lunedì 22 novembre 2004

Un po' di posta sul FuturShow

Anna mi scrive dicendo che ... è una delusione tale che non immaginavo nemmeno si potesse fare un'esposizione così brutta[...] Alla fine, Microsoft si prendeva un salone qualsiasi, ci metteva i media center e otteneva lo stesso risultato. Per gli altri inscatolati non ci sono speranze...
Claudio articola il pensiero.
... io sono andato ieri e, ti assicuro, non c'era nessun bagno di folla!
Il fatto che ci comunchino che hanno dovuto chiudere per 20 minuti le entrate è solamente dovuto al fatto che negli stand la gente non poteva fermarsi.
E questo per il ben noto gusto dello stand incellophanato. In pratica: meno possibilità di movimeno = meno gente che passa e va. Oppure Sabatini pensava alla penetrabilità dei corpi...
Se avessi sentito Toshiba venerdì sera avresti riso: hanno fatto l'allestimento al FS, pagando anche quello del TeatroLitta (4 pc, 4 lastre e 4 microfoni + 10 minuti di spiegazione e catering minimalista), e il commento più benevolo dei colleghi (quelli con una dotazione di almeno 3 neuroni) è stato che "se volevano meritarsi il nostro odio, ci sono riusciti...". Venerdì alle 19:00 tutti in Magenta a sentire uno
pseudoartista impegnato che ci spiegava che il concetto di "art pour l'art" era superato e che adesso la tecnologia, con i suoi flussi di dati sono l'arte. E loro si limitano a rilevarla e dargli un presunta veste grafica. Avevo voglia di sparare. E non ero l'unico.
Ritornando al FS, ieri mi sono preso la briga di ritornare, e rimettermi il pass/badge per poter parlare con la gente con la scusa di interviste. Non c'erano PR a indorarci la pillola su quanto per l'azienda fosse bella fiera. Ma in realtà ho incontrato standiste incazzate, pm imbufaliti, gente che non capiva dove era, dove fossero gli stand che volevano vedere, dove fossero i prodotti che gli altri anni erano in mostra, che cavolo ci facessero lì, e "col cavolo che mi rivedono. Meglio lo SMAU", "questa roba l'ho già vista e rivista", "dove sono le novità?", gente che nei rari momenti di calca finiva contro i teloni dentro e fuori gli stand mettendo a rischio se stessi e gli oggetti appogiati o appesi. E ressa folle fuori e negli stand anche se c'erano poche persone. Merito dei teloni con entry e no entry, dei butta fuori e butta dentro, del percorso semi obbligato, degli spazi angusti e di quella vecchia volpe di Sabatini che è riuscito a vendere scatole di Lilliput messe vicine per fare una fiera.
Da ieri sono convinto che le aziende hanno implementato le maniglie per farsi prendere meglio per il c..o.

Stefano mi ha mandato un messaggio dicendomi che ... non c'è nessuno, ma la cosa più grave, per noi aziende, è lo spazio espositivo. Fatto un giro, si vede qualche cosa di sensato in pochi stand (Toshiba, Sony, ...). Zero novità. [...] La parte più bella è lo sleeping Cinema, dove ti vedi TG Leonardo (che bel cinema) su quattro materassini uno sopra l'altro, per sedersi. Per sdraiati è scomodo...
Se avessero messo un film vero, magari ad alta risoluzione per Media Center (l'unica novità veda della fiera), quello spazio avrebbe avuto una ragione d'essere.
Comunque, diamo dei meriti al FuturShow. La tecnologia, se c'è l'entrata gratis, attira moltissimo pubblico. Si è passati da una fiera in cui andavi, e c'era un casino infernale con aziende che per divertimento ti tagliavano anche i capelli, ad una in cui la tecnologia non la tocchi praticamente mai, chiusa in scatolette.
Insomma, la scelta espositiva è discutibile, ma è indiscutibile il successo di pubblico. Bisognerà vedere se si riesce a convincere la gente a tornarci.
Una cosa: grande affluenza o scarsa affluenza: al FuturShow non conta nessuno chi entra: a parte preoccupazioni legate alla sicurezza, non aiuta a stilar statistiche.
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