lunedì 27 gennaio 2003

Il mio pensiero sull'Open Source

Istigato da tanti messaggi (questo week-end mi sono messo in pari con la lettura), espongo, per l'ennesima volta, il mio pensiero sul software in generale.
I computer si sono diffusi grazie alla creazione di standard de facto, e la dimostrazione più evidente è che tutti quanti, più o meno, sappiamo mettere mano su di un computer, che sia PC che Mac o palmare non fa molta differenza. L'Open Source è un'iniziativa dal mio punto di vista lodevole perchè permette di risparmiare considerevolmente sui costi del software, a patto che si abbiano conoscenze molto avanzate e specifiche di programmazione. Permette anche a bravi programmatori di mettersi in mostra e quindi puntare a posti di lavoro interessanti nelle aziende software.
Questo, purtroppo, è il punto.
L'Open Source non sposta la bilancia verso il software gratuito (almeno non per tutti), ma va a erodere una fetta dei guadagni (esagerati) delle software house. Fintanto che il software gratuito rimane nei server internet, dove la comunità di utenti è decisamente attiva e vivace, non ci sono problemi. Se l'Open Source entra in altri ambiti, mi preoccupo molto, perchè adotto un programma che rischio che non venga più supportato tra qualche anno e quindi l'investimento, perchè è di questo che si tratta per un'azienda, in termini di conoscenza del programma per essere produttivi, non solo per acquistarlo ed aggiornarlo, è a rischio.
Ma dirò di più: ci sono autorevoli esempi di costi di implementazioni di soluzioni proprietarie e Open Source che dimostrano, conti economici alla mano, che non è vero che Open Source significa a basso costo: in un anno, quello che si è risparmiato sull'acquisto delle licenze si è speso in consulenze ed aggiornamenti (in alcuni casi si è addirittura speso il triplo!).
Non bisogna generalizzare, ci sono casi e casi.
Secondo me, esistono troppi consulenti, scritti con la c minuscola, che portano l'acqua al proprio multino per guadagnare di più, o comunque per garantirsi una copertura economica per lungo tempo che stanno drogando artificiosamente l'Open Source.
L'unico problema vero che vedo è che il costo delle licenze del software, a fronte di un allargamento del mercato (il PC è un prodotto di massa!), sono lievitate invece di scendere. Di solito, se produco un programma per un'azienda questa lo pagherà tantissimo, se lo faccio per dieci, se sono onesto, lo pagheranno poco più di un decimo (poi c'è l'assistenza e altri parametri che possono incidere ma non è il caso di entrare nei dettagli).
Combatto a favore dell'Open Source, in definitiva, perchè gli utenti possano aprire gli occhi e rendersi conto che c'è un mondo di opportunità da cogliere.
Ma se il software vuole continuare a progredire, come è accaduto in questi anni, i programmatori devono essere pagati e quindi il software deve, per forza, essere pagato.
E' un po' come sta accadendo su internet: prima era tutto free (gratis), ora si sta diffondendo (anche in questo caso in modo sconclusionato e un po' troppo artificioso) il fee (a pagamento).
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