mercoledì 9 marzo 2005

Ancora su Intel

La decisione dei giapponesi di ieri di dichiarare Intel come azienda che soffoca il mercato è riportata oggi in ogni dove.
Non me ne frega niente dire che lo avevo detto, che sono stato il primo a riprendere la notizia e via di seguito. Vorrei fare un piccolo passo in avanti.
Ad esempio, Intel, qui da noi, ha un vantaggio nelle gare della PA. Un esempio che ho vissuto: il Comune di Milano acquista solo macchine con processore Intel, e in più la scelta è ridotta a pochi grandi gruppi.
Molti utenti non riuscivano a capacitarsi del fatto che a fatica si trovano portatili con processori AMD. Eppure Amd ha raggiunto se non superato Intel anche qui, anche se non con Centrino.
Quello che ha fatto Intel non è una pratica commerciale fatta di sconti, del tutto legittima. In pratica, un'azione di protezione dei propri interessi, del tutto lecita, è del tipo "ti faccio lo sconto se tu usi i miei prodotti con maggiori volumi. Il problema è se con queste aziende (Toshiba, Hitachi, NEC, Sony e Fujitsu) ha fatto degli accordi per escludere gli altri.
Negli Usa e al livello mondiale, posso dirlo tranquillamente anche se trovate qualche banner Dell in questo blog (si deve pure campare in qualche modo), proprio l'azienda appena citata è un formidabile alleato di Intel. Tanto che non si esime dal dichiarare contro i processori Amd. Che cosa ne guadagna Dell a dichiarare che non adottano processori Amd?
Forse oggi i conti tornano. Anche se scommetto che negli Usa nessuno andrà contro Intel, come a fatica sono andati contro Microsoft e sappiamo tutti com'è finita.
L'unico a puntare i piedi contro l'azienda di Redmond è stato Mario Monti. Lui per lo meno ha un'idea precisa dei compiti dell'Antitrust.
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