giovedì 10 febbraio 2005

Internet al lavoro

Proseguo un po' la discussione su internet in generale che è iniziata qualche giorno fa, con un ping pong con Beppe Caravita. Ieri mi è arrivata un'email da un'ufficio stampa, che mi proponeva una ricerca sull'uso di Internet in ufficio. Non l'ho presa in considerazione, non perchè WebSense che l'ha commissionata non ne avesse la legittimità, quanto per il campione preso in considerazione: 500 utenti europei (ridicolo). Siccome qualcuno si permette di sbandierare questa ricerca, faccio presente che se esco di casa e busso sul pianerottolo e al piano sopra e sotto ho lo stesso campione per l'Italia; se lo facessi in un ufficio, avrei un campione decisamente superiore. Ma si tratta di un campione non rappresentativo. Ma questa è "statistica". In Italia, e comunque in Europa in generale, si ama giocare con i numeri. Ci sono aziende, Davi in testa, che si inventa sondaggi mai effettuati che giornali, radio e TV utilizzano a man bassa. Se non si verificano i dati del campione, tutti i sondaggi hanno poco senso. Chiedete a Finzi o a Mannhaimer. Se prendessimo per buoni quei dati di quel sondaggio, non saprei che pensare, visto che si tratta di gente che usa il web dall'ufficio. Qui sotto una sintesi presa direttamente dal comunicato stampa.

Internet-dipendenti– In Europa, un utente Internet su quattro è orgoglioso della propria abilità a navigare in Internet, che lo faccia per lavoro o per piacere. Questa categoria di “veri entusiasti di Internet” è stata evidenziata in tutta Europa e si ritrova nei diversi livelli di anzianità professionale. Il 16% di questi ammette di essere dipendente dai download gratuiti: da qui il termine download DJ.
Cyber cercatori sistematici – Circa la metà degli utenti (44%) guarda a Internet come a uno strumento da usare sistematicamente per cercare informazioni. A questa categoria appartengono principalmente persone che ricoprono posizioni manageriali.
Dilettanti digitali – Poco meno di un terzo degli utenti europei (31%) si diletta in Internet, trovando questo strumento utile di tanto in tanto. In questa categoria di dilettanti digitali rientrano soprattutto persone che hanno raggiunto una certa anzianità professionale. Ad esempio, il 39% dei direttori dichiara di essere un utente Internet “soft”.


L'azienda che ha commissionato la ricerca, che cosa fa? Fa strumenti di filtering (semplificando molto). Quindi che cosa emerge dalla ricerca? Che le aziende sono esposte a rischi enormi in termini di sicurezza. Questo è vero. Ma a prescindere dalla ricerche, vuoi per mancanza di cultura, vuoi per la facilità con cui gli utenti si scambiano programmi e file. Negli anni settanta e ottanta, al posto di ricerche sull'uso dei computer, c'erano quelle delle auto, in pieno boom. Oggi, chissà come mai, questi ricerche sono sparite. A proposito, oggi manderò un piccolo questionario ad un gruppo di amici, nei prossimi giorni mostrerò i risultati. Senza un fine preciso.
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