sabato 26 giugno 2004

Gli italiani, i computer e le balle

I sondaggi sono il pane quotidiano con cui vengono saziati gli italiani. I sondaggi però offrono risultati che sono influenzati da chi li commissiona. Perciò non ho parlato del sondaggio Eurisko/Intel. Ma dati i messaggi che mi spedite, mi tocca prendere posizione.
Se un sondaggio ha un campione (mica della nazionale italiana) di 500 famiglie, ed emerge che il 92% degli intervistati possiede almeno un PC a casa (il 16% ne ha 2 o più) e oltre il 66% ha un collegamento a Internet, di che Italia stiamo parlando?
Ogni commento diviene superfluo...
Giovedì sono stato ad una presentazione Fujitsu Siemens, in cui mi si diceva che la vita dei PC è di 5 anni, per cui i computer del 99 ora dovrebbero essere sostituiti (concordo appieno).
Ma un PC del 99 (al massimo un P3 a 500 MHZ) è ancora, per usare Windows, internet, i giochi e la multimedialità, un PC vero e proprio? Va bene per scrivere, per fare delle ricerche, per la posta elettronica e le chat.
Insomma, l'Italia potrebbe anche avere dei PC in casa e nelle aziende. Ma sono vecchiotti.
Qui quindi mi ricollego alla discussione sull'informatica e le aziende. Se si svecchia un PC desktop con un portatile wireless quanto può aumentare la produttività in un'azienda? Difficile da quantificare. Ma il vantaggio è reale e tangibile, anche se non quantificabile.

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