lunedì 21 giugno 2004

Parliamo di libri

Se c'è qualcosa che qui non si fa mai è parlare di libri. Un po' perchè parte in causa, un po' perchè il panorama librario tecnico italiano è deprimente.
Comunque, voglio fare un'eccezione, anzi due.
La prima riguarda NoGuru, te la do io la tecnologia, che è un libro fatto da artisti, in prevalenza comici, su come la tecnologia devasti la nostra esistenza.
L'incasso andrà al Cesvi, per cui è già di per sé un buon segnale.
In realtà si tratta di un libro molto interessante, che si legge in fretta, impaginato benissimo e che offre un sacco di spunti di riflessione. Infatti, la tecnologia è vista con occhi diversi, tra profani e finti non esperti.
Il secondo libro, che mi hanno consegnato alla presentazione del sopracitato, mi ha aperto una ferita lacerante. Infatti, è da tempo che stavo pensando ad un libro sulle bufale e sui danni del marketing nel mercato ICT, e me lo sono trovato in mano. Per altro, non è un libro italiano, per cui me lo ero proprio perso in origine. E' del 2003, è stato tradotto da Mondadori Informatica e il suo titolo è: Alla ricerca della stupidità - 20 anni di "disastri hi-tech".
Per fortuna è diverso da quello che avrei voluto scrivere io, che di non successi ne ho scritti e segnalati parecchi sulla carta stampata, se non altro perchè io avrei preso anche le storie di successo (anche di quelli ne ho scritti parecchi).
Inoltre, avrei puntato sui fatti più che sui commenti.
Perchè uso il condizionale? perché non so se lo scriverò mai questo libro.
Comunque consiglio Alla ricerca della Stupidità davvero a tutti, soprattutto a chi nel marketing di questo settore è un protagonista. Interessante il capito Marchi al macero, ovvero la battaglia tra Intel e Motorola. Del capitolo Microsoft e Netscape invece si poteva fare a meno.
Il marketing del settore ICT è probabilmente un caso nel marasma del marketing. L'introduzione del libro cita già una serie di esempi che da soli valgono l'investimento.
La premessa di Joy Spolsky spiega bene come il marketing segua delle regole che con la tecnologia fanno a pugni. E come Microsoft in questa industria valga tanto (le prime cento aziende dopo Microsoft fanno il 69% del fatturato dell'azienda di Bill Gates).
Spiegavo questi concetti tre anni fa in un incontro tra aziende di videogiochi. Mi hanno pagato per fare una ricerca ed emergeva, inequivocabilmente, che solo una buona guida aziendale poteva fare la differenza, non i giochi e la loro tecnologia innovativa.
Poi quello che è successo in questi anni nel settore è sotto gli occhi di tutti. E io non mi sono arricchito ad offrire altre consulenze di quel tipo.
La tecnologia, lo ripeto sempre, non è per i tecnici.
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