rimaste isolate e frammentate. E in definitiva per far sì che la ‘torta’ e le fette della spesa IT diventino più grandi per tutti. Per esempio, IDC è convinta che il Sud e altre regioni con un’elevata disponibilità di skill tecnici e un costo del lavoro contenuto possano costituire una valida alternativa all’offshoring dei servizi IT, tenuto conto dei costi nascosti di quest’ultimo.
In quest’ottica la stessa IDC si sta promuovendo come polo di aggregazione per creare un osservatorio che coinvolga le principali imprese di software e servizi italiane nella messa a punto di iniziative capaci di rilanciare uno sviluppo sostenibile del mercato dell’industria ICT.
Nel quadro poco felice del mercato IT italiano esiste però qualche cosa di cui rallegrarsi. Per esempio, nel 2004 le prime trenta società di software e servizi italiane, che rappresentano un terzo di tale mercato, hanno visto il loro fatturato aumentare del 2,4%, contro un calo di fatturato dell’1,4% dalle concorrenti internazionali, fa notare Ezio Viola, vice presidente di IDC per il Sud Europa. Tra esse spiccano Engineering, in crescita del 21%, Reply (+30%), Softpeople (+40%), TeamSystem (+25%) e Data Management (+23%). Merito nella maggior parte dei casi di modelli di business più flessibili, di strategie precise di posizionamento sul mercato, di un’organizzazione snella e di una struttura dei costi flessibile.

Ma siamo certi che si tratti solo di flessibilità? In IDC ne sono convinti. Io invece sono più propenso a pensare che si tratti di un modo diverso di approciare il mercato, molto più concentrato ai risultati per i clienti e quindi ai propri risultati. Si tratta di un'attenzione costante alle attese delle aziende e dei partner, alla costruzione di soluzioni che abbiano ritorni degli investimenti certi e significativi.
C'è bisogno che IDC si arroghi il diritto di creare un polo aggregativo nell'ICT? Forse sì, nel senso che se non lo fa nessun altro, o forse non è il caso, perché perderebbe quell'indipendenza che la contraddistingue. L'osservatorio imparziale va bene, il resto forse si addice maggiormente a società come Sirmi.
Il discorso Etna Valley è tutto da dimostrare. Mi spiego un pochino meglio sul tema. Io vivo a Milano. E' il centro dell'ICT più importante nella regione sud europea. Ci sono Università, ci sono aziende, ci sono distributori, ci sono var e via di seguito. Eppure non si è mai riusciti a fare sistema. Eppure le aziende, nel bene o nel male funzionano. I rapporti con le Università, soprattutto con i docenti, sono sporadici, perché se inviti un prof nell'80% dei casi ti accorgi che non capisce niente e che è lontano anni luce dai bisogni di queste aziende. E' un dato di fatto.
Ci sono altresì occasioni di incontri e convegni che mettono in circolo le idee. Questi, più o meno, funzionano. E fanno sistema. Sebbene improprio per parlarne in termini economici.
Quindi servono delle Etna Valley oppure dei sistemi di interconnessione di idee, favorite, ovviamente, da finanziamenti più o meno statali? Se vediamo emergere un modello che faccia collaborare industria, università e Pubblica amministrazione locale, con gli adeguati supporti finanziari e fiscali, allora sono d'accordo.
Ma è un ruolo che tocca solo alle amministrazioni e allo stato, o riguarda le banche e i sistemi di finanziamento privati? Di questi problemi non se ne parla mai, o meglio, se ne parla tra informatici.
Quindi serve a pochino.

mercoledì 20 aprile 2005

Qualità dell'assistenza

Un mio caro amico ha comperato a dicembre un notebook Acer appena uscito sul mercato, con Athlon 64 3400+. A metà febbraio si è rifiutato di riaccendersi, Acer manda il corriere a ritirarlo e da allora più nulla.
Dopo oltre due mesi Acer non è in grado di ripararlo (pare manchi la scheda madre) né vuole sostituirlo, come il mio amico ha scoperto con una decina di telefonate al servizio assistenza. Oltretutto è un rivenditore hardware, che mai più comprerà e consiglierà Acer ai suoi clienti.
Il notebook costa circa 1200 Euro: considerata la massiccia pubblicità su stampa, canali nazionali e satellitari in cui spende Acer, non farebbe meglio a investire qualche spicciolo anche per rispettare i diritti dei propri clienti invece di costringerli a rivolgersi al Giudice di Pace?

Gatekeeper

Metto on line il filmato di presentazione di GateKeeper. Si tratta di un gioco, fatto con delle domande, da Microsoft, per mettere alla prova le conoscenze.
Ci sono in palio fantastici premi.
Link qui.









L'analisi dei dati

Un servizio interessante offerto da Symantec gratuitamente. Si tratta di un sistema che, previa rigistrazione e invio dei propri dati, va a cercare all'interno dell'archivio a che tipo di attacco si è sotto posti e se è solo al nostro PC o anche ad altri.
Le informazioni le trovate all'indirizzo http://analyzer.symantec.com/ e qui trovate un filmato in formato Flash che mostra il servizio, via web.
Il bello è che funziona anche se non si dispone di prodotti Symantec, e si può inviare il log file di Windows XP, tanto per fare un esempio.







ICT nell'istruzione: un manuale dall'UNESCO

"A Handbook for Teachers or How ICT Can Create New, Open Learning Environments", è un manuale UNESCO per chi lavora nel campo dell'istruzione e si interessa alle nuove tecnologie. Una risposta autorevole e ben documentata a chi si chiede come le tecnologie dell'informazione e della comunicazione possono cambiare la didattica e l'apprendimento.
Il manuale passa in rassegna molteplici applicazioni pratiche che possono essere inserite nei diversi ambiti scolastici, con sezioni dedicate alle scienze, alle lingue straniere, scienze sociali e umanistiche, matematica, informatica e altro ancora. Il manuale fornisce inoltre una panoramica dei problemi che possono essere incontrati dal docente che introduce le nuove tecnologie a scuola, suggerendo delle soluzioni possibili. Ampio spazio è dato alla discussione sui cambiamenti necessari a livello di strutture e di infrastrutture e a eventuali strategie di attuazione. Il documento è disponibile in inglese e può essere scaricato da questo link (in pdf).

ICT: vera crisi?

Il fatturato del mercato dell'ICT non cresce. Guardando sia volumi sia l'hardware, sia il software e i servizi, ci si accorge che la crescita c'è.
E' un problema di prezzi. E' un problema di margini. In generale, l'harware ha avuto sui mercai orientali un calo del 25% di prezzo. I processori sono crollati a minimi storici, le memorie e gli hard disk altrettanto. Dai rapporti Assinform si vede che le vendite di PC sono cresciute 16,7%, ma in valore abbiamo la stessa cifra del 2003.
Sul software, soffr il Crm e l'Erp, perchè le vendite vanno alle PMI e quindi le licenze sono piccole.
Ma stiamo parlando di un mercato, quello dell'ICT, che vale 61.180 milioni di euro, cresciuto di un buon +1,5%, ossia più della media del paese. Certo, l'Europa galoppa a +3,4 e il mondo a +5,9%, ma questa è un'altra storia.

martedì 19 aprile 2005

Ancora su Office 2003

Quel che pare strano a molti lettori di questo blog è il motivo per cui Microsoft dovrebbe comunicare con forza su di un prodotto che è sostanzialmente vecchio, come Office 2003.
Il motivo è semplice: di Office Microsoft c'ha sempre campato, più che con i sistemi operativi. In questo periodo, c'è l'opportunità di aggiornare le vecchie versioni di Office, perché si stanno aggiornando molti parchi macchina delle aziende. Il problema è che, secondo me, per la PMi questo tipo di operazione non va bene. Ed è la PMI quella indietro nel settore. E quella che potrebbe forse investire.
Insomma, la strategia di comunicazione e di marketing fa un po' acqua.

Ma Electronic Arts uccide il mercato?

Mi sono arrivati un po' di messaggi che parlano di un solo argomento: software house entrate in orbita Electronic Arts che poi chiudono rapidamente i battenti.
L'ultimo caso, quello degli Oddworld Inhabitants è piuttosto ecclatante, visto che una delle software house videoludiche più interessanti. Oggi che produrre per la TV e il cinema in 3d è davvero possibile a tutti, molte società che hanno sviluppato esperienza nel settore dei videogiochi si buttano a capofitto in nuove e più remunerative aree.
I videogiochi, di fatto, sono in mano a pochi publisher che investono milioni di dollari in progetti del tutto discutibili, molto discutibili: o sequel di giochi o licenze cinematografiche. Questo è ciò che accade in occidente.
In oriente, invece, il mercato dei videogiochi continua ad esistere e campare alla grande, con produzioni anche piccole ma supportate da idee e da capacità di programmazione notevole.
Progetti che non coinvolgono centinaia di persone (ma andate a leggervi i credits di qualsiasi gioco per aver un'idea di che tipo di costi hanno questi signori).
Insomma, diventando un mercato maturo, i videogiochi perdono creatività. Ma esiste solo questa logica dei publisher?

lunedì 18 aprile 2005

I dinosauri di Microsoft

In Microsoft hanno pensato di portarci in un'altra epoca.
Hanno presentato una ricerca condotta sul web in tutto il mondo, a cui hanno risposto in 56.000! E la danno per oro colato.
Ma come siamo messi.
E hanno pure chiamato un emerito (in questo caso senza ironia) prof della Bocconi, e in difficoltà ha detto che se siamo alla preistoria informatica è anche colpa di Microsoft che ha sempre fatto software difficili da capire e da usare pienamente. E ha anche parlato dell'Open Source.
Alla fine due domande di rito, giornalisti gelati. L'unica nota interessante il catering, davvero di ottimo livello.
Una domanda: ma se per vendere Office devono trovare qualcosa che faccia ridere, come fanno poi a spiegare il prezzo e che serve per il lavoro, ossia per delle cose serie.
Ogni tanto il marketing di Microsoft mi spaventa: hanno mezzi e certamente possono attirare moltissime creatività. I dinosauri mi sembrano davvero poco adatti.
Come ha detto Carnevale Maffé, se per gli italiani e per tutti quanti l'informatica fa fatica ad adattarsi al lavoro di gruoop, buona parte della colpa è di Microsoft, che ha sempre spinto negli anni alla produttività personale.
Sempre Carnevale Maffé diceva che spesso nel business sono entrati prodotti complementari che derivano dal mondo consumer, pensiamo ai telefonini tanto per fare un esempio. In realtà, questo significa che il nostro tessuto produttivo si basa su di imprenditori e professionisti, e spesso i dirigenti aziendali portano nelle aziende soluzioni che hanno testato nella vita normale. Questo lo si evince anche nella differnza che c'è tra pubblico e privato.
Non credo che una campagna come qualla di Microsoft possa portare nuova linfa all'innovazione delle aziende italiane: purtroppo i problemi non sono legati a word ed excel. E l'Erp ce l'hanno tutti.

Habemus Papam? per televideo sì.

Potete non crederci. Qui un'immagine. Ad imperatura memoria.

Il bello è che hanno corretto la pagina al volo. Ma hanno anche fatto un'altra ultim'ora, "Vaticano, la fumata era nera" - Per qualche secondo, c'è stato scompiglio a Piazza San Pietro e tra i giornalisti di tutto il mondo. All'improvviso, quando ormai si pensava che oggi i cardinali non avrebbero votato, è uscito il fumo dal comignolo. L'istantanea impressione era che fosse bianco, invece -come già detto- la fumata era nera.
Mitici!

PS Mi scuso con tutti quanti, il titolo "Abemus" è stato corretto, la figuraccia rimane!

Italiani più produttivi degli americani

Domani leggerete questa informazione vitale in molti siti e pagine stampate.
Esce da una ricerca Microsoft, con 6000 italiani e 56000 personaggi in tutto il mondo.
Dalla stessa ricerca risulta che sono più produttive le donne rispetto agli uomini e che i giovani sono più produttivi dei vecchi.
Per questo preferisco le donne giovani? Ma per favore...

Libero è Adsl senza fili

Prendo direttamente dall'Ansa.
Libero libera dai fili i clienti di Libero ADSL Flat, l'offerta che consente di navigare senza limiti di tempo al costo di soli 29,95 euro al mese. Tutti coloro che, dal 18 aprile al 31 maggio 2005, si abboneranno via web a Libero ADSL Flat, di Wind, nella versione con modem riceveranno, infatti, un modem Wi-Fi allo stesso prezzo di un modem tradizionale, pari a 3 euro/mese. Il nuovo modem Wi-Fi consentira' ai clienti di Libero ADSL Flat di essere sempre on-line da qualsiasi punto della casa senza avere piu' l'intralcio dei cavi e di navigare in liberta' alla velocita' di 4 Mega da qualunque computer di casa.

Sul porno e i cellulari

Siccome non sono l'ultimo dei pirla, mi avete segnalato che anche Fortune ha dato rilevanza ai numeri del porno nell'i-mode.
Articolo qui.

Il porno nei cellulari

I-mode ci fornisce dei dati significativi. Il mercato dei contenuti porno ha superato quello delle suonerie e sfondi dei cellulari. Non dico altro.

Dual Core

Da oggi Dell metterà in vendita i PC con processore Smithfield, o per dirla meglio, con il Pentium 4 Extreme Edition dual core.
Un passo importante nella storia dell'informatica personale, perché potrebbero cambiare molte cose da parte di chi sviluppa software, grazie ad una potenza esagerata a disposizione in computer da scrivania e notebook.
Al tempo stesso, sempre oggi, Microsoft vuole spiegare alla stampa e ai partner che è finita l'epoca della preistoria per Office.
Staremo a vedere.

Cose che succedono

In questi giorni messaggi saccheggiati da questo blog sono arrivati in un sacco di posti interessanti. Un passaggio di un discorso ad una presentazione importante, qualche sito rilevante, ma ieri addirittura c'era una lettera al Corriere della Sera, a Sergio Romano, presa pressoché integralmente. Il post era questo.
Il mio testo era: Viviamo in un'epoca strana. Basta un click su di un sito o una semplice telefonata per attivare qualunque tipo di servizio. Invece, per disdire gli stessi, dopo non poche difficoltà, si ottiene l'indirizzo al quale si deve spedire una raccomandata con ricevuta di ritorno.
Ma è possibile?
La lettera sul Corriere era: Una semplice telefonata o un
click on-line sono sufficienti per attivare qualunque tipo di servizio.
Per disdire gli stessi, invece, dopo non poche difficoltà, si ottiene l'indirizzo al quale si deve spedire una raccomandata con ricevuta di ritorno. Perché?
Lo stesso messaggio è apparso anche in un paio di siti delle associazioni consumatori. In realtà, mi piacerebbe che giungesse al Ministro Manca.
L'importante è che le idee, quelle buone, circolino.

venerdì 15 aprile 2005

Avalon e Indigo per XP

Tra le altre cose che ho toccato ieri, c'è il fatto che Microsoft rilascerà ufficialmente l'interfaccia grafica di Longhorn e alcune sue funzioni anche per Windows XP. Questo permetterà una più facile migrazione verso Longhorn, visto che Longhorn è definita da Microsoft la piattaforma dei prossimi dieci anni!

Internet Explorer 7

Ieri ho potuto vedere gli effettivi benefici di Explorer 7, che vedremo in beta molto presto.
A parte la grafica, molto più essenziale (finalmente), mi ha impressionato l'uso delle cache finalmente intelligente, che prevede di avere un'anteprima visiva dei siti e che si aggiorna veramente in automatico. Il secondo aspetto è l'uso dei tab, dimostrazione che altri browser avevano visto giusto.
Finalmente c'è la possibilità di salvare delle url dei siti in un modo differente dai favoriti. Infatti, oggi o salvi l'indirizzo nei favoriti o devi crearti un file apposito per dei link che ti servono per un determinato momento o per un determinato lavoro. La funzione si chiama Quick Link e mi pare davvero utile a tutti.
I feed Rss sono stai integrati (ecco il motivo per cui Msn si sta organizzando) e la ricerca all'interno della pagina mostra la parola con un evidenziatore.
Insomma, molto di Longhorn in questo explorer. Il problema, come sempre sarà la velocità e la sicurezza, ma per pronunciarsi credo che servirà un po' di test sulla beta (in arrivo per l'estate).

Lo scalpore di XP

Ha fatto scalpore il messaggio, breve, nel quale ieri scrivevo che Windows XP ha 4,5 milioni di licenze in Italia.
A parte le tantissime vostre considerazioni che ho ricevuto, il dato a me mette molto in allarme. E mi spiego meglio.
Non voglio entrare nelle aziende, in cui se internet è ormai una necessità non capisco perchè non migrino almeno ad un Windows più sicuro (non parlatemi di quattrini perché non è il caso, tra il fatto che sono spese che si scaricano e gli incentivi il castello di sabbia cade in fretta), mi si dice dalle statistiche che un italiano su due naviga. Quindi naviga in condizioni di scarsa sicurezza.
Mi auguro almeno che adotti un firewall, che adotti un antivirus, visto che aggiornamenti alle falle, se non per explorer non ne vede più. Mi pare davvero assurdo. Ma ormai non mi meraviglio più di niente.

giovedì 14 aprile 2005

DJ Francesco e il CD con la copia

Dj Francesco ha lanciato il proprio CD Audio con la copia dello stesso nella confezione.
Prendo dal comunicato.
"Credo che chi compra musica abbia due diritti intoccabili. Il primo è di poter ascoltare il CD da ogni lettore a disposizione: impianto hifi, computer, lettore mp3, hifi car e via dicendo. Il secondo è di poter fare una copia di backup, per tutelare l'acquisto e conservare un'opera che potrebbe diventare introvabile dopo alcuni anni", andando fuori catalogo" ha dichiarato Claudio Cecchetto, produttore di DJ Francesco, oltre che Pezzali e via di seguito.
Che Cecchetto sia un produttore "avanti" lo si sapeva. Che vada a colpire direttamente il cuore del problema è solamente un bene.

mercoledì 13 aprile 2005

Rapporto AIE

Prendo direttamente il comunicato stampa.
Aumentano ancora gli internauti: quasi un italiano su due usa internet. E parliamo di qualcosa come 23milioni di italiani, il 46% della popolazione (nel 2004 era il 43%) e l’83% degli utilizzatori di PC. Non solo, sempre secondo la stima dell’ISPO di Renato Mannheimer, più di 18,6milioni di italiani hanno visitato almeno un sito a contenuto informativo negli ultimi sei mesi.
Internet boom? Forse, se si considera che questi trend si avvertono anche a scuola. Secondo la ricerca dell’Istituto Iard Franco Brambilla, gli 80 insegnanti intervistati (tra quelli più attenti alle nuove tecnologie) chiedono che su supporto digitale siano resi disponibili moltissimi contenuti differenti. In primo luogo, argomenti specialistici (74 segnalazioni), approfondimenti tematici (72), materiali per le ricerche degli studenti (68).
E’ quanto emerge dal Rapporto 2005 dell’Osservatorio AIE (Associazione Italiana Editori) sull’editoria digitale presentato oggi, che prende in esame, attraverso due indagini, i rapporti tra gli italiani e le tecnologie: da una parte sotto il profilo dell’accesso e del consumo di contenuti editoriali digitali all’interno delle famiglie (con una indagine curata dall’Istituto ISPO) e dall’altro sull’utilizzo delle tecnologie nel mondo della scuola (con una indagine curata dall’Istituto IARD Franco Brambilla).
Le famiglie italiane e i contenuti digitali: modalità di accesso e di consumo – L’indagine Ispo. Gli internauti sono cresciuti negli ultimi tre anni, passando dal 35% del 2002 all’attuale 46% della popolazione. Nonostante il 45% del campione dichiari di non utilizzare ancora il pc, fra chi lo usa viene considerato sempre più come strumento di comunicazione e non solo di lavoro: ben 8 utilizzatori di pc su 10 si collegano, infatti, ad internet. Ma per fare cosa? In base alla frequenza nell’uso, emerge che più della metà rientra nel gruppo dei “forti utilizzatori” (52%): sono quelli che oltre ad avere una buona dimestichezza con i nuovi mezzi tecnologici – il 61% di loro appartiene infatti a famiglie con un’elevata disponibilità di apparecchiature tecnologiche - nello stesso tempo ama leggere libri (61%) e quotidiani (57%).
Più in generale emerge inoltre che la stragrande maggioranza degli internauti (80%) utilizza il web anche per consultare contenuti editoriali/informativi.
I contenuti legati allo studio e all’attività professionale sono quelli per i quali gli italiani si mostrano più propensi al pagamento, in particolare se si tratta di corsi di formazione. Il 20% di coloro che nell’ultimo semestre hanno utilizzato internet per partecipare a corsi di formazione dichiarano infatti di aver pagato per accedervi e il 47% si dichiara propenso a pagare per poter usufruire di questo servizio anche in futuro.
“Il quadro che emerge – ha spiegato Renato Mannheimer dell’Ispo - lascia intuire che l’editoria elettronica on line sia arrivata a un punto di svolta e possa ragionevolmente ipotizzare un suo definitivo decollo: le famiglie italiane vantano oggi una buona attrezzatura per l’uso e il consumo di contenuti digitali e, per quanto riguarda l’ipotesi di pagamento per accedere a servizi/siti on line, il panorama si presenta complessivamente positivo”.
Prospettive di integrazione tra didattica e nuove tecnologie – L’indagine dell’Istituto Iard Franco Brambilla. Nel 2004 emergeva che gli insegnanti italiani che usano regolarmente il PC per preparare le lezioni erano una minoranza (37%) e solo uno su cinque lo impiegava nella presentazione delle lezioni stesse (20%). Nel 2005, in base a un’indagine proprio sugli 80 insegnanti più attenti alle nuove tecnologie, è emerso quali possono essere i vantaggi in sede didattica.
Secondo gli insegnanti, chi “ci guadagna” sono prima di tutto proprio gli studenti (per facilità di utilizzo, maggior partecipazione, stimolo allo studio..), seguiti dalla ricerca di materiali (più fonti, informazioni aggiornate…) e infine dalla didattica nel complesso (per impiego di strumenti più vicini ai giovani, possibilità di personalizzare i materiali…).
Insomma, le nuove tecnologie aiutano, pure a scuola: in base a una valutazione da 1 a 10, gli insegnanti ammettono che il loro uso consente una maggiore sintonia al linguaggio dei giovani (voto medio 8,4), uno stimolo maggiore nel lavoro (8,5), la possibilità di personalizzare i materiali (8,4) e una grafica accattivante (8,4).
Gli svantaggi risultano invece più controversi: la metà degli intervistati lamenta infatti la difficoltà a prenotare i laboratori e le apparecchiature informatiche. La fase di maggiore difficoltà, comunque, sembra quella iniziale, in cui l’insegnante si trova a dover cominciare a utilizzare da zero i nuovi materiali (perdendo molto tempo) e a confrontarsi con strumenti che richiedono una diversa abilità nell’esposizione della lezione in aula.
“Internet e le tecnologie però piacciono – ha sottolineato Antonio De Lillo dell’Istituto Iard Franco Brambilla – Un’ulteriore conferma è che gli insegnanti chiedono che su supporto digitale siano resi disponibili moltissimi contenuti differenti. In primo luogo, argomenti specialistici (74 segnalazioni), approfondimenti tematici (72), materiali per le ricerche degli studenti (68), ma anche materiali interattivi ed esercizi guidati”.
Secondo i docenti tecnologici il materiale ideale su supporto digitale deve prima di tutto essere utilizzabile in autonomia dagli studenti, e in modo facile.
Il commento – “Fare editoria oggi significa anche stare attenti ai media e ai linguaggi diversi in cui i contenuti possono esprimersi – ha spiegato Federico Motta, presidente dell’AIE – Abbiamo seguito questa evoluzione fin dal suo inizio con attenzione e facendo investimenti e continueremo a farlo sempre più, perché crediamo in questa scommessa: proprio per questo lo sperimenteremo anche nel settore della scolastica con l’integrazione tra libri di testo cartacei e multimediali. La speranza è però di non essere i soli a impegnarci sui contenuti: il sostegno alla diffusione dell'hardware e della connettività è un elemento importante ma non sufficiente. Solo i contenuti di qualità possono infatti garantire una crescita reale della cultura e dell'innovazione del Paese”.

SMS appena ricevuto

Ho acceso il cellulare ora. Ho ricevuto questo messaggio.
prot.civ.non recarsi ad appiano gentile per insulti.autostrada bloccata causa fumogeni.uscita consigliata europa.non vince neanche ogni morte di papa.
Se il Milan avesse mai avuto un Peppino Prisco, ebbene questo personaggio sarebbe felice come una pasqua: vincere il derby, buttare l'avversario fuori dall'Europa e vedere squadra e tifosi disonorati in mondovisione. Il massimo.
Mi metto nei panni dei bambini che sono interisti perchè il papà li ha convinti: lottano tutti i giorni con i compagni, sfoggiano le maglie di Adriano.
Ma non fanno Oh.
La vita è già dura da sola, ci si deve mettere anche il calcio a complicarla.
E poi vai oggi a spiegare che qualche pirla rivina i giocattoli, solo per non vedere esultare gli avversari in campo. In fondo ieri a San Siro c'è stato il record d'incasso. Gente che ha pagato fior di quattrini per vedere la partita, il viaggio, il tempo. Tutto buttato via. Come si fa a portare un bambino allo stadio per fare Oh?
Le cose sono due: o lasciamo gli stadi ai pirla e gli altri a casa con Sky, il digitale terrestre o il web, o si cerca di far qualcosa. Altrimenti, per vedere dello sport praticato, i maschietti possono recarsi alle partite di volley femminile. Lì di incidenti ne succedono pochi: tutti distratti da altro!

martedì 12 aprile 2005

Curiosità

Ieri ho scritto un post sui carburanti. Daniela mi segnala che c'è una lettera a Dagospia che riporta la frase esatta.Il link qui, la lettera è la cinque.
Mi fa piacere che le provocazioni circolino un po', fanno riflettere.
Grazie a Dagospia, anche se indirettamente. Prioprio ieri parlavo di Dagospia e della decisione di mettere dei contenuti dietro pagamento. Devo ancora rifletterci meglio, nel senso che non ho la più pallida idea di che cosa costi Dagospia e quindi delle difficoltà per raggiungere un utile. Di fatto però non sparisce la parte delle notizie free, sparisce l'archivio. Un po' come fanno i quotidiani.

La sagra dell'ovvio

Trova eco su molti portali, e presumo su molti giornali, una ricerca Nielsen che dice che sono gli uomini e non le donne a spendere di più per i videogiochi, spendendo di più rispetto alla musica.
Non ci voleva un genio o una prestigiosa azienda per dircelo, basta andare nei negozi e bazzicare qualche sito dedicato ai videogiochi.
Inoltre, la ricerca, che una volta tanto non dice che è colpa del P2P se la musica ha poco appeal, non tiene conto di un prodotto fruito dai giovani che letteralmente dissangua il loro portafoglio: i telefonini.
Fra un po' mi aspetto di leggere che gli acquirenti di preservativi sono in maggioranza gli uomini e invece chi acquista degli assorbenti è di sesso femminile (sempre con una percentuale di maggioranza).
Neanche Klaus Davi riesce a far uscire simili ovvietà. Oddio, lui è capace di tutto.

Frodo presenterà Xbox2

Ebbene, volete vedere Xbox2, bisognerà attendere lo speciale di MTV, con protagonista l'attore che ha interpretato Frodo nei film della saga il Signore degli Anelli.
MTV e Microsoft ci tengono a farci sapere che la trasmissione sarà diffusa a livello mondiale e verrà trasmessa giovedì 12 maggio alle 21.30 in Nord America e venerdì 13 maggio in tutta Europa e in Italia alle 23.30 (in replica anche sabato e domenica).
Prendo dal comunicato:
Gli spettatori avranno l’opportunità di conoscere in anteprima i dettagli della prossima generazione di Xbox, realizzata per offrire un’esperienza di gioco “always on”, con la possibilità di personalizzare la propria console e provare una risoluzione grafica ad alta definizione.
"MTV Presents: The Next Generation Xbox Revealed" proporrà, inoltre, alcuni dei titoli Xbox di prossima uscita, offrendo una panoramica sul futuro del servizio di gaming online Xbox Live™, interviste backstage, celebrità e reportage inediti sulla nuova console.
L’esclusiva continuerà su MTV.com dove, dopo la trasmissione, il pubblico potrà trovare i retroscena, foto e altri contenuti extra. MTV.com realizzerà, inoltre, una bacheca virtuale, dove sarà possibile trovare le ultime notizie sulla console di prossima generazione, i dettagli sul prodotto e le anteprime dei titoli Xbox.
"Conosciamo la passione dei nostri spettatori nei confronti dei videogiochi e siamo entusiasti di collaborare con Microsoft al lancio di un prodotto così importante", ha dichiarato Dave Clark, Vice President, International Marketing Partnerships. "Siamo orgogliosi che Microsoft consideri MTV come il principale network mondiale per presentare la nuova console Xbox e mostrarla in anteprima agli spettatori MTV di tutto il mondo".
"Proprio come MTV ha rivoluzionato il modo in cui il mondo sperimenta la musica, la console di prossima generazione Xbox rivoluzionerà il mondo dei videogames e le altre forme di digital entertainment", ha affermato Peter Moore, Corporate Vice President of Worldwide Marketing and Publishing for Xbox di Microsoft. "Siamo entusiasti della partnership con MTV, che ci aiuterà a lanciare in maniera innovativa e originale la nuova piattaforma per videogiochi".

Sono a dir poco allibito da una campagna di questo tipo. Ma va bene così, visto che Microsoft ha probabilmente deciso di buttare nel cesso la Xbox (1), perché dopo un lancio di questo tipo (viene presentata a MTV prime che alla stampa dell'E3), moltissimo tempo prima della comparsa nei negozi...

L'avvento del Pharming

Prendo dal comunicato stampa. Non bastava il phishing per spaventare gli utenti.
Websense segnala una nuova e preoccupante minaccia caratterizzata da un’evoluzione del phishing verso attacchi sempre più sofisticati e maliziosi
Fino ad oggi è stato il phishing nel centro del mirino: una pratica messa in atto da truffatori che tentano di accedere ai dati confidenziali di ignari utenti di Internet inviando loro una e-mail apparentemente proveniente da un mittente sicuro e invitandoli a cliccare su un link reindirizzandoli a una pagina Web allestita dal truffatore.
Ma i Websense Security Labs ora lanciano un nuovo allarme per una minaccia più sofisticata e complessa e per questo molto più preoccupante: il Pharming.
Si tratta di un attacco che avviene infettando un server DNS che indirizza i navigatori a un sito fraudolento malgrado loro abbiano digitato l’URL corretto nel loro browser.
Un attacco difficilmente rilevabile dal momento che il browser non segnala nessuna anomalia lasciando credere all’utente di navigare in un sito legittimo.
A rendere più pericoloso questo tipo di attacco, il fatto che ad essere colpito non è un singolo navigatore, ignaro destinatario di una e-mail con un link fraudolento, bensì un elevato numero di vittime attaccate nello stesso istante in cui accedono a un falso dominio.

Informazioni reperibili a questo link.

lunedì 11 aprile 2005

Duplicare

Ricevo da Claudio, una provocazione.
Caro Mr. Reset,
da qualche tempo, osservando le copertine della maggior parte delle riviste di informatica in edicola, mi sono chiesto se sono scemo io o qualcuno non ha ben chiaro il concetto di reato. Mi spiego meglio. Non passa mese che sulle riviste non si parli di "copiatura" di DVD, frequentemente trovando in allegato anche il software per passare dell'idea all'azione. Ora, se secondo la legge vigente la copiatura di materiale protetto è illegale, qualcuno mi spiega come mai nessuno configura un reato nella distribuzione di software specificatamente dedicato a questo? Che cos'è se non "istigazione a delinquere" o "favoreggiamento"?. Molte di queste riviste spiegano poi accuratamente l'utilizzo del software, come aggirare le protezioni e così via. Faccio una domanda provocatoria: ma se il software è legale, il suo utilizzo non lo è? A quanto pare le aziende solite note si stanno muovendo (almeno negli USA), dove è attesa per giugno la sentenza contro un produttore di questi software di copiatura.C'è un interessante articolo su Il Sole 24 Ore, spiega la situazione. Quali sono i limiti entro cui si deve muovere un programma di masterizzazione? Saranno stabiliti per legge?

Ho da aggiungere un dato di fatto. Se alla festa di un bambino, il gadget diventa un film in DVD duplicato, come la mettiamo? Non è che hanno ragione Urbani e la lobby alle sue spalle?

Wind: quante storie

Mi aveve mandato un sacco di email su Wind e sul fatto che sia stata ceduta. Non vedo il problema. Ma davvero. Potrebbe essere un bene per il mercato che sia in mano a dei mediorentali (come punto di riferimento).

Dagospia a pagamento

Una cosa strana: anche Dagospia, sito di "informazione" alternativa cerca un sistema per essere pagato e quindi ripagare le spese. O per guadagnare (cambia poco).
Internet free proprio non funziona?
Secondo me, prima di tutto Dagospia dovrebbe trovare altre sinergie.

Una domanda sui carburanti

E' da un po' che mi chiedo questo: usare olio di semi, o olio di colza al posto del diesel, per lo stato, è una truffa. Ma mi chiedo se lo è anche se accendo il camino con una pagina del corriere della sera. Di fatto, con il corriere non pago l'accisa.
Sarò un truffatore?

PS Ho detto Corriere, ma avrei potuto citare qualsiasi altro giornale, anche quelli su cui scrivo. E poi, alcune pagine del Corriere vanno conservate!

Cortocircuito

Mi è arrivato un comunicato stampa IULM e Radio Popolare, su di un convegno.
Riporto una frase:
Oggi, gli ascoltatori radiofonici sono quantitativamente paragonabili a quelli televisivi e ovunque c’è la ‘riscoperta’ della radio come mezzo di comunicazione di massa valido, affabile e di attualità. Il settore radiofonico, a livello internazionale, non ha subito la concentrazione oligopolistica che invece si è verificata, ad esempio, nel settore televisivo. Per questa ragione l’audience radiofonica risulta essere frammentata in numerosissimi soggetti. In quest’ottica, il convegno si pone l’obiettivo di analizzare, tra i diversi target, principalmente quelli locali (metropolitani) a vocazione informativa, con ascolti significativi e sparsi in varie parti del globo.
Per essere esperti di comunicazione, c'è un minimo di confusione: Mi son perso un pezzo, e lo dico perché di radio c'ho vissuto: la radio non è arrivata prima della TV? La si ascolta in macchina, mentre sei al lavoro, mentre sei al PC. Ma pazienza.
Mi manca il nesso tra le due frasi 1) Il settore radiofonico, a livello internazionale, non ha subito la concentrazione oligopolistica che invece si è verificata, ad esempio, nel settore televisivo. 2) Per questa ragione l’audience radiofonica risulta essere frammentata in numerosissimi soggetti.
Gli editori cosa c'entrano con i fruitori? Pazienza, io non sono un esperto di comunicazione.

Corriere e Repubblica

Divertente trovare dentro Repubblica, Office 2003 da provare, con allegato un Dossier. Ma come, non è leader indiscusso del mercato. Sente il peso di OpenOffice.org? Sempre Affari e Finanza propone delle belle pubblicità di Smau 2005, proprio una settimana dopo l'intervista a Cazzola.
Il Corriere economia risponde con Gasperetti che prova a recensire una fotocamera digitale Wiso, con una fotocamera HP, definendo Wiso come neonata e oscura.
Ma mi ha fatto una certa specie leggere l'errata corrige che appare a pagina 21 su di un articolo della scorsa settimana.
Cito Testuale (sul sito ovviamente non c'è!): Stefano Venturi, amministratore di Cisco Italia, non ha mai detto che la partecipata Italtel andrà in Borsa a fine 2005 o all'inizio del 2006, come erroneamente scritto nell'occhiello del titolo dell'articolo a pagina 6, in cui testo era per altro corretto. Ce ne scusiamo.
Siccome questi giochetti sono quelli che fannop salire o scendere un titolo in Borsa, il fatto è piuttosto grave, e se si è arrivati a far pubblicare una errata corrige si presuppone che dietro ci siano stati problemucci seri. Anche perchè per un occhiello non si fa mai un'errata corrige!

Il ritorno del Monnezza

I film "mitici" degli anni 70 a volte ritornano.
Non è mia intenzione fare pubblicità al film (Il ritorno del Monnezza), ma è l'occasione per parlare dei giochi legati agli eventi, gratuiti e presenti sul sito.
In questo caso, c'è un gioco, sebbene rudimentale. Il problema è che il gioco ha un bel bug, nel senso che se il giocatore si piglia le botte e finisce la sua "vita", il gioco non si ferma. Resti imbambolato a prenderle.
Di bug ce ne sono anche altri, ma trascurabili confronto a questo.
Pensare che si potrebbero fare dei tornei gratis on line, memorizzare i record, creare una community attorno. Insomma, avere il motore della Ferrari e poi andare a miscela!

Microsoft LifeStyle

Caspita, quanti messaggi sulla mia provocazione dell'altro giorno su Microsoft.
Vorrei però aggiustare il tiro. E lo farei tirando in ballo proprio l'elettronica di consumo.
Credo che molti di noi vivano uno stile di vita digitale: si passano ore davanti al PC, di fanno cose col PC che prima si facevano in altro modo (spesa, acquisti, prenotazioni,...), si leggono giornali in digitale, si ascolta musica in digitale (anche con altri dispositivi elettronici) e via di seguito.
Microsoft, o meglio, Bill Gates, vorrebbero imporre il suo stile di vita, in cui Windows è il punto centrale. Non soluzioni che parlano tra loro, indipendentemente dal formato e dal sistema operativo, ma un unico sistema operativo, più o meno distribuito.
Mi avete scritto (Paolo), giustamente, che il futuro non è nei sistemi operativi chiusi, nei formati proprietari o qualunque altro strumento che possa incatenare l'utente. Il dispositivo di fruizione deve essere neutro, quindi funzionare e interfacciarsi con altri oggetti indipendentemente dal sistema operativo.
Va tutto bene. Ma c'è un problema ben più grosso di questo, che riguarda i contenuti.
Pensiamo per un attimo a consa potrebbe accadere se, ad esempio, sul mercato esistessero solo due o tre modelli di lettori di DVD. Inoltre, questi tre lettori sono in grado di riprodurre film in un determinato formato, quindi non sono intercambiabili con gli altri, spesso facendo accordi con qualche major in esclusiva, o almeno lasciando un vantaggio di mesi prima della trasformazione nell'altro formato. Sembra follia? Ebbene, è quello che accade, esattamente, nei videogiochi! Acquistando un prodotto, paradossalmente ci si lega ad uno stile, che non so se sia uno stile di vita oppure no.
Qualche anno fa, in Inghilterra, mi sono occupato di una rivista per una console di giochi che, nelle intenzioni della casa, doveva essere una rivista di stile di vita. Io ero contrario, il publisher contrario, ma la casa madre voleva questo, e questo è stato fatto. Console morta in poco tempo e rivista chiusa.
Perchè? semplice, è come se tutte le ragazzine si vestissero come è scritto su cioè o su Top Girl (non vogliatemene, non so nemmeno se ci sono ancora), cercando però di far acquistare i prodotto di una sola marca. E' possibile?
PlayStation e Xbox non sono solo console di videogiochi, perchè dalla prossima generazione saranno sistemi multimediali, strumenti di comunicazione (guarda già le funzioni della PSP). Pensate al Media Center di Microsoft. Se non ricordo male, Bill Gates ha detto testualmente che Xbox serviva solo a mettere un piede nella porta dell'elettronica di consumo.
Ora la prossima puntata la vivremo nel 2007, al lancio di PS3 e Xbox2, ma già il 16 maggio ci sarà un assaggio della tecnologia, con presentazioni praticamente in contemporanea due giorni prima della fiera più importante al mondo dei videogames. Ma siamo sicuri che questo è lo stile di vita che vogliamo? In fondo, basterebbe che i giochi avessero delle funzionalità on line indipendenti dalla piattaforma. In fondo, si tratta di un server che "spara" delle coordinate ai client. Il lato grafico potrebbe essere trascurabile. Eppure, tra i tantissimi giochi multipiattaforma on line, non ce n'è uno che dialoga indipendentemente dalla piattaforma su cui gira il gioco. Per non avere concorrenza.
Bello stile di vita!

venerdì 8 aprile 2005

Mappe di Google e satellite

Google ha aggiornato il servizio di mappe, con immagine dal satellite.
Avrei preferito mostrarvi San Francisco, ma ho optato per Ground Zero.

Mi viene un ragionevole dubbio: non è che un servizio di questo tipo metta repentaglio la sicurezza. Di fatto, si vede, proprio parlando di San Francisco o New York, la planimetria degli aeroporti, foto con tanto di aerei belli in mostra sulle piste. E pensiamo alle basi militari.
Mi dico anche che un terrorista le cartine se le va a cercare comunque. Ma agevolare non è bello.
Un fatto: ho provato a cercare l'immagine della famosa Area 51, nel Nevada, sul lago e vicino a Rachel. L'immagine non esiste. Ma siamo sicuru che ci sia un motivo? O semplicemente non aveva senso fotografare quella zona?

giovedì 7 aprile 2005

Tutti contro Bill Gates

Ci sono guerre e guerre. anche nel mondo del business.
Mi sto chiedendo, da qualche giorno, qual è il vero motivo per cui si stia scatenando una vera e propria guerra nei confronti di Microsoft.
O meglio, perchè l’industria dell’elettronica è disposta a sostenere ogni tipo di causa contro Microsoft.
Perché Nokia, che ha appena stretto un accordo con Microsoft, è pronta a partecipare alla guerra contro Microsoft?
Mi pare che si stia perdendo di vista il problema, e quindi l'obiettivo per risolverlo.
Il fatto grave non è che Microsoft faccia dei prodotti, ma che li imponga. Non è che crei degli standard, ma che li imponga.
Che poi ora al fianco di Oracle (nemica storica di Microsoft) spuntino altri nomi, mi pare sinceramente ridicolo e prestestuoso. Ieri, a pranzo, ci si chiedeva chi nell'ICT non sia partner Microsoft. Quindi tutte queste manovre mi sembrano sinceramente fuori luogo.
Al tempo stesso, mi infastidisce che Microsoft non accetti le sentenze, ma questo è un altro paio di maniche, e le sentenze non è che siano assolutamente inappuntabili. Ciò non toglie che vadano rispettate, almeno fino al grado successivo.

Sono stato a Omat

E te ne vanti direbbe qualcuno? Direi di sì, se non altro perchè Omat è la manifestazione si è dimostrata il punto di riferimento per chi ha a che fare con la gestione elettronica dei documenti.
I convegni sono davvero interessanti (quelli di ieri, di quelli di oggi non ne ho idea e non andandoci non posso pronunciarmi) e anche questo fatto è piuttosto inusuale di questi tempi.
La partecipazione a questi convegni è molto alta, nonostante si tratti di convegni a pagamento, non un costo a giornata non eccessivo, ma nemmeno a buon mercato (144 euro).
Rocco Sisci, dirigente della direzione normativa e contenzioso dell'Agenzia delle Entrate ha tenuto un intervento sulla fatturazione elettronica davvero significativo, parlando alle aziende in modo schietto e incisivo, spiegando le pieghe nascoste delle norme. L'intervento era previsto di 20 minuti, che sono diventati quaranta e che ha scatenato domande alla fine della sessione. Insomma, nei convegni di settore, se fatti bene, c'è ancora qualche speranza di sentire qualcosa di intelligente.
Capita così di rado.

PSP e Paris Hilton

Capisco che alla SOny devono far parlare di PSP.
L'han portata alle sfilate di moda milanesi. Ora l'hanno messa in mano a Paris Hilton. Sembra che serva tutto fuor che a giocare, se va avanti così.

mercoledì 6 aprile 2005

SMS!

Mi è appena arrivato sul cellulare.
Se vai a Roma x omaggio Papa usa mezzi trasporto collettivo.Preparati a code organizzate ma molto lunghe.Caldo di giorno fresco di notte.X info Isoradio 103.3
Una domanda a questi signori che invieranno 65 milioni di sms (forse i numeri attivi sono di più, ho perso il conto).
Ma si sono mai posti il problema che Isoradio non ha un'unica frequenza in tutta Italia? A Milano, ad esempio, non c'è! Vai sulla sua frequenza di Sky per ascoltarla se vuoi...

Il segno dei tempi: in S. Pietro

Ho trovato un articolo interessante che racchiude molto di ciò che accade in questi giorni e che riguarda, in un modo o nell'altro la tecnologia, il voler immortalare un evento, fermare un ricordo, portarsi via con se un pezzettino di storia.
Mi sto riferendo alle foto fatte al Papa, nonostante il divieto. Migliaia, milioni.
Un bel pezzo lo trovate qui, su Webgol, che riprende pensieri scritti anche su giornali.

Adobe Creative Suite 2

La nuova Creative Suite di Adobe arriverà a maggio. Nel pacchettoci sono le attesissime nuove versioni di Photoshop, Illustrator, InDesign, GoLive e Version Cue, oltre al già disponibile Acrobat Professional 7.0. Unica novità in senso generale è Adobe Bridge, un file-browser che consente di condividere i file tra le varie applicazioni della suite.
Vorrei spendere qualche parola sulla politica Adobe dell'acquisto delle licenze. Hanno deciso di complicare ulteriormente il sistema di registrazione del software, al fine di limitare la pirateria.
Credo onestamente che il motivo della pirateria, soprattutto per un software come quello che è tipicamente un prodotto di Adobe, dipenda fortemente dal prezzo. 1500-2000 euro per una suite sono tantini, per cui gli studenti sarebbero esclusi. In passato Adobe ha tollerato la pirateria per gli studenti (alla fine abituati al software lo faranno acquistare alle aziende). Basterebbe però fare delle licenze apposta. Anche perchè qualsiasi forma di protezione, proprio per il concetto di pirateria, ha le ore contate. Quindi è un investimento che lascia il tempo che trova.
Ora basta farsi un giro su google e digitare il nome del programma e crack o serial e si ha la soluzione ad un problema. Ha senso? Si tratta di un malcostume generale, la pirateria, che riguarda anche prodotti di pochi euro. Ma certo i prezzi alti sono un incentivo. O no?

Gene Gnocchi in PodCasting

Siccome il Podcasting sembra riscuotere successo, più di mille miei commenti, vale il podcasting di Gene Gnocchi, che potete scaricare da questo link (Circa 10 mega).
Complimenti a Zubar.
Esistono anche dei libri (forse il termine non è appropriato) che vengono venduti in podcasting. A questo punto, penso che non si tratti di una moda. Qui il link all'esperimento di Scott Sigler. Ci sono gli Mp3 dei primi 5 capitoli da scaricare e ascoltare. Meglio degli Audiobook, che trovate su Amazon.
Secondo un’indagine di The Pew Internet and American Life Project, il 30% dei possessori di un lettore mp3 negli USA ha scaricato e ascoltato almeno una volta un podcast. Se vediamo i giovani sotto i 29 anni con lettore mp3, si arriva al 50%.

Top Ten videogames UK

Era da un po' che non parlavo di giochi, o meglio, di giochi.
Prendo per comodità la classifica inglese, mercato di riferimento per l'Europa.
Top Ten multiformato al 2 aprile 2005
[1] FIFA Street2
[2] Gran Turismo 4
[3] Splinter Cell: Chaos Theory
[4] Brothers In Arms: Road To Hill
[5] TimeSplitters: Future Perfect
[6] Devil May Cry 3: Dante's Awakening
[7] The Punisher
[8] Rugby 2005
[9] The Sims 2: University
[10] Metal Gear Solid 3: Snake Eater
Mi permetto un paio di considerazioni. Non sto giocando a niente in questo periodo, se non a Fifa 2005 e Shrek 2 con mio figlio, ed entrambi per altro su Xbox. GT4 non mi ha entusiasmato, sebbene sia strepitoso e Splinter Cell, per la prima volta da quando è nata la fortunata serie, non entra primo nei primi dieci della classifica inglese. Alla fine, qualcosa vorrà pur dire.

martedì 5 aprile 2005

Pubblicità web in UK

In attesa dei dati italiani veri, mi accontento di guardare l'agenzia Asca e i dati UK.
Nel 2004 la spesa per la pubblicita' on line in Gran Bretagna e' cresciuta del 60 per cento a circa 980 milioni di euro, contro i 595 milioni di euro dell'anno prima. E' quanto risulta dai dati di Interactive Advertising Bureau (Iab), secondo i quali la spesa pubblicitaria su Internet ha superato per la prima volta quella sulla radio lo scorso anno e ha rappresentato il 3,9 per cento della spesa pubblicitaria totale, contro il 2,6 per cento registrato nel 2003. Secondo le previsioni dello Iab, la spesa per la pubblicita' su Internet superera' nei prossimi anni quella destinata ad altri tipi di pubblicita'. Il prossimo anno, infine, la pubblicita' on line crescera' del 33 per cento.
Anche Tradedoubler, che vende pubblicità su di un circuito di affiliati, ha avuto un incremento enorme: 130%.

Windows-Linux: testa a testa nelle aziende!

Prendo da 01net.
Lo sostiene Yankee Group, istituto di ricerca che ha analizzato i costi associati alla manutenzione di infrastrutture informatiche aziendali con entrambi gli ambienti operativi, scoprendo che in realtà le differenze non sono così marcate.
L'analisi di Yankee sostiene che i costi di manutenzione vengono determinati principalmente dalla quantità di tempo necessaria allo sviluppo delle applicazioni e a garantire la sicurezza dei server, attività che non sempre sono direttamente collegate alle funzionalità dei sistemi operativi.
In realtà sono sempre di più le aziende che nel momento in cui desiderano espandere le funzionalità delle loro infrastrutture informatiche non optanto certo per una completa migrazione da un ambiente a un altro, semplicemente aggiungono macchine e funzioni, creando ambienti misti per i quali non è poi così facile misurare con attenzione il reale impatto dei costi di possesso e di manutenzione.
In ogni caso, secondo le aziende interpellate, i costi sembrerebbero essere abbastanza omogenei, così come è decisamente migliorata la valutazione di Microsoft in merito alla sicurezza. In una scala da 1 a 10, Microsoft merita oggi un 7,6, mentre Linux conferma l'8,3 dello scorso anno.
Esattamente come Visual Studio è riuscito in qualche modo a migliorare la percezione di Microsoft per quanto concerne le attività di sviluppo applicativo.

Internet negli Usa

Un articolo che mi avete segnalato in molti, che parla di Internet negli Usa e delle abitudine digitali.
Da MiaEconomia.
Usa: si appanna la stella di Internet
Gli americani cominciano a snobbare Internet. Dvd, video games, lettori Mp3, cellulari multi-tasking stanno prendendo rapidamente il posto della rete nelle fantasie e nei gusti dei navigatori oltre oceano. Secondo quanto rilevato dalle ultime stime Nielsen/NetRatings, in America, le nuove star della moderna tecnologia stanno scalzando dal podio la rete delle reti. Gli americani dedicano sempre meno tempo libero ad Internet arrivando a spendere solo quattordici ore al mese on line, meno del 2% rispetto ad un anno fa e si buttano invece a capofitto nell’elettronica di consumo. Ma tale flessione è stata in realtà registrata esclusivamente negli Stati Uniti.
In Brasile, Germania, Spagna, Svizzera, Svezia, Regno Unito, Internet è più vivo che mai. Con una crescita pari all’8%, si registra, infatti, un progressivo aumento delle ore generalmente spese per il surfing on line. Nella classifica dei navigatori più incalliti figurano soprattutto gli abitanti di Hong Kong, Giappone e Francia. Fanalino di coda invece per l’Italia che, pur registrando un trend positivo pari a +15%, si posiziona ultima nella hit-parade mondiale con circa 8 ore al mese on line sulle spalle. In particolare, sono soprattutto i cittadini della ex colonia britannica a spendere tanto tempo in Internet; primi in classifica con circa 22 ore al mese.
Ma cosa sta cambiando nei gusti dell’americano medio? Variano i consumi, le abitudini ma soprattutto le esigenze. Oggi l’utente è cresciuto e, molto più disinvolto di un tempo nei confronti degli ultimi gioielli dell’era digitale, non gli basta più navigare senza bussola. L’andamento del mercato e, in particolare, le oscillazioni della domanda hanno messo in allarme molte compagnie Internet statunitensi che, almeno in patria, si vedono sottrarre profitti soprattutto a causa del dilagare delle ultime “diavolerie” tecnologiche.
Questa tendenza ha imposto alle aziende una revisione delle proprie strategie di mercato in modo da arginare, se non proprio soddisfare, una nuova domanda: gli americani diversificano gli “oggetti del desiderio” e si buttano su videocamere di ultima generazione, lettori dvd, macchinette fotografiche digitali. Le prime, rispetto allo scorso anno, registrano margini di crescita pari al 119%, mentre i secondi guadagnano terreno con una percentuale del +34%.
Ma la più amata dagli americani rimane la “digital camera” che ha registrato un incremento pari a +44%. Quest’ultima sta diventando, infatti, un vera e propria mania per gli americani che, sempre più decisi non solo ad immortalare ogni aspetto della loro vita ma ad esserne essi stessi protagonisti, prediligono un “mix & match” di supporti e soluzioni digitali all’insegna di un approccio multicanale
.

I programmi TV per la piattaforma Microsoft

Siccome c'è parecchio interesse per la TV sul web, nei cellulari, nei Portable Media Center, riporto questa notizia.
Da Microsoft arriva un servizio download video per dispositivi portatili con sistema Windows Mobile, grazie al quale chi possiede smart-phone, pocket pc e Portable Media Center è in grado di scaricare quotidianamente programmi e altri contenuti video da MSNBC.com, Fox Sports, IFilm e altri provider. Per ora il servizio è disponibile solo negli Stati Uniti al prezzo annuale di 19,95 dollari, esclusi alcuni contenuti gratuiti. Pare che questa idea sia stata recepita con successo tanto che colossi come MTV e Napster hanno accettato di creare video in formato compatibile con il sistema Windows Mobile. Gli abbonati al nuovo servizio Microsoft potranno accedere a contenuti come notizie, videoclip musicali o video sportivi dal sito MSN Video Downloads mentre altri contenuti potranno essere scaricati su pc con sistema Windows XP.

L'Adsl di Telecom secondo Affari e Finanza

Questa volta il link me lo sono andato a prendere, in modo da completare l'informazione.
Adsl, 4 mega e una scatolina portano il calcio di Alice in tv
GIUSEPPE TURANI
«Dal 1º aprile per l’85 per cento della popolazione italiana sono disponibili collegamenti Adsl a 4 megabit, con un abbonamento flat, cioè a tariffa fissa, mensile di 39,5 euro. In realtà, questa è un’offertapaese perché noi siamo tenuti, e lo facciamo, a offrire questa stessa possibilità a tutti gli altri operatori che passano sulle nostre linee. In sostanza, da qualche giorno l’Italia che viaggia su Internet, e che fino a ieri andava a 1,2 megabit, adesso può andare a 4 megabit. La banda larga, insomma, si è allargata ancora un po’». E’ con una certa soddisfazione che Riccardo Ruggiero, amministratore delegato di Telecom Italia e responsabile della rete fissa, annuncia l’ulteriore passo avanti dei collegamenti in banda larga: «Appena un anno fa i collegamenti erano a 640 kilobit, adesso siamo passati a 4 mega e il costo è rimasto sostanzialmente lo stesso».
In realtà c’è una leggera differenza (da 36,50 euro al mese a 39,50), ma negli ambienti Internet si sente dire che presto anche i 4 megabit scenderanno a 36,50 euro.
«Il precedente collegamento a 1,2 megabit era disponibile per il 92 per cento della popolazione italiana. Con i 4 mega siamo per ora all’85 per cento, ma stiamo adeguando gli impianti e presto potremo fornire questo stesso servizio al 92 per cento della popolazione, come prima. Questo significa che, di fatto, salvo poche zone molto isolate, tutti gli italiani potranno contare sui collegamenti in banda larga a 4 megabit».
Ci sono altre novità?
«La prima è proprio quella dei 4 mega. A questa velocità sarà molto più interessante utilizzare i servizi del nostro portale Alice: film (50 al mese), sport, notizie, musica e giochi. Le ricordo che su Alice sono disponibili tutte la partite di Serie A fino al 2007. Poi c’è la televisione».
Cioè?
«Da giugno portiamo Internet sul televisore di casa».
Già immagino la confusione.
«Nessuna confusione. Sul televisore ci va una piccola scatoletta e il collegamento con la rete Adsl e il computer viene fatto con la tecnologia wifi. Quindi non ci sarà bisogno di fili o di altro. L’utente avrà una sua tastiera bluetooth (di nuovo senza fili) e dalla poltrona di casa sua potrà decidere che cosa vedere. Se vuole vedersi MilanInter se la guarda, se vuole andare sul sito della Nasa a vedere i pianeti basta che digiti www (e l’indirizzo) sulla sua tastiera e va. Ma nello stesso momento il figlio può stare in studio a lavorare sul computer e la signora può telefonare (con il telefono personalizzato wifi)».
Un passo indietro, che cosa è la storia del telefono wifi personalizzato?
«Come è noto, con un collegamento in Adsl noi forniamo la possibilità di collegare (e passano tutti sulla stessa linea) fino a cinque telefoni wifi (cioè portatili senza fili) ciascuno con un numero diverso. Inoltre, sempre sulla stessa linea passa Internet. La banda, soprattutto a di 4 mega, è talmente larga che c’è spazio per tutti. Insomma, quello che in America chiamano in triple play (Internet, tv e telefono) è di fatto già realizzato anche in Italia. E’ una realtà».
Siamo entrati ormai nell’età adulta di Internet.
«Si può andare, e si andrà, ancora avanti. In questo campo non ci sono grandi problemi tecnologici. Più che altro si tratta di capire che cosa chiede il mercato e poi di ottenere le necessarie autorizzazioni e di prendere i necessari accordi. Ma, ripeto, non ci sono problemi tecnologici, e quindi prevedo che si andrà avanti, anche se oggi è presto per stilare un’agenda dei tempi e delle scadenze. Il passo grosso, decisivo, però, è quello che abbiamo fatto il 1º aprile, data che segna sul serio l’avvio dell’età adulta di Internet e dei collegamenti in banda larga».
Nel frattempo avete anche comprato la filiale francese di Tiscali, Liberty Surf.
«Questo fa parte del progetto di espansione all’estero di Telecom. Con Liberty Surf abbiamo preso 225 milioni di euro di fatturato e circa 800 mila clienti. Se a questi aggiungiamo quelli che avevamo già noi in Francia come Alice, arriviamo a vedere una newco abbastanza importante, con un milione di clienti e 270 milioni di euro di fatturato (dati 2004). Insomma, come azienda è un bel passo in avanti».
E poi c’è la Germania.
«Sì, li qualche tempo fa abbiamo rilevato l’attività di Fastweb, che era concentrata sulla città di Amburgo. Con 164 milioni di euro di fatturato e 240 mila clienti. Adesso ci stiamo espandendo in altre cinque città. E le cose stanno andando bene».
E’ sbagliato dire che presto arriverete in Germania a 200 milioni di euro di fatturato?
«E’ presto per dare delle cifre. Già oggi, comunque, fra Francia e Germania, possiamo contare su un giro d’affari di oltre 400 milioni di euro. E possiamo dire, se sommiamo tutto, che oggi siamo il più grande operatore a banda larga d’Europa. Se teniamo conto di Francia, Germania e Italia siamo vicini ai 5 milioni di abbonati a Alice. Fra l’altro, poiché tutte queste cose viaggeranno sotto il marchio Alice, va detto che questo è anche l’unico brand nel mondo della banda larga in Europa».
E quindi esporterete anche i servizi di Alice in Francia e Germania.
«Abbiamo già cominciato e andremo avanti. E, naturalmente, non esporteremo solo il collegamento in banda larga, con la tecnologia per la «casa multimediale», ma anche i servizi, e cioè i film, la musica, lo sport, i giochi, le notizie. Insomma, l’intero pacchetto che oggi in Italia è conosciuto sotto la sigla di Alice».
Fine delle novità?
«No. Stiamo rilanciano il telefono da casa per le videochiamate, sulla normale linea telefonica, a un costo ridicolo rispetto a quello fatto via telefonini Umts».
Ma l’avevate già lanciato qualche mese fa. Come era stata la risposta degli abbonati?
«Molto buona. Il servizio aveva incontrato il favore dei clienti. Purtroppo, lo confesso, non era altrettanto buono il telefono. Era la nostra prima prova e ha presentato qualche problema di funzionamento. Allora abbiamo riprogettato e ridisegnato tutto, in pratica più che un telefono è un piccolo computer. Abbiamo fatto molti test e questo che presentiamo oggi è un telefono «da casa» molto bello e che consente di fare ottime videotelefonate a prezzi davvero convenienti. Questo telefono, lo ripeto, funziona sulle linee Telecom tradizionali e quindi tutti gli italiani, se lo vogliono, possono videotelefonare ai loro parenti e amici».
Si sentiva la mancanza di un qualcosa che si attaccasse al web e ci portasse la TV nella TV. In fondo, la Tv digitale terrestre ha degli incentivi, Sky ha qualche milione di abbonati. Insomma, il panorama non è affollato.

Repubblica, Turani e Cazzola

Siccome ieri avevo criticato Affari e Finanza di Repubblica, mi avete mandato l'articolo dell'intervista a Mister Smau: Alfredo Cazzola.
"L’Informatica aspetta solo il Grande Balzo"
GIUSEPPE TURANI
«Se lei mi chiede subito come stiamo in Italia a informatica, rischiamo di partire con cattive notizie. Non va benissimo. Sotto questo aspetto, l’informatica, zoppichiamo un po’. Un po’ tanto, tantissimo». Alfredo Cazzola è, tecnicamente, un organizzatore di Fiere. Un mestiere semplice, sembrerebbe. Un po’ di padiglioni, qualcuno per tenerli ben puliti, un po’ di pubblicità, e via. Ma non è proprio così. Intanto perché Cazzola è una specie di forza della natura, sempre in movimento e poi perché, per organizzare bene le Fiere, bisogna sapere che aria tira nei settori di cui ci si occupa.
Come informatica, insomma, non andiamo bene
"No, decisamente".
Se facciamo uguale a 100 la media dell’informatizzazione in Europa, qui in Italia a che livello ci collochiamo?
«Direi senz’altro sotto quota 50. Anzi, fra 30 e 40. Siamo molto in basso. E’ inutile fare finta che le cose non stiano così. Siamo indietro molto indietro».
Spiegazioni?
«Tutti continuiamo a dire che si tratta di convincere le piccole e medie imprese italiane a investire di più. E’ lì che c’è il grosso del ritardo. Ma non mi sembra che, al di là dei discorsi, si facciano poi molti passi in avanti. E il nostro ritardo rispetto agli altri paesi europei continua a rimanere grande, enorme. Insopportabile, se vuole la mia opinione».
Lei, che ogni anno ospita alla Smau decine di migliaia di piccoli imprenditori e di professionisti in visita, che opinione si è fatto. Perché restiamo così testardamente indietro?
«Una prima ragione dipende dal fatto, probabilmente, che la nostra piccola impresa è veramente piccola, più piccola di quello che si trova all’estero. E quindi c’è qualche difficoltà in più a convincere la gente che a mettere giù qualche computer e a entrare in rete c’è da guadagnarci. Ma non si tratta solo di questo».
Cioè?
«Ma si tratta di una mancanza di clima. Se ne può accorgere chiunque. Questo non è un paese dove c’è la consapevolezza che si fa il salto nell’informatica o si resta davvero indietro rispetto a tutti gli altri. Non c’è l’idea che qui bisogna fare un Grande Balzo in avanti con i computer e le reti. Tutto va avanti in qualche modo. E così ci sono settori della società che vanno avanti e fanno quello che devono fare, altri che rimangono indietro, che non si muovono, che non saltano nella modernità».
E che cosa si può fare?
«Guardi, noi come Smau stiamo facendo l’impossibile e ancora di più faremo in futuro. Proprio all’inizio di aprile annunceremo nuove iniziative molto interessanti. Le imprese del settore fanno tutto quello che possono per convincere le piccole e medie imprese a darsi da fare. Ma tutto questo non basta».
Insistito, che cosa bisogna fare?
«Creare quel clima che oggi manca. Il clima del Grande Balzo nell’informatica, in ogni piccolo capannone e in ogni ufficio. Probabilmente, servirebbe anche un piano nazionale con opportuni incentivi. Tocca agli esperti decidere. Io so solo che siamo indietro e che non andiamo avanti».
Le imprese del settore, secondo lei, stanno facendo tutto il possibile?
«Assolutamente. Anche perché hanno capito benissimo che il terreno su cui crescere è quello delle piccole imprese. Le grandi, bene o male, sono abbastanza a posto. E’ nelle piccole che c’è ancora una quantità enorme di lavoro da fare. E’ lì che sta la crescita dei prossimi anni. E va anche detto che, una volta che questo mondo fosse informatizzato a sufficienza, il paese nel suo complesso sarebbe molto più efficiente. Siamo di fronte, qui, a una sorta di passaggio obbligato. Solo che non vedo una mobilitazione generale».
C’è qualcuno che si muove?
"Sì. La pubblica amministrazione, alla fine, è quella che ancora fa le cose. Poco a poco negli uffici pubblici l’informatizzazione va avanti, si fanno progressi. Forse, non con la velocità di cui il paese avrebbe bisogno, ma ci si muove».
Le prospettive del settore come sono? Sono buone?
«Dati i tempi, non ci si può nemmeno lamentare troppo. Se prendiamo la situazione a livello mondiale, ci accorgiamo che, dopo la crisi del 2003, quando la crescita è stata appena dell’1,4 per cento, si è tornati a vedere crescite vicine o superiori al 4 per cento all’anno, e questo è certamente un buon trend. A livello mondiale, dove oggi l’intero settore (informatica più telecomunicazioni) vale più di due mila miliardi di euro, nel 2005 si crescerà del 4,3 per cento e nel 2006 addirittura del 4,8 per cento».
Possiamo dire la stessa cosa per quanto riguarda l’Europa?
«In Europa non siamo dei campioni di salto in alto, ma nel 2005 cresceremo del 4 per cento e nel 2006 andremo sul del 3,8 per cento. Un po’ sotto alla media mondiale e decisamente più in basso (nel 2006) rispetto all’America. Ma, insomma, ci si muove. Ma qui bisognerebbe fare un’altra osservazione».
Facciamola
«Oggi il mercato europeo dell’informatica e delle telecomunicazioni (dell’Itc, come si dice) vale circa mille miliardi di euro, la metà del mercato mondiale. A questo non credo che corrisponda un’analoga posizione come produttori di queste cose. Insomma, l’Europa nell’Itc ha un mercato che potrebbe sorreggere imprese ben più forti di quelle che ci sono e che operano. Evidentemente anche a livello europeo è stato perso qualche treno».
E la situazione italiana come si presenta?
«Se guardiamo alle cifre del 2004 viene quasi voglia di spararsi».
Corriamo il rischio
«Nel 2004 il settore It, cioè information technology, insomma l’informatizzazione, è cresciuto appena dell’1,1 per cento. E questo contro il 3 per cento della media europea. Dietro di noi non c’era veramente nessuno. Una miseria. La Spagna, ad esempio, è andata su del 2,7 per cento, quasi tre volte l’Italia».
Ma …
«Ma se andiamo a guardare le Tlc, cioè le telecomunicazioni, allora cambia tutto. Persino in un anno nero come il 2004 il nostro mercato delle Tlc è cresciuto del 3,7 per cento. Contro una media europea di appena il 3,5 per cento. Insomma, siamo stati fra i più bravi. Anzi, siamo stati i più bravi in Europa, quelli che sono cresciuti più di tutti».
I maligni, però, dicono che si tratta, nel caso delle Tlc, dei telefonini, più che altro. Ormai qui li hanno in mano le nonne e i nipotini, e tutti stanno a parlare tutto il santo giorno …
«Certo, in gran parte si tratta di telefonini. Anche se non bisogna dimenticare che si sono fatte, nelle Tlc, anche cose più serie, come la banda larga. Però, molto di questa crescita dipende dal boom dei telefonini».
E il futuro italiano nell’Itc come si presenta?
«E’ sempre spaccato in due. Per quanto riguarda le Tlc (insomma, telefonini e cose simili) la crescita nei prossimi due anni (2005 e 2006) sarà rispettivamente del 2,7 e del 4,3 per cento. Sono cifre buone».
Invece per la It, cioè la informatizzazione vera e propria?
«Qui i tassi di crescita sono più incerti. Solo 2,7 per cento nel 2005 contro il 4,5 per cento della media europea. E il 4,3 per cento (forse) nel 2006 contro una crescita del 4,5 dell’Europa».
Insomma, un paese di chiacchieroni, più che altro
«Non mi faccia dire cose che non penso. Si parla molto, certo, ma si lavora anche, un po’ all’antica, con poca informatica. Ma si lavora, via…».

Sarà vero che non siamo messi bene, ma continuo ad andare a convegni in cui si presentano dati di crescita. La sicurezza e il document management in sostanziose due cifre. Cresce l'Erp, Scm, Crm. Zoppica office. E' un male? Le aziende con siti (veri) e utenti con la casella di posta aziendale in aumento. E' un male?
Integrazione di reti interne e soluzioni avanzate per collaborare tra aziende e fornitori. E' un male?
Noi cresciamo del 1,1% nell'informatica. Poco, onestamente. Ma cresciamo.
In compenso Smau diventa piccolino. Caspita, ma Smau è il business di Cazzola in questo settore. Un settore in crescita che vede ridottoil suo spazio espositivo al portello. Un personaggio che ha preso Smau e sta già tentando di rivenderlo.
Effettivamente mi sembra una fonte autorevole. Preferivo sentirmi dire queste cose da Comastri di Microsoft. Non so perché...